03 Novembre 2008 09:11 MILANO
Borsa: in Asia aprono in rialzo
di ANSA
Tokyo chiusa per festivita' riapre domani
(ANSA) - MILANO, 3 NOV - Le Borse asiatiche aprono con segno
positivo. Tokyo, chiusa per festivita' nazionale, riaprira'
domani. A guidare il rialzo i finanziari e in testa
l'indiana Icici Bank (+9,8%) e la coreana Shinhan Financial
Group (+8%). In rialzo National Australia Bank (+4,6%) e
Westpac Banking (+5,9%). Balzo avanti degli immobiliari con
Shimao Property in progresso dell'8.1 per cento. In evidenza
anche il colosso dell'acciaio Hyundai Steel (+3,8%) e Acer
(+7%) dopo risultati trimestrali migliori delle attese. Di
seguito gli indici dei titoli guida delle principali borse
dell'area Asia-Pacifico. Tokyo CHIUSA; Hong Kong: +3,65% (IN
CORSO); Shanghai: -0,52%; Taiwan +2,55%; Seul: +1,44%;
Sydney: +5,06%; Mumbay: +4,19% (IN CORSO); Singapore: -4,26%
(IN CORSO); Kuala Lumpur: +3,71% (IN CORSO); Bangkok:
+7,57%; Giakarta: +7,64% (IN CORSO).(ANSA).
03 Novembre 2008 11:34
BRUXELLES
Ue: Eurolandia verso stagnazione, pil +0,1% in 2009
di ANSA
Commissione taglia stime di crescita, leggera ripresa 2010
(ANSA) - BRUXELLES, 3 NOV - La Commissione Ue taglia
drasticamente le stime sul Pil di Eurolandia: nel 2009 si
attestera' allo 0,1%, 'vicino alla stagnazione'. La
precedente previsione era dell'1,5%. Nel 2010 e' prevista
una leggera ripresa allo 0,9%. L'Ue-27 crescera' dello 0,2%
nel 2009 e dell'1,1% nel 2011.
03 Novembre 2008 17:24 ROMA
CRISI MUTUI:BCE,SI' CONTROPARTE CENTRALE CREDIT DEFAULT SWAP
di ANSA
-
(ANSA) - ROMA, 3 NOV - La Banca centrale europea, che oggi
ha ospitato un incontro dei principali portatori d'interesse
sui credit default swap, è a favore dell'istituzione di una
controparte centrale per gli scambi di questi prodotti
finanziari strutturati. Lo comunica la Bce in una nota, in
cui l'istituto di Francoforte spiega di condividere
"l'opinione del Financial Stability Forum e della
Commissione europea sull'importanza del ridurre il rischio
di controparte e aumentare la trasparenza dei derivati 'over
the counter', specialmente nei prodotti di importanza
sistemica, come i derivati del credito e in particolare i
credit default swap". La Bce - si legge nella nota - ritiene
che ci siano "molte iniziative per conseguire questi
obiettivi attraverso l'introduzione di soluzioni
centralizzate di compensazione", e che l'istituzione di una
controparte centrale possa "ridurre il rischio di
controparte, aumentare l'integrità e trasparenza del mercato
e standardizzare i criteri per valutare l'esposizione al
rischio". (ANSA).
03 Novembre 2008 19:17 NEW
YORK
CRISI MUTUI: S&P; 5.800 MLD BRUCIATI IN OTTOBRE SU BORSE
di ANSA
-
(ANSA) - NEW YORK, 3 nov - Gli investitori hanno perso circa
5.790 miliardi di dollari nel solo mese di ottobre sulle
borse mondiali. A fare i conti è l'agenzia di rating
Standard and Poor's. In settembre erano stati bruciati 4.000
miliardi: complessivamente negli ultimi 12 mesi sono andati
persi 16.220 miliardi di dollari. Wall Street, fra le 52
borse esaminate, è una di quelle che hanno meglio resistito
alla crisi, cedendo il 18,04% in ottobre. Secondo S&P, i
mercati azionari dei paesi emergenti hanno ceduto in ottobre
in media il 27,54%, nei paesi sviluppati il calo medio è
stato del 19%: la borsa di Lussemburgo è stata quella con la
peggiore performance (-43,17%), seguita dall'Islanda
(-42,84%). (ANSA).
