La crisi
ricade anche sul fondo hedge
22 Aprile 2009 19:29 MILANO
Anche i fondi hedge, i cosiddetti fondi speculativi
(dizione che però non è del tutto appropriata) hanno
registrato nei primi tre mesi del 2009 riscatti da parte
degli investitori per 103 miliardi di dollari. Su questa
base il totale degli asset gestiti si è contratto a
quota 1.300 miliardi di dollari.
Lo rivela un lavoro della società di ricerca Hedge Fund
Research (Hfr), secondo cui i riscatti hanno comunque
visto marcare il passo rispetto ai 152 miliardi ritirati
dagli investitori nell'ultimo trimestre 2008. In pratica
sono stati portati via risorse pari al 7,3% di quanto
amministrato dai fondi speculativi, anche se va
ricordato che rispetto ai momenti migliori del 2008 oggi
mancano all'appello 600 miliardi di dollari.
Il punto è che i riscatti arrivano nonostante il settore
degli hedge fund abbia dato segnali di miglioramento
delle prestazioni, l'indice elaborato da Hfr in questo
senso rivela guadagni dello 0,53%, ma gli investitori
sembrano essere piuttosto scettici davanti a un comparto
che sta vivendo grandi trasformazioni e consolidamenti.
A essere colpiti in particolare i fondi di fondi hedge (fohf)
che sono stati colpiti nel primo trimestre - secondo le
analisi della Hfr - da deflussi record pari a 85
miliardi di dollari (50 miliardi nel trimestre
precedente). Eppure anche i fohf stanno dando segnali di
risveglio, in questo caso l'indice elaborato dalla Hfr
parla di un +0,47% nel primo trimestre 2009, troppo poco
per avere l'attenzione degli investitori che spesso
usano i fohf per avvicinarsi ai fondi speculativi.
Del resto l'avversione al rischio rimane alta e forse la
mossa degli investitori è solo quella di mettersi alla
finestra, vedere cosa succede agli hedge fund e poi
prendere una decisione, come sottolineano alla società
di ricerca di Chicago. Senza contare che il
risparmiatore vuole maggiore trasparenza dai fondi hedge,
che hanno iniziato ad avviare un processo in questo
senso ma che ancora deve essere approfondito.
Giovedì 23 Aprile 2009, 8:23
Fiat-Chrysler, le banche vogliono il 40%
Da La Repubblica: Con i riflettori puntati sull'America,
dove le banche alzano la posta al tavolo sulla partita
Chrysler, la Fiat archivia oggi un primo trimestre in
rosso. “Il peggiore dell'anno”, lo ha già detto nei
giorni scorsi Sergio Marchionne, che però ha confermato
un trading profit 2009 positivo per un miliardo di euro.
Il consensus degli analisti, alla vigilia, parla di 300
milioni di perdite nette e di un trading profit del
trimestre negativo per 70 milioni, soprattutto per
effetto della crisi dell'auto e dei camion che avrebbero
contribuito rispettivamente con 110 e 50 milioni, ad
attenuare la situazione ci sarebbero i 110 milioni in
positivo di Cnh. Quanto al fronte americano, è arrivata
l'anticipazione a sorpresa del segretario della Fim
Cisl, Bruno Vitali, che ieri, dopo un colloquio con il
numero uno della Unione Automobile Worker, Ron
Gettelfinger, ha annunciato che l'accordo tra Fiat e
Chrysler è fatto al 90 per cento. Annuncio che è stato
smentito dalla Fiat. “Non corrisponde al vero, le
trattative invece sono totalmente aperte”, ha fatto
sapere un portavoce del Lingotto. In questa attesa
nervosa, le banche non abbandonano la loro offensiva. La
loro ultima mossa è stata quella della controfferta in
materia di ristrutturazione del debito Chrysler molto
inferiore rispetto a quella proposta dal governo: un 33
per cento contro l'85%, appena 2,4 milioni su un
ammontare del credito di 6,9 miliardi di dollari, in
cambio di una quota, del 35-40%.
