19 Marzo 2009 08:28
Borsa Tokyo chiude in lieve calo su yen forte, rialzo
bancari
TOKYO (Reuters) - L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo
ha chiuso in calo dello 0,3%, nonostante il rialzo dei
titoli bancari scatenato dalle manovre di Stati Uniti e
Giappone, di acquisto di titoli di stato, per
alleggerire la crisi del credito. Sul fronte opposto,
tuttavia, uno yen più robusto ha colpito Honda Motor e
altri esportatori. Il Nikkei ha chiuso in calo di 26,21
punti a 7.945,96, dopo essere salito brevemente nel
corso della seduta sopra gli 8.000 punti e aver
guadagnato nella settimana circa il 5%. L'indice
allargato Topix ha terminato la seduta in lieve rialzo
dello 0,01% a 764,77 punti.
19 Marzo 2009 08:29
Borse Asia Pacifico: indici contrastati su scia manovra
Fed
MILANO (Reuters) - Le borse asiatiche viaggiano
contrastate, digerendo le notizie arrivate nella notte
da Wall Street. Ieri la Fedral Reserve, al termine di
due giorni di riunione di politica monetaria, ha
annunciato una nuova iniezione da 1.000 miliardi di
dollari nell'economia, nella quale rientra l'acquisto,
per 300 miliardi, di titoli di stato. Di conseguenza
sulle borse asiatiche i prezzi dei titoli di stato hanno
accentuato i rialzi, mentre il dollaro ha perso terreno
nei confronti delle altre valute. A risentire
positivamente delle decisioni sono in particolar modo i
bancari, in rally per la speranza che la ripresa
dell'economia americana aiuti la domanda beneficiando i
paesi asiatici più dipendenti dalle esportazioni. Alle
8,20 l'indice regionale MSCI - che esclude la borsa di
Tokyo - guadagna l'1,4% circa, mentre il Nikkei ha
chiuso in lieve calo dello 0,3%. Tra i singoli listini
la migliore è SHANGHAI guidata dai titoli delle società
minerarie, prime fra tutte quelle del carbone, grazie a
un ampio flusso di liquidità riversato sul mercato del
credito cinese. Sale SYDNEY dove il rialzo dei bancari
attenua il calo ai minimi record della società
telefonica Telstra per una disputa in corso con
l'autorità di controllo sulla concorrenza. All'indomani
di una chiusura ai massimi di un mese è più incerta la
borsa INDIANA, dove si intrecciano cautela e prese di
profitto degli investitori. Ieri un sondaggio
trimestrale di Reuters ha evidenziato come la crisi
possa colpire l'India più del previsto: gli analisti si
aspettano che la crescita economica rallenti nel
2009/2010 sotto il 6%, ai minimi di 7 anni. Male anche
HONG KONG dove pesano le vendite su Hsbc e il fallimento
dell'acquisizione da parte di Coca Cola della cinese
Huiyuan Juice, a causa dell'opposizione del governo di
Pechino. E' invece il rialzo della valuta locale a
colpire TAIWAN e SEUL. Sulla prima l'aumento del dollaro
taiwanese mette sotto pressione i tecnologici, sulla
seconda il balzo dello won danneggia i titoli più legati
alle esportazioni. Sul sito www.reuters.it altre notizie
Reuters in italiano
19 Marzo 2009 11:16 COSTA
MESA (STATI UNITI)
Usa: Obama, lavorero' per migliorare sicurezza carte
credito
di ANSA
Appoggia l'idea di una legge dei diritti
(ANSA) - COSTA MESA (STATI UNITI), 18 MAR - Il
presidente Obama ha detto che lavorera' per migliorare
la protezione delle carte di credito da parte dei
consumatori. 'In generale io appoggio l'idea di una
legge dei diritti sulle carte di credito', ha detto. 'E'
importante che ci sia tutela per i consumatori sulle
carte di credito', ha aggiunto il presidente.
19 Marzo 2009 11:56 ROMA
Bce: pronta a continuare finanziamenti in dollari in
Europa
di ANSA
Le operazioni a 7, 28 e 84 giorni saranno a tasso fisso
(ANSA) - ROMA, 19 MAR - La Bce e' determinata a
proseguire le operazioni di rifinanziamento in dollari
in Europa, afferma un comunicato della Banca centrale
europea. La Bce ha deciso, in accordo con la Federal
Reserve e le altre banche centrali, di continuare le
operazioni di rifinanziamento in dollari della durata di
7, 28 e 84 giorni e che saranno a tasso fisso. E ha
precisato che alla fine di gennaio le operazioni di swap
euro-dollaro sono state interrotte per la 'domanda
limitata', ma che ripartiranno in futuro.
