15 Ottobre 2008 10:46 BRUXELLES
CRISI MUTUI: BROWN, SERVE SUBITO
SUPERVISORE UNICO
di ANSA
-
(ANSA) - BRUXELLES, 15 OTT - "Dobbiamo riscrivere le regole
dei mercati, serve subito un supervisore unico che controlli
la situazione globale per evitare altre crisi". Lo ha detto
il premier britannico Gordon Brown, dopo aver incontrato il
presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. Per
Brown è necessario "un unico collegio di supervisori per
tutti, ora ne abbiamo troppi". (ANSA).
15 Ottobre 2008 12:40 ROMA
Bce: prima asta in dollari senza limiti
di ANSA
Assegnati 170,9 mld a 7 giorni, anche 100 mld a un giorno
(ANSA) - ROMA, 15 OTT - La Bce ha assegnato 170,9 miliardi
di dollari nella prima asta condotta per un ammontare
illimitato in dollari. All'operazione, a sette giorni e al
tasso fisso del 2,277%, hanno partecipato 86 banche. Sempre
oggi la Bce ha assegnato 100 mld di dollari in un'asta a un
giorno al tasso marginale dello 0,5%. Nell'ambito dello
sforzo congiunto delle banche centrali a sostegno del
sistema, a partire da oggi la Bce condurra' ogni mercoledi'
un'asta in dollari a 7 giorni.
CRISI MUTUI: UE, CON BUSH
PARLEREMO DI RISPOSTA GLOBALE
di ANSA
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(ANSA) - BRUXELLES, 15 OTT - Una risposta "globale" alla
crisi dei mercati finanziari, non solo nell'immediato, ma in
futuro, nel contesto dei piani, che entrambe le sponde
dell'atlantico stanno già mettendo in pratica. Sarà questo
il piatto forte dell'incontro questo sabato a Camp David del
presidente della Commissione Ue José Manuel Durao Barroso e
del presidente di turno dell'Ue Nicolas Sarkozy, su invito
del presidente usa George W. Bush. E' quanto ha riferito una
portavoce della Commissione Ue, la quale ha osservato che
Barroso "ha sottolineato più volte la necessità, data
l'origine della crisi, di rafforzare la cooperazione non
solo in ambito Ue, ma anche a livello globale". "Per questo
l'incontro di sabato rappresenta una occasione che
accogliamo con molto favore", ha commentato la
portavoce.(ANSA).
15 Ottobre 2008 13:48 ROMA
CRISI MUTUI:PAULSON, GRANDI ISTITUZIONI SONO SICURE E SOLIDE
di ANSA
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(ANSA) - ROMA, 15 OTT - "Le maggiori istituzioni finanziarie
sono sicure e solide". Lo ha detto il segretario al Tesoro
Usa, Henry Paulson, in una intervista rilasciata a un
emittente tv americana. Paulson ha anche assicurato che
porterà avanti il piano di acquisto di asset illiquidi e che
ha maggiore fiducia riguardo ai recenti provvedimenti
adottati, anche se ci vorrà un po' di tempo per uscire dalla
crisi. Tuttavia, ha concluso Paulson, ora le banche
riattiveranno il circuito del prestito alle imprese,
aiutando l'economia. (ANSA).
15 Ottobre 2008 15:34 PARIGI
CRISI MUTUI: WOERTH, RIUNIONE ANTI PARADISI FISCALI A PARIGI
di ANSA
-
(ANSA) - PARIGI, 15 OTT - Il ministro del Bilancio francese
Eric Woerth ha convocato assieme al collega tedesco Peer
Steinbruck i rappresentanti di una ventina di paesi a Parigi
per il 21 ottobre per rilanciare la lotta ai paradisi
fiscali. Il primo ministro Francois Fillon ha appena
criticato ieri davanti ai deputato l'esistenza dei paradisi
fiscali augurandosi che siano soppressi nel quadro della
rifondazione del sistema finanziario internazionale.
L'iniziativa congiunta franco-tedesca non rientra nel quadro
della presidenza in esercizio della Francia dell'Ue, ha
precisato il ministero del Bilancio. L'incontro è ora di
particolare attualità in quanto numerosi hedge fund sono
domiciliati in paradisi fiscali. Woerth aveva già annunciato
a settembre che intendeva organizzare una riunione con i
paesi membri dell'Ocse per 'rilanciare la guerra contro i
paradisi fiscali''.(ANSA).
