06 Novembre 2008
08:50 MILANO
BORSA:
ALLARME UTILI IN ASIA,SPROFONDA TOYOTA (-10%) A TOKYO
(ANSA) - MILANO, 6
NOV - La chiusura pesante della borsa Usa ha scatenato una nuova
ondata di vendite in Asia, con Tokyo in calo del 6,53% dopo il
rialzo di pari intensità della vigilia, quando i riflettori
erano ancora puntati sul voto americano. Tra gli investitori è
scattato infatti l'allarme sui risultati aziendali, dopo che il
colosso automobilistico Toyota ha annunciato le previsioni più
nere da 18 anni a questa parte per il risultato di fine anno,
che sarà più che dimezzato rispetto alle previsioni, scendendo
da 1.250 a 550 miliardi di yen. Risultato: il secondo
costruttore mondiale di auto ha lasciato sul campo il 10,35%,
mentre hanno sofferto ancora di più su titoli come Isuzu
(-20,69%), maglia nera del listino nipponico, e Suzuki
(-10,92%), per restare in campo motoristico. Le vendite hanno
poi colpito gli altri grandi esportatori del Sol Levante, da
Canon (-12,59%) a Olympus (-11,81%), da Sanyo (-11,3%) a Sony
(-11,05%), frenati dal vento di recessione negli Usa, principale
mercato di riferimento. Forti realizzi anche a Hong Kong, a
seduta ancora aperta, dove Cathay Pacific lascia sul campo il
16,12% e Bank of China il 9,36%, mentre a Seul hanno segnato il
passo il colosso finanziario Woori (-14,88%), i cantieri navali
Daewoo Shipbuilding (-14,77%) e gli automobilistici Kia
(-11,86%) e Hyundai (-10,58%). Sotto pressione a Sidney
Australia & New Zealand Banking Group (-10,79%), Rio Tinto
(-8,73%) e Bhp Billiton (-7,59%), in luce invece Mirvac (+31%),
che ha chiuso con successo il proprio aumento di capitale da 282
milioni di dollari. Di seguito, gli indici dei titoli guida
delle principali Borse di Asia e Pacifico. - Tokyo -6,53% - Hong
Kong -6,88% (seduta in corso) - Shanghai -2,44% (seduta in
corso) - Taiwan -5,71% - Seul -7,56% - Sidney -4,31% - Bombay
-4,22% (seduta in corso) - Singapore -4,26% (seduta in corso) -
Kuala Lumpur -2,23% (seduta in corso) - Bangkok -2,59% -
Giakarta -4,61% (seduta in corso). (ANSA).
Thursday, 6
November, 2008 at 8:23 - Macromonitor
Ci sono arrivati
anche in Asia
Bagno di sangue
sui mercati asiatici, con cali dal 5 al 7 per cento. Toyota ha
riportato pessimi risultati e prevede ora un 2009 estremamente
negativo, confermando quello che era già un sospetto molto ben
fondato: la recessione, questa volta, colpirà anche le tigri
asiatiche.
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06 Novembre 2008 11:38 PARIGI
Aie: il petrolio tornera' sopra i 100 dollari
di ANSA
Secondo l'agenzia raggiungera' i 200 nel 2030
(ANSA) - PARIGI, 6 NOV - L'Aie si attende che il prezzo del
petrolio superi nuovamente i 100 dollari a barile per
raggiungere i 200 dollari nel 2030. Nel suo rapporto sulle
prospettive energetiche mondiali pubblicate oggi, l'Agenzia
internazionale dell'Energia, che cura gli interessi
energetici dei paesi dell'Ocse, prevede che tra il 2008 e il
2015 il prezzo del barile restera' in media attorno ai 100
dollari. A suo avviso inoltre la crisi finanziaria potrebbe
ritardare alcuni investimenti.
06 Novembre 2008 15:02
FRANCOFORTE
Bce: Trichet motiva il taglio dei tassi
di ANSA
Prospettive inflazionistiche migliorano ma incertezze
altissime
(ANSA) - FRANCOFORTE, 6 NOV - Il presidente della Banca
centrale europea, Jean-Claude Trichet, e' intervenuto dopo
il taglio dei tassi d'interesse al 3,25%. 'Le prospettive di
stabilita' dei prezzi - ha spiegato - sono migliorate
ulteriormente e le aspettative inflazionistiche
continueranno a scendere'. Ma 'le incertezze legate alla
crisi creditizia - ha sottolineato il presidente della Bce -
rimangono straordinariamente alte e sfide eccezionali ci
aspettano'. Il consiglio direttivo della Bce - ha rivelato
Trichet - oggi ha anche discusso un taglio dei tassi da tre
quarti di punto, decidendo poi per mezzo punto percentuale.