La Borsa di Tokyo chiude in rialzo,
brilla il settore dell'auto, vola Pioneer
23.04.2009
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in rialzo. Il Nikkei ha
guadagnato l'1,4% a 8.847,01 punti ed il Topix l'1,2% a
839,50 punti. Il luce il settore dell'industria
automobilistica. Toyota (JP3633400001) ha guadagnato il
3,5%, Honda (JP3854600008) l'1,7%, Nissan (JP3672400003)
il 2,2% e Mazda Motor (JP3868400007) il 5,4%. Goldman
Sachs ha promosso il settore giapponese dell'auto da "Cautious"
ad "Attractive". Tra i singoli titoli la banca d'affari
ha alzato il suo rating su Honda e Toyota a "Buy".
Canon (JP3242800005) ha chiuso in rialzo del 3,1%.
Secondo quanto riporta il quotidiano finanziario "Nikkei"
il colosso dell'elettronica di consumo potrebbe
pubblicare dei dati di bilancio migliori delle attese
degli analisti e migliorare il suo outlook.
Pioneer (JP3780200006) ha chiuso in rialzo del 23,3%.
Secondo quanto riporta l'agenzia stampa "Reuters" Honda
starebbe considerando di investire alcuni miliardi di
yen in Pioneer.
Nomura (JP3762600009) ha chiuso invariato dopo aver
sofferto per tutta la seduta. Secondo il "Nikkei" il
primo broker giapponese potrebbe annunciare delle
perdite record per lo scorso esercizio fiscale.
Mizuho Financial Group (JP3885780001) ha perso il'1%.
Sempre secondo il "Nikkei" la seconda banca giapponese
avrebbe chiuso lo scorso anno fiscale in rosso di circa
¥580 miliardi.
Mitsui & Co. (JP3893600001) ha perso l'1,8%. La holding
commerciale ha annunciato che il suo utile è calato lo
scorso esercizio del 56%. Mitsui & Co. ha cancellato
inoltre il suo dividendo.
Redazione Borsainside 8.30
Toyota: vendite a picco ma resta numero uno mondiale
23 Aprile 2009 10:38 TOKYO
Il gruppo automobilistico giapponese Toyota, che
comprende i marchi Toyota, Lexus, Hino e Daihatsu,ha
registrato nel trimestre gennaio-marzo un calo delle
vendite del 26,7% con 1,76 milioni di veicoli venduti,
rimanendo comunque il numero uno a livello mondiale.
Escludendo i marchi Daihatsu e Hino, le vendite mondiali
sono scese del 28,2% a 1,53 milioni di unità. Per
l'intero esercizio 2008-2009 (chiuso al 31 marzo) il
gruppo Toyota prevede una perdita di 350 miliardi di yen
(2,8 milioni di euro), la prima nella storia della
società.
La Casa. inoltre, dovrebbe produrre meno di 3 milioni di
veicoli in Giappone durante l'esercizio in corso:
complessivamente, scrive la stampa locale, l'attività
del gruppo scenderà sui minimi di oltre 31 anni, sui
livelli precedenti al 1978. Il gigante, secondo il
quotidiano 'Yomiuri Shimbun', pensa di produrre circa
2,8 milioni di veicoli nel periodo aprile 2009-marzo
2010. A questo punto, scrive, "si pone il problema del
mantenimento dei 69 mila dipendenti fissi che il gruppo
ha in Giappone".