15 Ottobre 2008 16:32 ROMA
Crisi mutui: banche depositano cifre record presso la Bce
di ANSA
Sono ancora molto caute nel prestarsi soldi fra loro
(ANSA) - ROMA, 15 OTT - Gli istituti di credito continuano a
depositare cifre record presso la Banca centrale europea.
Ieri hanno depositato 196,1 mld presso la overnight deposit
facility, che consente di depositare la liquidita' in
eccedenza a un giorno remunerandola soltanto al 3,25%, un
tasso inferiore a quelli di mercato. Le banche sono ancora
molto caute nel prestarsi soldi fra loro nonostante le
misure straordinarie varate per sbloccare il mercato
interbancario.
15 Ottobre 2008 17:21 ROMA
CRISI MUTUI:BCE APRE RUBINETTO CREDITO,CRESCE LISTA GARANZIE
di ANSA
-
(ANSA) - ROMA, 15 OTT - Il consiglio direttivo - si legge
nella nota, che fissa la fine del 2009 come termine per le
nuove misure - ha deciso di allargare la lista degli asset
che possono essere forniti dalle banche come 'collaterale'
agli strumenti di debito denominati non più solo in euro, ma
anche in dollari americani, sterline inglesi e in yen,
emessi in Eurolandia. Questi titoli saranno però soggetti a
un 'haircut' addizionale dell'8%: si tratta di uno 'scarto
di garanzia', un margine cioé da sottrarre al loro valore di
mercato nel calcolo del credito che la Bce può concedere.
Saranno inoltre inclusi i prestiti sindacati denominati in
euro e sottoposti alla legge inglese, i certificati di
deposito emessi da istituzioni creditizie e scambiati nei
mercati non regolamentati indicati dalla Bce nel suo sito
web (con scarto di garanzia del 5%), e il debito subordinato
quando protetto da "un'accettabile garanzia" (con scarto di
garanzia del 10% e ulteriore svalutazioni del 5% nel caso di
valutazione teorica del loro valore). La soglia minima dei
rating ritenuti accettabili dalla Bce scende da 'A-' a 'BBB-',
ad eccezione degli 'asset-backed securities'. Accanto
all'ampliamento delle garanzie la Bce ha anche deciso che
tutte le aste a scadenze lunghe, fino al marzo del 2009, si
svolgeranno a tasso fisso, e che le aste supplementari a tre
mesi in scadenza a febbraio e marzo 2009 saranno rinnovate e
che un'ulteriore asta di questo tipo si terrà a gennaio
2009. Stesso discorso per le aste a 6 mesi in scadenza a
gennaio, con un ulteriore collocamento con questa scadenza
in arrivo a novembre, dicembre, febbraio e marzo. Infine,
con riferimento al ricorso delle banche alla deposit
facility della Bce, che dà agli istituti di credito la
possibilità di depositare la liquidità in eccedenza a un
giorno remunerandola soltanto al 3,25%, l'Eurotower
"accetterà anche depositi a scadenza settimanale" che
dovrebbero garantire tassi più elevati. (ANSA).
