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  Sabato 03 maggio 2008   Venerdì 16 maggio 2008   Martedì 27 maggio 2008  
       
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WALL STREET: DOW JONES RECUPERA QUOTA 13000

01 Maggio 2008 22:10 NEW YORK - di WSI
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Wall Street chiude in netto rialzo: il Dow Jones guadagna l'1,48% andando a 13.010 punti, il Nasdaq guadagna il 2,81% a 2.480,71 punti. L'euro e' stato scambiato a 1,5457 contro il dollaro, rispetto alla quota di 1,5613 dollari della chiusura di ieri che aveva visto la decisione della Fed di tagliare di un quarto di punto i Fed funds.
Segnali poco incoraggianti sono emersi dal fronte macro mentre, dal fronte societario, alcune pressioni sono state originate dalla trimestrale del colosso petrolifero Exxon Mobil (XOM), risultata peggiore delle attese.

La spesa al consumo nel mese di marzo e’ cresciuta dello 0.4% in misura leggermente superiore al reddito personale salito dello 0.3%. Le attese degli analisti erano rispettivamente per un incremento dello 0.2% e dello 0.4%. L’indice dei prezzi al consumo e’ cresciuto dello 0.2% su base mensile, oltre le attese degli analisti che avevano previsto un rialzo piu’ contenuto pari allo 0.1%.

Le richieste di sussidio da parte dei senza lavoro sono aumentate inoltre di 35 mila unita’ a quota 380 mila. Il consensus prevedeva un valore di 365 mila posti. Domani sara’ diffuso il rapporto occupazionale per cui e’ attesa una nuova perdita dei posti di lavoro negli Stati Uniti per 75 mila unita’.


Sul fronte societario, il gigante energetico Exxon Mobil (XOM) ha riportato un incremento dei profitti di $10.89 miliardi (o $2.03 per azione), in netto rialzo rispetto allo scorso anno ma in calo rispetto al record storico registrato nel trimestre precedente.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico scende il petrolio. I futures con consegna giugno segnano un calo di $0.42 a $112.10 al barile. Sul valutario, euro fermo rispetto al dollaro a quota 1.5475

 

 

WALL STREET: GIU' CON UNA SERIE DI NEWS NEGATIVE

05 Maggio 2008 22:10 NEW YORK - di WSI
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Avvio di settimana in negativo per l’azionario statunitense. Il forte rialzo del greggio, lo sfumato accordo tra Yahoo! e Microsoft, il possibile dietro-front di Bank of America su Countrywyde hanno dato la stura alle vendite, spingendo gli indici in territorio negativo. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.68% a 12969, l’S&P500 lo 0.45% a 1407, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.52% a 2464.
L’indice S&P500 ha chiuso in calo per la prima volta nelle ultime tre sedute; il listino e’ in rialzo di circa il 10% rispetto ai minimi di 19 mesi toccati a marzo. Il 69% delle 365 aziende componenti che hanno diffuso le trimestrali fino ad oggi hanno battuto le attese degli analisti. "Assiteremo ad un maggiore conservativismo da parte dei compratori nei prossimi giorni" ha affermato John Carey, portfolio manager di Pioneer Investment Management. "Gli investitori diverranno sempre piu’ esigenti in termini di risultati societari".
Ad originare le vendite gia’ dal preborsa era stato il tonfo di Yahoo! (YHOO) (arrivato a cedere il 23%) sulla scia degli ultimi sviluppi sulle trattative di merger con Microsoft (MSFT) a causa del mancato raggiungimento dell’accordo circa il prezzo dell’operazione. Il colosso di Redmond, dopo aver ritoccato al rialzo la precedente offerta, da $31 a $33 per azione, ha deciso di abbandonare le trattative alla richiesta ben superiore (pari a $37/share) da parte del CEO del gigante media online, Jerry Yang.
Il fatto ha spinto pesantemente al ribasso il titolo YHOO, riuscito a ridurre comunque le perdite iniziali nell’arco delle contrattazioni, per chiudere con un ribasso giornaliero pari a -15%. "Yang e’ sicuramente sotto forti pressioni in questo momento. Ha i giorni contati se non riuscira’ a scovare una strategia alternativa" ha affermato Roland Hirschmueller, trader del gruppo di brokeraggio Baader. Immediata la reazione delle banche d’affari che hanno tagliato il giudizio sulla societa’: Citigroup ne ha rivisto il rating da "Buy" a "Sell", revisioni in negativo anche da parte di Soleil Securities e Jackson Securities.
A muoversi al rialzo e’ stato il colosso Internet Google (GOOG) che potrebbe a questo punto concludere l’accordo con Yahoo! su una possibile partnership pubblicitaria che offrirebbe di fatto una maggiore flessibilita’ a questu’ultima nella performance operativa di breve termine. Alla fine della giornata GOOG ha registrato una performance positiva pari a +2%, MSFT e’ arretrato -0.82%.
A costituire un ulteriore elemento di incertezza, soprattutto nel comparto finanziario, e’ stata la nota diffusa dal gruppo Friedman Billings Ramsey secondo cui il colosso Bank of America (BAC) dovrebbe ritirare l’offerta da $4 miliardi avanzata nei mesi scorsi per l’acquisizione della dilacerata societa’ di mutui ipotecari Countrywide Financial (CFC). Il titolo ha inevitabilmente risentito del fatto, deprezzandosi di oltre il 15%; anche BAC ha chiuso in rosso, trascinando lo spider settoriale (XLF) in calo -1.5%. La Federal Reserve ha comunicato che negli ultimi tre mesi la percentuale di banche statunitensi che ha operato una stretta al credito nei riguardi di imprese e clienti individuali e’ schizzata ad un nuovo record storico pari al 70%.
Contenuto l'impatto del dato macro comunicato poco dopo l'apertura. Nel mese di aprile l'indice ISM non manifatturiero ha segnato una significativa risalita a 52 punti (espansione!) che ha battuto le attese, ma la risposta degli operatori all'aggiornamento e' stata pressocche' nulla. Un nuovo allarme e’ stato lanciato inoltre dall’ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, secondo cui gli Stati Unitti sono in una fase di "recessione orribilmente pallisa" e l’economia rischia di rimanere stagnante per il resto dell’anno.
A sbarrare la strada dei rialzi ai listini e’ stato anche il forte rialzo del petrolio, spintosi per la prima volta in assoluto oltre la barriera dei $120. I futures con consegna giugno hanno archiviato la seduta in rialzo di $3.65 (+3.61%) a $119.97 al barile, dopo aver raggiunto un massimo intraday di $120.30.
Sul valutario, euro in progresso sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5492. In buon rialzo l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno guadagnato $16.20 a $874.20 l’oncia. Seduta invariata infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni si e’ attestato al 3.8450%