Toyota, numero uno mondiale dell'auto, dovrebbe nello
stesso tempo assembleare solo 3,4 milioni di auto nelle
fabbriche possedute fuori dal Giappone: quota che
porterà il totale mondiale a 6,2 milioni, circa 3
milioni in meno rispetto a due anni fa. Il gruppo, che
renderà noti l'8 maggio i risultati per l'esercizio
2008-09 e le sue stime per quello in corso, prevede
-riporta la stampa- una perdita operativa annuale di 500
miliardi di yen (3,9 miliardi di euro) per l'anno
finanziario corrente (al 31 marzo 2010).
per far fronte alla crisi Il primo produttore al mondo
di automobili ha introdotto un sistema "progressivo" nel
taglio dei bonus. Il colosso nipponico, confermando che
i membri del board direttivo non avranno alcun premio,
ha annunciato ieri che gli 8.900 manager del gruppo
riceveranno, in media, una componente variabile della
remunerazione ridotta del 60%, mentre – come previsto
dagli accordi sottoscritti con i sindacati – 63mila
dipendenti riceveranno una riduzione dei bonus compresa
tra il 10 e il 20%. Insomma, «La misura – ha spiegato
Toyota – è basata sull'idea che noi tutti dovremo
dividere la pena».
Toyota Motor, che dovrebbe annunciare una perdita di
circa 350 miliardi di yen (2,7 miliardi di euro) per
l'esercizio fiscale terminato il 31 marzo, ha deciso di
ridurre del 10% i costi fissi del gruppo, con un
risparmio atteso di circa 500 miliardi di yen( 3,9
miliardi di euro).
In una fase di forte contrazione della domanda di auto
in Nord America – area in cui Toyota ha realizzato nel
2008 ricavi per 9mila miliardi di yen contro i 6mila
miliardi fatturati in Giappone – per Goldman Sachs il
produttore nipponico potrebbe tuttavia approfittare
delle difficoltà dei diretti concorrenti Ford e Gm.
Goldman Sachs prevede un ulteriore recupero del titolo
(+31% da inizio 2009) e ha inserito Toyota nella «conviction
buy list». Sole24ore
23 Aprile 2009 11:32 BRUXELLES
Ue-16: ordini industria a febbraio -0,6%, in Italia
+2,7%
di ANSA
Eurostat, nell'Ue-27 -1,4% dopo il -3,5% di gennaio
(ANSA) - BRUXELLES, 23 APR - Frena il calo degli
ordinativi industriali: in febbraio la riduzione e'
stata nella zona euro dello 0,6%, rispetto al -2% di
gennaio. Lo rileva Eurostat. Nell'Ue-27 si registra un
-1,4% dopo il -3,5% del primo mese dell'anno. Segnali di
ripresa in Italia, dove gli ordinativi il mese scorso
sono cresciuti del 2,7%, dopo cinque mesi consecutivi di
calo. Fra gli altri Stati membri, gli aumenti piu'
significativi si registrano in Romania (+8,7%), Lituania
(+6,3%) e in Francia (+4,8%). I ribassi piu' marcati in
Lettonia (-28,7%), Bulgaria (-11,9%), Ungheria (-5,2%),
Spagna (-4,2%) e Germania (-3,8%). Esclusi i settori
delle costruzioni navali e quello ferroviario ed
aerospaziale, le cui variazioni tendono ad essere molto
volatili, gli ordinativi a febbraio si sono ridotti
dell'1,3% nella zona euro e dello 0,7% nell'Ue-27. A
rallentare la caduta degli ordinativi in Eurolandia i
risultati del settore dei beni di investimento (+2,9%) e
di quello dei beni di consumo non durevoli (+1,3%).
Ancora in flessione, invece, i beni di consumo durevoli
(-0,6%) e i beni intermedi (-3,2%). Su base annua,
rispetto al febbraio 2008 gli ordinativi dell'industria
sono caduti del 34,5% in Eurolandia e del 33,3%
nell'Ue-27.(ANSA).
23 Aprile 2009 12:08 ROMA
Tassi: Euribor 3 mesi va su per prima volta da oltre 6
mesi
di ANSA
E' passato all'1,406%, l'ultimo aumento risaliva all'8
ottobre
(ANSA) - ROMA, 23 APR - Per la prima volta da oltre sei
mesi torna a salire l'Euribor sulla scadenza
trimestrale, il tasso che le banche applicano fra loro.
