15 Dicembre 2009 02:30
NEW YORK
AMERICA: ARRIVERA' UNA GRANDE DEPRESSIONE
IPER-INFLAZIONISTICA
di WSI
WSI riporta parola per parola - senza commentare ne'
avallarne le tesi, aspettando che lo facciano i lettori
- quel che John Williams, gestore del popolare sito di
contro-informazione economico-finanziaria ShadowStats,
ha scritto nel suo ultimo rapporto pubblicato negli
Stati Uniti.
Per via della politica della Federal Reserve messa in
atto da Ben Bernanke (eredita' diretta dei molti anni di
denaro a costo infimo decisa da Alan Greenspan)
l'America si avvia verso un pauroso periodo di
iper-inflazione.
"Le crisi in via di intensificazione, quella economica e
quella di solvibilita', e le risposte negli ultimi due
anni sia del'amministrazione Usa sia della Federal
Reserve - scrive Williams - hanno esarcebato le
questioni relative alla solvibilita' del governo e
portato ai prossimi 5 anni la mia stima temporale
relativa all'iper-inflazione, rispetto al range
2010-2018 stimato in un mio precedente rapporto. La Casa
Bianca e la Federal Reserve hanno ormai scelto di
impegnare il sistema in questa direzione, tramite la
politica del denaro facile prestato a niente, tramite il
servilismo nei confronti di poteri forti e denaro per
interessi speciali, una grossolana cattiva gestione, e
un deliberato continuo sforzo per minare il valore del
dollaro. Di conseguenza, i rischi che la crisi da
iper-inflazione scoppi entro il prossimo anno sono
particolarmente alti".
"Quel che e' accaduto negli ultimi due anni fa da
preliminare ad un Grande Collasso, una Grande
Depressione iper-inflazionistica", continua Williams. "Cio'
provochera' un collasso totale del potere di acquisto
del dollaro, un collasso del normale flusso di attivita'
economica e commerciale degli Stati Uniti, il collasso
del sistema finanziario come lo conosciamo oggi, e un
riallineameneto dello scenario politico americano.
L'attuale situazione dei mercati finanziari, del sistema
finanziario e dell'economia rimangono altamente
instabili e vulnerabili a shock inaspettati".
La Borsa di Tokyo chiude in leggero ribasso
15.12.2009
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in leggero ribasso. Il
Nikkei ha perso lo 0,2% a 10.083,48 punti ed il Topix lo
0,1% a 884,63 punti. La seduta è stata dominata dalla
prudenza a causa della riunione della Fed che inizia
oggi. Il mercato teme che la Banca Centrale degli USA
possa segnalare domani nella nota che accompagna la sua
decisione sui tassi d'interesse dei futuri cambiamenti
nella sua politica monetaria. La solidità dello yen ha
penalizzato gli esportatori. Toyota (JP3633400001) ha
perso lo 0,3%, Canon (JP3242800005) lo 0,8%, Panasonic
(JP3866800000) lo 0,9% e Sony (JP3435000009) lo 0,8%.
Nel settore del trasporto marittimo Mitsui O.S.K. Lines
(JP3362700001) ha chiuso in ribasso dell'1,5%, Kawasaki
Kisen Kaisha (JP3223800008) dello 0,4% e Nippon Yusen
(JP3753000003) dell'1,9%. Il Baltic Dry, l'indice che
misura i costi del trasporto navale delle merci, è
calato ieri per il sesto giorno consecutivo.
Nel settore immobiliare Mitsui Fudosan (JP3893200000) ha
guadagnato il 2,1%, Mitsubishi Estate (JP3899600005) il
2,9% e Sumitomo Realty & Development (JP3409000001) il
4,6%. Secured Capital Japan (JP3420950002) ha annunciato
l'acquisto di un grattacielo nel distretto centrale di
Marunouchi a Tokyo. Secondo la stampa giapponese
l'operazione dovrebbe avere un volume di ¥140 miliardi.
Il titolo di Secured Capital Japan ha chiuso in rialzo
dell'11,6%.