19 Marzo 2009 12:14
Greggio Usa balza sopra 50 dlr per prima volta da 6
gennaio
LONDRA (Reuters) - Il greggio Usa è salito oltre i 50
dollari al barile per la prima volta dal 6 gennaio, dopo
che la decisione della Federal Reserve di acquistare
titoli di stato ha alimentato la speranza di
un'imminente ripresa dell'economia Usa. Alle 11,45 il
contratto aprile sul greggio Usa sale di 1,86 dollari a
50,04 dollari al barile, dopo un massimo a 50,25.
19 Marzo 2009 12:15
MILANO
Europa, S&P's: gravità recessione aumenta rischio
deflazione
MILANO (Reuters) - La recessione che sta flagellando
l'Europa aumenta il rischio deflazione. A dirlo è
Standard & Poor's nel nuovo report 'Previsioni
sull'economia europea: può la disinflazione trasformarsi
in inflazione?'. "Il declino del Pil nella seconda metà
del 2008 è continuato nel primo trimestre 2009,
spingendo le speranze di una ripresa alla fine di
quest'anno", dice Jean-Michel Six, economista capo per
l'Europa di Standard & Poor's. "Nonostante il calo
dell'inflazione nelle economie sviluppate abbia
aumentato il potere d'acquisto, la gente preferisce
risparmiare piuttosto che spendere, mandando in fumo le
ultime speranze per una ripresa della domanda nel breve
termine". DISINFLAZIONE E DEFLAZIONE Con prospettive
così deboli di ripresa, il dibattito si sposta sulla
possibilità che l'attuale disinflazione - vale a dire
una riduzione del tasso di inflazione - si trasformi in
deflazione. Se la disinflazione ha infatti effetti
benefici, aumentando il potere di acquisto e migliorando
il livello di competitività, la deflazione ha al
contrario effetti dannosi. Se i prezzi al dettaglio
scendono per un periodo di tempo prolungato, infatti, i
consumatori sono spinti a posporre i loro acquisti
confidando in un'ulteriore riduzione dei prezzi,
aggravando così la flessione economica. La deflazione
aumenta inoltre il costo reale del debito in tutti i
settori economici. Le misure di allentamento
quantitativo proposte dalla Banca di Inghilterra sono
nate dalla consapevolezza dell'esistenza di un rischio
deflazione e mirano a stimolare i prestiti da parte
delle banche. Non è detto, tuttavia, che le manovre
raggiungano il loro scopo specialmente se le banche
perseverassero in una politica di cautela. Molti
elementi sembrano però navigare contro un possibile
sviluppo della deflazione, tra cui un minore tasso di
debito da ridimensionare, la rigidità degli stipendi
nominali e le attese per un tasso di inflazione
positivo. DIVERISITA' MEMBRI UE DI FRONTE A RISCHIO
DEFLAZIONE "La gravità della recessione in corso nella
zona euro sta rendendo il lavoro della Banca centrale
europea difficile, perchè non tutti i membri sono
equipaggiati nello stesso modo per resistere alle
pressioni deflazionistiche", commenta Six. "Se Germania,
Francia e persino l'Italia sembrano immuni dalla spirale
deflazionistica, non si può dire lo stesso per Irlanda e
Spagna". Inoltre, se in alcuni paesi si sviluppasse la
deflazione, la Banca centrale avrebbe più problemi del
Regno Unito nell'applicare misure di allentamento
quantitativo, dal momento che non esiste nella zona euro
un unico mercato obbligazionario, ma un insieme di
mercati nazionali dei titoli di stato, dice il rapporto.
Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in
italiano
19 Marzo 2009 17:59
WASHINGTON
Authority Usa: supervisore rischi sistemici non è
panacea
Di John Poirier WASHINGTON (Reuters) - Due tra le
massime autorità di controllo delle banche statunitensi
hanno presentato due visioni concorrenti sul valore da
attribuire alla creazione di un cosiddetto regolatore
sistemico di rischio per supervisionare la grandi
minacce per il sistema finanziario. Il governatore della
Federal Reserve Daniel Tarullo ha detto che un'authority
per i rischi sistemici aiuterebbe a difendersi dai
grandi schock finanziari, ma il capo della Federal
Deposit Insurance Corporation Sheila Bair ha risposto
che i supervisori hanno già ampi poteri, che dovrebbero
utilizzare in maniera più aggressiva. In una
dichiarazione ottenuta dalla Reuters oggi, la Bair ha
invitato i legislatori statunitensi a muoversi con
cautela nell'approntare nuove norme per regolare banche,
società assicurative, broker-dealer e altre società
finanziarie. "Dobbiamo avere ben chiaro che creare
semplicemente un nuovo ente regolatore dei rischi
sistemici non rappresenta la panacea", ha detto la Bair
in una testimonianza preparata per il Senate Banking
Committee. "La sfida più importante è trovare un modo
per imporre una disciplina più ferrea per le istituzioni
più importanti". Tarullo ha ammesso che questo tipo di
approccio regolatorio non possa costituire la soluzione
per tutti i problemi, ma ha ripetuto che gli Stati Uniti
hanno bisogno di una "strategia globale per contenere i
rischi sistemici". E ha aggiunto: "Come banca centrale
degli Stati Uniti, la Federal Reserve deve avere un
ruolo cruciale nelle risposte che il governo fornisce in
merito alla crisi finanziaria". I legislatori Usa stanno
pensando di affidare ad un'agenzia di regolamentazione
un ampio range di poteri per controllare un'ampia
varietà di istituzioni e così identificare potenziali
rischi per l'intero sistema economico. La Fed è proprio
l'organo indicato per questo incarico, ma il capo del
Banking Committee Christopher Dodd ha ribattuto che la
banca centrale potrebbe avere troppe responsabilità e
potrebbe quindi avere la necessità di condividerne
qualcuna, come la protezione dei consumatori. "Ogni
nuova regolamentazione deve essere comunque attentamente
ponderata", ha detto Tarullo. E' attesa adesso la
replica dei responsabili dell'Ufficio statunitense per
il controllo della valuta, che regola alcune delle più
importanti banche statunitensi, e dell'Ufficio per la
supervisione economica.
19 Marzo 2009 22:31
Usa, Camera approva legge per recuperare bonus a manager
Aig
WASHINGTON (Reuters) - La Camera Usa ha approvato una
legge per recuperare la maggior parte dei 165 milioni di
dollari in bonus pagati ai dipendenti di American
International Group. Rispondendo alle pressioni
politiche e dell'opinione pubblica, i deputati hanno
approvato (328 voti a favore e 93 contrari) una norma
che impone una tassazione del 90% sui bonus intascati
dai manager i cui redditi superano i 250.000 dollari. La
legge è rivolta ai manager delle società che hanno
ricevuto almeno 5 miliardi di dollari nel quadro dei
piani di salvataggio governativi. Aig ha ricevuto fino a
180 miliardi di dollari.
19 Marzo 2009 21:26
Commissione Ue chiede raddoppiare fondo emergenza a 50
mld euro
BRUXELLES (Reuters) - La Commissione Europea oggi ha
proposto ai leader del blocco che il fondo di emergenza
per gli Stati membri al di fuori della Zona euro sia
raddoppiato a 50 miliardi di euro. Lo riferiscono fonti
diplomatiche. "La Commissione Europea ha proposto di
accrescere questo fondo da 25 a 50 miliardi di euro", ha
detto un diplomatico dell'Ue, aggiungendo che il
presidente francese Nicolas Sarkozy ha sostenuto la
proposta al vertice di Bruxelles. Non ci sono conferme
per ora da fonti francesi. Il fondo, a cui hanno già
attinto Ungheria e Lettonia, aiuta i Paesi Ue al di
fuori della Zona euro che hanno problemi con la bilancia
dei pagamenti.
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WALL
STREET:
IN ROSSO, TRADITA DAI FINANZIARI
19 Marzo 2009 20:42 NEW YORK - di ANSA ______________________________________________
Mentre gli investitori sono
impegnati a digerire le misure della Fed, le banche
vengono travolte dalle prese di profitto. Gli ultimi
dati sul mercato del lavoro ricordano che la situazione
e' ancora critica. Petrolio sui massimi di 4 mesi.
Azionario colpito dalle prese di profitto nel comparto
finanziario e dal placarsi dell’entusiasmo suscitato
dalle misure annunciate dalla Federal Reserve. Il
paniere delle blue chip Dow Jones perde l'1.15% a quota
7400.48, l’indice allargato S&P 500 cede l'1.30% a
784.04 punti, mentre il Nasdaq lascia sul campo lo 0.52%
a 1483.48 punti.
Nemmeno i titoli energetici, galvanizzati per buona
parte della seduta dal rafforzamento delle quotazioni
del petrolio, riescono a limitare le perdite del
mercato. Le Exxon Mobil chiudono in ribasso di oltre
l'1% dopo una seduta in luce grazie al balzo dei
contratti con consegna aprile sul greggio, saliti del
7,2% a $51.61 dollari il barile sui massimi di quasi
quattro mesi. Poco mosse ConocoPhillips, dopo aver
toccato punte di oltre tre punti percentuali.
