PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Giovedì 17 Dicembre 2009

PARTE  2

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La Borsa di Tokyo chiude in leggero ribasso
17.12.2009
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in leggero ribasso. Il Nikkei ha perso lo 0,1% a 10.163,80 punti ed il Topix lo 0,2% a 896,28 punti. Sulla piazza finanziaria giapponese sono scattate oggi delle prese di beneficio. Tra i bancari Mitsubishi UFJ Financial (JP3902900004) ha perso l'1,3% e Sumitomo Mitsui Financial Group (JP3890350006) l'1,5%. Nel settore immobiliare Mitsui Fudosan (JP3893200000) ha perso lo 0,8%, Mitsubishi Estate (JP3899600005) il 2,7% e Sumitomo Realty & Development (JP3409000001) l'1,2%. Tra gli esportatori Honda (JP3854600008) ha perso lo 0,3%, Panasonic (JP3866800000) lo 0,5% e Sony (JP3435000009) lo 0,2%.
L'aumento dei prezzi delle materie prime ha spinto i minerari ed i petroliferi. Nel settore minerario Mitsubishi Materials (JP3903000002) ha guadagnato l'1,8% e Sumitomo Metal Mining (JP3402600005) l'1,7%. Il prezzo dell'oro ha guadagnato ieri a New York l'1,2%, quello del rame il 2%. Nel settore petrolifero Nippon Oil (JP3679700009) ha chiuso in rialzo del 5,4%, Cosmo Oil (JP3298600002) del 5,5% e Inpex (JP3294430008) del 3,6%. Il prezzo del petrolio ha guadagnato ieri al NYMEX quasi il 3%. Ottimo debutto per Japan Drilling (JP3691500007). Nel suo primo giorno di contrattazione a Tokyo il titolo dell'impresa specializzata nelle perforazioni offshore ha guadagnato il 43%.
Redazione Borsainside 7.30

 

 

Citigroup: Governo Usa Rinvia Vendita Partecipazione
giovedì, 17 dicembre 2009 08:59 WASHINGTON
(AGI/AFP) - Washington, 17 dic. - Il colosso finanziario Citigroup (NYSE: C - notizie) fa sapere che il governo Usa ha deciso di rinviare la vendita della sua partecipazione da 7 miliardi di dollari nella banca, estendendo a 90 giorni il periodo di lock up. La scelta del Tesoro (NYSE: TSO - notizie) e' legata al basso valore attuale dei titoli di Citi.

 

 

Crisi: Merkel, Ripresa Fragile e Su Exit Strategy Ci Sara' Negoziato
giovedì, 17 dicembre 2009 10:08 BERLINO
(ASCA-MktNews) - Copenaghen, 17 dic - La ripresa economica e' ancora fragile. E' quanto ha affermato il cancelliere tedesco Angela Merkel arrivando a Copenaghen per il vertice sul clima. La Merkel inoltre prevede un serrato negoziato nell'ambito del G20 per definire la exit strategy. Guardando all'area euro, il cancelliere tedesco sottolinea la necessita' che ogni paese si impegni per migliorare i conti pubblici e ripete che la Germania dovra' ridurre il deficit sotto il 3% del pil entro il 2013

 

 

Borse Asia-Pacifico: Shanghai e Hong Kong scendono per la terza seduta di fila
17.12.2009
La maggior parte delle borse della regione Asia-Pacifico ha chiuso oggi in ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso il 2,4% a 3.179,08 punti. Per il listino cinese si è trattato della terza seduta negativa di fila. La pioggia di IPO in programma questa settimana in Cina sta continuando a sottrarre molta liquidità al mercato. Sulla Borsa di Shanghai hanno pesato inoltre oggi i timori legati ad un possibile aumento dei tassi d'interesse. Tra i bancari Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha perso l'1%, Bank of China (CN000A0J3PX9) l'1,2%, China Construction Bank (CN000A0HF1W3) l'1% e China Merchants Bank (CN000A0KFDV9) il 2,2%. Nel settore minerario Aluminum Corporation of China (CNE1000001T8) ha perso il 4,4%, Jiangxi Copper (CN0009070615) l'1,8% e Zijin Mining (CNE100000502) il 2%. Baoshan Iron & Steel (CNE0000015R4), il primo produttore cinese d'acciaio, ha chiuso in calo del 3,7%, Sinopec (CN0005789556), la maggiore raffinerie dell'Asia, ha perso il 3,2%.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso dell'1,2% a 21.347,63 punti. Ancora una seduta negativa per i titoli del settore immobiliare. Cheung Kong Holdings (HK0001000014) ha perso l'1,7%, Sun Hung Kai Properties (HK0016000132) il 2,1% Sino Land (HK0083000502) il 2,5% e Henderson Land (HK0012000102) il 2,7%. Tra gli altri titoli del'Hang Seng HSBC (GB0005405286) ha chiuso in calo dello 0,7%, China Life (CN0003580601) dell'1,6%, Li & Fung (BMG5485F1445) dell'1,1% e China Mobile (HK0941009539) dell'1,2%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a Sydney ha guadagnato lo 0,2%. Il Kospi a Seul ha perso l'1% e il Taiex a Taipei lo 0,1%. Lo Straits Times a Singapore ha chiuso invariato.
Redazione Borsainside 12.15