03 Novembre 2008 19:56 MILANO
CRISI MUTUI: BENE BORSE EUROPA, ATTESA BCE E VOTO USA /ANSA
di ANSA
PER LISTINI GIA' SCONTATI DATI SU RECESSIONE UE, GIU' AUTO
(ANSA) - MILANO, 3 NOV - Con Tokyo chiusa per festività ad
incidere sui listini mondiali è stata la buona lena del
resto delle piazze asiatiche, con rialzi compresi tra il 2%
e il 7%. Tanto che l'Europa risponde con una buona
intonazione: i listini del Vecchio Continente, dopo aver
archiviato un ottobre da brivido (5.800 i miliardi bruciati
dalle borse mondiali), nella prima seduta di novembre
navigano a vista e viaggiano, per tutto l'arco della
giornata, in positivo ma senza strappi. Sul loro andamento
non incide più di tanto neanche il taglio alle stime sul Pil
di Eurolandia accompagnato dall'ombra della stagnazione a
partire dal 2009, una prospettiva già scontata dai mercati
finanziari. Gli indici guida vanno in altalena solo in
concomitanza dell'apertura di Wall Street (preceduta da
futures a New York poco mossi) e prima, durante e dopo, la
diffusione di alcuni dati macroeconomici dagli Stati Uniti:
da una parte l'indice sull'andamento del settore
manifatturiero (ad ottobre nuovamente caduto, segnando 38,9
da 43,5 di settembre mentre le previsioni erano per un calo
a 41) e, dall'altra, la spesa edilizia che a settembre ha
segnato un calo dello 0,3%, contro però le attese di un
-0,8%. Ma, di fatto, la giornata scivola via in tranquillità
e sulla scia della positività della piazza statunitense
nella prima fase della giornata, Londra chiude a +1,15%,
Parigi a +1,17%, Milano a +1,12%. Più debole Francoforte a
+0,68%, mentre Stoccolma conquista la maglia
dell'effervescenza con un +4,53%. Ora l'occhio dei mercati è
tutto rivolto alle prossime ore: da una parte l'esito,
domani notte, della sfida Obama-Mccain nelle presidenziali
Usa e dall'altra, giovedì, le riunioni di Bce e di Banca
d'Inghilterra dalle quali potrebbero arrivare nuovi tagli al
costo del denaro. A dare spunti oggi ai mercati,
soprattutto, industria (+2,62%), media (+2,21%), tecnologici
(+2,58%) e utility (+2,35%). Salgono così Volvo (+7,79%),
Thyssenkkrupp (+6,33%), Mediaset (+11,50%), Infineon
Technologies (+9,98%), E.On (+7,11%) In affanno, invece, il
settore auto (-10,07%) con Volkswagen che, dopo i rialzi
delle ultime due settimane, guida l'onda negativa con un
-21,32% mentre sono negativi i dati sulle immatricolazioni
in Italia e Francia. In leggera flessione, invece, le banche
(-0,50%) con la franco-belga Dexia che nonostante la
previsione di perdite di 105 milioni dalla nazionalizzazione
della banca austriaca Kommunalkredit, archivia un +10,29%.
Bene anche Fortis (+9,23). Male, invece, la britannica Bank
of Ireland (-8,70%). Commerzbank è salita di quasi 5 punti
dopo aver ottenuto liquidità per 8,2 miliardi dal governo
tedesco. Sulla parità il settore dell'energia (-0,01%).
Nella tabella l'andamento degli indici di riferimento dei
principali listini. - Tokyo (Chiusa per festività) - Hong
Kong +2,69% - Shanghai -0,52% - Londra +1,51% - Parigi
+1,17% - Francoforte +0,78% - Milano +1,12% - Madrid +1,27%
- Amsterdam +1,99% - Stoccolma +4,53% - Zurigo +1,31% - Dow
Jones +0,25% (in corso) - S&P/500 +0,01% (in corso) - Nasdaq
+0,79% (in corso) - Città del Messico -0,15% (in corso) -
San Paolo +2,60% (in corso). (ANSA).
