PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Martedì 08 Dicembre 2009

PARTE  2

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08 Dicembre 2009 00:10 NEW YORK
A NOVEMBRE L'AMERICA HA PERSO 255.000 POSTI, NON 11.000. QUALCUNO MENTE?
di WSI
Dati del governo sballati? La tendenza a stravolgere le letture preliminari ha visto un picco a settembre e ottobre, con una revisione al ribasso di 203.000 posti di lavoro. Si tratta di un peggioramento del 45% rispetto ai risultati preliminari.
Dimenticatevi delle cifre ufficiali rese note dal governo, una societa' di ricerca sostiene che i numeri di novembre sono in realta' molto peggiori di quelli pubblicati sulle pagine di tutti i giornali del mondo.
L'economia statunitense ha perso 255.000 posti di lavoro il mese scorso, e non 11.000 come i dati ufficiali vogliono far credere. Secondo gli analisti di TrimTabs, che basa i suoi calcoli sulle tasse depositate quotidianamente dai contribuenti americani, i risultati del mese passato mostrano dunque un miglioramento di un misero 10.2% rispetto ai 284.000 posti persi in ottobre.
Il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha riportato invece che l'economia americana ha perso 11.000 posti in novembre, una cifra risultata decisamente migliore delle stime e che ha innescato una corsa agli acquisti sul mercato azionario venerdi' scorso. Inoltre il BLS ha rivisto i dati di settembre e ottobre in ribasso, a quota 203.000 posti. Si tratta di un peggioramento del 44.5% rispetto ai risultati preliminari.
Qualcosa non torna. O i risultati di BLS sono sbagliati, o lo sono quelli pubblicati sopra, o la verita' sta nel mezzo. La cosa piu' probabile e' che il BLS stia sottostimando colpevolmente le perdite di posti di lavoro, a causa di una imperfetta metodologia per la raccolta dati.
Tra i difetti si possono citare diversi elementi, tra cui le correzioni stagionali troppo rigide, un misterioso aggiustamento basato sulle variazioni del rapporto tra nascite e decessi e il fatto che solo il 40%-60% dei sondaggi condotti dall'ufficio di statistica Usa sia completato prima della presentazione dei primi dati preliminari e che esso sia soggetto a successive revisioni.
A risultare particolarmente problematiche sono le correzioni stagionali sotto il periodo delle festivita', a causa dell'ampio numero di lavori temporanei che vengono aggiunti alla lista ufficiale in ottobre e novembre e che sono spesso destinati a scomparire in gennaio.
Negli ultimi due mesi le correzioni stagionali hanno sottratto 2.4 milioni di posti ai risultati di partenza. In gennaio, quando tali aggiustamenti sono solitamente i maggiori dell'anno, l'ufficio di statistiche aggiungera' da 2 a 2.3 milioni di posti di lavoro.
Il tentativo di raccogliere i dati piu' accurati possibili e tutte le indicazioni a disposizione, in modo tale da misurare ogni mese le perdite di posti di lavoro nell'ordine delle decine di migliaia o persino delle centinaia di migliaia, non ha piu' valore se si perde nel mare di correzioni stagionali, che finiscono per avere un impatto eccessivo.
Nei dodici mesi conclusisi a ottobre, il BLS ha rivisto le stime sui tagli al personale in rialzo o in calo di 679.000 posti, ovvero il 13%: una cifra enorme. Queste revisioni hanno fatto si che la differenza rispetto alle stime di TrimTabs si sia ristretta ad un paio di punti percentuali.
L'enorme divergenza tra i due risultati di novembre apre una serie di quesiti, primo fra tutti: qual e' la causa a monte di una tale disparita'. La risposta non e' facile da dare e non puo' essere trovata subito con le informazioni a nostra disposizione, ma raccoglieremo altri dati per fornirne una valida. E' una promessa.

 

 

08 Dicembre 2009 00:25 NEW YORK
L'EUROPA MICCIA DELLO SCOPPIO DI UNA NUOVA CRISI
di WSI
Le banche crescono ad un ritmo preoccupante, mettendo a rischio le economie nazionali e gettando le basi per un altro crack. Passato il pericolo di un Armageddon, istituti e autorita' di controllo continuano a comportarsi come se nulla fosse.
Le banche europee stanno emergendo dalla crisi creditizia piu' grandi di quanto non fossero prima dello scoppio dei problemi finanziari, mettendo a rischio le loro rispettive economie nazionali.
BNP Paribas, Barclays e Banco Santander sono tra i 352 isitituti del Vecchio Continente le cui dimensioni sono aumentate dall'inizio del 2007, stando ai dati raccolti dall'agenzia Bloomberg. Quindici di queste banche possono contare su asset maggiori di quelli delle loro rispettive economie. Tre anni fa erano 10 gli istituti a poter vantare un tale record.
Negli ultimi due anni nel complesso i governi del Vecchio Continente hanno sborsato $5.300 miliardi in aiuti alle banche in difficolta'. Gli istituti bancari salvati dai governi nazionali sono i nove peggiori titoli delle 64 componenti dell'indice del settore bancario europeo di Bloomberg dal fallimento di Lehman Brothers, il 15 settembre del 2008, ad oggi.

