La Borsa di Tokyo aggiorna i massimi degli
ultimi 18 mesi
La Borsa di Tokyo ha chiuso anche oggi in rialzo. Il
Nikkei ha guadagnato lo 0,4% a 11.286,09 punti ed il
Topix lo 0,4% a 989,39 punti. I volumi di scambio sono
stati bassi a causa della giornata festiva in molti
paesi, tra cui gli USA. Toyota (JP3633400001) ha chiuso
in rialzo dell'1,5%. Le vendite del colosso
dell'automobile sono aumentate lo scorso mese negli USA
del 41%. I titoli degli altri esportatori hanno
beneficiato della debolezza dello yen. Canon
(JP3242800005) ha guadagnato lo 0,8% e Panasonic
(JP3866800000) lo 0,4%.
Dopo l'ottimo debutto di ieri Dai-ichi Life
(JP3476480003) ha guadagnato un ulteriore l'1,6%. La IPO
della seconda imprese giapponese delle assicurazioni
vita è stata per volume la più importante a livello
mondiale da più di due anni.
Tra i petroliferi Cosmo Oil (JP3298600002) ha guadagnato
il 3,1% e Inpex (JP3294430008) il 2,1%. Il prezzo del
petrolio ha chiuso ieri a New York in rialzo dell'1,3%.
Nel settore minerario Sumitomo Metal Mining
(JP3402600005) ha guadagnato l'1,1%, Mitsui Mining &
Smelting (JP3888400003) l'1,1% e Mitsubishi Materials
(JP3903000002) il 2,2%. Le quotazioni del rame sono
salite ieri ai più alti livelli degli ultimi 20 mesi.
I timori legati alla deflazione hanno pesato sui titoli
delle imprese che dipendono in particolar modo dalla
domanda domestica. Japan Tobacco (JP3726800000) ha perso
l'1,9% e East Japan Railway (JP3783600004) lo 0,6%.
Redazione Borsainside 09:32
02 Aprile 2010 09:39 NEW
YORK
OTTIMISMO TRA LE SOCIETA' USA CHE OPERANO IN CINA
di REUTERS
Il sentiment è tornato in linea di massima su livelli
pre-crisi, con il 5% solamente degli intervistati più
pessimista riguardo alle prospettive delle loro società
per il 2010 rispetto all'anno scorso. Certo, pesano
alcuni disagi...
La maggior parte delle società americane sta andando
bene in Cina ed è ottimista sulle prospettive nonostante
i disagi per le regole del Paese. Lo ha detto oggi la
Camera di commercio americana in Cina (AmCham China).
Il sentiment è tornato in linea di massima su livelli
pre-crisi, con il 5% solamente degli intervistati più
pessimista riguardo alle prospettive delle loro società
per il 2010 rispetto all'anno scorso.
Riferendosi a una prospettiva di cinque anni, il 91%
delle società sono ottimiste, secondo i dati del
Business Climate Survey effettuato dal gruppo per il
2010.
Ma John Watkins, presidente di AmCham China, dice che
alcuni trend contrari hanno un impatto significativo
sull'outlook positivo.
Per la prima volta nella storia del sondaggio,
l'interpretazione incoerente delle regole è diventata la
maggiore sfida per le società americane in Cina, spiega
Watkins nella prefazione.
Tra gli altri timori, politiche discriminanti a favore
dell'innovazione interna e regole che creano barriere a
settori che negli ultimi 30 anni erano stati sempre più
aperti.
"Queste politiche sembrano far diminuire la capacità
delle società straniere di accedere al mercato interno
cinese, proprio nel momento in cui la Cina passa
dall'essere un'economia prevalentemente esportatrice a
un'economia guidata dai consumi interni".
Watkins però precisa che l'AmCham China è cautamente
ottimista sul fatto che la Cina continuerà a perseguire
le riforme orientate al mercato che hanno spinto la sua
crescita economica.
02 Aprile 2010 10:03 NEW YORK
RALLY PETROLIO E METALLI: SCATTA L'ALLARME
di IL SOLE 24 ORE
Ieri i prezzi dell'oro nero del Nymex hanno toccato
punte superiori a 85 dollari al barile, il massimo
dall'ottobre del 2008. Mai così alti dall'estate 2008
anche i prezzi segnalati a Londra per rame, nickel e
platino. Ripresa economia a rischio?