Redazione Borsainside 7.30
Giappone: Governo Vara Nuovo Pacchetto Stimoli Da 80 Mln
martedì, 15 dicembre 2009 09:08 TOKYO
(ASCA) - Roma, 15 dic - Il governo giapponese ha
approvato un nuovo piano di stimoli all'economia che
ammonta a 80 miliardi di dollari. Il premier Yukio
Hatoyama ha sottolineato che ''la situazione economica
rimane molto severa'' per la seconda economia del mondo.
''Alcuni sostengono che la crisi ha toccato il fondo ma
non possiamo essere ottimisti'' ha detto il premier. Il
governo teme la possibilita' di una deflazione alla luce
dell'apprezzamento dello yen. Per questo una nuova
manovra di sostegno all'economia che comporta pero' un
ulteriore peggioramento dei conti pubblici. Secondo gli
ultimi aggiornamenti il deficit pubblico nell'anno
fiscale che si chiude a marzo raggiungera' i 34 mila
miliardi di yen pari a 384 miliardi di dollari e
recentemente l'Ocse ha ammonito il governo di Tokyo
sull'escalation del debito pubblico che nel 2011
potrebbe raggiungere il 200% del pil.
Gb: Inflazione Novembre Balza All'1,9% Su Caro
Carburante
martedì, 15 dicembre 2009 11:05 LONDRA
(ASCA-AFP) - Londra, 15 dic - L'inflazione, in una Gran
Bretagna duramente colpita dalla recessione, a novembre,
compie un balzo in avanti all'1,9% su anno a causa del
rialzo del prezzo dei carburanti. Su base congiunturale,
l'inflazione si attesta allo 0,3%. Lo rende noto
l'Ufficio di statistica nazionale. A ottobre,
l'inflazione su base annua era ferma all'1,5%. Il dato
supera anche le attese degli analisti che si attendevano
un'inflazione all'1,8%. I prezzi carburanti e
lubrificanti a novembre hanno invece mostrato un
incremento del 2,8% rispetto al mese precedente.
Tarp,Geithner: possibile riduzione del 75% dopo rimborsi
WF, Citi
martedì, 15 dicembre 2009 11:29 WASHINGTON
I piani di Wells Fargo e Citigroup (NYSE: C - notizie)
per ripagare i fondi avuti dal governo all'interno del
programma Tarp potrebbero ridurre gli investimenti
d'emergenza statali nelle banche di oltre il 75%,
portando al Tesoro (NYSE: TSO - notizie) anche qualche
profitto.
A sostenerlo è stato ieri notte il segretario al Tesoro
americano Timothy Geithner in una nota.
"Dopo i recenti annunci sui rimborsi siamo sulla strada
per ridurre gli investimenti Tarp di oltre il 75%,
mettendo a segno un buon profitto", ha affermato
Geithner.
Ieri Wells Fargo ha annunciato di voler rimborsare i 25
miliardi di dollari ricevuti dal governo sulla scia
della vendita di azioni ordinarie per 10,4 miliardi.
Un portavoce del Tesoro ha aggiunto che il dipartimento
è "soddisfatto dei progressi di Wells Fargo nei piani
per rimborsare i contribuenti", aggiungendo che il
Tesoro non ha mai voluto diventare un azionista a lungo
termine in società private.
"L'annuncio di oggi significa che oltre 185 miliardi di
dollari dei 245 miliardi investiti nelle banche
dovrebbero ora rientrare. Soltanto in questo mese
dovrebbero rientrare 90 miliardi", ha detto il
portavoce.
Anche Walls Fargo rimborsa gli aiuti di stato
BlueTG.it - martedì, 15 dicembre 2009 11:41 NEW YORK
Continua la corsa al rimborso degli aiuti di stato negli
Usa: dopo Bank of America e Citigroup anche Wells Fargo
ha annunciato, nella tarda serata di ieri in America, di
aver raggiunto un accordo col Tesoro per rimborsare i 25
miliardi di dollari ricevuti nell’ambito del Tarp non
appena avrà portato a termine un aumento di capitale da
10,4 miliardi di dollari.