 

 

WALL STREET: PROVA DI FORZA CON NUOVO RECORD GREGGIO

06 Maggio 2008 22:08 NEW YORK - di WSI
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Listini in rialzo nonostante le deludenti trimestrali societarie e il nuovo massimo assoluto del petrolio. Analisti ottimisti: il peggio potrebbe essere ormai alle spalle.
Dopo l’avvio negativo gli indici americani sono riusciti a recuperare terreno e chiudere la sessione in progresso nonostante il nuovo record del greggio e le ultime trimestrali aziendali particolarmente deludenti che hanno evidenziato un proseguimento della debolezza del comparto finanziario e un ulteriore deterioramento del settore immobiliare. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.40% a 13020, l’S&P500 lo 0.77% a 1418, il Nasdaq e’ salito dello 0.78% a 2483.
"Penso che la forza all’interno del comparto azionario sia destinata a proseguire" ha commentato Thomas J. Lee, analista di JP Morgan. "Dopotutto i risultati del primo trimestre fanno ormai parte del passato" e fatta eccezione per le societa’ finanziarie e le aziende costruttrici si e’ assistito a numeri fiscali che hanno nella maggior parte dei casi battuto le stime degli analisti. Cio’ ha permesso ai listini un recupero fino a livelli che non si vedevano dagli inizi di gennaio.
"Abbiamo avuto una serie di notizie negative questa mattina, ma il mercato e’ stato in grado di superarle abbastanza agevolmente. E’ senza dubbio un fattore incoraggiante" ha aggiunto Ryan Detrick, senior technical strategist di Schaeffer's Investment Research.
A spingere i listini al ribasso nelle ore iniziali di contrattazioni erano state le brutte trimestrali giunte proprio dai comparti bancario ed immobiliare. La banca d’affari svizzera UBS (UBS) ha riportato una perdita pari ad $11 miliardi nel primo trimestre e annunciato un taglio di 5500 posti di lavoro. L’azienda ha anche comunicato la vendita di alcuni asset ad elevato rischio (per un totale di $15 mld) all'asset manager BlackRock (BLK). Perdita (terza consecutiva) anche per la societa’ semigovernativa dei mutui ipotecari Fannie Mae (FNM) che ha comunicato anche un taglio del dividendo a causa di significative perdite previste fino al 2009.
Nel comparto delle costruzioni, D.R. Horton (DHI) ha riportato una perdita di $1.3 miliardi, con ricavi scesi da $2.6 miliardi a $1.6 mld. Subito dopo la chiusura dei mercati saranno diffusi i numeri fiscali del colosso delle infrastrutture network Cisco Systems (CSCO) e del gigante dell’entertainment Walt Disney (DIS).
Gli investitori sembra non abbiano dato particolare peso neanche al nuovo record del greggio, schizzato vicino ai $123 al barile su timori di carattere geopolitico (che potrebbero produrre un calo delle scorte) e in seguito ad una nota diffusa da Goldman Sachs secondo cui le quotazioni dell’oro nero si spingeranno a $200 entro i prossimi due anni. I futures con consegna a giugno hanno cosi’ archiviato la seduta in progresso di $1.87 a $121.84. Nelle ultime tre sedute la performance e’ stata di +$9.32, ovvero +8.3%.
Seduta in rialzo anche per l’oro avanzato di $3.60 a $877.70 l’oncia. La banca d’affari JP Morgan prevedono comunque un ritracciamento delle materie prime dagli attuali livelli: tale avvenimento, in corrispondenza di un miglioramento delle condizioni del credito e di una tenuta del mercato del lavoro, dovrebbe fornire le basi per un nuovo rally dell’azionario secondo gli analisti.
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in leggero progresso rispetto al dollaro a quota 1.5524. In calo invece i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8930% dal 3.8450%.

 

 

WALL STREET: SI RIFANNO AVANTI I RIBASSISTI

07 Maggio 2008 22:03 NEW YORK - di WSI
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Peggiore seduta dell'ultimo mese, Dow Jones sotto la soglia dei 13000 punti, l'S&P500 si allontana dai 1400. Petrolio record a $123.53, recupera terreno il dollaro. Nuove regole richieste dalla SEC.