 

 

La Borsa di Tokyo chiude in leggero ribasso su prese di beneficio
08.12.2009
Dopo sei sedute positive di fila la Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in leggero ribasso. Il Nikkei ha perso lo 0,3% a 10.140,47 punti e il Topix lo 0,3% a 896,70 punti. Tra gli esportatori sono scattate delle prese di beneficio. Honda (JP3854600008) ha perso lo 0,3%, Canon (JP3242800005) l'1,1% e TDK (JP3538800008) l'1,7%. Lo yen si è rafforzato oggi in Asia rispetto al dollaro.
Nel settore del trasporto marittimo Mitsui O.S.K. Lines (JP3362700001) ha chiuso in ribasso del 3,3%, Kawasaki Kisen Kaisha (JP3223800008) del 5,4% e Nippon Yusen (JP3753000003) del 5,7%. Il Baltic Dry, l'indice che misura i costi del trasporto navale delle merci, è calato ieri a Londra. Nel settore petrolifero Nippon Oil (JP3679700009) ha chiuso in ribasso del 2,3%, Cosmo Oil (JP3298600002) dell'1,5% e Inpex (JP3294430008) dello 0,6%. Il prezzo del petrolio ha perso ieri a New York un ulteriore 2%. Tra i minerari Mitsubishi Materials (JP3903000002) ha perso l'1,7% e Sumitomo Metal Mining (JP3402600005) l'1%. Il prezzo dell'oro ha perso ieri al NYMEX lo 0,5%, quello del rame lo 0,9%.
Redazione Borsainside 7.30

 

 

Giappone: Governo Lancia Maxi-Piano Stimolo Da 54 Mld
martedì, 8 dicembre 2009 10:34 TOKYO
(AGI) - Tokyo, 8 dic. - Il governo giapponenese ha annunciato un nuovo maxi-piano di stimolo per rilanciare l'economia del Paese da 80 miliardi di dollari (circa 54 miliardi di euro). La misura fa parte di un pacchetto che complessivamente dovrebbe arrivare a 274 miliardi di dollari (24,4 miliardi di yen) per dare slancio alla ripresa, ancora fragile, a causa della deflazione e dell'impatto sull'export di un forte yen.

 

 

Trichet: banche dovranno fronteggiare nuova ondata svalutazioni
martedì, 08 dicembre 2009 10:57 BRUXELLES
La strada della ripresa per l'economia della zona euro è ancora accidentata e le banche dovranno fronteggiare un'altra ondata di svalutazioni.
A sostenerlo è il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet in un'intervista a Europarltv, il canale televisivo del Parlamento europeo.
"L'economia reale sta tornando a crescere, ma la crisi non è finita. Davanti abbiamo una strada accidentata da percorrere", ha affermato Trichet. A preoccupare sono in particolar modo gli istituti di credito, sebbene il numero uno dell'Eurotower respinga l'idea che almeno il 50% degli asset delle banche possa essere definito tossico.
Attenzione invece a dividendi e bonus.
"Esortiamo a mettere da parte i profitti, senza imbarcarsi in dividendi consistenti. Esortiamo anche a erogare bonus e ricompense in modo molto cauto", ha detto Trichet.
La recessione ha creato infatti problemi che ci vorrà tempo per risolvere.
"Ci sono molte svalutazioni davanti a noi, causate dalla recessione", ha concluso.

 

 

Dubai, Moody's taglia ancora rating 6 società legate a governo
martedì, 08 dicembre 2009 12:03 LONDRA
Moody's Investors Service ha tagliato i rating di tutte le sei società che emettono debito collegate al governo di Dubai. Lo annuncia l'agenzia statunitense in una nota spiegando che "questa decisione segue commenti e dichiarazioni di esponenti del governo che ci portano a credere che non è possibile ipotizzare un sostegno sostanziale del governo per società che non siano direttamente parte o formalmente garantite dall'esecutivo".
Di conseguenza, Moody's ha ridotto le ipotesi di sostegno governativo per tutti i sei emittenti. Ora il merito di credito delle società riflette un profilo di Credito (BCI.SN - notizie) 'stand-alone' con l'eccezione di Dubai Electricity & Water Authority rivisti includono un notch in più dovuto al sostegno del governo, riconoscendo il loro più stretto collegamento strategico con le politiche economiche di Dubai.
Ecco l'elenco delle decisioni sui rating:
DP World: issuer e debt rating tagliati a Ba1 da Baa2;
Dubai Electricity & Water Authority (DEWA) issuer e debt rating tagliati a Ba2 da Baa2;
Jebel Ali Free Zone (JAFZ) issuer e debt rating a B1 da Ba1;
Dubai Holding Commercial Operations Group (DHCOG) issuer e debt rating a B1 da Ba2;
Emaar Properties issuer rating tagliato a B1 da Ba2;
DIFC Investments (DIFCI) issuer e debt rating a B2 da Ba1.
Tutti i rating rimangono, comunque, sotto analisi per un possibile ulteriore downgrade.