Il rimborso consentirà al gruppo di risparmiare 1,25
miliardi di dividendi annui sui titoli privilegiati dati
al Tesoro in cambio dei capitali concessi. Soddisfatto
il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, che in
una nota sottolinea come con quest’ultimo annuncio il
75% dei fondi erogati alle banche (185 miliardi su 245
investiti) tornino indietro (la metà circa nell’arco del
prossimo mese) “con un buon profitto” per le casse
pubbliche.
Le borse della regione
Asia-Pacifico chiudono contrastate
15.12.2009
Le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno
chiuso oggi contrastate.
Lo Shanghai Composite ha perso lo 0,9% a 3.274,46 punti.
Il Consiglio di Stato cinese ha annunciato delle nuove
misure volte a frenare la rapida crescita dei prezzi
degli immobili. Nel settore immobiliare China Vanke
(CN0008879206) ha perso il 3,4%, Poly Real Estate
(CN000A0KE8T0) il 3,4% e Gemdale (CNE000001790) il 5,2%.
Tra i bancari Industrial and Commercial Bank
(CN000A0LB42) ha chiuso in calo dell'1,1%, Bank of China
(CN000A0J3PX9) del 2,1%, Bank of Communications
(CN000A0ERWC7) dell'1,3% e Shanghai Pudong Development
Bank (CN0009282731) del 2%. PetroChina (CN0009365379) ha
perso l'1,6%. Il prezzo del petrolio ha chiuso ieri a
New York per l'ottava seduta di fila in calo.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso dell'1,2%
a 21.813,92 punti. Le indicazioni arrivate dal Consiglio
di Stato cinese hanno pesato anche sul settore
immobiliare della città costiera. Cheung Kong Holdings
(HK0001000014) ha perso l'1,3%, Sun Hung Kai Properties
(HK0016000132) l'1,2%, Sino Land (HK0083000502) l'1,3% e
Hang Lung Properties (HK0101000591) il 2%. Tra gli altri
titoli del'Hang Seng HSBC (GB0005405286) ha chiuso in
calo del 2,2%, China Life (CN0003580601) del 2% e Li &
Fung (BMG5485F1445) dell'1%. China Mobile (HK0941009539)
ha guadagnato controtendenza lo 0,5%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha guadagnato lo 0,4% e il Kospi a Seul lo 0,1%.
Lo Straits Times a Singapore ha chiuso invariato, il
Taiex a Taipei ha perso lo 0,2%.
Redazione Borsainside 12.20
15 Dicembre 2009 12:34
ROMA
Finanza e regole, gli equilibrismi rinviano le nuove
tutele
Le nuove regole per la
finanza globale restano una chimera a due anni
dall'inizio della crisi e a quattordici mesi dal crollo
di Lehman Brothers. Eppure le ragioni per sveltire il
dibattito - animato dai vertici del G-20 e dal lavoro
del Financial Stability Board guidato da Mario Draghi -
ci sarebbero, eccome: soltanto in termini di perdite del
sistema finanziario il rosso è di ben 2.900 miliardi, 50
milioni di posti di lavoro e una minore crescita di 4
mila miliardi di dollari. L'agenda delle riforme, tra
l'incertezza dei governi e le pressioni delle lobby,
resta ancora in gran parte da scrivere. Ed è una delle
grandi sfide del 2010.
Il Sole 24Ore.com ha interpellato quattro esperti per
capire quali siano i temi più scottanti. E il risultato
non è incoraggiante: i risparmiatori, nei fatti, restano
esposti praticamente come prima ai rischi di nuove bolle
(a cominciare da quella innescata dai tassi d'interesse
- mai così bassi e tanto a lungo - che hanno spinto le
banche a fare profitti con il trading grazie all'enorme
liquidità disponibile e assicurandosi dosi bulimiche di
titoli di stato). Intanto, come spiegano le nostre
interviste, i protagonisti della finanza globale, dalle
società quotate alle authority di vigilanza nazionali,
non rendono agevole la costruzione di una casa comune
basata su regole armonizzate.
