21 Febbraio 2009 12:54
Banche, Draghi: serve luce su poste dubbie,perdite
future
MILANO (Reuters) - Gli istituti di credito italiani
hanno retto finora relativamente bene alla crisi
internazionale. Ma inevitabilmente i morsi della
recessione europea, che crea rischi sia nell'attività
tradizionale che in quella nelle economie emergenti,
finiranno per avere impatti sui loro bilanci. Per questo
"si richiede alle banche di far piena luce sulle poste
problematiche presenti nei loro bilanci dall'inizio
della crisi" e di dare "una valutazione prospettica
realistica e severa delle perdite su crediti che
inevitabilmente si produrranno nei prossimi mesi",
osserva il governatore di Banca d'Italia, Mario Draghi,
nel suo discorso al convegno Aiaf, Assiom, Atic-Forex.
Una volta effettuata l'operazione-trasparenza, è in base
a questa analisi che gli istituti di credito devono
basare le loro politiche di bilancio e di remunerazione
degli azionisti, le decisioni di ricapitalizzazione e la
remunerazione del management. "Occorre provvedere
rafforzando i presidi prudenziali di fronte al
deteriorarsi della congiuntura", avverte il governatore,
creando al tempo stesso le condizioni per garantire i
flussi adeguati di credito. IPOTESI GARANZIA PUBBLICA SU
SENIOR TRANCHES NUOVI CREDITI Per l'Italia si potrebbe
considerare "l'emissione di garanzie pubbliche sulle
senior tranches di insiemi di nuovi crediti: trattenuta
sui propri bilanci una parte del rischio, le banche
potrebbero più agevolmente collocarli sul mercato",
ridando vita a un canale di finanziamento oggi
inaridito. Il rafforzamento patrimoniale delle banche,
fattore chiave per mantenere un'offerta adeguata di
credito preservando criteri sani e prudenti, deve essere
pragmatico: le banche devono adottare tutte le misure
necessarie e cogliere le opportunità. In quest'ottica,
per Draghi, non si esiti a usare i Tremonti bond,
freschi di approvazione Ue, se i fondi messi a
disposizione sono adeguati, le condizioni ragionevoli e
non ci sono ingerenze amministrative nelle scelte
imprenditoriali. Inoltre per Draghi è opportuno
riconsiderare il trattamento fiscale delle perdite su
crediti che in Italia "ha effetti prociclici" al
contrario di quanto avviene in altri paesi europei. "Prevediano
che (le perdite su crediti) cresceranno
considerevolmente nei prossimi mesi" ha aggiunto a
braccio il governatore nel corso del suo intervento.
Dall'inizio dell'instabilità finanziaria fino al terzo
trimestre del 2008, ha ricordato, i maggiori gruppi
bancari italiani hanno registrato svalutazioni connesse
con la crisi per circa 4,5 miliardi "un ammontare
significativo ma inferiore a quello delle principali
banche estere". Circa il 2008, i risultati netti, pur
riducendosi, sono rimasti comunque positivi e il
capitale nel complesso si è mantenuto sopra i minimi
regolamentari. Il problema maggiore, ha sottolineato, è
stato la carenza di liquidità. Da gennaio c'è stato
qualche segno del riavviarsi del mercato delle
obbligazioni "ma la ripresa è fragile, esposta a forti
incertezze".