Seduta in netto ribasso per gli indici azionari Usa, appesantiti dalle notizie negative giunte dal mercato immobiliare e dal nuovo record del petrolio che ha alimentato nuovi timori sull’inflazione e sulla spesa dei consumatori. Il Dow Jones e’ arretrato dell'1.59% a 12814, l’S&P500 dell'1.81% a 1392, il Nasdaq ha ceduto l'1.80% a 2438. Il ribasso giornaliero e’ il maggiore dallo scorso 11 aprile.
Nonostante il forte rialzo delle scorte settimanali le quotazioni del greggio sono balzate ad un nuovo massimo storico, oltre i $123 al barile. I futures con consegna giugno hanno chiuso in progresso di $1.69 a $123.53 al barile (+10% nelle ultime 4 sedute). Dallo scorso anno il prezzo dell’oro nero e’ piu’ che raddoppiato spingendo di riflesso i costi energetici sia per i consumatori che per le aziende. A poco e’ servita la nota positiva emersa dalla lettura del dato dato preliminare sulla produttivita' accompagnato dalla componente del costo unitario del lavoro avanzata in misura inferiore delle attese.
L’allarme inflazione resta dunque e i numerosi accenni fatti nei giorni scorsi dai governatori Fed non rassicurano gli investitori. "Un ulteriore incremento dei prezzi continuera’ a spingere giu’ l’azionario" ha affermato Ed Peters, chief investment officer di PanAgora Asset Management. "Il rialzo del petrolio e’ sintomatico di un trend ben piu’ ampio".
Molti gli analisti che hanno citato motivi di natura tecnica come responsabili del calo giornaliero. Sia il Dow Joes che l’indice S&P500, cosi’ come molti altri singoli titoli chiave, si stanno muovendo in corrispondenza della media mobile semplice a 200 giorni. "Non sono tantissimi gli esperti di analisi tecnica, ma tutti sanno ovviamente che quello citato e’ un livello che necessita particolare attenzione" ha dichiarato l’esperto analista Edward Yardeni. "Avremo bisogno di segnali forti nel breve periodo per assistere ad un superamento di tale barriera: non dovrebbe sorprendere un ritracciamento nei prossimi giorni".
Ad intensificare il calo e’ stato anche l’annuncio da parte della SEC (l’organismo di controllo della Borsa statunitense) relativo ad un incremento della trasparenza da parte delle banche nella diffusione dei dettagli inerenti i livelli di liquidita’ e capitale. Cio’ ha dato origine a speculazioni per cui molte istituzioni finanziaire potrebbero continuare a riportare nuove svalutazioni e perdite. Lo spider del comparto (XLF) ha lasciato sul terreno il 3.5% circa, Citigroup (C) ha perso il 4.45%, Bank of America (BAC) il 3.30%, -3.40% per JP Morgan (JPM).
Ad originare i primi sell in giornata era stato uno studio settimanale diffuso dal canale televisivo ABC e dal quotidiano Washington Post secondo cui la fiducia dei consumatori americani continua ad essere in forte calo, ai peggiori livelli degli ultimi 15 anni. Male anche l'aggiornamento sul comparto immobiliare che ha evidenziato una variazione negativa delle vendite di case con contratti in corso pari a -1% nel mese di marzo. In controtendenza pero’ le richieste di prestito immobiliare, nell'ultima settimana schizzate del 15.6%, in forte rialzo dai minimi dell'anno.
A livello societario, a registare la migliore performance tra le blue chip e’ stato il colosso dell’entertainment Walt Disney (DIS) forte della trimestrale migliore delle attese. Numeri superiori al consensus anche per il gigante delle infrastrutture network Cisco System (CSCO), ma l’azione non e’ riuscita ad avanzare. Dopo la chiusura delle borse sara’ il colosso media di Rupert Murdoch, News Corp (NWS), a diffondere gli ultimi risultati fiscali.
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.54. In ribasso l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno ceduto $6.50 a $871.2 l’oncia. Seduta in progresso infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.8670%.

 

 

WALL STREET: IN CALO, SETTIMANA NEGATIVA

09 Maggio 2008 22:10 NEW YORK - di WSI
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Indici giu' appesantiti dalla brutta trimestrale di AIG e dal nuovo (quinto consecutivo) record del petrolio, balzato a $126. Novita' da Citigroup. Euro in recupero sul dollaro.
Sulla borsa americana sono tornate a prevalere le vendite originate dal nuovo record del petrolio (il quinto consecutivo) e dalle cattive notizie giunte dal settore finanziario che hanno sollevato seri dubbi sulla piu’ volte annunciata conclusione della crisi del credito. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.94% a 12745, l'S&P500 lo 0.67% a 1388, il Nasdaq lo 0.23% a 2455. Negativa la performance settimanale, la prima in oltre un mese: l’indice industriale ha ceduto il 2.4%, l’S&P500 l'1.8% , -1.3% per il listino hi-tech.
Ad avanzare anche oggi sono state le commodities. "Il petrolio e le materie prime rappresentano un buon posto per rifugiarsi quando il mercato scende" ha affermato James Gaul, portfolio manager di Boston Advisors LLC. I titoli energetici e le materie prime hanno realizzato la migliore performance tra i dieci gruppi dell’S&P500 negli ultimi sei mesi. Nell’ultima settimana il greggio ha chiuso sempre in rialzo e sempre ad un nuovo massimo assoluto. I futures con consegna giugno hanno archiviato l’ultima seduta in progresso di $2.27 a $125.96.
Gli analisti sono divisi sulle prospettive del comparto. In molti credono in un balzo dell’oro nero fino a $200 al barile addirittura entro la fine dell’anno, per altri l’attuale prezzo non e’ giustificato dai fondamentali, il rialzo (+31% dall’inizio dell’anno) e’ frutto di speculazione e un’estensione del rally non e’ sostenibile.
Sul fronte societario, vendite consistenti sul colosso assicurativo American International Group (AIG) dopo aver riportato una perdita trimestrale (la seconda consecutiva) pari a $7.8 miliardi, superiore alle attese, causando un tonfo del titolo dell'8%. Il fatto ha spinto le agenzie di rating Standard & Poor’s e Fitch ad abbassare il giudizio sul credito del componente del Dow Jones.
Tra i titoli finanziari, e’ risultato particolarmente volatile Citigroup (C) sulla scia della conferenza svoltasi nelle prime ore della sessione in cui sono stati resi noti i nuovi piani strategici del gruppo. La banca ha annunciato la vendita di alcuni asset per un corrispettivo di $500 miliardi, nel tentativo di recuperare gradualmente dalle brusche perdite legate al deterioramento del mercato del credito. Il titolo ha perso il 2.30% circa.
Tra gli altri titoli, il gruppo farmaceutico Mylan (MYL) ha perso il 9% a causa della perdita trimestrale legata all’acquisto ($6.9 miliardi) di una delle divisioni generiche del colosso Merck (MRK). In controtendenza la societa’ energetica Teco Energy (TE) che ha registrato il maggior rialzo giornaliero degli ultimi 4 anni grazie al rating "Buy" ricevuto da Citigroup. Sugli scudi anche Priceline.com (PCLN) grazie alle vendite piu’ che raddoppiate nell’ultimo periodo a livello internazionale.
Contenuta la reazione all’unico dato macro presente oggi in calendario. Nel mese di marzo il deficit della bilancia commerciale ha registrato un calo superiore alle attese, attestandosi a $58.2 miliardi. In corrispondenza di un dollaro cosi’ debole si e' trattato di un risultato scontato per molti operatori.
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in progresso nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5480. In rialzo l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno guadagnato $3.70 a $885.80 l’oncia. Seduta in rialzo infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.7670% dal 3.8050% di giovedi’.

