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09 Ottobre 2008 08:58 MILANO
BORSA: ASIA TIENE DOPO TAGLIO TASSI MA LISTINI INCERTI
di ANSA
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(ANSA) - MILANO, 9 OTT - Si arresta l'emorragia di perdite sulle borse asiatiche ma il taglio dei tassi operato dalle banche centrali di mezzo mondo e al quale hanno preso parte anche Cina, Corea del Sud, Hong Kong e Taiwan non basta a ridare slancio ai listini. L'Asia si avvia a chiudere la seduta senza una direzione precisa e con le Borse che muovono in ordine sparso: Tokyo è scesa ancora (-0,5%) con Sydney (-1,5%) e Taiwan (-1,4%) mentre Hong Kong (+2,6%) e Seul (+0,6%) sono salite. In flessione invece gli indici cinesi con Shanghai che cede lo 0,6%. Accanto al taglio coordinato di mezzo punto percentuale operato da Fed, Bce e altre banche centrali, una sforbiciata ai tassi è arrivata ieri anche dalla China (-27 punti base) e da Hong Kong (-100 punti base). Oggi è stato il turno della Corea e di Taiwan intervenire per ridurre di un quarto di punto il costo del denaro. La Banca centrale giapponese ha pompato 20 miliardi di dollari di liquidità nel sistema. Gli interventi hanno ridato smalto ai titoli bancari come la cinese Icbc (+6,1%), la nipponica Mitsubishi Ufj Financial (+6,6%) e la coreana Woori Finance (+5,7%). Di aiuto è stata anche la disponibilità del ministro del Tesoro americano, Henry Paulson, ad investire nelle banche per rafforzarne il capitale. In controtendenza invece Commonwealth Bank (-6,6%) costretta a un aumento di capitale da 1,3 miliardi di dollari per acquistare le attività australiane di Hbos. Bene anche i tecnologici con Lg Electronics (+5,3%) e Taiwan Semiconductor Manufactoring (+2,8%). Rimbalzo del 13% per Nintendo e del 9,8% Mitsubishi, dopo il tonfo di ieri di Tokyo. La crisi e la ricerca di beni rifugio come l'oro ha spinto al rialzo i titoli del settore come Newcrest (+15%) e Lihir (+12%). Di seguito gli indici dei titoli guida delle principali Borse dell'Asia: - Tokyo -0,50% - Hong Kong +2,65% - Shanghai -0,59% (IN CORSO) - Taiwan -1,45% - Seul +0,64% - Sydney -1,53% - Mumbay (CHIUSA) - Singapore +1,31% (IN CORSO) - Kuala Lumpur +0,21% (IN CORSO) - Bangkok -2,10% - Giakarta (CHIUSA)(ANSA).
 

 

09 Ottobre 2008 10:34 ROMA
BCE: INCERTEZZA STRAORDINARIA, RIPRESA FORSE IN 2009
di ANSA
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(ANSA) - ROMA, 9 OTT - "Le prospettive economiche - si legge nell'ultimo bollettino - sono soggette a maggiori rischi al ribasso, connessi principalmente a uno scenario di perduranti tensioni sui mercati finanziari, con ricadute sull'economia reale maggiori di quanto previsto attualmente". "Ulteriori rischi al ribasso - prosegue l'Eurotower - sono relativi alla possibilità di nuovi rincari nei prezzi dei beni energetici ed alimentari, agli sviluppi disordinati degli squilibri globali e alle crescenti pressioni protezionistiche". Le ultime previsioni degli economisti della Bce (le 'staff projections', che non sono richiamate nel bollettino di ottobre), pubblicate il mese scorso e quasi sicuramente destinate ad essere riviste in peggio, davano la crescita di Eurolandia ad un tasso compreso fra l'1,1 e l'1,7% quest'anno, e fra lo 0,6% e l'1,8% il prossimo. Nel bollettino di ottobre la Bce scrive che "gli indicatori oggi disponibili segnalano il perdurare della debolezza nella dinamica di fondo della crescita dell'area dell'euro nel terzo trimestre".(ANSA).