21 Febbraio 2009 14:25
Fmi, Strauss-Kahn sostiene idea degli eurobond
ROMA (Reuters) - Il direttore generale del Fondo
monetario internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn,
ha detto oggi di sostenere l'idea di bond europei per
superare la crisi economica, che potrebbe aggravarsi nei
prossimi mesi. "Abbiamo un grande attore sulla scena che
è l'Unione europea e non c'è ragione per cui essa non
debba avere la propria via per finanziarsi. Emettere dei
bond è una buona idea", ha detto Strauss-Kahn in una
conferenza stampa a Roma. Il direttore dell'Fmi ha
aggiunto che se alla Ue fosse dato il potere di emettere
titoli, ci sarebbe anche bisogno di definire le risorse
necessarie per ripagarli. "Sostengo davvero questa
iniziativa", ha detto. "E' una questione che dipende
dalla Commissione europea e dalle autorità Ue, ma non
vedo ragioni per cui la Ue non possa farlo". Alla stessa
conferenza stampa, il ministro dell'Economia Giulio
Tremonti, rispondendo alla domanda se stia crescendo il
sostegno dei governi europei all'idea dell'eurobond, ha
risposto: "Onestamente, sì". Tremonti ha aggiunto che
per mettere fine alla crisi, diventa cruciale cancellare
e sostituire le regole di bilancio attuali, molte delle
quali sono "suicide... e potrebbero essere state scritte
da (Osama) bin Laden". Strauss-Kahn ha anche detto di
vedere "molti rischi di ribasso" nelle previsioni
dell'Fmi per il Pil dell'eurozona nel 2009, ora a -2%.
Nuovi rischi a breve termine legati alla crisi
potrebbero giungere dai paesi emergenti, ha avvertito il
direttore del Fmi, per il quale c'è la necessità al
riguardo di una stretta vigilanza nelle prossime
settimane.
21 Febbraio 2009 17:19
ROMA
Crisi: FMI,
ripresa nel 2010 ma solo 'ripulendo' banche
di ANSA
Strauss-Khan, anche a costo di sistema finanziario piu'
piccolo
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - Per FMI e BCE occorre
abbandonare ogni logica protezionistica e 'ripulire' il
sistema finanziario, anche a costo di renderlo 'piu'
piccolo'.Un passaggio necessario, sottolineano nel corso
della conferenza internazionale dell'Aspen sul
capitalismo sostenibile, se si vuole tornare a crescere
nel 2010. I piani di sostegno all'economia, spiega il
direttore generale del Fondo, Dominique Strauss-Kahn,
'risulteranno infatti inutili se non riusciamo a
'ripulire' le banche'. I modi per farlo possono essere
diversi, ha aggiunto, dalla creazione di una bad bank,
alla nazionalizzazione degli istituti. Uscire dalla
crisi e' possibile anche secondo Lorenzo Bini Smaghi,
consigliere della Bce, che pero' rileva come alcuni
ostacoli gia' si frappongano nel percorso verso la
ripresa. La strada da intraprendere per riportare
l'economia mondiale in carreggiata e' quella di
'invertire la tendenza alla competizione, cercando la
cooperazione', ha sottolineato. Ma persino oggi, di
fronte alle difficolta', alcuni governi fanno resistenza
alla necessita' di maggiore cooperazione e all'adozione
di regole internazionali, puntando ancora una volta su
politiche espansive e su un nuovo protezionismo. Errori
reiterati che rischiano 'di allungare i tempi della
crisi'. (ANSA).
21 Febbraio 2009 23:22 NEW YORK
Usa: Obama, deficit sara' dimezzato entro 2013
di ANSA
Risparmiando su guerra in Iraq e tassando i super-ricchi
(ANSA) - NEW YORK, 21 feb - Il presidente Barack Obama
si prefigge di dimezzare il colossale deficit americano
per la fine del suo mandato. E intende farlo con una
manovra economica che risparmia sulla guerra in Iraq e
aumenta le tasse ai super-ricchi.Lo indicano fonti
dell'amministrazione protette dall'anonimato.Obama
usera' la sua prima manovra economica,che verra'
presentata la prossima settimana,per abbassare il
deficit a 533 mld di dld o il 3% del pil entro la fine
del suo mandato,nel 2013. Il deficit ereditato da Obama
e' di 1.300 miliardi di dollari, pari al 9,2 per cento
del Pil. ''La maggior parte dei risparmi verra' dalla
fine della guerra in Iraq, dall'aumento delle tasse per
chi guadagna piu' di 250 mila dollari all'anno e da
risparmi ottenuti facendo lavorare il governo piu'
efficacemente ed eliminando programmi che non
funzionano'', ha detto la fonte dell'amministrazione.
Obama convochera' lunedi' alla Casa Bianca un vertice di
esperti per parlare del budget, illustrera' le sue
priorita' al Congresso in un discorso in prima serata
teletrasmesso alla Nazione. La presentazione del budget
per l'anno fiscale 2010 e' in programma giovedi'.