 

 

Nuovo tonfo per il Dubai (-6,39%), ora a tremare e' Emaar
BlueTG.it - martedì, 08 dicembre 2009 12:27 DUBAI
Nuovo “tonfo” per il listino azionario di Dubai, già provato duramente negli scorsi giorni per l’esplosione della crisi di Dubai World: a tremare questa volta è un’altra compagnia finanziaria dell’emirato, Emaar, a cui come per Dubai World ha fornito capitali il piccolo stato arabo e che come Dubai World ha investito in progetti immobiliari (tra cui la Burj Tower, che dovrebbe divenire l’edificio più alto del mondo e dovrebbe aprire il prossimo gennaio).
Anche in questo caso pesano rumors di possibili difficoltà nel rimborso dei debiti contratti in anni di crescita economica e le incerte prospettive di molti investimenti immobiliari. Come si è già visto negli scorsi giorni, anche in questo caso le difficoltà delle compagnie e del listino del Dubai si riverberano immediatamente sul confiniante Abu Dhabi, la cui borsa è oggi a sua volta in deciso calo, per le possibili ripercussioni della crisi.

 

 

Al via negoziati banche-Dubai World
martedì, 8 dicembre 2009 - 12:42 CET
(ANSA) - MILANO, 8 DIC (Francoforte: 864407 - notizie) - Hanno preso il via i negoziati tra Dubai World e le banche per ristrutturare 26 mld di dollari di debiti della holding pubblica del Dubai.I rappresentanti del gruppo si sono incontrati con i banchieri di Emirates Nbd, Abu Dhabi Commercial Bank e delle banche Gb, Hsbc (Londra: HSBA.L - notizie) , Standard Chartered (Londra: STAN.L - notizie) , Royal Bank of Scotland Group and Lloyds.
E' probabile che seguiranno a giorni altri incontri anche in vista della scadenza, il 14/12, del bond da 3,5 mld di dlr emesso da Nakheel, controllata di Dubai World.

 

 

Borse Asia-Pacifico: Sale solo Singapore
08.12.2009
Quasi tutte le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso oggi in ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso l'1,1% a 3.296,66 punti. Nel settore bancario Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha perso l'1,5%, Bank of China (CN000A0J3PX9) l'1,4% e China Construction Bank (CN000A0HF1W3) il 2%. Un top manager di Central Huijin, un'unità del fondo d'investimento statale Huijin Investment, ha indicato che le quattro principali banche cinesi non potrebbero ricevere l'aiuto del Governo per rafforzare il loro capitale. Tra i minerari Jiangxi Copper (CN0009070615) ha chiuso in calo dell'1,1%, Shandong Gold Mining (CNE000001FR7) dello 0,6% e Zijin Mining (CNE100000502) dell'1%. Il prezzo dell'oro ha perso ieri a New York lo 0,5%, quello del rame lo 0,9%.

L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso dell'1,2% a 22.060,52 punti. Ancora male i petroliferi. PetroChina (CN0009365379) ha perso l'1,4%, Sinopec (CN0005789556) lo 0,8% e CNOOC (HK0883013259) l'1,2%. Il prezzo del petrolio ha perso ieri a New York un ulteriore 2%. Dopo l'eccezionale rally di ieri Foxconn (KYG365501041) ha perso oggi il 2,8%.

Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a Sydney ha perso lo 0,1%, il Kospi a Seul lo 0,3% e il Taiex a Taipei lo 0,1%. Lo Straits Times a Singapore ha guadagnato lo 0,3%.
Redazione Borsainside 13.45

 

 

 
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..... Giappone - Edizione Tokyo ..... Rep. Singapore - Edizione Singapore ..... Cina - Edizione Pechino .....
 
 

 

Crisi: Moody's, No Rischi a Breve Per i Paesi Con Tripla a
martedì, 8 dicembre 2009 - 15:56 CET
(ASCA) - Roma, 8 dic - Non c'e' a breve termine il rischio di declassamento per nessuno dei 17 paesi al mondo che godono della tripla A di Moody's ma l'agenzia di valutazione afferma che paesi come Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Germania dovranno fare i conti ''per molti anni'' con una crisi fiscale. ''Anche se la crisi finanziaria sta ormai terminando - afferma Moody's in un rapporto - anche i paesi con tripla A dovranno profondere uno sforzo importante per reperire soldi per ridurre l'indebitamento''. USA, Gran Bretagna, Francia e Germania sono tra i paesi per i quali sara' di cruciale importanza la sostenuibilita' della crescita economica e l'andamento dei tassi di interesse che condizionano la capacita' dei gestire il consistente indebitamento provocato dalla crisi''.

 

 

Atene sempre piu' in difficolta'
BlueTG.it - martedì, 08 dicembre 2009 16:21 ATENE
Ennesimo “tonfo” per la borsa di Atene e i bond governativi greci, a causa dell’aumento dei timori circa la capacità del paese di rispettare gli impegni sul debito a fronte di un peggioramento del quadro della finanza pubblica.
Peggioramento che si è oggi riflesso nel taglio del rating della Grecia da parte di Fitch a “BBB+”, mentre Standard & Poor’s ha messo sotto osservazione per un possibile ribasso il proprio “A-”.
In crescita anche lo spread dei titoli greci rispetto ai bund tedeschi (sulla scadenza a 10 anni si è ormai a 225 punti base, il massimo dallo scorso 21 aprile), oltre che il costo dei Cds, ossia delle protezioni contro il rischio di un default greco, salito a 211 punti base (in questo caso il massimo dallo scorso mese di marzo).