 

09 Ottobre 2008 13:29 ROMA
BCE: PRIMA ASTA CON NUOVE REGOLE, COLLOCATI 24,7 MLD CHIESTI
di ANSA
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(ANSA) - ROMA, 9 OTT - La Banca centrale europea ha svolto la prima asta di rifinanziamento a sei giorni con le nuove regole introdotte ieri, fornendo alle banche tutta la liquidità richiesta, pari a 24,682 miliardi di euro, al nuovo tasso fisso del 3,75%. Le banche richiedenti sono state 99. A partire dall'asta di oggi, a "collocamento pieno" e non più marginale, la Bce ha cambiato decisamente regime: secondo Christoph Rieger, un analista di Dresdner Kleinworth citato dalla Bloomberg, "l'Eurotower si è decisa a entrare in battaglia". A partire dalle aste con regolamento 15 ottobre - aveva annunciato ieri l'istituto - si procederà con operazioni a tasso fisso e collocamento illimitato. Sempre ieri la Bce, assieme alla Fed e alle principali banche centrali mondiali, ha ridotto i tassi di mezzo punto percentuale. Per Eurolandia il costo del denaro è così sceso al 3,75% dal 4,25% precedente. L'Eurotower ha poi annunciato un drastico cambiamento nella gestione della liquidità: ha infatti dimezzato, portandolo a 100 punti base, il 'corridoio' individuato dal tasso marginale di rifinanziamento (quello maggiorato cui le banche posso attingere in emergenza), ora al 4,25%, e il tasso sulle 'deposit facility' (quello con cui la Bce remunera le banche che depositano i fondi eccedenti), ora al 3,25%. (ANSA).


 

09 Ottobre 2008 16:06 WASHINGTON
CRISI MUTUI:FMI;RISORSE DISPONIBILI PER AIUTARE PAESI MEMBRI
di ANSA
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(ANSA) - WASHINGTON, 9 OTT - "Il Fondo Monetario internazionale ha risorse disponibili per i Paesi membri colpiti dalla crisi finanziaria, che ne avessero bisogno", lo ha affermato il direttore generale de Fondo Dominique Strauss-Kahn, sottolineando che "l'Fmi non ha usato molti fondi per prestiti negli ultimi anni". "Le risorse per sostenere i membri ci sono - ha detto Strauss-Kahn - e esistono anche procedure speciali per aumentare nel caso i fondi, ma per ora è una strada che non stiamo considerando". (ANSA).



 

 

 