Per i prestiti trimestrali e' salito all'1,406%
dall'1,405% di ieri. E' il primo rialzo dallo scorso
otto ottobre. L'Euribor a una settimana e quello a un
mese sono invece rimasti invariati rispettivamente allo
0,94% e all'1,01%. I dati sono rilevati dall'European
Banking Federation.
Borse Asia-Pacifico: Shanghai e
Hong Kong tornano a salire
23.04.2009
Quasi tutte le principali borse della regione
Asia-Pacifico ha chiuso oggi in rialzo.
Lo Shanghai Composite ha guadagnato lo 0,1% a 2.463,95
punti. Dopo le perdite delle scorse sedue i minerari
hanno registrato oggi una ripresa. Aluminum Corporation
of China (CNE1000001T8) ha guadagnato l'1,3%, Jiangxi
Copper (CN0009070615) il 6,3%, Yunnan Copper
(CNE000000W13) il 5,9% e Yanzhou Coal (CN0009131243) il
3,3%. China Shipping Container Lines (CNE100000536) ha
perso l'1,6% dopo aver annunciato di attendersi delle
perdite per il primo trimestre. TCL Group (CNE000001GL8)
ha perso il 5,6%. Il produttore di prodotti di
elettronica di consumo ha comunicato di prevedere per il
primo trimestre un calo del suo utile netto del 96%.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha guadagnato il 2,3% a
15.214,46 punti. Dopo la debole performance delle scorse
sedute la maggior parte dei titoli del listino della
cittá costiera ha registrato un rimbalzo. HSBC
(GB0005405286) ha chiuso in rialzo del 2,5%, China Life
(CN0003580601) del 4%, China Mobile (HK0941009539)
dell'1,2% e PetroChina (CN0009365379) del 3,7%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha guadagnato il 2%, lo Straits Times a Singapore
lo 0,9% e il Kospi a Seul lo 0,9%.Il Taiwan Weighted a
Taipei ha perso lo 0,2%.
Redazione Borsainside 12.45
23 Aprile 2009 14:15 ROMA
Credit Suisse: trimestrale, torna in utile per 1,3 mld
euro
di ANSA
Conti sostenuti soprattutto da performance divisione
titoli
(ANSA) - ROMA, 23 APR - Credit Suisse e' tornata in
utile nel primo trimestre del 2009, grazie soprattutto
alla positiva performance della sua divisione titoli. La
banca, secondo quanto riporta Bloomberg, ha archiviato i
primi tre mesi dell'anno con un utile netto di 2
miliardi di franchi svizzeri, pari a circa 1,3 miliardi
di euro, contro la perdita di 2,15 miliardi di franchi
dello stesso periodo del 2008. Il risultato netto e'
pari al doppio di quello previsto dalle stime del
mercato.
23 Aprile 2009 14:43 ROMA
Banche: Obama preme per ridurre costi di carte credito
di ANSA
Presidente Usa vedra' vertici banche e societa' di
gestione
(ANSA) - ROMA, 23 APR - Obama incontrera' i vertici di
banche e societa' che emettono carte di credito per
discutere delle restrizioni su commissioni e tassi. Lo
scrive Bloomberg, ricordando che ieri alla Camera sono
state approvate nuove regole per contrastare quelle
pratiche non sempre trasparenti adottate nel credito al
consumo. Obama sta facendo pressioni per difendere i
consumatori in difficolta': con l'impennata della
disoccupazione, molti americani non riescono a pagare il
conto della carta di credito.
23 Aprile 2009 14:59 ROMA
Usa: richieste sussidi disoccupazione +27.000 a 640.000
di ANSA
Dato in linea con le attese
(ANSA) - ROMA, 23 APR - Le richieste di sussidio di
disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di
27.000 unita' la settimana scorsa a quota 640.000 unita'.
Il dato e' in linea con le attese. E' stato inoltre
rivisto al rialzo il dato della settimana prima a quota
613.000 da 610.000 evidenziate in precedenza.