 

 

Risparmio: Bnl, Crescono Gli Italiani Che Mettono Fieno In Cascina
giovedì, 17 dicembre 2009 - 12:30 CET
(ASCA) - Roma, 17 dic - La recessione e' finita la crisi no. L'Italia e' tecnicamente uscita dal tunnel ed il rischio apocalittico di un collasso finanziario ed economico sembra scongiurato. Il nostro paese ha tenuto anche grazie al risparmiatore e al suo equilibrio nel fare le scelte: negli ultimi 18 mesi che corrono dalla meta' di quest'anno fino a primo trimestre 2008, il risparmio e' cresciuto del 4% mentre gli investimenti delle imprese sono caduti del 10%. ''Di fronte al peggiorare del quadro dell'attivita' produttiva gli italiani hanno continuato a mettere il fieno in cascina''. Nel 2009 il 47% degli italiani ha risparmiato e questo segna un netto miglioramento rispetto al 2008 perche' scende al 53% la quota di chi non riesce a mettere i soldi da parte che si confronta con il 69% dell'anno precedente. Piu' preoccupati gli italiani appaiono per la pensione, gli ottimisti scendono al 40% rispetto al 48% dello scorso anno. Il 63% ritiene che gli anni tra il 2010 e il 2015 registreranno un ''abbassamento del tenore di vita'', mentre si tende ad evitare investimenti in prodotti a maggior rischio, e continuano a crescere i proprietari di abitazioni, passati in 26 anni dal 60% ad un massimo che ha sfiorato l'80%. E' quanto evidenzia il Rapporto realizzato dalla Bnl, dal titolo: ''Un Risparmiatore consapevole'' che definisce l'identikit del risparmiatore 2009: mantiene immutata la fiducia nelle banche, anche se nel 25% cambia istituto, inoltre 2 italiani su 3 segnalano che le banche sono piu' attente nell'erogazione dei finanziamenti, e per la sottoscrizione di un mutuo, i risparmiatori fanno il giro delle sette chiese: non si fermano all'offerta del proprio istituto ma sentono diverse campane. L'indagine e' stata realizzata dalla Doxa a settembre 2009 quando la crisi ancora 'mordeva' e i risparmiatori hanno delineato una visione 'ampia' della crisi soprattutto tra luglio 2007 e marzo 2009. Nella presentazione di Giovanni Ajassa, Responsabile del Servizio Sudi Bnl e componente del Comitato Scientifico di Nomisma, si sottolinea che ''le famiglie hanno la cognizione che il periodo di convalescenza per uscire dalla crisi non sara' breve''. La preoccupazione riguarda il ''dopo-domani''. Sale inoltre al 57% la quota di chi ritiene di avere un reddito sufficiente o piu' che sufficiente, rispetto al 44% del 2008. Per quanto riguarda il lavoro, il 21% teme di perderlo che si somma al 26% che e' preoccupato di una possibile riduzione del tenore di vita''. In generale, meno di un italiano su dieci volge il proprio sguardo sul lungo termine per il proprio risparmio e questo dipende sostanzialmente dagli effetti della crisi. Quanto al credit crunch, in Italia non c'e' stato: ''Le banche rimangono vicino alle famiglie. Oltre il 75% dichiara di aver avuto la disponibilita' degli operatori nella richiesta di un finanziamento. Il 66% ha un grado di fiducia nei confronti delle banche sostanzialmente invariato rispetto a prima della crisi. Il risparmiatore cambia, e la crisi accelera i tempi di cambiamento, l'educazione finanziaria puo' aiutare a rendere i risparmiatori piu' consapevoli nelle scelte e aiutare le banche a migliorarsi, contribuendo ad accelerare la ripresa di tutta l'economia.