 

 

WALL STREET: RIALZA LA TESTA, INDICI IN RALLY

12 Maggio 2008 22:11 NEW YORK - di WSI
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Forti acquisti sull'azionario innescati dal calo del petrolio e dal recupero del dollaro. Gli economisti: meno chance di recessione. Trimestrale ok per HSBC, in rialzo anche MBIA.

La settimana in borsa e’ iniziata bene per gli indici americani. Grazie al raffreddamento dei prezzi energetici e al recupero del dollaro nei confronti di yen e sterlina (ma non rispetto all’euro) gli operatori sono tornati con determinazione sull’azionario, dopo le perdite riportate negli ultimi giorni. Il Dow Jones ha guadagnato l'1.02% a 12876, l’S&P500 l'1.10% a 1403, il Nasdaq e’ avanzato dell'1.76% a 2488.
Dopo essere schizzato ad un nuovo record di $126.40 al barile, il greggio ha immediatamente ritracciato archiviando la seduta in calo. I futures con consegna giugno hanno ceduto a fine giornata $1.73 a $124.23. La scorsa settimana le quotazioni dell’oro nero erano salite dell’8% circa, normali le prese di beneficio giornaliere dunque. Ma ad arrestare la corsa del petrolio e’ stato anche il terribile terremoto che ha messo in ginocchio alcune regioni della Cina ed ha originato non poche speculazioni su una conseguente contrazione della domanda a livello globale.
L’avanzamento del dollaro ha avuto l’effetto inoltre di contenere i timori circa un ulteriore incremento delle pressioni inflazionistiche. La debolezza del biglietto verde contribuisce largamente infatti al rincaro dei prezzi, soprattutto per il fatto che molte commodities, tra cui il petrolio, divengono maggiormente attraenti per gli investitori in cerca di protezione contro l’inflazione. Sul valutario oggi il greenback ha guadagnato circa l’1% nei confronti dello yen, e lo 0.20% rispetto alla sterlina. L’euro ha continuato ad apprezzarsi, salendo a quota $1.5533.
A livello societario, spunti positivi sono emersi dal gruppo bancario HSBC Holding che ha riportato profitti in rialzo nel primo trimestre: la crescita del business nei mercati emergenti e’ stata piu’ che sufficiente a coprire le svalutazioni riportate nel mercato domestico. Brutta la trimestrale del bond insurer MBIA (MBI) che ha invece riportato una perdita di $2.4 miliardi. Il titolo si e’ pero’ spinto in buon rialzo dopo che la societa’ ha rassicurato gli invstitori dichiarando di avere "abbondante liquidita’" per la copertura dei titoli.
Spunti positivi sono emersi da un ultimo studio condotto da Bloomberg secondo cui le chance di recessione per gli Usa sono in calo. Il CEO della banca d’affari JP Morgan ha dichiarato che al 75% la crisi del credito e’ da ritenersi conclusa. Fino ad oggi il 62% delle societa’ facenti parte dell’indice S&P500 che hanno comunicato i risultati fiscali ha battuto le attese degli analisti.Venerdi’ scorso, nell’after hour, Fedex (cartina di tornasole dell’intera economia) aveva lanciato un allarme sugli utili, rivedendo le stime da una forchetta di $1.60-1.80 ad un range di $1.45-1.50.
Tra le societa’ che diffonderanno i numeri fiscali dopo la chiusura si distingue, tra le altre, la radio satellitare Sirius Satellite Radio (SIRI). Tra i titoli hi-tech, in evidenza Research In Motion (RIMM) grazie al lancio sul mercato di un nuovo modello di BlackBerry, il primo in oltre un anno. Tra le news di M&A, riflettori su Hewlett-Packard (HPQ) in trattative per acquistare Electronic Data Systems (EDS) ad un prezzo compreso tra i $12 e i $13 miliardi. Cablevision (CVC) e’ vicina a rilevare invece il quotidiano Newsday per un controvalore di $650 million dopo il dietro-front annunciato dalla News Corp. (NWS) di Murdoch.
Sugli altri mercati, in lieve ribasso l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno ceduto $0.90 a $884.90 l’oncia. Seduta in lieve calo infine anche per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.7750%.

 

 