'L'inflazione - ha detto ancora il presidente della Bce -
dovrebbe continuare ad allentarsi nei prossimi mesi fino a
raggiungere livelli compatibili con la stabilita' dei prezzi
nel 2009'. La Bce considera' il 2% come soglia desiderabile
per la stabilita' dei prezzi.(ANSA).
06 Novembre 2008 17:09 ROMA
CRISI MUTUI: NEL FINE SETTIMANA G20 FINANZA IN BRASILE/ANSA
di ANSA
PER L'ITALIA GOVERNATORE DRAGHI E DIRETTORE TESORO GRILLI
(ANSA) - ROMA, 6 NOV - I ministri delle Finanze e i
governatori delle banche centrali del G20, il gruppo dei
paesi maggiormente industrializzati e dei paesi emergenti,
si riunirà questo fine settimana in Brasile per confrontarsi
su possibili riforme delle regole finanziarie, dopo la
tempesta globale che sta interessando le economie di tutto
il mondo. L'Italia sarà presente con il governatore di
Bankitalia Mario Draghi, che si fermerà a San Paolo anche
lunedì 10 novembre per la riunione della Bri, la Banca dei
regolamenti internazionali. Per il Tesoro invece è prevista
la partecipazione del direttore generale Vittorio Grilli.
Messa in calendario molto prima che la tempesta finanziaria
si abbattesse sulle economie mondiali, questa riunione
dovrebbe essere interamente dedicata alla preparazione del
summit del G20 convocato d'urgenza per il 15 novembre a
Washington dal presidente americano George W. Bush sotto la
pressione dei governi europei. La riunione ministeriale si
terrà sabato e domenica a San Paolo, la capitale economica
del Brasile, proprio qualche giorno dopo l'elezione in
America di Barack Obama, il cui primo impegno sarà proprio
quello di far fronte alla più grave crisi finanziaria dopo
quella del 1929. Ai lavori parteciperanno anche il
presidente della Bce Jean-Claude Trichet, il direttore del
Fondo monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn e il
presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick. Gli
europei, ma anche il Brasile che è un po' il portavoce in
questo summit dei paesi emergenti, chiederanno una maggiore
regolamentazione dei mercati, considerato che gli Stati
Uniti comunque tenteranno di salvaguardare, per quanto
possibile, il modello liberale di capitalismo, decisamente
messo a dura prova in queste settimane. La Casa Bianca aveva
già fatto sapere di non attendersi da questo G20 l'adozione
di misure concrete ma più che altro l'individuazione delle
cause della crisi e l'esame delle linee guida che potrebbero
portare nel futuro ad una riforma delle regole finanziarie.
E questa linea potrebbe essere confermata considerato che il
Tesoro americano verosimilmente potrebbe puntare a non
assumere alcuna misura contingente proprio nell'attesa che
ci sia il cambio della guardia effettivo alla Casa Bianca.
Gli europei insisteranno invece sull'urgenza di una riforma
profonda del sistema finanziario dalle fondamenta, in una
sorta di nuova Bretton Woods, per evitare che le economie
entrino in una spirale di recessione dalla quale poi
risulterebbe complicato uscirne. Il direttore generale del
Fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn dal
canto suo proporrà al G20, come annunciato nei giorni
scorsi, "un piano di nuova governance mondiale" destinato a
riaffermare il ruolo regolatore del Fondo.(ANSA).
06 Novembre 2008 17:30 MILANO
BORSA: IN EUROPA CROLLI NON SI FERMANO, FRANCOFORTE -7%
di ANSA
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(ANSA) - MILANO, 6 NOV - Borse europee nel finale ancora più
giù. Francoforte perde il 7,12%, e l'indice paneuropeo Dj
Stoxx 50 lascia il 6,10%. Stoccolma cede il 6,44% Parigi il
6,41%, Madrid il 6,25% e Amsterdam il 6,09%. Londra è in
calo del 5,73%, mentre Zurigo lascia il 4,51%. A Milano
l'indice S&P/Mib perde il 5%. (ANSA).
06 Novembre 2008 18:26 MILANO
++ BORSA: EUROPA BRUCIA IN UN GIORNO 300 MLD ++
di ANSA
-
(ANSA) - MILANO, 6 NOV - In una sola seduta di crolli le
Borse europee hanno mandato in fumo quasi 300 miliardi di
euro. E' quanto emerge sulla base del controvalore
dell'indice paneuropeo Dj Stoxx dei 600 titoli a maggior
capitalizzazione, sceso oggi del 5,55%. (ANSA).