03 Novembre 2008 19:58 NEW
YORK
CRISI MUTUI: STRAUSS-KHAN, RISORSE FMI FORSE INSUFFICIENTI
di ANSA
-
(ANSA) - NEW YORK, 3 nov - Il Fondo Monetario Internazionale
potrebbe avere bisogno di risorse economiche maggiori:
"Probabilmente dovremo sostenere la crescita. In questo
caso, le attuali risorse del Fondo potrebbero non essere
sufficienti", spiega il direttore dell'istituto di
Washington, Dominique Strauss-Khan. Un'affermazione che
segue quanto dichiarato dal premier britannico Gordon Brown
che, nel corso della sua quattro giorni nei paesi arabi, ha
invitato Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar a
contribuire al sostegno delle casse del Fmi in un periodo in
cui la crisi economica si sta accentuando. Al Fondo
potrebbero essere necessari - ha spiegato Brown, invitando i
sauditi a rimpinguare le casse del Fmi - centinaia di
miliardi di dollari in più: le difficoltà dei paesi colpiti
dalla crisi potrebbe accentuarsi e quindi all'istituto
potrebbero servire più fondi. Ma non tutti sono d'accordo.
"Non vedo alcuna ragione per cui alcuni paesi dovrebbero
apportare nuove risorse al Fondo", sottolinea Mark Weisbrot,
co-direttore del Center for Economic and Policy Research,
secondo il quale "non è un segreto per nessuno che il Fmi è
governato, dal momento della sua creazione, dal Dipartimento
del Tesoro americano". (ANSA).
03 Novembre 2008 22:21 NEW
YORK
AUTO: USA; OTTOBRE PEGGIORE DA '83; GM,MAI COSI'MALE DA 1945
di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 3 NOV - Ottobre nero per il mercato
automobilistico americano, che con 10,56 milioni di auto
vendute, chiude ai minimi dal febbraio 1983. La flessione
riguarda, indistintamente tutte le case automobilistiche,
con Detroit, capitale dell'auto statunitense, sempre più in
difficoltà: le vendite Ford sono calate del 30,2%, quelle
Chrysler del 35%, mentre General Motors ha accusato una
diminuzione del 45%, che rende il mese appena trascorso il
peggiore dalla Seconda Guerra Mondiale. Non vanno meglio le
cose in casa Toyota, che accusa un calo del 23%. A pesare
sull'andamento delle vendite è il mix rallentamento
economico e e stretta degli standard di credito da parte
delle banche, che tiene lontani gli americani dai
concessionari. "Per l'economia statunitense si tratta di un
periodo eccezionale: sia i consumatori sia l'industria
automobilistica si trovano ad affrontare tempi duri, siamo
ai livelli di profonda recessione toccati nel 1999-2006",
spiega il capo marketing di Gm, Mark LaNeve, secondo il
quale il colosso di Detroit, e più in generale il settore
automobilistico, non possono farcela da soli: "c'é bisogno
di uno sforzo coordinato per far girare l'economia".
"Ottobre è stato il mese peggiore in termini di vendite
dalla Seconda Guerra Mondiale", aggiunge. Visto il difficile
contesto in cui si trova a operare, Gm ha avviato trattative
per una possibile fusione con Chrysler, chiedendo comunque
al governo di intervenire con un prestito da 10 miliardi di
dollari per facilitare l'operazione. Secondo indiscrezioni,
però, il Tesoro americano ha per il momento respinto la
richiesta di finanziamento di Gm, in vista di decidere se e
come eventualmente intervenire nell'industria
automobilistica. Le trattative, intanto, proseguono e
probabilmente si intensificheranno nei prossimi giorni,
subito dopo il voto. Per spingere le vendite, attualmente ai
minimi dall'inizio degli anni '90, Gm cosi' come altri
costruttori è stata costretta a promuovere un piano di
sconti e incentivi che, però, non sembrano avere avuto un
grande successo visto il risultato delle vendite. Le cose
vanno male anche in casa Toyota, che contende a Gm il titolo
di leader mondiale del settore: la casa giapponese ha visto
scendere le proprie vendite statunitensi per il sesto mese
consecutivo. Ottobre, infatti, si è chiuso a -23%, un
risultato dovuto alla flessione delle vendite di auto
(-15%), di quelle di suv (-29%) e di quelle di light-truck
(-34%). A risentire pesantemente del calo delle vendite è
anche Ford, che lo scorso mese ha subito un crollo del 30%,
con i suv in caduta libera (-54%). In particolare, le
vendite di automezzi pesanti sono calate del 30,3% a 88.267
unità; quelle di automobili del 26,8% a 40.854 unità.
(ANSA).