WALL STREET: NASDAQ AL TOP DI 5 MESI, SOPRA 2500

15 Maggio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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Nonostante i dati macro non proprio incoraggianti diffusi in giornata, i listini americani sono riusciti a salire spinti dalle buone trimestrali riportate dalle aziende retail, dalle operazioni di M&A e dallo stop della corsa del greggio. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.73% a 12992 , l’S&P500 l'1.06% a 1423, il Nasdaq e’ avanzato dell'1.48% a 2533.
A soprendere gli analisti sono stati gli ultimi risultati diffusi da Tiffany (TIF) e JC Penney (JCP). La celebre societa’ del lusso ha battuto le attese grazie ad un "promettente inizio di stagione"; l’azienda retail ha anch’essa riportato profitti migliori delle stime nell’ultimo trimestre ed offerto un outlook superiore al consensus per i prossimi mesi.
In giornata sono nuovamente tornate ad occupare la scena le operazioni di fusioni ed acquisizioni societarie. Il gruppo media CBS (CBS) ha raggiunto un accordo per l’acquisizione del portale Internet hi-tech CNET Networks (CNET), il cui titolo e’ schizzato di oltre il 40% subito dopo la diffusione della notizia. In buon progresso anche EMC Corp (EMC) grazie alle speculazioni inerenti la vendita del business dei supporti di memoria a VMware. La conglomerata industriale General Eelectric (GE) sarebbe vicina ad organizzare un’asta per la vendita della divisione delle apparecchiature elettriche che potrebbe fruttare ricavi compresi tra $5-$8 miliardi.
Le operazioni di M&A sono diminuite del 61% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un giro d’affari record superiori a $2 trilioni nel 2007 aveva giocato un ruolo fondamentale nella risalita degli indici ai massimi di ottobre. Il recente acquisto di EDS da parte di Hewlett-Packard (HPQ) (che diffondera’ la trimestrale dopo la chiusura) sembra aver comunque risollevato l’interesse sulle operazioni di merger tra le aziende.
Nel comparto hi-tech, continua la saga su Yahoo! (YHOO): l’investitore miliardario Carl Icahn appare sempre piu’ determinato verso un cambiamento dei vertici del gruppo. Ichan ha inviato una lettera al Board sollecitando per una ripresa delle trattative di merger con Microsoft. A questo punto diventa sempre piu’ plausibile la possibilita’ di una "proxy fight", ovvero una battaglia condotta attraverso le deloghr degli azionisti contro il CdA.
Contrastati i dati giunti dal fronte macro. Ha particolarmente deluso l’ultimo aggiornamento sulla produzione industriale che ha segnalato un calo dello 0.7% nel mese di aprile, attestandosi a livelli peggiori del consensus (-0.3%). Poco incoraggianti i dati sull’Empire State Index che ha evidenziato una contrazione dell’attivita’ manifatturiera nell’area di New York, meglio invece l’aggiornamento sull’attivita’ dell’area di Philadelphia che ha effettuato un balzo a -15.6 punti dai -24.9 di aprile. Sostanzialemnte in linea con le attese infine i numeri sulle richieste di sussidio.
Intervenuto ad una conferenza organizzata dalla Fed di Chicago, il n.1 della Banca Centrale, Ben Bernanke, ha dichiarato che la crisi del credito non e’ ancora finita e che le condizioni dei mercati finanziari restano fragili.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio e’ apparso altamente volatile, mossosi in un ampio range compreso tra $120.75 e 126.64, a causa della vicina scadenza dei contratti con consegna giugno. Questi hanno infine archiviato la seduta in ribasso di 10 centesimi a $124.12 al barile, minimi di una settimana. Sul valutario, euro in lieve calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5458. Reazione dell’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso sono avanzati di $13.50 a $880.00 l’oncia. Seduta in progresso infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.8430% dal 3.9380% di mercoledi’.

 

 

WALL STREET: MAGGIOR CALO DI DUE SETTIMANE

20 Maggio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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Il DJIA lascia sul terreno quasi 200 punti, perdita vicina all'1% per il Nasdaq. Greggio ad un soffio dai $130, cresce l'inflazione. Possibile stop alla politica espansiva della Fed.
Seduta nel segno delle vendite per la borsa statunitense, innescate dal nuovo record del greggio e dal dato macro che ha alimentato nuovi timori sull’inflazione. Gli indici hanno cosi' registarto il piu’ marcato calo delle ultime due settimane: il Dow Jones ha chiuso in ribasso dell'1.53% a 12828, l’S&P500 ha ceduto lo 0.93% a 1413, il Nasdaq lo 0.95% a 2492. L’intervento di alcuni esponenti della Fed, su una possibile chiusura del ciclo ribassista dei tassi, non ha aiutato il mercato.
Spinto dalla forte domanda cinese, dal calo del dollaro e dalle rinnovate speculazioni, il greggio ha continuato a muoversi al rialzo, ad un nuovo record di $129.60 al barile. I futures con consegna giugno (all’ultimo giorno di scambi) hanno poi archiviato la seduta in progresso di $2.02 a $129.07 al barile. A fare da volano agli acquisti sul comparto sono state anche le dichiarazioni del presidente dell’OPEC, secondo cui il cartello petrolifero non attuera’ alcun incremento della produzione gionaliera prima del meeting previsto per settembre. La scadenza dei contratti e l’ultima intervista al noto petroliere T.Boone Pickens hanno contribuito alla forte volatilita’.
Il pericolo n.1 al momento sembra essere rappresentato dalla corsa senza ostacoli dei prezzi delle commodities. I timori sono per un rallentamento della spesa dei consumatori nei prossimi trimestri, costretti a rinunciare a diversi acquisti per far fronte ai rincari delle bollette energetiche e del carburante. Ricordiamo infatti che la spesa delle famiglie americane conta per oltre i due terzi dell’intera economia a stelle e strisce.
"E’ come se questo continuo salire del greggio alle stelle avesse preso il posto della crisi finanziaria nelle preoccupazioni degli operatori" ha affermato l’analista Stephen Leeb, di Leeb Capital Management. "Gli occhi degli investitori sono puntati sul petrolio, punto".
I listini hanno accelerato al ribasso subito dopo gli ultimi commenti di alcuni governatori della Fed, secondo cui la Banca Centrale Usa potrebbe essere giunta alla conclusione della serie di tagli al costo del denaro iniziata lo scorso settembre. "Valutando le informazioni in nostro possesso, la politica monetaria sembra essere ben calibrata al momento per promuovere la crescita dell’occupazione e un rallentamento dell’inflazione" ha affermato Donald Kohn, vice-chairman della Federal Reserve.
A luci ed ombre l’aggiornamento sul PPI che ha avuto l’effetto di deprimere ulteriormente le quotazioni dell’azionario. Nel mese di aprile i prezzi alla produzione hanno registrato una crescita dello 0.2%, inferiore alle attese (+0.4%), ma la versione "core" del dato e’ avanzata dello 0.4%, contro un consensus pari a +0.2%, portando cosi’ il tasso annuale dal 2.7% di marzo al 3.0%, maggior livello dalla fine del 1991.
In ambito di utili societari, delusione da parte del colosso retail di articoli per la casa Home Depot (HD). L’azienda ha riportato un calo dei profitti a causa dell’ancora debole trend del settore immobiliare e di alcuni costi non previsti legati alla chiusura di alcuni punti vendita. Migliore delle stime invece la trimestrale di Target (TGT) che ha battuto le attese sui profitti di 3 centesimi per azione.
Nel settore hi-tech, Yahoo! (YHOO) e Microsoft (MSFT) continueranno ad occupare la scena. La societa’ informatica sarebbe interessata ad un investimento nel portale Internet che interessi l’acquisto del business della ricerca online. Dopo la chiusura delle borse, gli occhi saranno puntati sulla blue chip Hewlett-Packard (HPQ) per via della pubblicazione dei risultati trimestrali.
A cedere visibilmente terreno sono stati anche i titoli finanziari sulla scia del rapporto diffuso dal gruppo Oppenheimer secondo cui la crisi del credito si estendera' fino al 2009 "ed andra' probabilmente oltre". Inevitabile ondata di vendite anche sui titoli delle compagnie aeree per le implicazioni che i rincari del carburante avranno sul business delle aziende.
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in rialzo rispetto dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5660. In progresso l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso sono avanzati di $14.40 a $920.20 l’oncia. Seduta in progresso infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.7760% dal 3.84% di lunedi’.