«Un rialzo delle materie prime ucciderebbe in culla quel
poco di ripresa che comincia a vedersi. Rischiando di
accendere una pericolosa spirale inflazionistica».
L'allarme arriva dai comparti produttivi del sistema
Italia, alle prese con una difficile uscita dalla
recessione.
Tutta colpa del nuovo "cartello" del ferro siglato dai
big minerari mondiali con i grandi consumatori,
soprattutto le acciaierie asiatiche, che supera il
vecchio sistema degli accordi annuali sulla
determinazione del prezzo, aprendo alla speculazione
sulle fluttuazioni.
Al nuovo accordo si aggiunge poi «la pressione della
locomotiva cinese ormai uscita dalla crisi», spiega
Guidalberto Guidi, presidente di Anie, l'associazione di
Confindustria che raccoglie le imprese elettroniche ed
elettrotecniche. «Sono tornati a mangiarsi tutto quel
che viene prodotto nel mondo spingendo i prezzi di rame
e acciaio. Nel nostro comparto, ad esempio, stanno
rincarando anche i componenti di base».
Per alcuni è fisiologico. Nel corso del 2009 molti hanno
tagliato capacità produttiva. E insieme si sono ridotti
i prezzi su base annua: -3,7% l'acciaio, -19,5% il rame,
-22,8% lo zinco, -36,5% l'alluminio, -35,6 il nickel.
Con i primi refoli di ripresa la pressione sta
aumentando.
Ieri il petrolio Wti al Nymex ha toccato punte superiori
a 85 dollari al barile, il massimo dall'ottobre del
2008. Mai così alti dall'estate 2008 anche i prezzi
segnalati a Londra per rame (7.881 dollari per
tonnellata), nickel (25.475 dollari per tonnellata) e
platino (1.660 dollari per oncia).
«La richiesta di rincari da parte dei nostri fornitori è
ormai quotidiana e annulla quasi completamente il
vantaggio monetario sul dollaro – prosegue Guidi –
accendendo una potenziale rincorsa prezzi/tassi che non
possiamo certo permetterci».
Il baco del contagio è certamente la siderurgia, con
ricadute immediate sulla meccanica e sull'automotive. Ma
anche chi utilizza come materia prima il rottame (gran
parte dell'industria italiana), è investita
indirettamente dal rimbalzo, influenzando il prezzo dei
prodotti finiti.
«Abbiamo visto un forte rincaro del minerale ferroso
destinato alle acciaierie e anche delle lattine di
acciaio o alluminio da riciclare e fondere – spiega
Rosolino Redaelli, produttore di imballaggi di metallo e
presidente dell'Anfima, l'associazione di categoria – ed
è prevedibile che a valle rincarerà anche la banda
stagnata, cioè la latta per produrre barattoli,
scatolette e bombolette. C'è preoccupazione soprattutto
per gli effetti che potranno esserci sul confezionamento
di pelati e conserve, visto che si avvicina il periodo
del raccolto del pomodoro».
Secondo i produttori di imballaggi metallici, infatti,
con ogni probabilità saranno ritoccate le forniture di
latta e alluminio, che in genere hanno contratti di
lunga durata.
Anche la Federalimentare guidata da Giandomenico
Auricchio teme questo contagio, più che il rimbalzo
delle materie prime alimentari. «Il problema è
l'acciaio, ingrediente fondamentale nel nostro made in
Italy», ammette Auricchio. «I nostri processi di
lavorazione – aggiunge – rispondono a normative molto
restrittive proprio a tutela della sicurezza dei
consumatori. Dunque se non ci sarà un impatto diretto,
certamente i rincari peseranno lungo la filiera».
Preoccupato per l'infiammata dei prezzi è anche Paolo
Culicchi, presidente di Assocarta, un settore che valeva
circa 22mila addetti per 10,1 milioni di tonnellate di
produzione negli anni d'oro (oggi dopo la crisi che ha
chiuso 20 cartiere vale 20mila lavoratori e 8,4
tonnellate).