23 Aprile 2009 15:30 MOSCA
Russia: Pil -9,5% in primi 3 mesi, previsto -6% annuo
di ANSA
Klepach, flessione legata al calo degli investimenti
(ANSA) - MOSCA, 23 APR - Nel primo trimestre dell'anno
la Russia ha registrato una caduta del pil pari al 9,5%:
lo ha reso noto l'agenzia Itar-Tass. Il viceministro per
lo sviluppo economico Klepach ha riferito che il governo
prevede una caduta del pil del 6% nell'arco dell'anno,
mentre finora le autorita' russe non si erano spinte
oltre un -2,2%, prendendo come riferimento anche per la
revisione del bilancio. La flessione, a suo avviso, e'
legata soprattutto al calo degli investimenti (-18%).
23 Aprile 2009 16:19 NEW YORK
CHRYSLER-FIAT, NUOVA OFFERTA DEL TESORO USA
di WSI - ANSA
Washington chiede ai creditori lo scambio di $5.4
miliardi del debito con una quota del 5% della societa'
che nascera' dall'alleanza con Fiat. Ma le proposte
avanzate dalle parti interessate rimangano ancora
distanti.
Il Dipartimento del Tesoro Usa ha fatto una nuova
offerta ai creditori di Chrysler LLC, chiedendo alle
banche e ai fondi hedge in possesso dei $6.9 miliardi di
debito della societa', di abbonare $5.4 miliardi di
quella cifra, per ottenere in cambio una quota del 5%
della societa' che nascera' dall'alleanza tra Chrysler e
Fiat.
Secondo quanto riferito alla Associated Press da due
persone ben informate sui fatti, la proposta e' stata
avanzata martedi'. Le fonti hanno chiesto di rimanere
anonime perche' le trattative sono riservate.
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L'offerta e' la risposta del Tesoro alla proposta
avanzata questa settimana dai creditori, che si sono
detti disposti a scambiare $4.5 miliardi di dollari del
debito di Chrysler con una quota del 40% nell'alleanza
tra la casa di Detroit e il Lingotto. Al momento una
portavoce dell'azienda americana si e' rifiutata di
commentare le indiscrezioni.
Intanto, da quanto si apprende dall'ultima conference
call di Fiat, questa potra' salire al 51% di Chrysler
con una opzione call sul 16% del capitale da esercitare
entro sette anni.
Fiat dara' asset in cambio del 20% di Chrysler che
verra' accresciuto al 35%. Si aspetta di vendere nel
2009 circa 1,9 mln di veicoli (2,15 nel 2008), con una
quota in Europa del 9% e in Italia del 33%. Impegno per
risparmiare 0,5 mld nell'anno ma previste sospensioni
temporanee della produzione.
23 Aprile 2009 17:07 ROMA
Usa:
vendite case esistenti, a marzo -3%
di ANSA
Dato peggiore delle previsioni che ipotizzavano -1,5%
(ANSA) - ROMA, 23 APR - Le vendite di case esistenti
negli Stati Uniti a marzo hanno segnato un ribasso
mensile del 3%, al tasso annuo di 4,57 milioni di unita'.
Lo scrive Bloomberg. Il dato e' peggiore rispetto alle
previsioni che indicavano una flessione dell'1,5% al
tasso di 4,65 milioni.
23 Aprile 2009 17:18 NEW YORK
BANK OF AMERICA: PRESSIONI DAL TESORO PER L'OPERAZIONE
MERRILL
di WSI
Bernanke e Paulson non volevano che l'accordo fallisse.
A dichiararlo e' l'amministratore delegato di BofA,
Kenneth Lewis, al procuratore generale dello Stato di
New York, Andrew Cuomo.
L'amministratore delegato di Bank of America Kenneth
Lewis ha detto al procuratore generale dello Stato di
New York di avere buoni motivi per credere che l'ex
segretario del Tesoro Henry Paulson e il presidente
della Federal Reserve Ben Bernanke non volevano che
trapelassero tutti i termini dell'accordo per l'acquisto
di Merrill Lynch da parte della banca, altrimenti,
secondo quanto riportato oggi dal Wall Street Journal,
il deal avrebbe rischiato di saltare.