 

 

Ocse: Nel 2009 Crollano Fusioni e Acquisizioni (-56%)
martedì, 08 dicembre 2009 16:37 PARIGI
(ASCA) - Roma, 8 dic - Per la prima volta sono calate drasticamente anche le M&A nelle economie emergenti: il controvalore delle operazioni effettuate da aziende con sede in Brasile, Cina, India, Indonesia e Sud Africa sono scese del 62% a 46 miliardi di dollari rispetto ai 121 miliardi dell'anno scorso. Tra gli effetti della crisi anche il drastico calo degli investimenti diretti da parte di aziende estere nei paesi emergenti con la previsione di una contrazione di quasi il 40% a 80 miliardi dai 140 di un anno fa. Il segretario generale dell'Ocse Angel Gurria ha sottolineato che i governi devono fare di piu' per promuovere gli investimenti delle aziende. ''In un quadro caratterizzato da un'economia globale fragile e da forti ribassi degli investimenti diretti anche alle economie emergenti la comunita' internazionale non puo' permettersi di abbassare la guardia''. ''Il protezionismo sugli investimenti costituisce un serio rischio per la ripresa riducendo ulteriormente i flussi internazionali proprio nel momento in cui se ne avverte maggiormente il bisogno. Le sfide globali richiedono inoltre investimenti su una scala che va nettamente al di la' delle disponibilita' del denaro pubblico. Gli investimenti delle aziende privati sono una parte essenziale della soluzione''.

 

 

Diamond (Barclays): sbagliato tassare i bonus dei banchieri
BlueTG.it - martedì, 8 dicembre 2009 - 17:14 CET
Possono guadagnare milioni di dollari, euro o sterline, ma l’idea che i propri bonus possano essere limitati o tassati fa perdere le staffe ai banchieri di tutto il mondo: l’ultimo a lanciare un “grido d’allarme” per il “rischio” che Londra correrebbe in termini competitivi se il governo di Gordon Brown non dovesse cambiare idea circa l’opportunità di mettere una tassa sui bonus dei top manager bancari è il presidente di Barclays, Robert Diamond.
Per il quale, come dichiarato in un incontro con la comunità finanziaria organizzato oggi dal Wall Street Journal, sarebbe importante “che i maggiori centri finanziari (come Londra, ndr) siano equilibrati in termini di regolamentazione sui capitali, sui principi contabili e sui compensi”.

 

 

08 Dicembre 2009 17:18 NEW YORK
DOLLARO IN RECUPERO, PETROLIO SOTTO $73
di APCOM
Il barile di greggio perde ancora quota, le borse mondiali cedono terreno. La divisa americana utilizzata come porto sicuro nelle fasi di indebolimento dell'azionario.
Il barile di petrolio cade sotto i 73 dollari a New York, mentre una nuova ondata di ribassi delle Borse si accopagna da una ripresa del dollaro sul mercato dei cambi. La divisa americana, con cui si commerciano tutte le materie prime, da mesi tende ad essere utilizzata come porto sicuro dagli investitori nelle fasi di indebolimento dell'azionario. Oggi diversi fattori negativi si fanno sentire sui listini e quando in Europa è pomeriggio inoltrato l'euro cala a 1,4754 dollari.
Negli scambi sul Nymex, i futures sul greggio in prima scadenza calano di 1,14 dollari rispetto alla chiusura di ieri, con il barile di West Texas Intermediate a 72,79 dollari. Nel frattempo a Londra il barile di Brent, il petrolio del mare del Nord cala di 99 cents a 75,42 dollari.
In Germania la produzione industriale ha segnato un inatteso calo, a Dubai la Borsa continua a segnare ribassi anche se sono iniziate le trattative per ristrutturare i debiti del gruppo statale Dubai World, che però saranno "lunghe" secondo il Financial Times. Intanto l'agenzia Fitcth ha declassato il rating della Grecia - che perda la A e diventa 'BBB+' - il cui stato delle finanze pubbliche ha richiamato preoccupazioni degli altri paesi europei e della Bce.

 

 