09 Ottobre 2008 17:35 ROMA

CRISI MUTUI: BCE ATTACCA, A BANCHE LIQUIDITA' ILLIMITATA/ANSA

(ANSA) - ROMA, 9 OTT - La crisi dei mutui avrà ripercussioni sull'economia mondiale e l'incertezza ha raggiunto un livello "straordinariamente elevato", tanto da mettere in forse - si legge nel bollettino della Bce - la ripresa che ci si aspettava per l'anno prossimo in Eurolandia. E all'appello del commissario Ue agli Affari economici, Joaquin ALmunia, a mantenere stretto il coordinamento fra banche centrali dopo il taglio dei tassi di ieri, oggi ha risposto Miguel Angel Ordonez, membro del consiglio Bce: un nuovo taglio "nel breve termine sembra irragionevole dato che la mossa di ieri è importante, ma non escludo nulla". La tempesta finanziaria ha rotto gli argini e la Banca centrale europea ha dovuto prenderne atto e cambiare registro: i banchieri dell'Eurotower sono ormai in assetto difensivo, impegnati nel cuore della crisi - il mercato della liquidità - per proteggere i Quindici da una crisi finanziaria senza precedenti. Proseguono così le misure d'emergenza, con l'iniezione sul mercato monetario, stamani, di 100 miliardi di dollari di liquidità, cifra record; e il passaggio, deciso ieri, alle aste di rifinanziamento a tasso fisso, per fornire al sistema finanziario, che ha la circolazione bloccata, quantità illimitate di liquidità. Nel bollettino di ottobre la banca centrale parla di un' incertezza talmente alta da mettere in forse i tempi della ripresa. Il calo dei prezzi del petrolio e la crescita delle economie emergenti "potrebbero sostenere una graduale ripresa nel corso del 2009", ma l'Eurotower, di fatto, ha smesso di dire che si aspetta "una graduale ripresa" come aveva fatto un mese fa. Il terremoto del credito, negli ultimi giorni, ha definitivamente spostato il suo epicentro dagli Usa all'Europa e ciò secondo la Bce avrà "ripercussioni sull' economia mondiale". Il Fondo monetario internazionale, ieri, ha detto del resto di attendersi per i Quindici una crescita di appena lo 0,2%, con un buon numero di economie fra cui l'Italia in prolungata recessione. Recessione che potrebbe estendersi a tutta Europa, oltre che agli Usa, come oggi ha ammesso il Commissario europeo agli Affari economici Joaquin Almunia, preannunciando un peggioramento delle stime economiche d'autunno di Bruxelles e appellandosi alle banche centrali che devono "continuare - ha detto - a collaborare sui tassi d'interesse", per far fronte a quella che è ormai divenuta "una crisi globale e sistemica". Gli economisti di BNP Paribas già si aspettano tassi in ulteriore calo fino al 2,5% nel 2009. Intanto l'Eurotower, assieme alla Fed e alle principali banche centrali mondiali, ieri ha ridotto i tassi di mezzo punto percentuale (3,75% per Eurolandia). Oggi si è svolta la prima asta di rifinanziamento a sei giorni con le nuove regole: tutta la liquidità richiesta dalle banche (oggi 24,7 miliardi di euro) viene fornita al tasso fisso del 3,75%. Sempre ieri, poi, la Bce ha deciso un drastico cambiamento nella gestione della liquidità: ha infatti dimezzato, portandolo a 100 punti base, il 'corridoio' individuato dal tasso marginale di rifinanziamento (quello maggiorato cui le banche posso attingere in caso d'emergenza), ora al 4,25%, e dal tasso sulle 'deposit facility' (quello con cui la Bce remunera le banche che depositano i fondi eccedenti), ora al 3,25%. Un drastico cambio di registro: secondo Christoph Rieger, un analista di Dresdner Kleinworth citato dalla Bloomberg, "l'Eurotower si è decisa a entrare in battaglia". Altri, come Julian Callow di Barclays capital, parlano di un "giorno storico per la Bce", che ha deciso di prendere di petto la crisi portando la sfida al centro del ciclone, il mercato della liquidità.(ANSA).


 

 

 

09 Ottobre 2008 18:00 ROMA

CRISI MUTUI: ISLANDA NEL GORGO,CROLLA ANCHE ULTIMA BANCA/ANSA

MONETA IN CADUTA LIBERA, BORSA CHIUSA FINO A LUNEDI'
(ANSA) - ROMA, 9 OTT - Crolla anche l'ultima grande banca islandese, la corona va in caduta libera, le negoziazioni di borsa e sul mercato valutario vengono bloccate e Reykjavik finisce davvero sull'orlo della bancarotta. E il presidente, Olafur Ragnar Grimsson, va in ospedale per problemi cardiaci. Le autorità del Paese nordico alla fine hanno dovuto gettare la spugna e compiere l'ennesimo salvataggio, assumendo il controllo di Kaupthing Bank, il primo istituto della nazione. Neanche l'intervento della Svezia, che ieri aveva messo a disposizione un prestito di emergenza da circa cinque miliardi di corone per sostenere la divisione svedese di Kaupthing, è servito a evitare il collasso dell'istituto sotto il peso dei debiti. Nel giro di poche ore si è così completato il 'takeover' del sistema bancario da parte del governo: Kaupthing era infatti l'unica grande banca dell'Islanda rimasta indipendente dopo che gli altri due maggiori istituti, Landsbanki e Glitnir, erano finiti sotto il controllo dell'Authority finanziaria: "L'autorità finanziaria islandese, in conformità con i poteri accordatigli dal parlamento islandese - si legge in una nota ufficiale - ha preso il controllo di Kaupthing per mantenere la continuità delle operazioni bancarie commerciali in Islanda". L'Authority di vigilanza ha garantito integralmente i depositi di Kaupthing e la regolare operatività della banca, ma intanto sono state sospese tutte le contrattazioni della Borsa fino a lunedì per le "eccezionali condizioni" di mercato che si sono venute a creare dopo l'intervento odierno dello Stato. La moneta islandese è in caduta libera dopo che la banca centrale ha tentato invano di ancorarla all'euro e gli scambi sono stati sospesi. Per il sistema bancario islandese c'é un concreto "rischio di bancarotta", ha ammesso il primo ministro Geir Haarde. Stando ai calcoli dell'agenzia Bloomberg, l'Islanda si trova a fare i conti con un debito pari a 61 miliardi di dollari, una cifra 12 volte superiore al Pil del Paese. Reykjavik starebbe ancora cercando di ottenere un prestito dalla Russia - si era parlato di 4 miliardi di euro - e un incontro fra i rispettivi rappresentanti potrebbe esserci martedì. Contemporaneamente, il governo potrebbe chiedere aiuto al Fondo Monetario Internazionale per far fronte alle garanzie sui depositi. Lo ha fatto capire il primo ministro Haarde, il quale ieri sera ha puntualizzato riguardo ai prestiti dall'Fmi e dalla Russia che "l'uno non esclude l'altro", anche se il governo non ha chiesto all'Fmi "almeno fino a questo punto" un prestito o un programma economico. Intanto proprio oggi si è avuta notizia che il presidente islandese Olafur Ragnar Grimsson è stato ricoverato all'inizio della settimana per problemi cardiaci: lo ha reso noto un portavoce della presidenza, spiegando che comunque Grimsson ha ripreso la maggior parte delle sue attività. (ANSA).