L'ufficio della procura dello Stato di New York conta di
consegnare oggi l'udienza alle autorita' federali e ai
sovrintendenti responsabili di monitorare le banche e il
piano di salvataggio, secondo quanto si apprende dal
testo dell'udienza, ottenuto in anteprima dal
quotidiano.
L'udienza di Lewis si e' tenuta in febbraio,
nell'ufficio di Andrew Cuomo, che sta tentando di
determinare se Merrill e BofA hanno intenzionalmente
evitato di fornire informazioni corrette ed esaustive
agli azionisti sulle perdite superiori a 15 miliardi di
dollari registrate da Merrill nel quarto trimestre del
2008 e sui bonus previsti per i top manager. Nel caso
fossero venuti in possesso di tali informazioni, i soci
azionisti di BofA avrebbero con tutta probabilita'
votato contro l'accordo.
Secondo quanto si legge nell'edizione odierna del
quotidiano finanziario, Lewis non sarebbe stato intimato
direttamente di tralasciare alcuni dei problemi di
Merril. Ma nella sua audizione Lewis avrebbe precisato
che "non spettava a me" riferire tali informazioni,
aggiungendo di essere stato avvertito da Paulson e
Bernanke che il fallimento dell'operazione di acquisto
di Merrill avrebbe "rappresentato un fattore di rischio
enorme per il sistema finanziario".
Citando una persona vicina ai fatti, il giornale fa
sapere che il mese scorso Paulson avrebbe detto
all'ufficio della procura che Lewis, anziche' attenersi
semplicemente agli obblighi della sua banca, ha
interpretato male una parte delle richieste del Tesoro.
Nello stesso fine settimana di settembre che ha visto la
banca d'affari Lehman Brothers fallire e il gigante
assicurativo AIG ricevere il suo primo aiuto
governativo, Washington ha contribuito a orchestrare
l'acquisto di Merrill da parte di BofA. in un momento
critico sia per il governo che per Wall Street,
impegnati a fare tutto il possibile per scongiurare il
collasso finanziario.
23 Aprile 2009 17:25 MILANO
Fiat: Marchionne, abbiamo visto parte piu' bassa del
ciclo
di ANSA
Totalmente focalizzato su Chrysler, e' la priorita'
(ANSA) - MILANO, 23 APR - ''Non ho nessun dubbio che
abbiamo visto la parte parte piu' bassa del ciclo''. Lo
ha detto Sergio Marchionne, ad di Fiat. Per Marchionne
Fiat ''ha reagito bene a queste condizioni disastrose'',
e questo e' ''la base per chiudere l'anno con con 1mld
di trading profit''. ''Sono totalmente focalizzato per
l'operazione con Chrysler'', ha aggiunto sostenendo che
Fiat non dara' capitali a Chrysler per salvarla dal
fallimento. E su Opel ha ribadito che ''Chrysler e' la
priorita'''.
23 Aprile 2009 18:11 WASHINGTON
Fmi: Strauss-Kahn, crisi ancora lontana dall'essere
finita
di ANSA
Direttore generale, abbiamo davanti ancora alcuni mesi
difficili
(ANSA) - WASHINGTON, 23 APR - ''La crisi e' ancora
lontana dall'essere finita''. Lo ha detto il direttore
generale del Fmi, Dominique Strauss-Kahn. ''Abbiamo
davanti ancora alcuni mesi difficili'' spiega e,
riferendosi al World Economic Outlook (in cui si prevede
una contrazione del pil dell'1,3%), precisa: ''Le
previsioni sono peggiori delle precedenti. Le stime
cambiano di mese in mese e questo non vuol dire che non
sono accurate, ma i dati cambiano e l'economia si muove
rapidamente''. Una ripresa economica potra'
concretizzarsi dalla prima meta' del 2010: ''e questa e'
una buona notizia: Ma ci sono diverse condizioni
affinche' cio' avvenga: fra queste le politiche che
saranno adottate dalle economie avanzate e quelli
emergenti''. ''Senza una pulizia dei bilanci non ci
sara' una ripresa - spiega Strauss-Kahn -. La ripresa
nel 2010 e' legata a questo: chiedo ancora ai governi
maggiori sforzi in questa direzione. Non sottovaluto la
difficolta' di assumere decisioni in questo senso. Ma il
fatto che sia difficile non significa che sia meno
necessario''.(ANSA).