Moody's,
2010 a rischio turbolenza
martedì, 15 dicembre 2009 13:09 FRANCOFORTE
(ANSA) - MILANO, 15 DIC (Francoforte: 864407 - notizie)
- Il 2010 potrebbe rivelarsi un anno turbolento per gli
emittenti di debito sovrano. Lo afferma Moody's nel suo
primo rapporto annuale.Il giudizio dell'agenzia di
rating si fonda sulle incertezze relative al ritmo e
all'intensita' delle strategie di uscita dalle politiche
monetarie e fiscali espansive a fronte dell'inizio del
ritiro dei programmi di allentamento quantitativo da
parte dei governi
Usa: Indice Fed Empire Ny Crolla a Dicembre a 2,55 Punti
martedì, 15 dicembre 2009 14:37 NEW YORK
(ASCA) - Roma, 15 dic - Doccia fredda sul settore
manifatturiero dell'area di New York. A dicembre,
l'indice Fed Empire NY che misura il livello di
attivita' economica dell'omonimo distretto federale e'
sceso a 2,55 punti dai 23,5 punti del mese di novembre.
Crollo per l'indice dei nuovo ordinativi sceso a 2,20
punti dai precedenti 16,55 punti.
La Cina prepara
interventi per il mercato immobiliare
BlueTG.it - martedì, 15 dicembre 2009 - 15:09 PECHINO
Secondo quanto riporta oggi l’agenzia di stampa statale
cinese Xinhua, il Consiglio di Stato avrebbe giudicato
“meritevole di grande attenzione” il fatto che in alcune
città cinesi i prezzi del mercato immobiliare siano
tornati a crescere a livelli che potrebbero rivelarsi
eccessivi per mantenere “stabile” e “in salute” il
mercato nel suo complesso.
Per questo la Cina sta pensando di incrementare
l’offerta di abitazioni di piccole dimensioni a
medio-basso costo, continuando peraltro a “supportare le
spese nel mercato residenziale volte a migliorare le
proprie abitazioni” e allo stesso tempo cercando di
mettere un freno alla speculazione.
L’obiettivo sarebbe quello di mettere sul mercato
abbastanza unità immobiliari da dare casa a 15,4 milioni
di famiglie povere entro il 2012, migliorando al tempo
stesso la qualità delle abitazioni di 10 milioni di
famiglie che tuttora vivono nei quartieri degradati di
alcune metropoli. (l.s.)
Peggiora la qualita' del credito di Capital One
Financial a novembre
BlueTG.it - martedì, 15 dicembre 2009 15:23 NEW YORK
Crescono a novembre per Capital One Financial, uno dei
principali emittenti di carte di credito americano che
da alcuni mesi è diventato banca, sia il tasso di
“delinquency” (ossia di pagamenti ritardati) sia di
“charge-off” (ossia di prestiti che l’emittente non
pensa di recuperare).
Nel primo caso i prestiti con oltre trenta giorni di
ritardo sulla data di pagamento sono in crescita al
5,87% del totale dal 5,72% di ottobre per quanto
riguarda le carte di credito, al 9,57% dal 9,3% per quel
che riguarda i concessionari auto mentre calano dal
6,67% al 6,6% per quanto riguarda le attività
internazionali.
Nel secondo caso si è ormai al 9,6% dal 9,4% di ottobre
per le transazioni in territorio statunitense legate a
carte di credito, al 9,50% dal 9,49% per quelle avvenute
all’estero. In questo caso sono tuttavia in calo i
“charge-off” relativi ai concessionari auto, passati dal
4,32% al 3,67% del totale dei prestiti erogati. (l.s.)