 

 

WALL STREET: FED E GREGGIO AFFOSSANO I LISTINI

21 Maggio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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Era dallo scorso 11 aprile che il Dow Jones non cedeva oltre 225 punti. Stop al taglio dei tassi e nuovo record del petrolio a $133.71. Tonfo delle compagnie aeree. Vola l'euro.
Altra giornata pesante per la borsa statunitense, pressata dal nuovo record del greggio e dai verbali Fed sulla riunione svoltasi a fine aprile. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno l'1.77% a 12601, l’S&P500 l'1.60% a 1390, il Nasdaq ha ceduto l'1.77% a 2488. In assenza di catalizzatori di breve periodo, gli operatori hanno continuato ad alleggerire le posizioni sull’azionario, preoccupati dall’incremento dell’inflazione e dall’outlook economico.
La Banca Centrale americana ha segnalato una pausa nel ciclo di tagli al costo del denaro. Gia’ martedi’ il vice-presidente Donald Kohn aveva anticipato che l’attuale politca monetaria appare ben bilanciata per promuovere una crescita moderata dell’economia. Dai dettagli sono emersi pero’ segnali poco incoraggianti. Il mercato del lavoro continua ad apparire debole ed e’ prevista una crescita del tasso di disoccupazione nei prossimi mesi. Inoltre, non si e’ ancora ravvisato alcun segnale di ‘bottom’ per il mercato immobiliare.
Cio’ ha portato la Federal Reserve a rivedere al ribasso le stime di crescita per l’anno in corso, previcamente ad un range di 0.3%-1.2% dal precedente 1.3%-2%. Il Prodotto Interno Lordo dovrebbe dunque registrare un’ulteriore contrazione nel secondo trimestre ma potrebbe iniziare a dare segnali di ripresa a partire dalla seconda meta’ dell’anno (in parte grazie al pacchetto di stimoli fiscali).
Gli elevati prezzi del petrolio e dei generi alimentari probabilmente continueranno a mantenere elevata l’inflazione, e restano alcuni rischi al ribasso per l’attivita’ economica. A tal proposito, anche oggi il greggio ha continuato a spingersi con forza al rialzo, supportato dall’inatteso calo delle scorte settimanali, scese di oltre 5 milioni di barili. I futures con consegna luglio, ora quelli di riferimento, si sono spinti fino a toccare un picco di $133.72, per poi chiudere a quota $133.17, in progresso di $4.19 (+3.3%). A poco sono servite le parole ‘rassicuratrici’del Segretario Generale dell’OPEC.
Il fatto non puo’ che alimentare nuove tensioni tra gli operatori su un’ulteriore impennata della dinamica inflazionistica, soprattutto dopo il forte rialzo dei prezzi alla produzione registrato martedi’. "La Fed deve avere chiaro in mente cosa fare" ha affermato Quincy Krosby, chief investment strategist di The Hartford "Insomma: vogliono promuovere la crescita o garantire la stabilita’ dei prezzi? Si tratta di due obiettivi in conflitto, bisogna scegliere".

A risentire maggiormente del forte incremento dei prezzi eneergetici sono state senza dubbio le compagnie aeree. American Airlines (AMR) ha comunicato che iniziera’ a "tassare" $15 sul primo bagaglio imbarcato per cliente, ridurre i voli nazionali e probabilmente tagliare la forza lavoro. Il titolo e' crollato -24%. L’indice settoriale (XAL) ha registrato un tonfo giornaliero del 12%.
In netto calo anche i titoli finanziari. L’agenzia Moody’s ha confermato che avviera’ un’ispezione su possibili errori telematici relativi alla qualita’ del rating conferito ad alcuni asset, poi crollati in valore. JP Morgan (JPM) e Bank Of Amarica (BAC) hanno perso piu’ del 2%, Citigroup (C) ha ceduto il 4%.
Nel comparto hi-tech, riflettori puntati su Hewlett-Packard (HPQ). Il colosso informatico ha riportato una trimestrale in linea con le attese, accompagnata da un incremento dei margini operativi. La robusta crescita all’estero e’ stata sufficiente ad offuscare la debolezza del mercato domestico. Ma cio’ non e’ bastato a spingere il titolo in rialzo: "Nel complesso i risultati sono stati buoni, ma due aree restano sotto pressione, e queste sono il mercato interno e il business dei server" ha commentato Shaw Wu, analista di American Technology Research.
Restando nel comparto hi-tech, Analog Devices (ADI) ha riportato un aumento dei profitti del 6%; il produttore software Intuit (INTU) ha battuto le stime sugli utili del terzo trimestre fiscale; Micron Technology (MU) ha ricevuto un upgrade da Deutsche Bank.
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in ancora in buon rialzo rispetto dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5786. In progresso l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso sono avanzati di $8.40 a $928.60 l’oncia. Seduta in calo infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8220% dal 3.7760% di martedi’.