(ANSA).
22 Febbraio 2009 10:27
Leader europei cercano intesa a vertice Berlino prima di
G20
SINGAPORE (Reuters) - I leader europei si incontrano
oggi per trovare un'intesa su come affrontare la crisi
economica globale, mentre il presidente Usa Barack Obama
si appresta a svelare un ambizioso piano per ridurre
della metà l'esorbitante deficit entro il 2013. I
mercati finanziari hanno toccato nuovi minimi la scorsa
settimana nel timore che i governi debbano intervenire
per nazionalizzare le banche in difficoltà, di fronte ad
investitori che si rifugiano nell'oro e dei titoli del
debito pubblico Usa. Le potenze europee si riuniscono a
Berlino, decise a dare nuova linfa agli sforzi per
superare la crisi e a mostrare che sono capaci di una
risposta coordinata alle sfide di portata storica. I
leader sono sotto pressione per dare attuazione alle
promesse fatte al G20 di novembre a Washington, dove
hanno preparato un piano d'azione per combattere il
disordine finanziario e prevenire futuri crolli. Da
allora, la recessione in Europa e negli Usa non ha fatto
che aumentare, costringendo i governi a varare massicci
pacchetti di stimoli che hanno rinfocolato i timori di
protezionismo. Il cancelliere tedesco Angela Merkel
ospiterà i capi di governo delle principali economie
europee per un incontro che sarà focalizzato sulle
riforme finanziarie a lungo termine. Il vertice di
Berlino punta a costruire un consenso europeo prima del
G20 di Londra previsto per il 2 aprile. Negli Usa,
intanto, il presidente Barack Obama vuole ridurre il
deficit statale della metà entro il 2013, dopo il
recente grande aumento di spesa pubblica per
fronteggiare la crisi. Obama presenterà questo piano
domani alla Casa Bianca durante un vertice sulla
responsabilità fiscale e poi in settimana quando la sua
amministrazione varerà un documento di programmazione
economica sul bilancio dell'anno fiscale 2010.
22 Febbraio 2009 16:23
BERLINO
Crisi: Merkel,
sanzioni a chi non coopera
di ANSA
Ad attuare regole del sistema finanziario decise dai
governi
(ANSA) - BERLINO, 22 FEB - Saranno soggetti a sanzioni
coloro che non coopereranno ad attuare le misure decide
dai governi per combattere la crisi: cosi' la Merkel. Il
cancelliere tedesco al termine del vertice di Belino in
vista del G20 ha sottolineato che 'tutti i prodotti
finanziari e le agenzie di rating devono essere
sorvegliati'. Per il premier Gb Brown la priorita'
assoluta e' l'occupazione. Per il presidente francese
Sarkozy si tratta di 'misure credibili' e il 'G20 di
Londra sara' un successo'.
23 Febbraio 2009 08:24
NEW YORK
TESORO USA
POTREBBE ACQUISTARE FINO AL 40% CAPITALE CITIGROUP
di SOLE24ORE
Le autorità statunitensi stanno studiando la
nazionalizzazione parziale del colosso finanziario. Lo
rivela il Wsj nella sua edizione online.
Le autorità Usa stanno studiando la nazionalizzazione
parziale di Citigroup. Lo ha scritto il Wall Street
Journal nella sua edizione on-line, sostenendo che lo
Stato dovrebbe rilevare tra il 25 e il 40%
dell'istituto. «È possibile che le trattative falliscano
- scrive Wsj - ma il governo potrebbe trovarsi in mano
fino al 40% delle azioni ordinarie di Citigroup. I
dirigenti della banca sperano che la quota della quale
si approprierà lo stato sia attorno al 25%».