«Le materie prime fibrose (le cellulose) e le carte da
macero nel primo trimestre 2009 erano scese a prezzi
bassissimi», ragiona Culicchi. «Cinquecentosessanta
dollari a tonnellata per la fibra lunga e 460 per quella
corta».
I produttori sudamericani, tanta era la crisi, avevano
addirittura fermato gli stabilimenti. Oggi lo scenario è
diverso: la ripresa sta investendo il Far East
trascinandosi dietro la pressione sui prezzi.
«Nell'ultimo trimestre – prosegue il presidente di
Assocarta – c'è stato un aumento di 30
dollari/tonnellata. Siamo ormai a 880 per la fibra lunga
e 780 per quella corta».
Come uscirne? «Auspichiamo almeno una detassazione
sull'incremento di fatturato».
Meno lambita dal rimbalzo la filiera dell'edilizia.
Banalmente perché «il comparto resta immerso in una
crisi profonda, sia sul lato immobiliare che nelle
infrastrutture che negli appalti pubblici», commenta il
presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti.
«Già nel 2005 ci fu un'impennata dei prezzi del 108%
dopata proprio dalla rincorsa cinese. Ricordo che i
container pieni di acciaio venivano tenuti fermi nei
porti per far salire i prezzi. Il rischio vero,
piuttosto – conclude il leader dell'Ance – è di restare
in balia di congiunture internazionali volatili».
Crisi: Francia, 8 milioni
di poveri
venerdì, 2 aprile 2010 11:30 PARIGI
(ANSA) - PARIGI,2 APR - In Francia 8 milioni di persone,
il 13,4% della popolazione, vivono sotto la soglia di
poverta'. Lo dice uno studio dell'Insee. I piu' toccati
sono gli immigrati e le famiglie monoparentali.
Situazione difficile anche per i disoccupati e per i
lavoratori. Sta invece sempre meglio l'1% piu' ricco
della popolazione che negli ultimi anni, sempre secondo
lo studio Insee basato sui dati del 2007, ha beneficiato
di aumenti salariali nettamente superiori alle altre
categorie.
La Borsa di Shanghai chiude in leggero rialzo
Le borse della regione Asia-Pacifico aperte oggi hanno
chiuso in rialzo.
Lo Shanghai Composite ha guadagnato lo 0,3% a 3,157.96
punti. Durante l'intera settimana il listino cinese ha
guadagnato il 3,2%. I minerari hanno beneficiato
dell'aumento dei prezzi dei metalli. Jiangxi Copper
(CN0009070615) ha guadagnato il 2,8%, Zijin Mining
(CNE100000502) l'1,9% e Tongling Nonferrous Metals
(CNE000000529) il 3%. Il prezzo del rame è salito ieri a
Londra ai suoi più alti livelli degli ultimi 20 mesi, il
prezzo dell'oro ha guadagnato a New York l'1%. Baoshan
Iron & Steel (CNE0000015R4) ha chiuso in rialzo dello
0,6%. Il primo produttore cinese d'acciaio ha indicato
di attendersi per il primo trimestre 2010 un utile
significativamente superiore a quello del quarto
trimestre 2009.
I bancari hanno chiuso contrastati. Industrial and
Commercial Bank (CN000A0LB42) ha perso lo 0,2% e Bank of
China (CN000A0J3PX9) lo 0,5%. Shanghai Pudong
Development Bank (CN0009282731) ha guadagnato lo 0,3% e
Bank of Beijing (CNE100000734) lo 0,5%. Bank of
Communications (CN000A0ERWC7) è rimasto invariato.
Kweichow Moutai (CNE0000018R8) ha perso il 4,6%. L'utile
del primo produttore cinese di liquori è aumentato nel
2009 meno di quanto atteso dal mercato.
Tra gli altri listini della regione il Taiex a Taipei ha
guadagnato lo 0,2% e il Kospi a Seul lo 0,3%. Le borse
di Hong Kong, Sydney e Singapore sono rimaste ferme.
Redazione Borsainside 12:53
02 Aprile 2010 14:30 NEW YORK
L'AMERICA HA CREATO 162.000 POSTI DI LAVORO, LA
RECESSIONE E' FINITA
di WSI
La cura Obama funziona: e' il miglior risultato in tre
anni, l'economia a marzo ha generato lavoro rispetto
alle centinaia di migliaia di disoccupati ogni mese. Dai
tempi di Bush gli Stati Uniti hanno bruciato 8.2 milioni
di posti di lavoro.