Gm: Ripaghera' Prestiti Del Governo Entro La Fine Di
Giugno
martedì, 15 dicembre 2009 16:53 CHICAGO
(ASCA-AFP) - Chicago, 15 dic - General Motors (NYSE: GM
- notizie) ripaghera' i prestiti erogati dal governo
entro la fine di giugno. Lo ha annunciato il costruttore
americano. ''GM - ha spiegato il presidente Edward
Whitacre - ha previsto di ripagare completamente i
prestiti del Tesoro entro giugno 2010 assumendo che non
ci saranno condizioni economiche avverse''.
Kuwait offre aiuto Emirati Arabi su debito di Dubai
martedì, 15 dicembre 2009 17:15 KUWAIT CITY
Il Kuwait, che controlla uno dei maggiori fondi sovrani
al mondo, si è offerto di aiutare gli Emirati Arabi
Uniti a superare la crisi debitoria di Dubai, secondo
quanto dichiarato oggi dal ministro degli Esteri
kuwaitiano.
"Ho telefonato al mio fratello ministro degli Esteri
degli Emirati Arabi e ho offerto il nostro aiuto" ha
dichiarato Sheikh Mohammad al-Salem al-Sabah in una
conferenza stampa durante un vertice dei paesi del Golfo
persico. "Gli ho detto noi siamo al vostro fianco nei
momenti positivi e in quelli negativi", ha aggiunto.
Dubai, uno degli Emirati Arabi Uniti, ha sconvolto i
mercati mondiali il 25 novembre, a seguito della
richiesta di congelamento dei 26 miliardi di dollari di
debito della conglomerata pubblica Dubai World, uno dei
fiori all'occhiello dell'emirato.
Lunedì Abu Dhabi, il maggiore tra i membri della
federazione degli Emirati Arabi, ha fornito 10 miliardi
di dollari a Dubai, come sostegno alla sua crisi
debitoria.
Gli Emirati Arabi Uniti sono uno dei più ricchi stati
arabi, nonchè il terzo esportatore a livello mondiale.
15 Dicembre 2009 17:07
BRUXELLES
Ue: disoccupazione oltre il 10% nei prossimi due anni
La disoccupazione in
Europa continuerà a restare su livelli molto elevati
anche nel prossimo biennio: secondo la Commissione Ue,
nel 2010 toccherà quota 10,3% e nel 2011 si attestarà al
10,2%, tre punti in più rispetto ai livelli del 2008. È
quanto si legge nell'ultimo rapporto Ue sull'occupazione
approvato oggi dalla Commissione europea. Nel 2009,
secondo le stime di Bruxelles, l'occupazione scenderà
del 2,3% e un altro 1,2% si perderà nel 2010. In questo
biennio, quindi, ci sarà complessivamente una riduzione
di circa 7,5 milioni di posti di lavoro.
«In effetti - si legge nel rapporto - poichè
l'occupazione reagisce alla congiuntura economica con un
certo ritardo, le condizioni del mercato del lavoro
continueranno a deteriorarsi per un certo periodo anche
dopo che l'economia si sarà avviata verso la ripresa».
A rischio disoccupazione, secondo il rapporto,
soprattutto giovani (tra i 18 e i 24 anni, una
«situazione drammatica» secondo Bruxelles), immigrati e
lavoratori non qualificati.
Nei prossimi mesi gli Stati Ue devono quindi
concentrarsi su «robuste politiche per l'occupazione che
evitino che la mancanza persistente di posti di lavoro
diventi un problema strutturale», avverte la Commissione
europea.
In particolare occorre riconsiderare quelle misure prese
subito dopo l'inizio della crisi, per mitigare il suo
impatto sociale, come l'utilizzo di contratti a tempo
determinato. «Si tratta di schemi che consentono alle
aziende di risparmiare considerevoli costi di lavoro ma
che sul lungo periodo possono portare ad un
sovradimensionamento del personale che poi impediscono
le necessarie ristrutturazioni», si legge nel rapporto
che sarà la base di discussione dei ministri
dell'Occupazione che si riuniranno l'8 e il 9 marzo
prossimi.