 

 

 

09 Ottobre 2008 21:37 NEW YORK

WALL STREET: S&P500 -40% DAI MASSIMI DI 1 ANNO FA

Immensi danni e perdite per l'indice benchmark delle borse americane. Il Dow Jones Industrials scende sotto quota 9000 punti. Sconforto tra i gestori di fondi. Non c'e' la minima fiducia su una ripresa. Segni di "capitolazione"?
Immensi danni e perdite per l'indice benchmark delle borse americane. L'indice S&P500 e' in calo a venti minuti dalla chiusura del 5.0%, il che porta la perdita complessiva dal massimo di un anno fa - esattamente il 9 ottobre 2007 - a -40%. Il Dow Jones Industrials e' sceso sotto quota 9000 punti, per la prima volta da agosto 2003.
Gli investitori temono che le recenti misure delle autorità monetarie e di governo del mondo intero per rafforzare il mercato del credito non siano abbastanza efficaci per evitare una recessione globale.
Sconforto tra i gestori di fondi e hedge funds. Non c'e' la minima fiducia su una ripresa. In deciso ribasso anche il Nasdaq che perde il 4.50%, sotto i 1.700 punti per la prima volta dall'agosto 2003. Se il calo di Wall Street accelerasse nell'ultimo quarto d'ora, come sembra accadere, potrebbero esserci i segnali di una "capitolazione" imminente, con un ribasso molto sostanziale anche superiore al 10% in una seduta.

 

 

 

 