 

 

WALL STREET: PEGGIOR SETTIMANA DEGLI ULTIMI 3 MESI

23 Maggio 2008 22:11 NEW YORK - di WSI
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Sul comparto azionario sono tornate a prevalere le vendite, innescate dalla nuova contrazione del settore immobiliare e dall'avanzamento del greggio. Male le compagnie aeree, giu' anche le aziende retail. Lunedi' mercati chiusi.
A Wall Street sono tornate a prevalere le vendite. Il brutto dato giunto dal comparto immobiliare, l’avanzamento del petrolio e la cautela degli operatori in vista della pausa per il Memorial Day non hanno consentito agli indici di estendere il rialzo della seduta precedente. Il Dow Jones ha ceduto l'1.16% a 12479, l’S&P500 lo a, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.81% a 2144. Pesante il bilancio settimanale, il peggiore degli ultimi tre mesi: l'indice industriale ha ceduto il 3.9%, -3.5% per l'S&P500, Nasdaq -3.3%.
Nel mese di aprile le vendite di case esistenti sono scese dell’1%, segnando l’ottavo calo negli ultimi 9 mesi. Il livello di invenduto e’ cresciuto ai massimi di 23 anni, il prezzo medio di vendita e’ risultato in ribasso dell’8% rispetto allo scorso anno. Il fatto ha originato un’accelerazione al ribasso degli indici, gia’ indeboliti in mattinata dalla ripresa della corsa al rialzo del greggio.
I futures con consegna luglio sul petrolio hanno archiviato la sessione con un rialzo di $1.38 a $132.19, dopo aver toccato un massimo giornaliero di $133.71, rinnovando le preoccupazioni circa la dinamica inflaizonistica. In settimana e’ stato stabilito un nuovo record assoluto di $135.09 al barile, il rialzo e’ stato del 4.9%. A spingere le quotazioni negli ultimi giorni sono stati i timori sul livello di scorte, montati in vista dell’inizio della stagione degli uragani nell’area atlantica.
Il rialzo dei costi energetici, in combinazione con l’impennata di quelli dei prodotti alimentari e delle importazioni, ha sollevato di recente serie preoccupazioni sul corso dei prezzi, tanto da spingere la Fed a valutare uno stop al taglio dei tassi d’interesse che al momento, ricordiamo, sono al 2.00%.
Per la cronaca societaria, a risentire del nuovo rialzo del petrolio sono state ancora una volta le compagnie aeree, con lo XAL arretrato del 4%. Deboli anche i titoli delle societa’ retail e di intrattenimento. L’operatore di luna park Six Flags (SIX) ha annunciato una riduzione del costo dei biglietti per incentivare l’afflusso di visitatori. L’operatore di navi da crociera Royal Caribbean Cruises (RCL) e’ stato oggetto di un downgrade da parte di Morgan Stanley che gli e’ costato la perdita di oltre 4 punti percentuali.
Pesanti vendite anche sul mercato dell’auto. General Motors (GM), peggior componente del Dow Jones, ha annunciato un taglio alla produzione per circa 230 mila veicoli, la rivale Ford (F) ha continuato a cedere terreno dopo aver salutato definitivamente l’obiettivo di profittabilita’ entro il 2009.
Nel comparto hi-tech, Morgan Stanley ha migliorato il rating su Dell (DELL), Deutsche Bank quello di National Semiconductor (NSM). Il portale Internet Yahoo! (YHOO) ha posticipato nuovamente il meeting annuale degli azionisti.
Tra le news di M&A, in evidenza Expro International, gruppo britannico specializzato nei servizi petroliferi, che ha confermato di essere stato contattato dal rivale statunitense Halliburton (HAL) riguardo un’operazione di takeover valutata circa $3.37 miliardi. Nella giornata di giovedi’ era stata NRG Energy (NRG) ad offrire $9.07 miliardi per l’acquisizione di Calpine (CPN).
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in progresso rispetto dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5771. In rialzo l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso sono avanzati di $7.50 a $925.80 l’oncia. Seduta positiva infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.8310% dal 3.9210% di giovedi’.

 

 