 

 

Greenspan: il rimbalzo dei mercati riduce l'esigenza di misure di sostegno
BlueTG.it - giovedì, 17 dicembre 2009 - 13:10 CET
Secondo l’ex numero uno della Federal Reserve, Alan Greenspan, il poderoso rimbalzo registrato dai mercati finanziari da marzo a oggi riduce la necessità di ulteriori misure di sostegno all’economia.
Il rimbalzo del 65% dell’indice S&P500 dai minimi di inizio marzo ad oggi, nota l’agenzia Bloomberg nel riferire la notizia, ha del resto fatto recuperare qualcosa come 5,4 triliardi di dollari agli investitori americani.
Un ammontare pari a tre volte quello degli stimoli economici varati in questi mesi, ha sottolineato l’83enne Greenspan, tanto più che solo una parte dei 787 miliardi di aiuti varati sotto l’amministrazione Obama è stata effettivamente erogata. (l.s.)

 

 

Citigroup:aumento capitale di 17mld
giovedì, 17 dicembre 2009 13:50 NEW YORK
(ANSA) - NEW YORK, 17 DIC (Francoforte: 864407 - notizie) - L'aumento di capitale di Citigroup (NYSE: C - notizie) raccoglie circa 17 mld di dollari, con quasi 5,4 mld di azioni vendute a 3,15 dlr ciascuna. L'aumento di capitale della banca newyorchese, calcolato da Bloomberg, e' avvenuto con uno sconto di quasi il 9% sul prezzo di chiusura di ieri. Secondo la Cnbc il governo Usa, che intendeva vendere circa 5 mld di dlr in azioni Citigroup, non lo ha fatto a causa del basso prezzo dei titoli, venduti a un valore inferiore a quanto pagato dal Tesoro Usa.

 

 

 
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Usa: Richieste Sussidi Disoccupazione +7 Mila, Peggio Di Stime
giovedì, 17 dicembre 2009 14:34 NEW YORK
(ASCA) - Roma, 17 dic - Nella settimana conclusa lo scorso 12 dicembre, negli Usa le richieste di sussidi di disoccupazione sono salite di 7 mila unita', portando il totale a 480 mila. Il dato e' peggiore del consensus degli economisti, posto a 465 mila.

 

 

Risparmio: Bnl, Carburante Per Il Sistema
giovedì, 17 dicembre 2009 - 15:34 CET
(ASCA) - Roma, 17 dic - Il risparmio e' il ''carburante''per il sistema: nella fase acuta della crisi, la tenuta della performance economica italiana ha trovato supporto nella forza del risparmio e nell'equilibrio dei risparmiatori. E' l'estrema sintesi del rapporto Bnl sul Risparmio presentato oggi nella sede di Via Veneto. Le banche rimangono vicine alle famiglie, 1 su cinque afferma di aver dovuto ricorrere a prestiti, la quota che si rivolge alle Poste spa e' dell'8,4% mentre il 70,5% considera un interlocutore privilegiato la banca, ma per il 23,5% la banca non e' la stessa di due anni fa e nel 2,5% dei casi il risparmiatore si rivolge all'ufficio postale. Le famiglie indebitate sono il 33,7%, il 62,7% con il credito al consumo, il 39,5% ha un mutuo, il 12,2% ha un mutuo per la seconda casa, l'8,9% e' ricorso alla cessione del quinto dello stipendio. Quanto ai mutui, il 73% e' informato sulla possibilita' della surroga, circa un quarto ha utilizzato questo sistema per rinegoziare il mutuo, il 4% ha contrattato con la banca razie a questa eventualita', una riduzione del tasso dalla propria banca.