WALL STREET: TENTA IL RIMBALZO, BUY IN AVVIO

09 Ottobre 2008 15:35 NEW YORK - di WSI
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Indici in buon progresso in apertura. IBM riporta un relativo ottimismo tra gli investitori. Occhio ai titoli finanziari: da oggi non e' piu' attivo il divieto di 'short selling'. Un anno fa il record del Dow Jones e dell'S&P500.
I listini azionari hanno aperto in buon rialzo a New York. Dall’inizio del mese gli indici non hanno mai archiviato la seduta in territorio positivo, se il rally regge potrebbe concludersi la striscia negativa che dura ormai da sei sedute. Esattamente un anno fa sia il Dow Jones che l'S&P500 toccavano il massimo storico rispettivamente di 14164 punti e 1565.15. Al momento gli indici segnano un calo medio del 35% circa dal top assoluto.
Incoraggianti i segnali giunti dal comparto societario in mattinata. Il colosso informatico IBM ha diffuso la trimestrale prima del previsto, riportando un incremento del 20% dei profitti; l’azienda ha anche confermato l’outlook sull’intero anno fiscale, il titolo sale +3.30% nei minuti iniziali. Il gigante dell’acciaio ArcelorMittal ha confermato anch’esso l’outlook sugli utili del terzo trimestre ed annunciato un incremento dei profitti per la seconda meta’ dell’anno: +4.80% per l'azione.
Sul fronte macro, il mercato del lavoro ha segnalato un arresto del trend di crescita delle richieste di sussidio da parte dei discuppati, nell’ultima settimana l’indicatore e’ risultato in calo, sostanzialmente in linea con le attese degli economisti. In calendario sono ancora presenti i dati sulle scorte di magazzino all’ingrosso, per cui e’ stimato un rialzo dello 0.4%.
Nella giornata di ieri l’azione coordinata delle Banche Centrali sui tassi d’interesse non e’ stata sufficiente a limitare la recente ondata di vendite sull’azionario. Gli strategist di Merrill Lynch ritengono che per riportare la stabilita’ sui mercati piu’ che manovre di politica monetaria siano necessarie nuove misure fiscali. "Il Governo deve ricapitalizzare le banche ad un punto tale da non lasciare dubbi sull’affidabilita’ oppure offrire garanzie sulla responsabilita’ dei depositi".
Tra le news societarie, profit warning sono stati emessi dalle societa’ retail Pier 1 Imports e Stage Stores, la societa’ petrolifera Chevron offrira’ un aggiornamento infratrimestrale piu’ tardi in giornata. Il gruppo assicurativo AIG ha ottenuto un nuovo prestito dalla Federal Reserve per un ammontare di $37.8 miliardi in cash (oltre alle decine di miliardi gia' stanziati). Ricordiamo che da oggi non ha piu’ effetto il divieto di vendita allo scoperto dei titoli finanziari imposto dalla SEC alcune settimane fa.
Sugli altri mercati, e’ invariato il petrolio: i futures con consegna novembre sono in rialzo di 5 centesimi a $88.99 al barile. Sul valutario, l’euro recupera terreno nei confronti del dollaro a quota 1.3670. In calo l’oro a $888.50 l’oncia (-$18.00). Arretrano infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.772%.
 

 

 