15 Ottobre 2008 18:14 NEW
YORK
CRISI MUTUI:PAULSON E
BANCHIERI, RETROSCENA ULTIMATUM/ANSA
di ANSA
CEO WELLS FARGO PROTESTA; LEWIS (BOFA), NON PENSIAMO A BONUS
(di Alessandra Baldini) (ANSA) - NEW YORK, 15 OTT - "Se
blocchiamo l'accordo per i superbonus siamo fuori di testa":
così, in un teso scambio di battute tra banchieri, il Ceo di
Bank of America Kenneth Lewis ai colleghi riuniti nella
Conference Room del ministero del Tesoro. I media Usa hanno
alzato il sipario sul vertice in cui il segretario Henry
Paulson ha messo i 'signori del credito' davanti a un
ultimatum costringendoli ad accettare il piano salvabanche
che ha riscritto le regole del capitalismo. Il capo del
Tesoro aveva convocato i Ceo di Bank of America, JP Morgan
Chase, Citigroup, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Merrill
Lynch, Wells Fargo, State Street, Bank of New York Mellon
lunedì alle 15: ha distribuito a ognuno un documento di una
pagina che impegnava le rispettive banche a vendere al
governo azioni privilegiate. I nove avrebbero dovuto firmare
priuma di lasciare la stanza. "Non gli ha lasciato scelta",
ha detto al Times una persona informata dell'incontro:
'Tutti sapevano che c'era una sola risposta". Per arrivare
al si c'é però voluto un braccio di ferro: tra i Ceo seduti
attorno al tavolo in ordine alfabetico (diplomaticamente
utile: Richard Kovacevich di Wells Fargo e Vikram Pandit di
Citigroup fino a pochi giorni fa rivali per l'acquisto di
Wachovia non hanno dovuto sedersi fianco a fianco) molti
hanno obiettato all'appello al patriottismo fatto da Paulson.
Kovachevic aveva argomentato che la sua banca, a differenza
di quelle di New York, non si era messa nei guai con
investimenti in mutui 'tossici': non aveva dunque bisogno di
essere tratta in salvo. Il banchiere di San Francisco aveva
espresso riserve anche sui limiti imposti dal piano ai
compensi degli executive: nel suo caso è a rischio un
'paracadute calcolato in 43 milioni di dollari e 140 milioni
di dollari di azioni e stock options. Kovachevic non e'
stato il solo protestare: secondo il New York Times Jamie
Dimon di JP Morgan Chase è stato l'unico recettivo fin
dall'inizio. Lewis ha ricordato a Paulson che Bank of
America ha da poco rastrellato dieci miliardi di dollari, lo
stesso ha fatto John Mack di Morgan Stanley dopo l'accordo
da nove miliardi di dollari con i giapponesi di Mitsubishi.
Lewis ha ammonito i colleghi a non lasciarsi influenzare
dalle restrizioni sui compensi: "Se lasciamo che blocchi
l'accordo siamo fuori di testa". Altri Ceo hanno messo
Paulson sotto il torchio sui dettagli del piano. Lloyd
Blankfein di Goldman Sachs, Pandit di Citigroup e John Thain
di Merrill Lynch volevano sapere soprattutto quale margini
di indipendenza gli avrebbe lasciato l'iniezione di capitale
da parte del governo. A questo punto è entrato in gioco Ben
Bernanke: "Basta litigare". Evocando lo spettro della Grande
Depressione, il capo della Fed ha avvertito che banche e
economia avrebbero tratto benefici dal piano. Una volta che
il responsabile della Fed di New York Timothy Geithner è
entrato nei dettagli, i banchieri sono rimasti sospesi dalle
dimensioni dell'offerta da 125 miliardi di dollari. Hanno
calcolato rapidamente i vantaggi e contattato i rispettivi
board prima di restituire a Paulson il documento
firmato.(ANSA)
15 Ottobre 2008 20:00 NEW YORK
CRISI MUTUI: ANCORA TEMPESTA, VERSO G8 STRAORDINARIO /ANSA
di ANSA
SARKOZY, SUMMIT A NY; BERNANKE, LA RIPRESA NON SARA'
IMMEDIATA
(di Alessandra Baldini) (ANSA) - NEW YORK, 15 OTT - Di
fronte alla crisi finanziaria i leader del G8 riaffermano la
loro unità e annunciano l'intenzione di riunirsi "presto"
per adottare un'agenda di riforme. A Bruxelles il presidente
francese Nicolas Sarkozy, che ha anche la presidenza di
turno della Ue, propone un vertice "per riscrivere le
regole". Il summit, una nuova Bretton Woods per rifondare il
sistema finanziario nell'era della globalizzazione, dovrebbe
tenersi entro la fine dell'anno a New York, "dove - ha detto
Sarkozy - é cominciato tutto". Una dichiarazione congiunta
dei leader del G8, diffusa oggi dalla Casa Bianca, ha
ribadito oggi che i paesi membri "sono uniti nell'impegno di
far fronte alla nostra condivisa responsabilità per
risolvere la crisi, rafforzare le nostre istituzioni
finanziarie, restituire fiducia nel sistema finanziario".