Nel mese di marzo l'occupazione nel settore non agricolo
negli Stati Uniti e' aumentata di 162 mila unita’, con
il dato che si e' rivelato peggiore delle stime. Si
tratta del miglior risultato negli ultimi tre anni. Il
tasso di disoccupazione e' invece rimasto invariato al
9.7%.
I dati sono stati resi noti dal Dipartimento del Lavoro.
Le attese erano per la creazione di 184 mila posti. Il
dato di febbraio e' stato rivisto in meglio a -14.000
unita'.
Si tratta solo del secondo mese su 27 in cui le aziende
americane - piccole, medie e grandi - assumono. Va
ricordato che dall'inizio della recessione, a dicembre
2007, sono stati bruciati 8.2 milioni di posti: una
cifra impressionante. Solo un anno fa, i posti di lavoro
nel settore non agricolo stavano diminuendo ad un ritmo
di 700.000 per mese.
Le assunzioni hanno riguardato un po' tutti i settori,
senza distinzioni, con il 60% dei comparti che ha
registrato un incremento di posti di lavoro il mese
scorso.
"Ora come ora il mercato del lavoro sta migliorando", ha
dichiarato a Bloomberg Dean Maki, chief economist Usa di
Barclays Capital, prima della presentazione del report.
"Siamo convinti che il tasso di disoccupazione tendera'
a calare nel corso del resto dell'anno".
Gli stipendi medi per ora sono diminuiti di 2 centesimi,
pari ad un calo dello 0.1%, a $18.90. E' la prima volta
che registrano una flessione dal 2006, quando il governo
ha iniziato a raccogliere i dati.
La disoccupazione a lungo termine e' peggiorata. Delle
15 milioni di persone classificate ufficialmente senza
lavoro, una cifra record di 6.5 milioni, ovvero il 44.1%
del totale, e' stata esclusa dal mondo lavorativo per un
periodo superiore ai sei mesi.
Il tasso di disoccupazione alternativo U6, che include
nei calcoli anche i lavoratori scoraggiati e quelli che
sono costretti a lavorare part-time controvoglia, e'
salito al 16.9% dal 16.8%.
Dollaro corre dopo
occupati Usa
venerdì, 2 aprile 2010 15:27 NEW YORK
(ANSA) - ROMA, 2 APR - Dollaro in deciso rialzo dopo che
la creazione di posti di lavoro negli Usa ha deluso le
previsioni, attenuando l'ottimismo sulla ripresa. Nei
primi scambi americani il biglietto verde vale 94,17 yen
dopo aver toccato 94,38, massimo dall'agosto 2009. Il
dollaro guadagna terreno anche contro l'euro, a 1,3557
da 1,3589.
Crisi: Obama,
Sull'Occupazione Il Peggio Della Tempesta e' Passato
venerdì, 2 aprile 2010 - 18:40
(ASCA-AFP) - Charlotte (North Carolina), 2 apr -
L'aumento degli occupati negli Stati Uniti a marzo
mostra che ''il peggio della tempesta e' alle nostre
spalle''. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti
commentando i 182.000 nuovi posti di lavoro rilevati
oggi dal Dipartimento al Lavoro Usa. ''Quest'anno ho
spesso dovuto annunciare brutte notizie'' ha detto nel
corso di una visita ad un'industria del North Carolina
''Ma oggi e' giorno incoraggiante. Abbiamo saputo che in
questa fase l'economia ha prodotto un consistente numero
di posti di lavoro invece di continuare a perderli''.
Secondo Obama ''Stiamo iniziando a voltare l'angolo, il
peggio della tempesta e' alle nostre spalle''. Il
Presidente Usa ha voluto comunque ricordare che circa
otto milioni di americani hanno perso il lavoro negli
ultimi due anni, un numero che da' l'idea del
pesantissimo costo sociale della crisi. ''Abbiamo fatto
molta strada, ma ne abbiamo ancora da percorrere'' ha
detto
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