15 Dicembre 2009 18:21
TEL AVIV
ISRAELE: IRAN VICINO ALLA BOMBA NUCLEARE
di WSI
Il capo dell'intelligence israeliana allerta il mondo
con una rara dichiarazione, secondo cui Teheran e'
vicina a una "svolta" che le consentirebbe di costruire
armi atomiche.
Il capo dell'intelligence israeliana allerta il mondo
con una rara dichiarazione, secondo cui Teheran e'
vicina a una "svolta" che le consentirebbe di costruire
armi atomiche.
Il generale dei servizi segreti di Israele Amos Yadlin
ha detto oggi, secondo quanto riporta l'AP, che l'Iran
ha arricchito uranio a sufficienza quest'anno negli
impianti di Natanz per costruire una bomba ed e' al
limite di una "svolta tecnologica" che le permetterebbe
di costruire armi atomiche.
Yadlin raramente parla in pubblico, e che oggi lo abbia
fatto nel corso di una conferenza sulla sicurezza all'Universita'
di Tel Aviv, dimostra che israeliani e americani si sono
decisi ad un'escalation sulla pubblicita' da dare alle
informazioni relative alle capacita' nucleari di
Teheran. "Il conto alla rovescia e' quasi alla fine", ha
detto il leader militare dell'intelligence israeliana.
Il generale non ha specificato quando l'Iran
raggiungera' la piena capacita' nucleare ne' ha voluto
spiegare quale "svolta tecnologica" i tecnici iraniani
hanno passato. Gli ispettori dell'Onu hanno confermato
in passato che Teheran ha generato abbastanza uranio
arricchito per costruire una bomba atomica, se fosse
arricchita fino al "grado militare" di oltre il 90%.
(aggiornamento da AGI) - Gli Stati Uniti indagheranno
sulla notizia secondo cui l'Iran starebbe lavorando alla
costruzione di un detonatore per la bomba atomica. Lo ha
riferito il portavoce del Dipartimento di Stato Usa,
Philip Crowley. Il 'Times' aveva pubblicato ieri
documenti segreti tradotti dal farsi, risalenti al 2007,
in cui si indicava nel deuteride di uranio il componente
sul quale gli scienziati iraniani hanno concentrato la
propria attenzione per la messa a punto di un iniziatore
al neutrone.
Le borse europee chiudono
contrastate
15.12.2009
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi
contrastati. Il FTSE 100 a Londra ha perso lo 0,6% e il
FTSE MIB a Milano lo 0,2%. Il DAX a Francoforte ha
guadagnato lo 0,2%, il CAC40 a Parigi lo 0,1% e lo SMI a
Zurigo lo 0,1%.
I bancari hanno riperso il terreno guadagnato ieri.
Barclays (GB0031348658) ha chiuso in calo del 2,4%, HSBC
(GB0005405286) del 2,5%, Commerzbank (DE0008032004) lo
0,4%, Société Générale (FR0000130809) il 2%, UniCredit
(IT0000064854) l'1,3% e Credit Suisse (CH0012138530)
l'1,3%. La Banca Centrale dell'Austria ha indicato che
le banche del Paese potrebbe dover effettuare nei
prossimi due anni svalutazioni per €20 miliardi. Moody's
ha inoltre ribadito che l'outlook sul sistema bancario
irlandese resta negativo. Citigroup ha infine tagliato
il target price per i titoli delle principali banche
greche.
ArcelorMittal (LU0323134006) ha guadagnato a Parigi il
3%. UBS ha alzato oggi il suo rating sul titolo del
primo produttore al mondo di acciaio a "Buy".
MAN (DE0005937007) ha chiuso a Francoforte in rialzo del
2,2% su nuove voci di takeover (per ulteriori dettagli
clicca qui).
British Airways (GB0001290575) ha perso a Londra il
2,2%. Gli assistenti di volo della linea area britannica
hanno votato ieri, a larga maggioranza, a favore di uno
sciopero di 12 giorni a cominciare dal 22 dicembre.