All'indomani dell'annuncio del piano salvabanche, è ancora
tempesta sui mercati: in Europa e a New York le Borse sono
tornate in profondo rosso continuando a bruciare miliardi.
Negli Stati Uniti sono crollati i consumi: l'indice delle
vendite al dettaglio, sceso a settembre dell'1,2 per cento,
ha registrato la contrazione più marcata dall'agosto 2005
che sembra confermare lo scenario di recessione paventato
dalla responsabile della Fed di San Francisco Janet Yellen.
Il capo della Fed Ben Bernanke, parlando all'Economic Club
di New York, si è detto certo che l'economia "uscirà
rafforzata dalla crisi". Bernanke ha avvertito che ci vorrà
"tempo" per "scongelare i mercati" e che la ripresa "non
sarà immediata". E ha assicurato che la Fed continuerà a
lavorare aggressivamente per combattere la crisi suggerendo
la disponibilità a una nuova riduzione dei tassi. Ci sono
ancora ostacoli lungo la strada, ha ammesso alla Abc il capo
del Tesoro Henry Paulson, ma alla fine il sistema si
rimetterà in moto. Le grandi istituzioni "sono solide e
sicuré, ha detto l'ex executive di Goldman Sachs, ricordando
che "ci vorrà tempo di uscire dalla crisi". Per il
presidente George W. Bush, che sabato ospiterà Sarkozy e il
presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso a
Camp David e oggi ha illustrato ai membri del governo il
piano da 250 miliardi di dollari salva-banche, la ripresa ci
sarà, seppure "a lungo termine". Bush ha cercato di
assicurare le piccole banche, molte tuttora recalcitranti ad
accettare il piano, che lo stato sarà "un investitore
passivo" e che rappresentanti del governo "non siederanno
alle riunioni del board". Il piano "proteggerà, non
rimpiazzerà, la libera iniziativa", ha detto Bush. Al bando
nelle stanze dei bottoni di Washington la parola recessione,
pronunciata ieri dalla responsabile della della Fed di San
Francisco, una delle economiste più apprezzate e stimate
degli Stati Uniti, sposata con il premio Nobel per
l'Economia George Akelrof. Secondo la Yellen nel terzo
trimestre 2008 non vi è stata "alcuna crescita"
dell'economia americana, e per il quarto trimestre i dati
lasciano prevedere addirittura "una contrazione". (ANSA).
15 Ottobre 2008 20:57 MILANO
CRISI MUTUI:RECESSIONE SCUOTE BORSE,EUROPA PERDE 350MLD/ANSA
di ANSA
AFFONDA WALL STREET, PAURA PER ECONOMIA REALE; PRESTO
VERTICE G8
(di Paolo Algisi) (ANSA) - MILANO, 15 OTT - L'allarme
recessione stoppa il rimbalzo delle borse. L'euforia per i
provvedimenti dei governi mondiali è durata meno di due
giorni e oggi l'Orso è tornato a imperversare sui listini di
tutti i continenti. La paura per la crisi economica ha prima
zavorrato le borse asiatiche (con la sola Tokyo in rialzo) e
poi ha spazzato 353 miliardi di euro dai listini del Vecchio
Continente. Intanto a Wall Street, già negativa ieri, si
stanno volatilizzando (ora il Dow Jones cede il 6% e lo S&P
500 il 7,2%) i maxi-rialzi di lunedì. A spaventare gli
investitori è stato il dato proveniente dagli Stati Uniti
sulle vendite al dettaglio a settembre: l'indice ha
registrato un calo dell'1,2%, peggiore del -0,7% atteso.
Numeri così brutti non si vedevano dall'agosto 2005 e così
il pericolo recessione è tornato in primo piano. In Europa
il pessimismo è stato rinfocolato dai dati sui sussidi di
disoccupazione in Inghilterra, saliti di 31.800 unità a
939.000 mila, i massimi degli ultimi due anni. Cancellati in
un sol colpo dunque gli effetti positivi che le trimestrali
di Jp Morgan, Coca Cola e Intel, tutte con utili sopra le
attesa, avevano diffuso sul mercato. Lo stesso presidente
della Fed, Ben Bernanke, ha detto che, anche in caso di fine
della crisi finanziaria, la ripresa negli Usa non sarà
"immediata" mentre il Beige Book della Fed ha constata una
frenata dell'economia statunitense a settembre. "La tempesta
sui mercati finanziari pone una seria minaccia al benessere
di tutti i cittadini del mondo" aveva detto in mattinata il
presidente della Fed di San Francisco, Janet Yellen,
affermando che gli Usa già sono in una fase di recessione.