Fmi, Strauss-Kahn: «Niente ripresa senza bilanci puliti»
23 Aprile 2009 18:21 WASHINGTON – Sole 24 Ore
«Senza una pulizia dei bilanci non ci sarà una ripresa».
Lo ha detto a Washington il direttore generale del Fondo
monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn,
ribadendo l'invito ad agire rapidamente per pulire i
bilanci delle banche, condizione essenziale per una
ripresa.
«La ripresa nel 2010 - ha spiegato Strauss-Kahn - è
legata a questo: chiedo ancora ai governi maggiori
sforzi in questa direzione. Non sottovaluto la
difficoltà di assumere decisioni in questo senso. Ma il
fatto che sia difficile non significa che sia meno
necessario».
Il direttore generale dell'Fmi ha poi sottolineato la
«contraddizione» nell'atteggiamento dei leader mondiali
sulla necessità di rafforzare le capacità di "early
warning" del Fondo monetario internazionale, ovvero la
capacità di individuare in anticipo i fattori di
criticità di un singolo paese rilevanti per tutto il
sistema internazionale. «Tutti ci chiedono un migliore
early warning - ha aggiunto ancora Strauss Kahn - ma poi
alle autorità non piacciono i nostri controlli».
«Su questo punto c'è una contraddizione dei leader
mondiali - ha proseguito Strauss Kahn - tuttavia quello
di provvedere a fornire un sistema di early warning è il
nostro ruolo, ed è quello che faremo nei prossimi mesi».
23 Aprile 2009 19:58 NEW YORK
FMI: LA CRISI NON E' FINITA MA LA RIPRESA E' POSSIBILE
di WSI - APCOM
C'è qualche spiraglio, c'è una possibile ripresa il
prossimo anno, ma al momento il quadro dell'economia
resta negativo: "La crisi è lungi dall'esser finita". E'
questo il messaggio del direttore del Fondo monetario
internazionale, Dominique Strauss-Kahn.
C'è qualche spiraglio, c'è una possibile ripresa il
prossimo anno, ma al momento il quadro dell'economia
resta negativo: "La crisi è lungi dall'esser finita". E'
con questo messaggio che il direttore del Fondo
monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ha
aperto la conferenza stampa di presentazione dei
consueti incontri primaverili a Washington con la Banca
Mondiale. "Iniziamo a vedere alcune luci - ha detto -
alcuni dati stanno mostrando miglioramenti, ma sono
veramente pochi". "Abbiamo ancora lunghi mesi di
tensioni davanti a noi. La buona notizia - ha proseguito
- è che continuano a prevedere che nel 2010 ci possa
essere la ripresa".
Ma è una previsione su cui gravano "alcuni se", ha
sottolineato Strauss-Kahn, che individua due grandi
questioni. La prima riguarda le contromisure messe in
campo dai governi; per quest'anno sono di una portata in
linea con quanto richiesto dallo stesso Fmi, circa il 2
per cento del Pil, ma bisognerà fare di più per
sostenere la domanda nel prossimo anno. L'altra
questione è sul settore finanziario, dove bisognerà
"completare la pulizia dei bilanci delle banche",
specialmente negli Usa e in Europa, ha detto, e in
misura minore in Giappone.
Intanto la Banca Mondiale annuncia un rafforzamento dei
suoi programmi di investimento a favore dei paesi
poveri, stanziando 45 miliardi di dollari per strade e
infrastrutture sul prossimo triennio. Sono 15 miliardi
in più rispetto a quanto speso nei passati tre anni e
con il contributo dei finanziamenti privati l'ammontare
totale potrà salire a 55 miliardi, secondo quanto
spiegato dal presidente della World Bank, Robert
Zoellick. Ma intanto le previsioni delle istituzioni
internazionali continuano a peggiorare. Le ultime,
diffuse ieri dall'Fmi con il World Economic Outlook,
indicano ora una recessione dell'1,3 per cento del Pil
mondiale nel 2009.