 

 

17 Dicembre 2009 15:45 NEW YORK
LA SCURE DELLA WHITNEY SU GOLDMAN E MORGAN
di WSI
Si profila una seduta nera per il settore finanziario, dopo che l'influente analista ha tagliato le stime sugli utili dell'esercizio dei prossimi anni delle banche. I titoli lasciano sul campo l'1%, facendo peggio della perfomance generale del mercato.
Si preannuncia una seduta nera per il settore finanziario, dopo che la nota e influente analista, Meredith Whitney, ha deciso di abbassare, e non di poco, le stime sugli utili di Goldman Sachs e Morgan Stanley.
L'analista, che gestisce il gruppo di consulenza che porta il suo nome, prevede ora che Goldman Sachs guadagni $19.57 per azione nel 2009, $19.65 nel 2010 e $20.60 nel 2011. Le cifre risultano tutte in calo rispetto alle stime antecedenti di $19.95, $21.73 e $24.04, rispettivamente.
Per Morgan Stanley le previsioni non sono piu' rosee, con l'EPS del 2010 che e' stato rivisto al ribasso a $2.60 da $2.75 e quello dell'anno successivo a $2.75 da $3.28.
In avvio di seduta i titoli accusano il colpo, con Goldman che cede l'1.3% (-$2) scivolando a quota $162.95, mentre Morgan lascia sul campo quasi l'1% attestandosi in areaa $30.06, sui minimi di seduta.

 

 

Usa: Fed Filadelfia vola a 20,4
giovedì, 17 dicembre 2009 16:46 NEW YORK
(ANSA) - ROMA, 17 DIC (Francoforte: 864407 - notizie) - L'indice della Fed di Filadelfia a dicembre e' salito a 20,4 da 16,7 di novembre. Lo scrive l'agenzia Bloomberg. Per l'indice che sintetizza l'andamento del comparto manifatturiero nel distretto industriale statunitense, gli analisti avevano previsto un calo a 16,0

 

 

Le borse europee chiudono in ribasso, forti vendite su banche e commodities
17.12.2009
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi in ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso l'1,9%, il DAX a Francoforte l'1%, il CAC40 a Parigi l'1,2%, lo SMI a Zurigo lo 0,7% e il FTSE MIB a Milano lo 0,9%.
I bancari hanno riperso tutto il terreno recuperato ieri. Barclays (GB0031348658) ha perso il 6,2%, Lloyds Banking Group (GB0008706128) l'8,1%, Commerzbank (DE0008032004) il 4,3%, Deutsche Bank (DE0005140008) il 2,3%, Crédit Agricole (FR0000045072) il 4,6%, UniCredit (IT0000064854) l'1,8%, Credit Suisse (CH0012138530) il 2,8% e UBS (CH0024899483) il 2,3%. La Fed ha indicato ieri che inizierà a ritirare alcune delle misure d'emergenza lanciate per combattere la crisi finanziaria. Standard & Poor's ha inoltre tagliato il rating della Grecia da "A-" a "BBB+".
Il calo dei prezzi delle materie prime ha pesato sui minerari e sui petroliferi. Nel settore minerario Anglo American (GB00B1XZS820) ha perso il 2,7%, BHP Billiton (GB0000566504) il 2,1%, Rio Tinto (GB0007188757) l'1,7% e Xstrata (GB0031411001) il 5,2%. Nel settore petrolifero BP (GB0007980591) ha perso lo 0,8%, Royal Dutch Shell (GB00B03MLX29) l'1,5%, Eni (IT0003132476) lo 0,9% e Total (FR0000120271) l'1,4%.
EADS (NL0000235190) ha chiuso in rialzo del 2,4%. Bernstein ha promosso oggi il titolo dell'impresa madre di Airbus da "Market perform" ad "Outperform".
ING Groep (NL0000303600) ha guadagnato lo 0,3%. Morgan Stanley ha riavviato oggi la copertura sul titolo del colosso finanziario olandese con "Overweight".
Redazione Borsainside 18.45

 

 