WALL STREET: CRASH SENZA FINE S&P500 -42.0% IN 12 MESI

09 Ottobre 2008 22:06 NEW YORK - di WSI
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La cataratta dei sell si e' aperta nell'ultima mezz'ora, per le vendite forzate di hedge funds. Il Dow Jones in 7 giorni ha perso -17% (2300 punti). Preoccupazioni per la solvibilita' di GM (-31%). Finanziari ai minimi di 12 anni.
Settima seduta consecutiva in rosso per gli indici azionari. Anche oggi le vendite si sono intensificate nell'ultima ora di scambi, per un'ondata massiccia di sell scatenati da programmi computerizzati, dovuti a vendite forzate di hedge funds che devono rispondere alle "margin call". L'accelerazione e' dovuta alla necessita' di liquidare tutto quel che c'e' in portafoglio per far fronte ai riscatti dei clienti che escono dal mercato.
Ha contribuito al crollo di Wall Street anche il taglio del rating sul credito di General Motors che ha alimentato nuove tensioni sulla solvibilita’ del colosso auto e, anche in questo caso, forzato le vendite legate alle 'margin calls'.
Il Dow Jones, ad un certo punto della seduta in progresso di 150 punti, ha chiuso con una perdita del 7.33% a 8579 (sotto la soglia dei 9000 punti per la prima volta dal 2003), l’S&P500 ha ceduto il 7.62% a 909, il Nasdaq il 5.47% a 1645. Esattamente un anno fa sia il Dow Jones che l'S&P500 toccavano il massimo storico rispettivamente di 14164 punti e 1565 punti. Oggi i due indici sono in calo rispettivamente -39% e -42% dal top assoluto. Il Dow Jones ha perso 2300 punti in 7 giorni, equivalenti a -17% e -20 dall'inizio di ottobre (un intero "mercato Orso" in poche sedute).
L’accelerazione al ribasso dei listini nell’ultima ora di contrattazioni si e’ materializzata in parallelo alla decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di inserire in uno stato di "CreditWatch" con implicazioni negative il rating sul credito della societa’ automobilistica General Motors, il cui titolo ha archiviato la sessione con un crollo giornaliero del 31% ai minimi dal lontano 1950.
L’azione coordinata delle Banche Centrali sui tassi d’interesse non e’ stata sufficiente a bloccare l’ondata di vendite sull’azionario che sta continuando a spingere al ribasso i listini di tutto il mondo. Il piano di salvataggio da $700 miliardi ha fallito nel tentativo di distendere il clima in borsa, il Segretario al Tesoro Usa Paulson e’ intervenuto nuovamente affermando che il governo americano potrebbe iniziare a pompare nuovi investimenti nelle banche gia’ entro la fine del mese.
Gli strategist di Merrill Lynch ritengono che per riportare la stabilita’ sui mercati piu’ che manovre di politica monetaria siano necessarie nuove misure fiscali. "Il governo deve ricapitalizzare le banche ad un punto tale da non lasciare dubbi sull’affidabilita’ oppure offrire garanzie sulla responsabilita’ dei depositi".
La crisi non sta risparmiando alcun comparto, continuano a soffrire i titoli finanziari, accusano il colpo le societa’ di vendita al dettaglio, sempre piu’ difficile la situazione per i giganti dell’auto. Oltre a General Motors, a spingersi con forza al ribasso e' stata anche la rivale Ford (-20%).
Tra i titoli bancari, male Morgan Stanley, in ribasso del 25%; nel comparto assicurativo, tonfo di AIG (-25%) nonostante il nuovo prestito dalla Federal Reserve per un ammontare di $37.8 miliardi in cash (oltre alle decine di miliardi gia' stanziati). Alcuni analisti hanno giustificato il forte calo giornaliero di questi titoli con la rimozione del divieto di ‘vendita allo scoperto' imposto alcune settimane fa dalla SEC per evitare un ‘panic selling’ sui mercati.
Male le aziende del comparto retail a causa delle deludenti vendite comparate del mese di settembre, le peggiori dal 2001: lo spider settoriale RTH ha lasciato sul terreno il 5.20%. Tutti i componenti del Dow Jones hanno chiuso i rosso, persino IBM che in apertura si era spinto in forte rialzo ha girato in negativo, vittima del vortice delle vendite finali. A poco sono serviti i numeri incoraggianti diffusi dall'azienda informatica che hanno segnalato un incremento del 20% dei profitti nell'ultimo trimestre.
Sul fronte macro, il mercato del lavoro ha segnalato un arresto del trend di crescita delle richieste di sussidio da parte dei disoccupati; nell’ultima settimana l’indicatore e’ risultato in calo, sostanzialmente in linea con le attese degli economisti. In rialzo, oltre le stime, le scorte di magazzino all’ingrosso.
Sugli altri mercati, in ribasso il petrolio, ai minimi di un anno: i futures con consegna novembre hanno ceduto $2.36 a $86.59 al barile. Sul valutario, in flessione l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3627. Vendite anche sull’oro. I futures con consegna dicembre sul metallo prezioso hanno ceduto $20.00 a $886.50 l’oncia. Negativi infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8340% dal 3.7130% di mercoledi’.
 