06 Novembre 2008 18:35 ROMA
TASSI: TAGLIO BCE; IL COSTO DEL DENARO NEL MONDO /SCHEDA
di ANSA
AGGIORNA E SOSTITUISCE SCHEDA DELLE 14.10 CIRCA
(ANSA) - ROMA, 6 NOV - Ecco una tabella che riassume il
costo del denaro nei principali paesi, alla luce della
decisione della Bce di tagliare di mezzo punto il tasso di
riferimento. Sempre oggi hanno deciso di ridurre il costo
del denaro anche la Gran Bretagna e la Svizzera, oltre che
Danimarca e Repubblica Ceca.
--------------------------------------------------- PAESE
STRUMENTO TASSO
--------------------------------------------------- G7 e
area euro ---------------------------------------------------
USA FED FUNDS 1,00% GIAPPONE OVERNIGHT 0,30% REGNO UNITO
TASSO-BASE 3,00% CANADA OVERNIGHT 2,25% EUROLANDIA TASSO
RIFINANZIAMENTO 3,25%
--------------------------------------------------- Paesi
europei ---------------------------------------------------
BULGARIA TASSO FISSO 5,38% CROAZIA TASSO LOMBARD 9,00%
REP.CECA TASSO REPO 2,75% DANIMARCA TASSO DI SCONTO 5,00%
NORVEGIA TASSO SUI DEPOSITI 4,75% UNGHERIA TASSO BASE 11,50%
POLONIA TASSO REPO 6,00% ROMANIA TASSO RIFINANZIAMENTO
10,25% RUSSIA TASSO RIFINANZIAMENTO 11,00% SVEZIA TASSO REPO
3,75% SVIZZERA TASSO MASSIMO 2,00% UCRAINA TASSO DI SCONTO
12,00% ---------------------------------------------------
Paesi Asia e Oceania
---------------------------------------------------
AUSTRALIA TASSO RIFINANZIAMENTO 5,25% CINA TASSO
RIFINANZIAMENTO 6,66% HONG KONG TASSO RIFINANZIAMENTO 1,50%
INDIA TASSO RIFINANZIAMENTO 6,00% INDONESIA TASSO
RIFERIMENTO 9,50% MALAYSIA OVERNIGHT 3,50% NUOVA ZELANDA
TASSO CASH 6,50% FILIPPINE OVERNIGHT 6,00% SINGAPORE
OVERNIGHT 0,31% COREA DEL SUD TASSO CALL 4,25% SRI LANKA
TASSO DEPOSITI 10,50% TAIWAN TASSO DI SCONTO 3,00%
THAILANDIA TASSO REPO 3,75%
--------------------------------------------------- Paesi
Medio Oriente e Africa
--------------------------------------------------- ISRAELE
TASSO BANCARIO 3,50% SUDAFRICA TASSO REPO 12,00% TURCHIA
TASSO BANCARIO 16,75%
--------------------------------------------------- Paesi
dell'America Latina
---------------------------------------------------
ARGENTINA TASSO OVERNIGHT 13,00% BRASILE TASSO SELIC 13,75%
CILE OVERNIGHT 8,25% COLOMBIA OVERNIGHT 10,00% MESSICO
OVERNIGHT 8,25% PERU' OVERNIGHT 6,50%
--------------------------------------------------- (ANSA).