17 Dicembre 2009 13:20 Copenhagen – Il Sole 24 Ore
Aria di resa a Copenhagen Compromesso l'obiettivo del vertice
Al vertice climatico di Copenhagen, adesso che manca poco più di un giorno alla conclusione ufficiale, si comincia a respirare un'aria di resa.
«Le notizie non sono belle», rimarca il cancelliere Angela Merkel. «Onestamente, devo dire che l'offerta americana di ridurre le emissioni del 4% rispetto ai livelli del 1990 non è certamente ambiziosa». «Fra poco - aggiunge il ministro indiano Jairam Maresh - comincerà il gioco delle reciproche accuse». «Temo che la forma avrà la meglio sulla sostanza», dice il premier australiano Kevin Rudd. Ufficialmente, Cina, Usa e Europa continuano a dire che c'è ancora speranza. Anche se, un anonimo diplomatico cinese ha detto alla Reuters che la Repubblica Popolare si aspetta di arrivare solo a una vaga dichiarazione politica.
Il segretario di Stato Hillary Clinton, arrivata stamani, ha cercato di aprire qualche spiraglio alla trattativa, promettendo di contribuire al fondo da 100 miliardi di dollari all'anno per aiutare i paesi poveri ad affrontare il cambiamenti climatici. «Gli Stati Uniti sono pronti a fare la loro parte», ha detto la Clinton, chiedendo nuovamente alla Cina di accettare controlli internazionali sulle proprie emissioni di gas-serra. Al momento, non è neppure sicuro al 100% che Barack Obama salga oggi sull'Air Force One per la prevista missione a Copenhagen.
Il premier britannico Gordon Brown, che fino a pochi giorni fa chiedeva all'Europa di gettare il cuore oltre l'ostacolo e di puntare al 30% di riduzione delle emissioni entro il 2020 (sette volte più dell'America), stamani ha suggerito di accordarsi sulla firma di un nuovo trattato internazionale «entro sei mesi».
Implicitamente, Brown ha in qualche modo dato ragione a Hugo Chavez e al suo fervente discorso di ieri, sulle disparità del mondo. «Giustamente - ha detto il primo ministro inglese - la gente dice che se possiamo finanziare il salvataggio delle nostre banche dai banchieri, possiamo anche, con il giusto sostegno finanziario, salvare il pianeta dalle forze che, viceversa, lo distruggerebbero. Credo che nulla, sia nell'interesse di ogni nazione più del destino dell'unico mondo che abbiamo».
Altre parole scorreranno, a fiumi, oggi: dentro l'aula plenaria dove ha parlato Brown, si succederanno al microfono i capi di Stato e di Governo di tutti i paesi del mondo, ricchi e poveri, grandi e piccoli. E altri fiumi ancora scorreranno negli incontri bilaterali, nel tentativo - non ancora defunto - di raggiungere qualcosa di più delle ennesime parole al vento. Inutile dire che gli scienziati, qui a Copenhagen e altrove, hanno già cominciato a rammentare la dura realtà: il celebre obiettivo di contenere l'aumento della temperatura media globale entro i due gradi centigradi, è praticamente compromesso.

 

 

Borse dell'Europa dell'Est: Sale solo Praga
17.12.2009
Quasi tutte le principali borse dell'Europa dell'Est hanno chiuso oggi in ribasso
L'indice RTS ha perso a Mosca il 3,3% a 1.400,91 punti. I volumi di scambio sono aumentati oggi ulteriormente e sono stati alti. Il calo dei prezzi delle materie prime ed il negativo clima sulle borse dell'Europa occidentale hanno fatto scattare delle prese di beneficio sulla piazza finanziaria russa. LUKoil (RU0009024277) ha perso il 2,3%, Rosneft (RU000A0J2Q06) il 3,7%, Gazprom (RU0007661625) il 3,5% e Sberbank (RU0009029540) il 3,3%. Norilsk Nickel (RU0007288411) ha guadagnato controtendenza l'1,1%.
Il BUX a Budapest ha perso lo 0,4% a 20.643,79 punti. Tra le blue chips ungheresi OTP Bank (HU0000061726) ha perso lo 0,7%, MOL (HU0000068952) lo 0,4% e Gedeon Richter (HU0000067624) lo 0,5%. Magyar Telekom (HU0000016522) ha guadagnato lo 0,1%.
Il PX a Praga ha guadagnato lo 0,3% a 1.117,70 punti. Tra i titoli di maggior peso del listino ceco Telefónica O2 C.R. (CZ0009093209) ha chiuso in rialzo del 2,5%, Unipetrol (CZ0009091500) del 2,1% e Komercni Banka (CZ0008019106) dello 0,5%. Erste Group Bank (AT0000652011) e Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300) hanno perso rispettivamente l'1,3% e lo 0,1%.
Il WIG a Varsavia ha chiuso in ribasso dello 0,9% a 39.553,33 punti. Tutte le blue chips polacche hanno chiuso registrato una seduta negativa. Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha perso il 3,1%, PKO Bank Polski (PLPKO0000016) lo 0,5%, Telekomunikacja Polska (PLTLKPL00017) l'1,9%, KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) il 2,1% e PKN Orlen (PLPKN0000018) l'1,3%.
Redazione Borsainside 20.30
 