 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

09 Ottobre 2008 23:35 WASHINGTON
CRISI MUTUI: FMI, RECESSIONE VICINA; NUOVO CROLLO NY /ANSA
di ANSA
DOMANI BUSH PARLA SU ECONOMIA; VISCO,DECRETO ITALIA COMPLETO
(ANSA) - WASHINGTON, 9 OTT - Nuovo crollo a Wall Street che registra un pesante -7,33% dopo una giornata di passione dei mercati europei, mentre il Fondo Monetario e l`Unione Europea lanciano l`allarme: `l'economia mondiale e` ``sull'orlo della recessione``. L`Europa potrebbe scivolare in recessione-tecnica gia` a partire dal terzo trimestre 2008. Intanto il vice direttore della Banca d`Italia Ignazio Visco rivendica che `` il decreto salva-banche messo a punto dalle autorita` italiane ``e` uno dei pacchetti piu` completi. E' fra i piu` bilanciati ed efficaci``. Le previsioni del Fondo Monetario e di Bruxelles arrivano a poche ore dal G7, chiamato da piu` parti a cercare di mettere in piedi una risposta coordinata alla crisi finanziaria. E mentre negli Usa il Tesoro `valuta attentamente` l'iniezione diretta di capitali nelle banche che ne hanno bisogno, il presidente George W. Bush, che domani interverrà sull'economia anche in seguito al settimo giorno consecutivo di calo di Wall Street, annuncia che ricevera` i ministri delle Finanze dei Sette Grandi per analizzare e discutere le turbolenze in atto e cercare una soluzione. La pressione e l'attesa per la riunione di venerdi` sono elevati, ma - ammette il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn - trovare una soluzione coordinata non è facile, soprattutto in Europa. "La situazione e` seria ma possiamo risolverla se agiamo rapidamente in modo coordinato`` anche perche` ``siamo sull'orlo di una recessione globale - afferma Strauss-Kahn -. Molti paesi avanzati sono fermi a crescita zero``. L'aggravarsi della crisi finanziaria internazionale nelle ultime settimane potrebbe far scivolare Eurolandia in una fase di recessione tecnica a partire dal terzo trimestre di quest'anno. Per uscire dalla crisi in atto - spiega il direttore generale del Fmi - ``ci sono quattro condizioni: restituire fiducia ai mercati; azioni con obiettivi chiari da parte degli stati, che devono adottare piani organici; risolvere il problema degli asset in difficolta`; e soprattutto ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie. Se non si ricapitalizza non e` possibile uscire dalla crisi``. ``Nessun paese e` immune alla crisi: bisogna quindi andare al di la` del G7`` per affrontarla e mettere a punto una soluzione coordinata, ribadisce Strass-Kahn, evidenziando come ``in passato le consultazioni del G7 sono state molto utili. E' importante che, anche in questo caso, indichino una strada da seguire. Ma la crisi in atto coinvolge tutti i paesi: se i sette Grandi prendessero delle decisioni, lo farebbero lasciando fuori almeno 60 paesi. E in questa crisi non e` possibile farlo: tutti devono essere coinvolti nel processo decisionale``. L'Fmi - sottolinea il direttore generale - e` pronto ad andare incontro alle esigenze dei paesi membri che ne avranno bisogno per far fronte alla crisi finanziaria: l'istituto di Washington ha infatti riattivato la procedura per concedere prestiti d'urgenza, creata nel 1995. Il G7 si terra` a Washington domani 10 ottobre. Nel corso della riunione il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, in qualita` di presidente del Financial Stability Forum (Fsf), illustrera` i progressi finora compiuti nei primi dei 100 giorni per l'attuazione delle "raccomandazioni" fornite dallo stesso Fsf in aprile. E ``descrivera` - spiegano dal Tesoro americano - cosa in piu` dovrebbe essere fatto quest'anno e le linee d'azione per il 2009. A chiedere al G7 un'azione coordinata e` anche la Banca Mondiale, con il presidente Robert Zoellick che invita i Sette Grandi a non dimenticare i paesi poveri, al fine di evitare che da una crisi finanziaria si arrivi a dover affrontare una crisi umanitaria. Zoellick ha piu` volte manifestato il proprio dissenso nei confronti del G7 che - a suo avviso - non funziona e dovrebbe essere sostituito da uno 'steering group'. E la conferma della sua inadeguatezza sarebbe emersa proprio nel corso della crisi in atto che è stata una sorta di 'sveglia'' mostrando la necessità di una collaborazione di raggio piu` ampio, che dovrebbe comprendere anche Cina, India, Brasile, Sud Africa, Arabia Saudita e Russia. Proprio quest'ultima e` stata invitata a partecipare alla cena che seguira` la riunione in programma venerdi`. I ministri delle Finanze del G7 saranno ricevuti dal presidente Bush alla Casa Bianca sabato: al centro dell'incontro ci sarà l'attuale crisi in atto. Sabato avra` invece luogo il G20, i cui ministri hanno gia` incontrato i vertici del Financial Stability Forum. Il Tesoro americano si starebbe muovendo in linea con le raccomandazioni dell' Fmi: il segretario Henry Pualson sta ``valutando attentamente`` la possibilita1 di iniettare direttamente capitale nelle banche che ne hanno bisogno, sfruttando l'autorità concessagli dal piano salva- finanza approvato dal Congresso. In cambio della ricapitalizzazione, il Tesoro riceverebbe quote della banche per le quali e` scesa in soccorso. Il piano potrebbe essere gia` in atto entro la fine di ottobre. (ANSA).
 