06 Novembre 2008 19:44 MILANO
CRISI MUTUI:BORSE GIU'DA TOKYO A NY,ADDIO EFFETTO OBAMA/ANSA
di ANSA
SPETTRO RECESSIONE; EUROPA BRUCIA 300 MLD, DOW JONES -4%
(di Sabina Rosset) (ANSA) - MILANO, 6 NOV - Borse mondiali a
precipizio. I mercati si lasciano alle spalle anche l'ultima
euforia per le elezioni americane e ripiombano nell'incubo
recessione. A nulla serve la nuova ondata di tagli ai tassi
di interesse varata con decisione dalla Banca d'Inghilterra
e, con più parsimonia, dalla Bce. I nuovi drammatici dati su
disoccupazione e produttività negli Usa innescano una
giornata da panico sui listini di mezzo mondo, comunque già
pronti a vendere, mentre anche le quotazioni del petrolio si
vaporizzano da un giorno all'altro. Il Fondo monetario
internazionale del resto non lascia spazio alle speranze
arrivando a stimare per il 2009 la prima recessione dal
secondo dopoguerra, con un Pil Usa visto in frenata dello
0,7% (-0,6% quello atteso per l'Italia). I crolli iniziano
sin dal mattino a Tokyo e Hong Kong, scese rispettivamente
del 6,53% e del 7,08%, per contagiare presto anche il
Vecchio Continente, che manda in fumo altri 300 miliardi di
capitalizzazione con perdite nell'ordine del 6,22% (indice
Dj Stoxx 50). Dopo le chiusure in Europa Wall Street
prosegue la danza dei ribassi. Attorno alle 19.30 il Dow
Jones segnava perdite del 4,14%, lo S&P 500 del 4,34%, e il
Nasdaq il 3,58%. In Europa e negli Usa il malumore dei
mercati è stato fortemente influenzato anche da una nuova
mareggiata sul fronte degli utili societari, in molti casi
deludenti. Ma il segnale più deprimente è quello sulla
produttività non agricola dell'economia americana, scesa nel
terzo trimestre all'1,1%: certo non mancavano attese anche
di un crollo più ampio, ma risulta comunque un bel tonfo
rispetto al precedente dato del 3,6% (rivisto dal precedente
4,3%). Quanto all'andamento del mercato del lavoro Usa, le
richieste settimanali di sussidio di disoccupazione sono
scese di quattromila unità a quota 481mila, e meno di quanto
sperato. Nel tentativo di rianimare un mercato creditizio
asfittico la Banca d'Inghilterra ha tagliato i tassi al 3%,
con una riduzione ben sopra le attese e dell'1,5%. Non
altrettanto coraggiosa è stata la Banca centrale europea,
che perfettamente in linea alle attese ha ridotto il costo
del denaro di mezzo punto Nel lungo elenco dei risultati
societari deludenti annunciati oggi, Adidas ha perso il 9,6%
e Axa il 9,2%. Dopo il tonfo del 7% segnato ieri, i future
sul greggio hanno perso oggi un nuovo 7,9% affossando a
60,16 dollari le quotazioni del barile a New York. Shell ha
segnato così un tonfo del 7,4%, mentre Total lascia sul
parterre il 6,4%. Il crollo del rame sulla scia delle scorte
superiori al previsto innesca invece le vendite sui titoli
minerari, con Bhp e Anglo American in frenata entrambe del
15%. La lettera naturalmente non risparmia i bancari, con
Deutsche Bank in calo del 12,82%, mentre Ing e Unicredit
lasciano l'8,4%. Oltreoceano i mercati salutano la vittoria
di Barack Obama con una perdita dell'8% in due giorni, con
il mercato ormai certo che la situazione economica
precipiterà e che i recenti rimbalzi hanno il fiato corto.
Del resto l'indicazione sui sussidi settimanali getta ombre
sul dato della disoccupazione atteso domani. E sempre domani
sarà tolto il velo sui conti delle maggiori case
automobilistiche da cui si temono perdite da lacrime e
sangue. Tra i grandi nomi, spicca il tonfo segnato oggi
dalla News Corporation Rupert Murdoch (-16%), dopo un
allarme-utili per il 2009. Ma va giù anche Cisco Systems
(-56 cents a 16,84 dollari) che inizia a stimare il calo
delle vendite causato dalla crisi. E seguono anche Apple,
Intel e HP, in flessione di oltre il 4%. Nella tabella
l'andamento degli indici di riferimento mondiali - Dow Jones
-4,14% (alle 19.30 circa) - S&P 500 -4,34% (alle 19.30
circa) - Nasdaq -3,58% (alle 19.30 circa) - Londra -5,70% -
Parigi -6,38% - Francoforte -6,84% - Milano -5,06% - Madrid
-6,27% - Amsterdam -6,74% - Stoccolma -6,33% - Zurigo
-4,08%.
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WALL STREET: NUOVA ONDATA DI VENDITE SULL'AZIONARIO
06 Novembre 2008 22:05 NEW YORK - di
WSI ______________________________________________
La recessione fa paura, gli indici
estendono il sell-off arretrando di quasi il 5%. Le famiglie
americane non spendono, in calo le vendite al dettaglio.
Preoccupano gli outlook societari. Tonfo di petrolio ed
euro.
I listini americani hanno chiuso per la seconda volta
consecutiva la seduta in forte calo. A spingere al ribasso
gli indici sono ancora una volta le preoccupanti prospettive
di crescita economica, confermate dalle ultime trimestrali
societarie e dalle deboli vendite al dettaglio di ottobre.