Le borse europee chiudono in netto calo, forti vendite su banche e materie prime
08.12.2009
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi in netto ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso l'1,7%, il DAX a Francoforte l'1,7%, il CAC40 a Parigi l'1,4%, il FTSE MIB a Milano l'1,7% e lo SMI a Zurigo l'1,1%.
I timori relativi alla crisi della Grecia si sono oggi ulteriormente intensificati. Fitch ha tagliato infatti il rating sul debito della Grecia da "A-" a BBB+". A pesare sul mercato è stato anche l'aumento dell'incertezza relativa a Dubai. Secondo quanto riporta Bloomberg l'unità immobiliare di Dubai World, che sta cercando di trovare un accordo sui suoi debiti con i suoi creditori, avrebbe registrato nei primi sei mesi di quest'anno perdite per $3,65 miliardi.
Tra i bancari Barclays (GB0031348658) ha perso il 3,2%, Royal Bank of Scotland (GB0006764012) il 7,7%, Deutsche Bank (DE0005140008) il 2%, Crédit Agricole (FR0000045072) il 3%, UniCredit (IT0000064854) il 2,6% e Credit Suisse (CH0012138530) il 2,1%.
Forti vendite anche sui titoli dei produttori di materie prime. Nel settore minerario Anglo American (GB00B1XZS820) ha chiuso in calo del 3,2%, BHP Billiton (GB0000566504) del 2,8%, Rio Tinto (GB0007188757) del 2,6% e Xstrata (GB0031411001) del 3,5%. Il prezzo del rame è sceso oggi a Londra ai suoi più bassi livelli da circa una settimana.
Tra i petroliferi BP (GB0007980591) ha perso l'1,1%, Royal Dutch Shell (GB00B03MLX29) l'1,8%, Eni (IT0003132476) l'1,9% e Total (FR0000120271) l'1,4%. Il prezzo del petrolio è sceso nel pomeriggio a New York fino a circa $72,50 al barile.
Tesco (GB0008847096) ha perso a Londra il 2,3%. Le vendite del colosso della distribuzione sono aumentate lo scorso trimestre nel Regno Unito meno di quanto previsto dagli analisti.
Ericsson (SE0000108656) ha guadagnato a Stoccolma l'1,6%. HSBC ha promosso oggi il titolo dell'impresa svedese ad "Overweight".
Redazione Borsainside 18.40

 

 

08 Dicembre 2009 18:42 ROMA
Draghi: si aggrava il problema delle banche a rischio sistemico

«Le istituzioni finanziarie too-big-to-fail e cioé con rischi sistemici, sono un grande problema che sta peggiorando, con ripercussioni a livello di "moral hazard" e di competitività dell'industria che sta diventando ancora più concentrata di quanto fosse prima della crisi». Lo ha detto il Governatore di Banca d'Italia e presidente dell'Fsb, Mario Draghi, intervenendo a un convegno finanziario.
«La maggior preoccupazione» per il futuro ha aggiunto «é l'enorme volume di debito corporate e pubblico in scadenza nei prossimi cinque anni». «Se per varie ragioni i tassi di interesse dovessero salire con i bilanci delle banche non ancora risanati, e possono farlo - ha spiegato Draghi rispondendo a una domanda sul futuro e sul caso Grecia (reduce da un declassamento da parte dell'agenzia di rating Fitch) - per ragioni di politica monetaria e perché lo spazio per il risanamento durerà ancora diversi anni, allora sarebbe una cosa preoccupante se si considera che i debiti bancari sono dell'ordine dei trilioni, ai quali bisogna aggiungere il debito pubblico, allora potrebbe materializzarsi un rischio per i debiti sovrani».

 

 

Obama annuncia chiusura Tarp, sgravi fiscali per piccole aziende
 martedì, 08 dicembre 2009 18:59 WASHINGTON
Il presidente statunitense Barack Obama annuncia la chiusura graduale del piano di aiuti Tarp, attivato nel mezzo della crisi finanziaria, e promette sgravi fiscali per le piccole e medie imprese per sostenere l'occupazione.
Nel suo atteso discorso il presidente ha precisato che i risparmi legati al Troubled Asset Relief Program saranno utilizzati sia per ridurre il deficit pubblico sia per sostenere la creazione di posti di lavoro.
"Ci sono alcuni che sostengono che dobbiamo scegliere tra il rimborso del deficit e gli investimenti per creare occupazione e sostenere la crescita. Ma si tratta di una scelta falsa" dice Obama nel testo del discorso.
Tra i piani dell'amministrazione anche l'azzeramento della tassa sui capital gain per un anno.
Un alto funzionario dell'amministrazione ha detto che altri 50 miliardi di dollari verranno destinati a strade, ponti e altre infrastrutture per i tasporti e che i fondi verranno spesi nel corso di un anno.
Ma ci sono pochi dettagli sul costo delle altre proposte, che verranno delineate insieme al Congresso, il che implica che potrà passare un po' prima che si conosca l'ammontare dei fondi stanziati.
La disoccupazione Usa si è leggermente ridotta al 10% il mese scorso, ma gli americani restano preoccupati dello stato dell'economia e questo rischia di danneggiare il consenso per l'amministrazione Obama e per il partito democratico nelle elezioni di metà mandato il prossimo novembre.
Obama ha siglato una nota di spese d'emergenza per 787 miliardi di dollari a febbraio e intende evitare qualunque azione supplementera di stimolo che venga etichettata come un secondo pacchetto di aiuti, anche perché due terzi di questo ammontare non sono stati spesi.

 

 

Borse dell'Europa dell'Est negative, Budapest la peggiore
08.12.2009
Le principali borse dell'Europa dell'Est hanno chiuso anche oggi in ribasso.
L'indice RTS ha perso a Mosca il 2,6% a 1.353,23 punti. I volumi di scambio sono scesi rispetto a ieri e sono stati poco al di sotto della media. Sul mercato azionario russo hanno pesato i timori relativi alla crisi finanziaria della Grecia ed il calo del prezzo del petrolio. Le quotazioni del greggio sono scese nel pomeriggio a New York fino a circa $73,50. LUKoil (RU0009024277) ha chiuso in ribasso del 5,3%. L'impresa petrolifera ha annunciato oggi che nel terzo trimestre di quest'anno il suo utile è calato del 41% a $2,06 miliardi. Gli analisti avevano atteso in media $2,18 miliardi. Tra le altre blue chips russe Rosneft (RU000A0J2Q06) ha perso il 2,7%, Gazprom (RU0007661625) lo 0,5%, Norilsk Nickel (RU0007288411) il 2,1% e Sberbank (RU0009029540) il 2,9%.