 

 
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WALL STREET: FUTURES ANCORA SOTTO PRESSIONE DOPO I SUSSIDI

17 Dicembre 2009 14:45 NEW YORK - WSI
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Ancora debole il mercato del lavoro. Citi raccoglie $17 miliardi di capitale. General Mills e Rite Aid battono le attese e i titoli si muovono in controtendenza. Euro scende a $1.435 dopo il taglio del rating sul debito della Grecia e le parole della Fed.
Si preannuncia una seduta all'insegna delle vendite per il mercato azionario americano, con i contratti sui principali indici di Borsa che tre quarti d'ora all'avvio delle contrattazioni scambiano in ribasso (vedi quotazioni a fondo pagina).

Dal fronte macro non giungono notizie entusiasmanti, che hanno ricordato agli investitori che il mercato del lavoro resta ancora debole e impieghera' del tempo prima di rafforzarsi, finendo inevitabilmente per pesare sulla ripresa dell'economia generale. Le nuove domande presentate per ricevere indennita' di disoccupazione sono cresciute piu' delle previsioni nell'ultima settimana.

Inoltre le parole espresse ieri dalla Federal Reserve hanno suscitato timori circa i tempi di una stretta monetaria, abbassando il morale degli investitori, colpito duro anche dal rafforzamento del dollaro e dal taglio del rating della Grecia.

Ieri i listini hanno chiuso in rialzo, ma ritracciando dai massimi di seduta nel pomeriggio, in seguito alla comunicazione da parte della Banca Centrale relativa alla rimozione di tutti gli strumenti speciali di supporto varati nei mesi scorsi per permettere all’economia di assorbire il colpo della crisi finanziaria.
Come ampiamente atteso, la Fed ha lasciato i tassi di interesse in un range compreso tra lo 0% e lo 0.25%, ovvero sui livelli dove si trovano ormai da un anno.

"Nel complesso le parole della Fed sono state lievemente piu' positive dell'altra volta. Ma i messaggi sono contrastanti per gli investitori Usa, che forse una politica di stretta monetaria e' sempre piu' alle porte", ha detto oggi Ian Williams, strategist di Altium Securities.

Secondo gli analisti di Citigroup, i commenti della Fed "sono serviti a precisare che la rimozione delle misure straordinarie non sara' un processo breve ed immediato che si svolge in una fase sola". Restano inoltre dubbi circa la reazione dell'economia.

Oggi i trader avranno la possibilita' di valutare come le condizioni della maggiore economia mondiale sono migliorate, con la pubblicazione delle nuove richieste di sussidio settimanali (prevista come al solito alle 14:30 italiane) e quindi con quella dell Superindice di ottobre e del sondaggio della Fed Philadelphia di dicembre (alle 16 italiane).

Nel frattempo il biglietto verde ha raggiunto massimi pluri-mensili contro la moneta unica e la sterlina britannica, con gli operatori che hanno dovuto fare i conti anche con il downigrade del debito della Grecia ad opera dell'agenzia Standard & Poor e un tracollo delle vendita al dettaglio nel Regno Unito.

In ambito di notizie societarie, Bank of America polarizzera' l'attenzione su di se', dopo la decisione di eleggere Brian Moynihan come amministratore delegato dell'istituto. Moynihan, che attualmente e' il presidente della divisione dei consumatori e delle piccole aziende della banca, prendera' il posto di Ken Lewis.

La concorrente Citigroup intanto e' sottoposta a pressioni dopo aver stabilito a $3.15 per azione il prezzo dell'emissione di $20 miliardi di titoli sul mercato e dopo che il Tesoro Usa ha deciso che non vendera' azioni Citi nel quadro dell'offerta. Le azioni dell'istituto, che dall'offerta ha raccolto $17 miliardi di capitale, cedono l'8%.