ENEL (IT0003128367) ha perso a Milano l'1%. BofA Merrill
Lynch ha tagliato oggi il suo rating sul titolo del
gigante italiano delle utilities ad "Underperform".
Redazione Borsainside 18.45
Borse dell'Europa
dell'Est: Chiusura contrastata, bene Mosca
15.12.2009
Le principali borse dell'Europa dell'Est hanno chiuso
oggi contrastate.
L'indice RTS ha guadagnato a Mosca l'1% a 1.396,32
punti. I volumi di scambio sono aumentati leggermente
rispetto a ieri e sono stati al di sopra della media. Il
mercato azionario russo ha tratto vantaggio oggi dalla
ripresa del prezzo del petrolio. Le quotazioni dell'oro
nero sono tornate nel pomeriggio a New York al di sopra
di quota $70 al barile. Tra le blue chips russe Rosneft
(RU000A0J2Q06) ha guadagnato lo 0,3%, Gazprom
(RU0007661625) l'1,9% e Sberbank (RU0009029540) il 2,2%
Il BUX a Budapest ha perso l'1,9% a 20.655,51 punti. Sul
mercato azionario ungherese hanno pesato le turbolenze
alla Borsa di Vienna. La Banca Centrale dell'Austria ha
indicato che le banche del Paese potrebbe dover
effettuare nei prossimi due anni svalutazioni per €20
miliardi. Tra le blue chips ungheresi OTP Bank
(HU0000061726) ha perso il 3%, MOL (HU0000068952) il
2,7%, Magyar Telekom (HU0000016522) l'1,8% e Gedeon
Richter (HU0000067624) lo 0,1%.
Il PX a Praga ha perso lo 0,8% a 1.096,90 punti. Tra i
titoli di maggior peso del listino ceco Erste Group Bank
(AT0000652011) ha chiuso in calo del 2,6%, Ceske
Energeticke Zavody (CZ0005112300) dello 0,6% e
Telefónica O2 C.R. (CZ0009093209) dell'1,1%. Komercni
Banka (CZ0008019106) ha guadagnato controtendenza
l'1,3%. Goldman Sachs ha consigliato oggi l'acquisto del
titolo della banca ceca.
Il WIG a Varsavia ha chiuso in rialzo dello 0,1% a
39.808,31 punti. Le blue chips polacche hanno chiuso
contrastate. Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha guadagnato lo
0,4%, KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) lo 0,8% e PKN
Orlen (PLPKN0000018) lo 0,6%. PKO Bank Polski
(PLPKO0000016) e Telekomunikacja Polska (PLTLKPL00017)
hanno perso rispettivamente lo 0,9% e l'1,7%.
Redazione Borsainside 20.45
15 Dicembre 2009 23:25
NEW YORK
VOLETE CHE LA BORSA SALGA? PIU' CREDITO PER TUTTI
di WSI
Strettissimo il legame tra l'andamento degli indici e il
rapporto tra PIL e massa monetaria. Significa che se le
banche Usa non cominceranno a prestare denaro, la
ripresa sara' solo statistica. E presto il mercato ne
subira' le conseguenze.
Se le banche statunitensi non si decideranno in fretta
ad ampliare le linee di credito per far ripartire i
prestiti a imprese e famiglie e di conseguenza avvaire
una vera crescita economica (per ora solo statistica) il
mercato azionario e' destinato a subirne le conseguenze.
Dalle ultime analisi tecniche dell'ex analista di
Merrill Lynch David Rosenberg emerge un legame
strettissimo tra l'andamento dei listini azionari
americani e la velocita' monetaria (ovvero il rapporto
tra il PIL e il tasso di massa monetaria M1).
Rosenberg, attuale Chief Economist e Strategist della
societa' di investimento canadese Gluskin Sheff, mette
in evidenza come il legame che intercorre tra i due
elementi raggiunga un coefficiente di correlazione
impressionante del 90%. Tuttavia una cosa sono le
iniezioni di liquidita' della Fed nel sistema, tutta
un'altra questione e' l'utilizzo che si fa della massa
monetaria, che dovrebbe essere lo strumento chiave per
alimentare la ripresa dei prestiti e dell'economia.