Il BUX a Budapest ha perso il 3,2% a 20.535,42 punti. Tutte le blue chips ungheresi hanno chiuso in calo. OTP Bank (HU0000061726) ha perso il 4,4%, MOL (HU0000068952) il 4,2%. Magyar Telekom (HU0000016522) l'1,1% e Gedeon Richter (HU0000067624) il 2,2%.

Il PX a Praga ha perso l'1,7% a 1.120,6 punti. Tra i titoli di maggior peso del listino ceco Erste Group Bank (AT0000652011) ha perso lo 0,5%, Komercni Banka (CZ0008019106) l'1,8%, Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300) il 2,7% e Telefónica O2 C.R. (CZ0009093209) il 2,1%.

Il WIG a Varsavia ha chiuso in ribasso dell'1,8% a 39.906,64 punti. Diciotto dei venti titoli di maggior peso dell'indice polacco hanno registrato una seduta negativa. Tra le blue chips Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha perso il 3,1%, PKO Bank Polski (PLPKO0000016) il 2,7%, KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) l'1%, Telekomunikacja Polska (PLTLKPL00017) il 3,2% e PKN Orlen (PLPKN0000018) l'1,4%.
Redazione Borsainside 21.00

 

 

Borse dell'America Latina: San Paolo e Città del Messico chiudono in ribasso
08.12.2009
Tra le borse dell'America Latina aperte oggi solo Caracas ha potuto chiudere in rialzo.
Il Bovespa a San Paolo ha perso l'1,1% a 67.728,51 punti. I timori legati ai problemi finanziari della Grecia e di Dubai hanno pesato anche sul mercato azionario brasiliano. Tra i bancari Itau Unibanco (BRITAUACNPR3) e Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) hanno perso lo 0,5%. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha perso il 2,1%. Il prezzo del petrolio ha chiuso oggi a New York in calo per la quinta seduta di fila. Vale (BRVALEACNPA3) ha chiuso in calo dell'1%. Le quotazioni del rame hanno perso al NYMEX l'1,4%. Nel settore dell'acciaio Gerdau (BRGGBRACNPR8) ha perso il 2,1% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) l'1,7%.

L'IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dell'1,2% a 31.710,39 punti. Tra le blue chips messicane América Móvil (MXP001691213) ha perso l'1,8%, Cemex (MXP225611567) il 2% e Grupo Mexico (MXP370841019) il 2,4%. Ancora bene Wal-Mart de Mexico (MXP810081010): +0,8% a MXN 58,68.

Tra gli altri listini del continente sudamericano l'IBVC a Caracas ha guadagnato lo 0,3%. Le borse di Buenos Aires, Lima, Santiago del Cile e Bogotà sono rimaste oggi ferme.
Redazione Borsainside 23.55

 

 

 
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WALL STREET: FUTURES USA SCIVOLANO PER VIA DEL DOLLARO

08 Dicembre 2009 14:30 NEW YORK - WSI
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Il graduale rafforzamento del biglietto verde e i dubbi delle agenzie di rating allontanano gli investitori dai mercati. Obama annuncera' oggi iniziative per sostenere la creazione di posti di lavoro. I conti FedEx superiori alle stime.
Si profila una seduta negativa per il mercato azionario americano, con i contratti sui principali indici di Borsa che quando mancano due ore all'avvio delle contrattazioni scambiano in ribasso (vedi quotazioni a fondo pagina) appesantiti dal rafforzamento del dollaro che ha messo in secondo piano le buone notizie giunte da FedEx.

Il Dollar Index scambia in rialzo mentre i prezzi del greggio e dell'oro stanno perdendo quota. Il biglietto verde ha confermato i guadagni anche dopo che il numero uno della Federal Reserve Ben Bernanke ha offerto indicazioni molto forti del fatto che a breve la banca centrale non alzera' i tassi di interesse e non difendera' la valuta americana.

In un intervento previsto per oggi pomeriggio, intorno alle 17:25 italiane, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama delineera' tre aree di investimento per sostenere la creazione di posti di lavoro. Gli investimenti riguarderanno nel contesto le infrastrutture legate ai trasporti, nuovi incentivi per coloro che ristrutturano la propria casa e misure per incoraggiare le piccole aziende ad assumere.

Intanto le agenzie di rating sul credito hanno sottolineato che i rischi di deficit governativi sono aumentati. Secondo Moody's Investors i rating di Gran Bretagna e Stati Uniti potrebbero "testare i confini Aaa", mentre Fitch Ratings ha declassato il giudizio della Grecia a BBB+.

FedEx ha rivisto al rialzo le stime sugli utili fiscali di oltre il 10% citando, tra gli altri fattori, il successo delle iniziative di risparmio dei costi e la solida domanda proveniente da Asia e America Latina. L'annuncio della societa' di trasporto specializzata in spedizioni espresse puo' essere interpretato come un segnale di rafforzamento della domanda nell'economia mondiale e ha rinsaldato l'opinione di molti economisti secondo cui una ripresa dell'economia generale sarebbe ormai in atto.