 

09 Ottobre 2008 23:38 NEW YORK
GENERAL MOTORS AI MINIMI DI 58 ANNI, AUTO IN CRISI
di WSI
La chiusura a $4,76 (-31.11%) fa di GM una "penny stock", se non fosse che e' la piu' grande azienda manifatturiera al mondo, per dipendenti e fatturato. Un potente analista prevede per il mercato globale dell'auto un "vero e proprio collasso" nel 2009.
In seguito all’annuncio di un calo delle vendite sul territorio europeo e a un possibile downgrade da parte di S&P, il titolo del colosso dell’auto General Motors e’ scivolato ai minimi di quasi 60 anni. Era dal dicembre del 1950 che GM non trattava al di sotto della soglia dei $5.50. La chiusura a Wall Street, a $4,76 (-31.11%) fa di GM adesso una penny stock, se non fosse che si tratta della piu' grande azienda manifatturiera al mondo, per dipendenti e fatturato.
L’accelerazione al ribasso dei listini nell’ultima ora di contrattazioni si e’ materializzata in parallelo alla decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di inserire in uno stato di "CreditWatch" con implicazioni negative il rating sul credito di General Motors. Si aprono problemi gravi sulla solvibilita' finanziaria di GM, visto che il pagamento degli interessi sui 15 miliardi di debito adesso costera' molto di piu'. Citigroup mercoledi' ha tagliato il rating di GM e Ford a "sell". Un banchiere di Wall Street, che ha preferito rimanere nell’anonimato, ha attribuito il calo giornaliero anche all’eliminazione delle restrizioni nelle operazioni di ‘short selling’ imposte nei giorni scorsi dalla Sec per frenare il calo dei titoli maggiormente esposti alla crisi del credito. GM ci era entrata soprattutto per via del suo braccio finanziario che opera nel settore leasing a cui si deve la maggior parte del giro d'affari dell'azienda.
Un altro motivo del crollo di GM in borsa e' un influente analista di J.D. Power and Associates e Global Insight ha abbassato le aspettative per una ripresa e anzi ha lanciato una previsione che ha scosso il mercato dell'auto. "Mentre l'industria automobilistuca globale sta chiaramente facendo i conti con un rallentamento nel 2008, il mercato globale nel 2009 potrebbe trovarsi di fronte a un vero e proprio collasso" ha scritto in un comunicato Jeff Schuster, direttore esecutivo per il settore auto di J.D. Power.
J.D. Power ha tagliato le stime 2008 di vendite di auto negli Stati Uniti a 13.6 milioni e a 13.2 milioni di unita' nel 2009. Global Insight ha tagliato le stime 2008 mettendo in guardia sul fatto che una ripresa a livelli normali potrebbe non verificarsi prima del 2013.
Negli ultimi nove mesi le vendite di General Motors in Europa sono diminuite dall’1.9% a 1.6 milioni di veicoli, la quota di mercato ha registrato un tonfo dal 9.3% ad appena lo 0.2%. Le vendite complessive di autoveicoli General Motors sul mercato statunitense a settembre hanno registrato una contrazione del 15,8% a 284.300 unità. Le vendite di automobili in particolare sono scese del 9,8% a 118.440 unità. La quota di mercato appannaggio della casa di Detroit è pari al 27%.
Alla base del trend negativo, oltre alla minaccia dell’inflazione, c’e la crisi del credito, che sta deteriorando continuamente la fiducia dei consumatori. "Siamo di fronte a difficolta’ economiche senza precedenti a causa della crisi globale" ha affermato Carl-Peter Forster, presidente di GM Europe.
Lo scorso martedi’ l’azienda aveva annunciato un taglio della produzione in Europa proprio a causa dei timori sul rallentamento dell’economia, nonostante i (pochi) segnali incoraggianti che continuano a giungere dall’area orientale del continente. Nel secondo trimestre fiscale l’azienda aveva riportato una perdita di $15.5 miliardi ed annunciato nuovi piani strategici che prevedevano il taglio dei costi per circa $10 miliardi.