WALL STREET: OPERATORI PIU' SERENI DOPO IL BREAK

27 Maggio 2008 22:06 NEW YORK - di WSI
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Il calo dei prezzi energetici permette ai listini di avanzare. Segnali di recupero dal comparto immobiliare, ma la fiducia dei consumatori resta ai minimi di 15 anni.
Seduta volatile a Wall Street, conclusasi con gli indici in buon progresso, grazie al rimbalzo effettuato nelle ultime ore di scambi. Al rientro dopo il lungo weekend per la pausa del Memorial Day, gli operatori si sono mostrati inizialmente dubbiosi sulle prospettive economiche; sono poi rientrati sull’azionario in parallelo ad un graduale ritracciamento dei prezzi del greggio dai recenti massimi. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.54% a 12547, l’S&P500 lo 0.68% a 1385, il Nasdaq e’ avanzato dell'1.50% a 2481. Contrastati gli ultimi dati sulla congiuntura Usa.
Un nuovo attacco agli stabilimenti petroliferi in Nigeria durante il weekend aveva spinto le quotazioni dell’oro nero oltre la soglia dei $133 durante le contrattazioni elettroniche. I futures con consegna luglio hanno poi iniziato a cedere terreno, per poi chiudere a quota $128.85 al barile, registrando un calo intraday pari a -$3.34. Le prese di beneficio potrebbero essere le principali responsabili del movimento giornaliero, ma la tensione all’interno del comparto resta alta. L’avvicinamento della stagione estiva e l’inizio di un’attivita’ meteo instabile nell’area del Golfo del Messico sono causa di forte preoccupazione circa il livello di scorte.
In chiaroscuro i dati giunti dal fronte economico. Nel mese di marzo il rapporto S&P/Case-Shiller ha registrato il peggior calo di sempre evidenziando come il comparto delle case sia ancora in estrema difficolta’. Bene invece le vendite di case nuove, rimbalzate dopo 5 mesi consecutivi di calo; la scorsa settimana l’aggiornamento sulle vendite di case esistenti aveva invece mostrato una nuova contrazione del settore (l’ottava in nove mesi) e un balzo dell’invenduto ai massimi livelli di 23 anni.
Pessimo l’ultimo dato sulla fiducia dei consumatori, crollato ai minimi livelli di oltre 15 anni, al di sotto delle attese degli economisti. L’aggiornamento conferma i timori delle famiglie americane, preoccupate sempre di piu’ sull’impatto che gli elevati prezzi energetici avranno sull’inflazione e dunque sul potere di acquisto.
Siamo di fronte ad un problematico scenario: il calo dei prezzi degli immobili, l’aumento dei prezzi energetici e dei generi alimentari, il ‘credit crunch’, le condizioni instabili del mercato del lavoro. Ci troviamo nel bel mezzo di questa fase e ci vorra’ ancora del tempo per uscirne fuori" ha dichiarato Stephen Carl, capo dell’equity trading diel gruppo Williams Capital.
Sul fronte societario, il gruppo Vodafone (VOD) ha annunciato il ritorno alla profittabilita’ nell’ultimo trimestre; il CEO Arun Sarin lascera’ la societa’ nel prossimo mese, a rimpiazzarlo l'italiano Vittorio Colao. In partenza anche l’a.d. di Infineon Technologies (IFX) per incomprensioni con il presidente del gruppo tedesco sviluppatore di chip.
Nel settore finanziario, pesanti vendite sulla banca svizzera UBS (UBS): il titolo ha ceduto oltre il 6% a causa dell’annuncio relativo ad ulteriori perdite legate ad investimenti immobiliari al di fuori degli Stati Uniti. Bank of America (BAC) ha operato una serie di downgrade su diverse societa’ del settore.
In rally le azioni del costruttore Standard Pacific (SPF), salite del 50% circa sull’annuncio di un’infusione di nuovi capitali da parte di un gruppo di provate equity. In rialzo anche il produttore di birra Anheuser-Busch Companies (BUD) sulle prospettive di merger con la belga InBev.
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in calo rispetto dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5698. In netto ribasso l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso sono arretrati di $19.20 a $906.60 l’oncia. Seduta in calo infine anche per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.9210%.

 

 

WALL STREET: NON SI FERMA, ANCORA BUY SULL'AZIONARIO

29 Maggio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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Gli indici americani hanno messo a segno un’altra seduta in rialzo grazie alla revisione positiva del dato sull’economia americana e al calo del petrolio. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.41% a 12646, l’S&P500 lo 0.53% a 1398, il Nasdaq e’ avanzato +0.87% a 2508. La revisione del Prodotto Interno Lordo relativo al primo trimestre ha alleviato alcune tensioni sulla recessione (che si verifica nel momento in cui il Pil diminuisce per almeno due trimestri di seguito).
"Finche’ restiamo sopra lo 0.5% possiamo evitare di parlare di recessione" ha commentato Marc Pado, strategist di Cantor Fitzgerald. Cio’, in combinazione al raffreddamento dei prezzi energetici, che a loro volta hanno smorzato i timori sull’inflaizone, e’ stato sufficiente per far proseguire i listini azionari sulla strada dei rialzi.
Nessuna sorpresa dunque dal rilascio dei dati macro. Sia l’aggiornamento sul Pil che quello sul mercato del lavoro hanno infatti sostanzialmente rispettato le attese. Il dato rivisto sul Prodotto Interno Lordo ha mostrato una crescita allo 0.9% dallo 0.6% della lettura preliminare, le richieste di sussidio sono cresciute a 372 mila unita’. "I numeri sul Pil sono da giudicare in maniera positiva. Non assisteremo ad alcun trimestre caratterizzato da crescita negativa, gli utili aziendali potranno solo migliorare" afferma Scott Wren, senior equity strategist di Wachovia Securities.
A sorprendere sono stati invece i numeri sulle scorte di petrolio, nettamente inferiori alle attese degli analisti. Il dato ha registrato nell'ultima settimana un calo di oltre 8 milioni di barili; le stime non prevedevano alcuna variazione. Dopo aver attuato un recupero di forza subito dopo la comunicazione dei dati, arrivando a sfiorare i $133, il greggio ha ripreso a cedere terreno, chiudendo la sessione in calo di $4.41 (-3.4%) a $126.62.
Sul fronte societario, nuovo record storico per il colosso delle carte di credito Mastercard (MA). L’azienda ha annunciato di attendersi una crescita netta dei ricavi a doppia cifra nell’anno in corso. L’azione ha effettuato un rally dell’8% circa, chiudendo sopra i $300. Nel comparto retail, Costo (COST) ha riportato un balzo dei profitti del 32% nell’ultimo trimestre, oltre le attese degli analisti. In controtendenza Sears (SHLD) a causa di una perdita nell’ultimo periodo fiscale pari a $56 milioni.
Tra le aziende che diffonderanno i risultati trimestrali nell’after hour si distingue il produttore di computer Dell (DELL). "Riteniamo ci siano le basi per assistere ad una comunicazione favorevole da parte del colosso informatico" ha affermato Peter Dixon, economista di Commerzebank. "Cio’ potrebbe avere un effetto positivo sull’intero comparto tecnologico". Il titolo segnava un leggero rialzo alla fine delle regolati contrattazioni.
Nel settore aereo, novita’ nelle trattative di merger tra United Airlines (UAUA) e U.S. Airways (LCC): gli amministratori delegati di entrambe le compagnie si incontreranno per continuare a discutere sulla fattibilita’ dell’operazione. Entrambi i titoli sono in buon progresso. Nel comparto auto, General Motors (GM) ha annunciato un nuovo taglio dei costi a causa delle deboli vendite di autocarri sul suolo americano. Tra i titoli minerari, riflettori su Rio Tinto (RTP): il colosso britannico ha affermato che entro il 2022 la domanda per i propri metalli risultera’ doppia rispetto agli attuali livelli.
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in calo rispetto dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5508. Tonfo dell’oro. I futures con consegna agosto sul metallo prezioso sono arretrati di $23.80 a $881.20 l’oncia. In ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.0790% dal 4.0090% di mercoledi’.
 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 
 

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