L'annuncio, avvenuto ieri a mercati chiusi, ha spinto i titoli al rialzo di almeno il 3% nell'after-hours. Se i guadagni dovessero venire confermati anche oggi si tratterebbe della prima seduta sopra quota $90 dal settembre dell'anno scorso.

"Da tempo stiamo pubblicizzando FedEx, definendola un'azienda in quello che aneddoticamente e' finita per essere un trimestre piu' solido delle attese per le societa' di spedizioni, con gli industriali e i protagonisti delle vendite al dettaglio che hanno incominciato a rimbalzare dai livelli esageratamente bassi dell'anno scorso", ha scritto in una nota l'analista di Deutsche Bank Justin Yagerman.

"Sembra che la leverage operativa del modello di asset di FedEx stia iniziando a dare i suoi frutti, essendo all'origine di questi utili inaspettatamente alti".

Restando in ambito di risultati societari, le notizie non mancheranno. Oggi si sapra' come si sono comportate le vendite nei ristoranti fast-food di McDonald's e i conti trimestrali del gruppo di bevande alcoliche Brown-Forman. Dopo il suono della campanella sara' la volta del gigante dei chip Texas Instruments offrire gli aggiornamenti di meta' trimestre.

A mettere sotto pressione i listini sono anche le notizie negative giunte da 3M, con la produttrice di adesivi e altri materiali industriali che ha rivisto al ribasso le sue linee guida. Di conseguenza i titoli subiscono un calo di circa il 2% nelle contrattazioni preborsa.

Nel frattempo Exxon Mobil e i suoi partner hanno dato l'approvazione conclusiva al progetto di gas naturale liquefatto da $15 miliardi in Papua New Guinea, con le attivita' di distribuzione di gas ai clienti asiatici che dovrebbero iniziare nel 2014.

Il calendario economico odierno non offre invece appuntamenti di rilievo, se si esclude l'asta del Tesoro di $40 miliardi di titoli a tre anni e la decisione sui tassi di interesse della Banca del Canada.

Sugli altri mercati, sull'energetico cede ancora terreno il greggio. Al momento i futures con consegna dicembre lasciano sul campo $0.65 a quota $73.28 il barile. Sul valutario Il dollaro cede il passo contro lo yen ma tiene bene nei confronti dell'euro, con la moneta unica che scende a quota $1.4791. In flessione i prezzi dell'oro: i futures con scadenza dicembre segnano un calo di $11.30 a quota $1152.70 l'oncia. In forte progresso i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che e' sceso al 3.3800% dal 3.4480% di ieri.

Alle 14:30 (le 8:30 ora di New York) il contratto future sull'indice S&P500 e’ in flessione di 7.20 punti (-0.65%) a quota 1096.50.

Il contratto sull'indice Nasdaq 100 e' in ribasso di 13.50 punti (-0.76%) a quota 1770.50.

Il contratto sull'indice Dow Jones lascia sul campo 65 punti (-0.63%) a 10326.00 punti.

 

 

WALL STREET: IN ROSSO PREOCCUPA IL DEFICIT USA

08 Dicembre 2009 17:46 NEW YORKn- WSI
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Ritracciano oro e petrolio, mentre Treasuries, yen e dollaro avanzano a passo spedito. Banche centrali e governi hanno ragione quando dicono che la ripresa e' ancora debole. Il 2010 non promette troppo bene.
I listini azionari americani tagliano il traguardo di meta' seduta in rosso, appesantiti dal rafforzamento del dollaro e dai rischi sul fronte del deficit pubblico del governo Usa.

L'indice dei mercati dei 23 Paesi industrializzati (MSCI Emerging Markets Index) accusa un calo dello 0.9% ed e' autore della serie negativa piu' lunga di un mese.

Mentre gli indici di Borsa cedono quasi un punto percentuale, l'oro scivola per il terzio giorno di fila a New York. Per il greggio si tratta invece ormai della quinta seduta in rosso.

Di tutt'altro tenore la prova dei prezzi dei titoli di Stato, con il rendimento sul decennale di riferimento che lascia sul campo ben sette punti base a quota 3.36%. Lo yen guadagna invece terreno contro tutte e 16 le principali valute concorrenti, compreso il biglietto verde.

I bond governativi greci nel frattempo subiscono i cali piu' marcati dell'anno dopo che Fitch Ratings ha declassato il rating sul credito del Paese a BBB+, il terzo grado di investimento piu' basso della scala dell'agenzia.

A preoccupare sono anche le finanze pubbliche di Stati Uniti e Gran Bretagna, che secondo Moody's Services andrebbero risanate se le due nazioni non vogliono vedersi tagliato il rating sul credito. Moody’s Investors Service ha detto che il disavanzo pubblico, ovvero l'ammontare della spesa pubblica non coperta dalle entrate, potrebbe testare le frontiere di tripla A.

Gli analisti di Moody's hanno precisato nel report pubblicato oggi che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno un rating sul credito AAA giudicato "resiliente", ma non "resistente" come quelli di Canada, Germania e Francia.