Il Dow Jones ha ceduto il 4.85% a 8695, l'S&P500 il 5.03% a
904, il Nasdaq e' arretrato del 4.34% a 1608. Tenuto conto
del sell-off della sessione precedente, gli indici hanno
realizzato la peggiore performance degli ultimi 21 anni. I
drastici tagli ai tassi d’interesse effettuati dalle Banche
Centrali in Europa hanno intensificato i timori sul fatto
che la recessione possa rivelarsi piu’ grave del previsto,
cio’ ha avuto l’effetto di spaventare ulteriormente gli
investitori sul futuro corso dell’economia.
"Il prossimo passo per i mercati e’ determinare la
profondita’ e la durata del rallentamento economico" dice
Tony Crescenzi, bond market strategist at Miller Tabak. "Non
e’ necessario che i dati macro risultino in miglioramento da
subito, ma e’ fondamentale che non peggiorino". Meno
ottimista Mike Morcos, manager di Old Second Wealth
Management secondo cui "siamo ancora lontani dalla
conclusione delle difficolta’ economiche". "Gli utili
aziendali nel prossimo anno continueranno con molte
probabilita’ a scendere, le stime peggioreranno
sensibilmente".
Negli ultimi due giorni l’indice S&P500 ha lasciato sul
terreno circa il 10%, mettendo a rischio il rialzo
realizzato nei giorni scorsi, in recupero dai minimi dello
scorso 27 ottobre. L’indice continua ad essere in calo del
37% dall’inizio dell’anno (peggiore performance dal ’37) e
del 42% dal top dell’ottobre dello scorso anno. 23 delle 27
societa’ facenti parte dell’indice retail dello S&P500 hanno
chiuso in calo dopo le deludenti vendite comparate di
ottobre.
Gli effetti della crisi infatti si fanno sempre piu'
evidenti negli Stati Uniti, le famiglie americane stanno di
conseguenza riducendo la spesa per i beni di non primaria
necessita'. Lo scorso mese le vendite ‘same-store’ (relative
a punti vendita con almeno un anno di attivita’ alle spalle)
sono risultate in calo dello 0.9% (prima volta negli ultimi
7 mesi), oltre le attese degli analisti. Escluso il
contributo del colosso Wal-Mart il dato ha registrato un
tonfo del 4.2%. Costo, Limited Brands, Target, Big Lots,
Saks, Macy’s sono solo alcune delle aziende ad aver deluso
le attese.
A gravare sulla performance dei listini sono stati anche gli
ultimi numeri fiscali di Cisco Systems: il colosso delle
infrastrutture network ha ceduto terreno dopo aver
annunciato un calo delle vendite nel trimestre in corso
compreso tra il 5% ed il 10%; per il trimestre da poco
conclusosi invece l’azienda ha riportato profitti piatti su
un incremento dell’8% delle vendite. "Sebbene la durata del
trend negativo resti poco chiara, Cisco ha praticamente
congelato le assunzioni e ridotto la spesa per circa $1
milioni da qui alla fine dell’anno: cio’ anticipa qualcosa
di piu’ grave che un semplice rallentamento" hanno
commentato preoccupati gli analisti.
Cattive notizie anche dall’azienda media News Corp, in
evidente difficolta’ durante l’arco dell’intera seduta: il
gruppo di Murdoch ha registrato un calo del 30% dei profitti
e rivisto al ribasso le prospettive sui risultati futuri, il
titolo e’ arretrato del 16%. Il gruppo di private equity
Blackstone e’ arretrato di oltre il 10% dopo aver riportato
la peggiore perdita trimestrale da quando la societa’ si e’
quotata in borsa.
Contrastate le notizie giunte dal fronte macroeconomico.
Nell’ultima settimana le richieste di sussidio da parte dei
disoccupati sono diminuite risultando pero’ superiori alle
attese ed a livelli ancora elevati che gli analisti
definiscono da "recessione", mentre il dato preliminare
sulla produttivita’ avanzado +1.1% ha battuto le stime degli
economisti (+0.7%). C’e’ grande attesa ora per il rapporto
occupazionale in programma per la giornata di venerdi’ e per
cui e’ previsto il decimo calo mensile consecutivo.
Sugli altri mercati, in ritracciamento il petrolio. I
futures con consegna dicembre sono arretrati a quota $60.77
al barile, in ribasso -$4.53. Sul valutario, in flessione
l’euro nei confronti del dollaro dopo la decisione della BCE
di tagliare i tassi d’interesse. Nel tardo pomeriggio di
giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di
1.2708. Vendite sull’oro: i futures con consegna dicembre
sul metallo prezioso hanno ceduto $10.20 a $730.20 l’oncia.
Arretrano infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul
Treasury a 10 anni e’ salito al 3.7070% dal 3.6940% di
mercoledi’.
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