Intanto i leader del G8, in considerazione della profondità
della crisi, hanno promesso "presto" un incontro per
adottare riforme condivise. I mercati hanno così vissuto
oggi una nuova Caporetto. Mentre le misure per scongelare il
mercato del credito decise a Washington e Parigi hanno
continuato a produrre cauti effetti (l'Euribor a tre mesi è
sceso ancora fermandosi al 5,17%) ed è continuata
l'iniezione di liquidità da parte della Bce (che anche ha
allargato la varietà dei titoli accettati in garanzia per i
prestiti alle banche) l'attenzione degli investitori si è
spostata dalla finanza all'economia reale, la seconda grande
vittima della crisi scatenata dai mutui subprime. Ad essere
subissati dalle vendite sono stati i titoli delle materie
prime, i petroliferi, le costruzioni. E anche il calo del
prezzo delle commodities e del petrolio (oggi sceso sotto i
75 dollari al barile) viene letto come l'effetto del temuto
raffreddamento della domanda globale. Così, fin dalla
mattina in Asia, i giganti del settore sono stati
bersagliati dalle vendite. In Europa l'indice Dj Stoxx delle
materie prime ha perso il 15,5% con i tonfi di Anglo
American (-20,1%), Xtrata (-19,6%), Rio Tinto (-16,6%) e Bhp
(-15%). Negli Usa Exxon Mobil e Chevron perdono l'8,6% e il
7,7% mentre il gigante della grande distribuzione Wal-Mart
lascia sul terreno il 4,3%. Crolli in Europa si sono avuti
tra le costruzioni (-9,8% il Dj Stoxx di settore), gli
energetici (-7,9%), gli industriali (-9%), gli assicurativi
(-8,5%) e i tecnologici (-7,8%), tutti contagiati dalle
vendite e usciti più dalla seduta odierna malconci delle
banche (-6,3%). Ma anche la finanza continua a soffrire:
Deutsche Bank è crollata del 12,5%, Credit Agricole del 9,9%
e Credit Suisse dell'9,1%. Oltreoceano perdono diversi punti
percentuali Citigroup e Morgan Stanley: l'iniezione di
capitale decisa dal Tesoro sono "un passo nella giusta
direzione" ma non la "panacea" a ogni male, ha scritto Sal
Oppenheimer in una nota. Di seguito gli indici delle
principali Borse mondiali: - Tokyo +1,06% - Hong Kong -4,96%
- Shanghai -1,12% - Londra -7,16% - Parigi -6,82% -
Francoforte -6,49% - Madrid -5,06% - Milano -5,33% -
Amsterdam -7,56% - Stoccolma -5,71% - Zurigo -5,58% - New
York (Dow Jones) -6,03% (IN CORSO) (S&P 500) -7,21% (IN
CORSO) - Città del Messico -5,64% (IN CORSO) - San Paolo
-10,89% (IN CORSO).(ANSA).
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WALL STREET: DEPRESSA, ALTRO MAXI-CALO S&P -9%
15 Ottobre 2008 22:01 NEW YORK - di
WSI ______________________________________________
Vendite massicce nell'ultimo quarto
d'ora. Per far cassa, smobilizzano istituzionali e fondi.
Quadro dell'economia preoccupante. Vendite al dettaglio ai
minimi di tre anni. E la Fed dice: "Siamo in recessione".
Wall Street ha chiuso la sessione in forte calo, pressata
dagli ultimi deludenti dati macroeconomici e dalla crescente
convinzione che il piano di salvataggio delle banche non
sara’ sufficiente ad evitare una lunga recessione al Paese.
Il Dow Jones, in ribasso di oltre 700 punti, ha lasciato sul
terreno il 7.87% a 8577, l’S&P500 ha ceduto il 9.04% a 907,
il Nasdaq e’ arretrato dell'8.47% a 1628. Si tratta della
peggiore seduta dall'ottobre del 1987, l'indice industriale
e l'S&P500 hanno chiuso in positivo una sola volta questo
mese.