Solo lo scorso gennaio stimavano un andamento comunque
positivo, sebbene limitato allo 0,5 per cento. "Non è
che le stime non siano abbastanza accurate - ha spiegato
Strauss-Kahn- è che l'economia globale si sta evolvendo
molto rapidamente". Il commercio internazionale ha
subito una pesante contrazione e questo pesa al ribasso
sulle prospettive, ma allo stesso tempo sono stati
lanciati molti interventi e questo pesa in positivo.
Strauss-Kahn ha invece rilevato una "contraddizione"
nell'atteggiamento dei leader mondiali sulla necessità
di rafforzare le capacità di 'early warning' dell'Fmi,
ovvero la capacità di individuare in anticipo i fattori
di criticità di un singolo paese rilevanti per tutto il
sistema internazionale. "Tutti ci chiedono un migliore
early warning, ma poi alle autorità non piacciono i
nostri controlli".
Ma quello di provvedere a fornire un sistema di early
warning "è il nostro ruolo - ha detto - ed è quello che
faremo nei prossimi mesi". Intanto dall'area dell'euro
oggi sono giunti dati contrastanti. Da un lato, per
tutta l'Ue-16 i valori preliminari dell'indice dei
responsabili per gli acquisti delle imprese (Pmi) ha
segnato ad aprile un nuovo miglioramento. E' risalito a
40,5 punti dai 38,3 del mese precedente, secondo quanto
riferisce il centro studi Markit Economics.
Ma intanto i maggiori centri studi della Germania, prima
economia dell'area, sfornano nuove previsioni secondo
cui quest'anno il Pil teutonico crollerà del 6 per
cento: la peggiore caduta dal 1949. Nelle stime
pubblicate ieri, per l'area euro l'Fmi prevede un
generale meno 4,2 per cento nel 2009 per il Pil, e un
ulteriore meno 0,4 per cento nel 2010.
Giovedì 23 Aprile 2009, 22:13
WASHINGTON
Aumento spread sovrani è campanello allarme su debito,
dice Fmi
WASHINGTON (Reuters) - Il direttore generale del Fondo
monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ha
richiamato oggi l'attenzione sull'allargamento dei
differenziali sui titoli di Stato.
Nel corso di un briefing sul World economic outlook
pubblicato ieri, Strauss-Kahn ha mostrato un grafico che
indica come sia aumentato il premio al rischio sui
titoli di Stato e sulle emissioni bancarie di alcuni
paesi europei, tra cui l'Italia, e degli Stati Uniti.
"Per alcuni paesi gli spread sovrani sono aumentati
molto e questo mostra che non possiamo pensare solo alle
misure di stimolo, ma dobbiamo pensare anche all'impatto
che hanno sul debito", ha detto Strauss-Kahn.
Il grafico indica che in Italia il premio al rischio sul
debito sovrano è aumentato di poco meno di 100 punti
base tra luglio 2008 e aprile 2009, mentre, nello stesso
periodo, il premio al rischio sul debito bancario è
salito in misura inferiore. Anche in Spagna, Francia,
Germania e Inghilterra lo spread sul debito sovrano è
aumentato proporzionalmente di più che il premio al
rischio sul debito bancario.
In altri paesi, invece, come Austria e Stati Uniti, gli
spread si sono allargati di più per le banche che per il
debito sovrano.
Oggi pomeriggio, lo spread tra il rendimento del Btp
(Parigi: FR0000033607 - notizie) marzo 2019 e quello del
bund gennaio 2019, che si era stretto stamane fino a 107
punti base, nuovo minimo dopo il 105 pb dello scorso 24
novembre, segnava 108 pb
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