Si profila una seduta difficile anche per Builder Hovnanian Enterprises, che ha riportato una perdita trimestrale piu' ampia del previsto. In controtendenza General Mills (+0.4%) che ha annunciato un utile in crescita del 50% nell'ultimo trimestre, sopra le attese. Fa ancora meglio Rite Aid (+4.5%), la cui perdita fiscale si e' ristretta nel terzo trimestre. Dopo il suono della campanella sara' il turno di Research in Motion, Palm e Nike riportare i propri conti trimestrali.

Sugli altri mercati, nell'energetico arretra il greggio. Al momento i futures con consegna dicembre scambiano in calo di di $0.93, attestandosi a quota $71.73 il barile. Sul valutario, il dollaro sale di quota nei confronti dell'euro, con la moneta unica che scivola a quota $1.4352. Scendono i prezzi dell'oro: i futures con scadenza dicembre registrano una flessione di $20.80 a $1115.40 l'oncia. In denaro i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che e' sceso al 3.5200% dal 3.5960% di ieri.

Alle 14:45 (le 8:45 ora di New York) il contratto future sull'indice S&P 500 e’ in calo di 8.00 punti (-0.72%) a quota 1097.70.

Il contratto sull'indice Nasdaq 100 e' in ribasso di 11.25 punti (-0.62%) a quota 1788.75.

Il contratto sull'indice Dow Jones cede 59 punti (-0.57%) a 10331.00 punti.

 

 

 

WALL STREET: IL RECUPERO DEL DOLLARO SPINGE GIU' WALL STREET

17 Dicembre 2009 22:10 NEW YORK - WSI
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Indici azionari in calo di oltre l'1%. Il biglietto verde balza ai massimi di tre mesi contro l'euro (1.4341). Delude l'outlook di FedEx, vendute a piene mani le azioni Citi. Giu' anche i metalli, oro ai livelli di un mese fa.
L’avanzamento del dollaro e alcuni annunci societari poco incoraggianti hanno spinto al ribasso l’azionario statunitense. Il Dow Jones ha perso l'1.27% a 10308, l’S&P500 l'1.18 a 1096, il Nasdaq e’ arretrato dell'1.22 a 2180. Il deludente dato giunto dal mercato del lavoro ha pesato ulteriormente sul sentiment degli investitori, incuranti dei pur buon rapporti relativi all’attivita’ manifatturiera.

La valuta statunitense e’ balzata ai massimi di 3 mesi nei confronti dell’euro, quest’ultimo debole in seguitio al downgrade dell’agenzia di rating Standard & Poor’s sul debito della Grecia. Il cambio nel tardo pomeriggio di New York e’ pari a 1.4341. A risentirne sono state tutte le materie prime, con l’oro sceso del 2.5% ai livelli di meta’ novembre di $1107.20; poco mosso il petrolio con i futures con consegna gennaio in calo di un centesimo a $72.65 al barile.

Ancora notizie preoccupanti sono giunte dal mercato del lavoro. Nell’ultima settimana le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono inaspettatamente aumentate a 480 mila unita’. Meglio del previsto invece la lettura del Superindice di novembre e l'aggiornamento sul Philly Fed di dicembre.

A livello societario, vendute a piene mani le azioni Citigroup (-7%) dopo che l'offerta di titoli sul mercato ad un prezzo scontato non ha riscontrato il successo sperato. La banca ha raccolto $17 miliardi dall'operazione ed il Tesoro Usa ha confermato che non intendera’ per il momento cedere la propria quota.

Restando in ambito finanziario, su Goldman Sachs e Morgan Stanley ha pesato la scelta dell'influente analista finanziaria Meredith Whitney di abbassare le stime sugli utili dei prossimi 2-3 anni delle banche. I titoli hanno chiuso rispettivamente in calo del 2.36% e del 3.79%

Con riferimento alle trimestrali societarie, in ribasso il corriere espresso FedEx, dopo che l’azienda ha emesso stime sugli utili che hanno deluso gli analisti; i risultati del secondo trimestre fiscale sono risultati in calo del 30% rispetto allo scorso anno, il titolo ha lasciato sul terreno oltre il 5%.

Seduta difficile anche per Hovnanian Enterprises (-7%), che ha riportato una perdita trimestrale piu' ampia del previsto. In controtendenza General Mills (+1%) che ha annunciato un utile in crescita del 50% nell'ultimo trimestre, sopra le attese.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

 

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