"Lo stato dell’economia sta pesando sul sentiment degli
operatori: ha dichiarato Lawrence Creatura, fund manager di
Clover Capital Management. "Fino ad oggi si e’ trattato di
un problema prettamente legato a Wall Street, ma sono
evidenti ora anche gli effetti su Main Street e dunque sul
resto delle famiglie americane".
Gli ultimi aggiornamenti macroeconomici non hanno fatto
altro che intensificare i timori su un inasprimento della
fase di rallentamento che sta interessando tutti i settori.
Le vendite al dettaglio sono risultate in ribasso dell’1.2%
(maggior calo degli ultimi tre anni), e’ crollata l’attivita’
manifatturiera nell’area di New York mentre l’inflazione "core"
ha accelerato al rialzo nell’ultimo mese. Tutti i dati hanno
deluso le attese degli economisti.
"Anche se il settore bancario tornera’ alla normalita’,
l’economia continua ad essere in difficolta’" afferma Doug
Roberts, chief investment strategist di Channel Capital
Research. "Siamo diretti verso un periodo non facile". Il
Beige Book, il rapporto della Federal Reserve sullo stato
dell’economia, ha delineato una fase di rallentamento negli
ultimi due mesi, particolarmente accentuata oltre cje nel
comparto bancario, anche nel resto dei settori non
finanziari.
Il presidente Bernanke, intervenuto all’Economci Club di New
York, mostrandosi fiducioso sulla stabilizzazione dei
mercati non si e’ risparmiato nel lanciare alcuni
avvertimenti sui lunghi tempi della ripresa; Janet Yellen,
presidente della Fed di San Francisco, ha invece parlato
chiaramente di recessione Usa, ipotizzando una crescita
nulla nel terzo trimestre e negativa per l'ultimo scorcio
dell'anno. Commenti negativi anche da parte dell’analista di
Openheimer Meredith Whitney secondo cui la soluzione del
governo "non e’ una panacea". L’analista ha scritto in una
nota che gli per Stati Unitti "ci vorranno ancora diversi
trimestri affinche’ si verifichi una stabilizzazione dei
fondamentali".
Gli investitori non hanno trovato alcun conforto nei
risultati trimestrali di alcune grosse aziende americane. JP
Morgan, Coca-Cola ed Intel hanno riportato tutte risultati
migliori delle attese, ma cio’ non e’ bastato ad arginare le
vendite. La banca newyorchese ha riportato un calo dell’85%
dei profitti, sufficiente a battere le stime, il gigante
delle bibite (unico titolo del Dow Jones a chiudere in
positivo) ha annunciato un incremento del 14% degli utili
(grazie alle attivita' non-americane), mentre il colosso dei
chip ha riportato un EPS di un centesimo superiore al
consensus.
Nell’hi-tech, Apple ed IBM non hanno capitalizzato dai
commenti positivi emessi dagli analisti di JP Morgan,
chiudendo anch’essi in rosso. Particolarmente debole il
titolo del produttore di computer Dell, danneggiato dai
commenti negati degli stessi analisti. In forte ribasso
(-14%) anche la societa’ leader nelle aste online eBay,
costretta ad incassare il downgrade di Merrill Lynch.
Ondata di vendite su tutti i titoli finanziari: Bank of
America ha ceduto il 10%, -12% per Citigroup, Morgan Stanley
e’ arretrato di oltre il 16%. Massicci Sell sui colossi
petroliferi Chevron e Exxon Mobil, indeboliti dal pesante
ribasso del petrolio, per la prima volta dall’agosto 2007
sotto la soglia dei $75 al barile. I futures con consegna
novembre hanno ceduto il 5.2% a $74.54 al barile.
Sugli altri mercati, sul valutario, in calo l’euro nei
confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi' a
New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3493. Poco
variato l’oro. I futures con consegna dicembre sul metallo
prezioso hanno ceduto $0.50 a $839.00 l’oncia. In rialzo
infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10
anni e’ sceso al 4.011% dal 4.023% di martedi'.
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