03 Novembre 2008 23:16 NEW
YORK
CRISI MUTUI: BLUE MOUNTAIN CAPITAL CONGELA HEDGE FUND
di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 3 nov - Blue Mountain Capital Management
congela il proprio maggiore hedge fund dopo che un numero
consistente di clienti ha ritirato i propri investimenti,
nonostante il fondo speculativo da 3,1 miliardi di dollari
abbia registrato una performance superiore alla media del
settore. "Questo mostra - secondo alcuni analisti - che
nessuno è immune dalla fuga degli investitori al momento".
(ANSA).
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03 Novembre 2008
16:00 NEW YORK - REUTERS
USA:
L'ISM MANIFATTURIERO DI OTTOBRE
SCENDE A 38.9
Il dato, che mostra
un'ulteriore contrazione rispetto ai mesi passati e conferma i
segnali di recessione, e' inferiore alle attese degli analisti.
Il consensus del mercato era per una contrazione a 42 punti.
Nel mese di ottobre l'indice ISM, il dato che misura l'andamento
dell'attivita' manifatturiera negli Stati Uniti, e' sceso a
quota 38.9 dai 43.5 punti di settembre, mostrando un'ulteriore
contrazione rispetto ai mesi passati e confermando i segnali di
recessione.
Lo ha comunicato l'Institute for Supply Management, di Tempe in
Arizona.
L'indicatore si e' rivelato peggiore delle stime degli analisti.
Il consensus era per un ribasso a 42 punti.
Ricordiamo che un valore superiore ai 50 punti indica
un’espansione dell'attivita' manifatturiera, mentre un valore
inferiore indica contrazione.
L'attività della manifattura statunitense ha segnato in ottobre
un'ulteriore contrazione, secondo quanto emerge dall'indagine
condotta dall'Institute for supply management. L'indicatore
relativo al mese scorso è sceso a 38,9 da 43,5 di settembre,
segnando il livello minimo in ventisei anni. Gli economisti
avevano previsto una flessione più lieve, a 41,5. Il livello di
50 separa la contrazione dall'espansione e una lettura al di
sotto di 40 indica una debolezza eccezionale del settore.
"Piuttosto brutto. Significa che siamo in recessione, niente di
diverso ... una recessione della manifattura abbastanza
'solida'" commenta Robert Macintosh, capo economista di Eaton
Vance corp di Boston. "... la domanda è quanto profonda e lunga
sarà questa fase", aggiunge. Le componenti dell'indagine sono
tutte deboli e, in particolare, l'occupazione è scesa al minimo
da marzo 1991, a seguito della flessione mensile più pronunciata
in venti anni. Il sotto-indice relativo all'occupazione è
passato in ottobre a 34,6 da 41,8 di settembre. Al minimo dal
1980 la componente relativa ai nuovi ordini, che segna in
ottobre 32,2 da 38,8.
Monday, 3
November, 2008 at 16:36 - Macromonitor
Stati Uniti -
Manifattura ai minimi da
26 anni
L’indice ISM
manifatturiero è calato in ottobre al livello di 38,9, minimo da
settembre 1982, da 43,5 in settembre. Come noto, un dato
inferiore a 50 indica contrazione dei livelli di attività. La
peggiore recessione immobiliare da una generazione si è ormai
estesa al resto dell’economia, danneggiando la domanda di
manufatti ed infettando i mercati creditizi. Le stime di
consenso ipotizzavano un valore dell’indice pari a 41.
Il sottoindice riferito ai nuovi ordini è sceso al livello di
32,2, peggior risultato dal 1980, da 38,8. L’indice di
produzione passa da 40,8 a 34,1. L’indice dei prezzi pagati
scende brutalmente, da 53,5 a 37, mentre quello riferito
all’occupazione passa da 41,8 a 34,6. Gli ordini dall’estero si
sono indeboliti, in parallelo al peggioramento congiunturale, e
l’indice ad essi riferito è sceso a 41, il minore dall’inizio
delle rilevazioni per questo componente, nel 1988.
Il dato appare quindi omogeneamente debole in tutte le sue
componenti, e il differenziale tra gli indici di nuovi ordini e
scorte passa da meno 4,6 a meno 12,2, suggerendo ulteriore
debolezza prospettica, perché le imprese saranno costrette a
maggiori tagli di produzione per far fronte all’accumulo
indesiderato di scorte.
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