La corsa dei prezzi dell’oro nero segue la decisione
della Banca Centrale Usa di iniettare altri mille
miliardi nell’economia del paese, in un’operazione che
prevede l’acqusito di Titoli di Stato a lunga scadenza,
un evento che non si verificava dagli anni sessanta. La
misura ha spinto al ribasso i rendimenti dei Treasury e
il dollaro, favorendo al contempo un apprezzammento
delle materie prime.
Secondo gli analisti, gli investori si stanno
interrogando sulla possibilita’ che l’azione della Fed
porti con se’ dei rischi al rialzo sul lungo termine per
l’inflazione. "Non si tratta tanto di gente che ora si
chiede cos’altro possono fare, ma piuttosto di
incominciare a valutare quali sono le conseguenze
involontarie di tutte le azioni che stanno
intraprendendo" per risanare le malattie dell’economia,
osserva Alan Lancz, presidente di Alan B. Lancz &
Associates societa’ di consulenza di investimenti.
"Quando gli investitori fanno un passo indietro e
guardano al quadro nel suo complesso, questo potrebbe
non essere cosi’ roseo da giustificare l’acquisto a
piene mani di titoli azionari, come abbiamo visto di
recente". I principali indici azionari hanno messo a
segno rialzi di circa il 14% nell’ultima settimana, ma
oggi alcuni dati macroeconomici hanno ricordato agli
investitori che la situazione e’ ancora critica, come
dimostrano gli ultimi dati macro, poco incoraggianti.
Il calo dell'indice che fornisce una previsione sull'attivita'
economica americana per i prossimi 6-12 mesi, unito al
balzo record delle richieste continuative per ottenere i
sussidi di disoccupazione hanno depresso il morale del
mercato. In realta’ in un primo momento gli investitori
avevano accolto con favore il rapporto sul mercato del
lavoro, che ha mostrato un calo delle richieste di
sussidi di disoccupazione nella settimana conclusasi il
14 marzo.
Dopo i robusti rialzi delle ultime sedute, cadono
vittima delle prese di profitto i finanziari. A un avvio
positivo, sulla scia della decisione della Fed che
dovrebbe migliorare le condizioni del mercato dei
prestiti, ma anche dell’annuncio del lancio di
un’operazione di "reverse stock split" da parte di
Citigroup, segue una seconda parte di seduta da
dimenticare. Il benchmark settoriale dei finanziari XLF
cede quasi otto punti percentuali.
In seguito all'annuncio dell'operazione, mirata
all’incremento del valore del titolo, le azioni Citi si
sono spinte al rialzo avvicinandosi in giornata al
prezzo di conversione fissato a $3.25. Ma i titoli hanno
poco a poco seguito a braccetto il calo dell'intero
comparto e in chiusura perdono il 14% circa.
Tra i peggiori del Dow 3M. La societa’ manifatturiera,
cede oltre il 3% dopo che un broker ha tagliato il
prezzo obiettivo citando la debolezze sul breve termine
nei mercati dove opera l’azienda.
Tuttavia sul fronte societario e’ giunta anche qualche
buona notizia: General Electric ha riferito che la
posizione liquida dell’azienda e’ "estremamente solida"
e che, secondo le sue previsioni, GE Capital dovrebbe
chiudere il primo trimestre e il 2009 in utile. LE
azioni GE scendono pero' del 2% circa.
In netta controtendenza Oracle (+11,5%), che ha
annunciato linee guida e utili migliori delle attese,
oltre al primo dividendo della sua storia. L’upgrade di
JP Morgan spinge al rialzo Alcoa (quasi +18%). Sempre
tra le societa’ che hanno reso noti i risultati
trimestrali, andamento opposto a quello del mercato per
Nike, che si risolleva sul finale, nel giorno in cui ha
annunciato un calo del libro ordini, ma anche utili
superiori alle previsioni.
Sul valutario, l'euro si rafforza nei confronti della
controparte americana. Nel tardo pomeriggio di giovedi'
il cambio tra le due valute e' di 1.3680. Impressionante
recupero dell’oro che si issa a quota $958.80 l’oncia
(+$69.70). Rallentano la corsa i prezzi dei Titoli di
Stato Usa: il rendimento sul benchmark decennale e'
salito al 2.5970% dal 2.5330% della chiusura di
mercoledi'.
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