Una predisposizione alle vendite ha portato gli investitori a dare poco peso alle buone notizie giunte dal fronte societario, con l'azienda di trasporto specializzata nelle spedizioni espresse, FedEx, che ha rivisto al rialzo le linee guida sui conti fiscali.

La componente del Dow McDonald's ha invece riportato in novembre un lieve incremento delle vendite globali nei ristoranti fast food aperti da almeno un anno. Rimanendo in ambito di trimestrali societarie, dopo il suono della campanella sara' il gigante dei chip Texas Instruments ad offrire gli aggiornamenti di meta' trimestre.

A mettere sotto pressione i listini sono anche le notizie negative giunte da 3M, con la produttrice di adesivi e altri materiali industriali che ha rivisto al ribasso le sue linee guida.

Nel frattempo Exxon Mobil e i suoi partner hanno approvato il progetto di gas naturale liquefatto da $15 miliardi in Papua New Guinea, con le attivita' di distribuzione di gas ai clienti asiatici che dovrebbero iniziare nel 2014.

Il calendario economico odierno non offre invece appuntamenti di rilievo, se si esclude l'asta del Tesoro di $40 miliardi di titoli a tre anni. In un intervento tenuto oggi pomeriggio, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha delineato tre aree di investimento per sostenere l'economia e nel contesto la
creazione di posti di lavoro. Tali investimenti riguarderanno le infrastrutture legate ai trasporti, nuovi incentivi per coloro che ristrutturano la propria casa e misure per incoraggiare le piccole aziende ad assumere.

 

 

 

WALL STREET: ANCORA SELL A WALL STREET, ALERT SUL CREDITO

08 Dicembre 2009 22:05 NEW YORK - WSI
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Le agenzie di rating Moody's e Fitch lanciano l'allarme sulle finanze pubbliche dei governi. Attese azioni di Usa e Gran Bretagna. Si rafforza il dollaro, giu' le commodites. Bene FedEx, delude 3M.
Chiusura negativa per la borsa statunitense. Il rafforzamento del dollaro e i rischi emersi sul fronte del deficit pubblico del governo Usa hanno spinto gli indici azionari americani in rosso. Il Dow Jones ha perso l'1% a 10285, l’S&P500 l'1.03% a 1091, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.76% a 2172.

Ad innescare le vendite fin dai primi minuti della giornata sono state le azioni della societa’ di rating Moody’s, che ha rivisto al ribasso il giudizio su una serie di aziende governative del Dubai, Fitch Ratings ha invece tagliato il giudizio sul credito della Grecia a BBB- da AAA-, evidenziandone i "timori sull’outlook di medio termine delle finanze pubbliche considerata la debole credibilita’ degli istituti fiscali del Paese".

A pesare sul sentiment degli operatori sono stati anche alcuni dubbi sulle finanze pubbliche di Stati Uniti e Gran Bretagna, che secondo Moody's Services andrebbero risanate se le due nazioni desiderano evitare un taglio del rating sul credito. Moody’s ha confermato che il disavanzo pubblico, ovvero l'ammontare della spesa pubblica non coperta dalle entrate, potrebbe testare le frontiere di tripla A.

La predisposizione iniziale alle vendite ha portato cosi’ gli investitori a sottopesare le buone notizie giunte dal fronte societario, con l'azienda di trasporto specializzata nelle spedizioni espresse, FedEx, che ha rivisto al rialzo le linee guida sui conti fiscali. La componente del Dow McDonald's ha riportato in novembre un lieve incremento delle vendite globali nei ristoranti fast food aperti da almeno un anno.

Cattive invece le notizie comunicate da 3M: la produttrice di adesivi e altri materiali industriali ha rivisto al ribasso le sue linee guida, causando un calo del titolo dell‘1.2% circa. Subito dopo la chiusura delle borse sara' il gigante dei chip Texas Instruments ad offrire gli aggiornamenti infratrimestrali.

In rifeirmento ad altre news di rilievo, durante un intervento con la stampa il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha delineato tre aree di investimento per sostenere l'economia e nel contesto la
creazione di posti di lavoro. Tali investimenti riguarderanno le infrastrutture legate ai trasporti, nuovi incentivi per coloro che ristrutturano la propria casa e misure per incoraggiare le piccole aziende ad assumere.

Sugli altri mercati, sul valutario a guadagnare ancora terreno e’ stato il dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’’ a New York il cambio con l’euro e’ pari a 1.4701. Per gli analisti, "uno dei problemi con cui dovra’ fare i conti il mercato azionario e’ proprio il recupero del biglietto verde, che potrebbe intaccare i profitti aziendali, specie quelli delle societa’ multinazionali che puntano molto sulle esportazioni".

Il balzo del biglietto verde ha spinto al ribasso le commodities. Il greggio ha chiuso in calo per la quinta seduta consecutiva. I futures con consegna gennaio hanno ceduto $1.31 a $72.62 al barile. Giu’ anche l’oro: i futures con scadenza febbraio si sono attestati a quota $1143.40 (-$20.60) l’oncia. In progresso invee i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e' sceso al 3.3920% dal 3.4480% di lunedi’.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

 

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