Il programma di allentamento monetario della Federal
Reserve dura da oltre due anni, con la fase di
espansione del bilancio della Banca Centrale che si
protrae ormai da 15 mesi. Ma fino ad oggi quello che le
banche commerciali hanno fatto (scatenando le ire di
Barack Obama) con tutta quella liquidita' a disposizione
e' stato semplicemente conservare i $1200 miliardi di
contanti nei loro libri di bilancio.
Non e' chiaro se il motivo per cui Washington e' cosi'
in collera sta nel fatto che gli istituti abbiano di
fatto riutilizzato gran parte dei soldi iniettati dalla
Fed investendolo in titoli dello Zio Sam (al momento le
banche detengono una cifra record di Titoli di Stato
pari a $1300 miliardi di Treasuries).
Quello che e' certo e' che si nota chiaramente un
rapporto molto stretto tra il movimento del mercato e la
fase di riassetto monetario. Nonostante una saltuaria
divergenza registrata all'inizio del rally azionario del
2003, il periodo compreso tra il 2004 e il 2007
suggerisce che se le banche non incominceranno ad
estendere le linee di credito al piu' presto, sara'
difficile che il rimbalzo dell'azionario dai minimi
toccati a inizio marzo 2009 si possa protrarre anche nel
2010.
Bernanke, errori su
disoccupazione
martedì, 15 dicembre 2009 - 23:44 CET
(ANSA) - ROMA, 15 DIC (Francoforte: 864407 - notizie) -
Lo scorso maggio nelle previsioni sul mercato del lavoro
la Fed e' stata troppo ottimista. Lo ha riconosciuto il
presidente Ben Bernanke.Il banchiere ha poi detto che le
attese d'inflazione a lungo termine appaiono stabili, la
liquidita' messa sul mercato da Fed e i programmi a
sostegno del credito non alimenteranno inflazione.Le
banche Usa non rischiano quindi di ritrovarsi nelle
condizioni delle banche giapponesi degli anni '90, ne'
ci sono segni che la borsa si trovi in una nuova bolla.
Le borse di San Paolo e
Città del Messico scendono sulla scia di Wall Street
15.12.2009
Le borse dell'America Latina hanno chiuso oggi
contrastate.
Il Bovespa a San Paolo ha perso lo 0,1% a 69.310,81
punti. I timori legati ad un possibile aumento dei tassi
d'interesse hanno pesato sul settore immobiliare. Gafisa
(BRGFSAACNOR3) ha perso l'1,6%, Cyrela (BRCYREACNOR7) il
2% e Rossi Residencial (BRRSIDACNOR8) il 2,3%. Nel
settore della distribuzione Grupo Pao de Acucar
(BRPCARACNPR0) ha chiuso in rialzo dello 0,6% e Lojas
Americanas (BRLAMEACNPR6) dell'1,9%. Le vendite al
dettaglio sono aumentate ad ottobre in Brasile
dell'1,4%. Gli economisti avevano atteso in media un
aumento di solo lo 0,7%. Vale (BRVALEACNPA3) e Petroleo
Brasileiro (BRPETRACNPR6), i titoli di maggior peso del
Bovespa, hanno guadagnato rispettivamente lo 0,1% e lo
0,3%.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dello
0,3% a 31.902,60 punti. Tra le blue chips messicane
América Móvil (MXP001691213) ha perso l'1,2% e Grupo
Mexico (MXP370841019) l'1,3%. Cemex (MXP225611567) ha
chiuso invariato, Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) ha
guadagnato lo 0,2%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il
Merval a Buenos Aires ha perso lo 0,1% e il General a
Lima lo 0,7%. L'IBVC a Caracas ha guadagnato lo 0,2%, l'IPSA
a Santiago del Cile lo 0,2% e l'IGBC a Bogotà lo 0,5%.
Redazione Borsainside 23.55
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