Le voci su una nazionalizzazione circolavano già la
scorsa settimana sia per Citigroup che per Bank of
America, entrambe già ricapitalizzate nei mesi scorsi
per circa 45 miliardi di dollari ciascuna. La scorsa
settimana le azioni di Citigroup hanno accusato un tonfo
del 41% e quelle di Bank of America del 31%. Wall Street
Journal ha interpellato il portavoce di Bank of America,
che ha dichiarato che l'istituto di Charlotte (Caroline
del Nord) non ha intavolato discussioni per un eventuale
ingresso nel capitale da parte del governo. «Non vediamo
alcuna ragione per tale operazione», ha detto il
portavoce di Bank of America al quotidiano. Secondo
l'autorevole giornale lo Stato potrebbe trasformare gran
parte delle azioni 'preferred', senza diritto di voto,
in azioni ordinarie. Tale prospettiva era già circolata
in Borsa nei giorni scorsi e aveva fatto precipitare le
quotazioni.
Wall Street Journal ha precisato che al momento le
discussioni stanno avvenendo tra i responsabili della
Fed e le altre autorità di regolamentazione. In un
secondo momento il progetto sarà poi presentato
all'amministrazione del presidente Barack Obama. Per
altro proprio venerdì scorso sia la Casa Bianca che il
Tesoro avevano sostenuto un sistema bancario privato.
«L'amministrazione continua a credere fermamente che un
sistema bancario privato rappresenti la soluzione per
sopravvivere», ha detto il presidente.
Uno 007 per controllare il piano di aiuti. Oggi il
presidente americano Barack Obama dovrebbe nominare Earl
Devaney a capo di una squadra di superispettori del
ministero dell'Interno con un compito ben preciso:
controllare che i finanziamenti federali decisi dal
piano di stimolo vengano regolarmente ed effettivamente
spesi, e che sia garantita la assoluta trasparenza di
ogni operazione. Devaney è un ex agente dei Servizi
Segreti e sarà il responsabile dell'organismo preposto
al controllo del corretto utilizzo del piano di stimolo
economico da 787 miliardi varato la settimana scorsa
dalla Casa Bianca. La decisione vuole essere una sorta
di replica alle critiche crescenti che gli arrivano dal
fronte repubblicano e che lo accusano di aver dato vita
a un piano che, anziché rilanciare l'economia, è
destinato al contrario a sprecare un fiume di denaro.
Come ispettore generale del ministero dell'Interno, Earl
Devaney è stato a capo di indagini che hanno portato a
scoprire diversi scandali. Fino al 1991 aveva lavorato
nel Secret Service.
La tassa di solidarietà per tagliare il deficit. Obama
dovrebbe formalizzare la nuova nomina nel corso di un
vertice sulla "Responsabilità fiscale" con Joe Biden,
membri del Congresso e altri gruppi. Nel vertice si
parlerà della proposta di Obama di introdurre una tassa
di solidarietà per i redditi superiori a 250mila dollari
annui per ridurre il deficit statale.
23 Febbraio 2009 08:25
Borsa Tokyo chiude in calo dello 0,5%, ritocca minimi 25
anni
TOKYO (Reuters) La borsa di Tokyo ha terminato in
ribasso dello 0,54%, depressa inizialmente dai timori di
possibili nazionalizzazioni delle banche americane anche
se le perdite iniziali sono state ridotte proprio
dall'indiscrezione stampa che Washington potrebbe
aumentare la propria partecipazione in Citigroup.
L'indice Nikkei ha perso 40,22 punti a 7.376,16,
scendendo al livello più basso dal 27 ottobre. Il Topix
ha lasciato sul campo lo 0,57% a 735,28 punti, toccando
un nuovo minimo record di 25 anni.
23 Febbraio 2009 08:53
Borse Asia Pacifico, indici rimbalzano dopo Wsj su
Citigroup
MILANO (Reuters) - Le borse asiatiche hanno rimbalzato e
le quotazioni dell'oro si sono indebolite stamani: gli
investitori sono stati incoraggiati a tornare sugli
asset rischiosi dopo le indiscrezioni stampa secondo le
quali lo stato americano potrebbe arrivare a detenere
fino al 40% di Citigroup e non procedere a una completa
nazionalizzazione. L'indice regionale MSCI che esclude
il Giappone ha rimbalzato dopo aver toccato un minimo
degli ultimi tre mesi e, intorno alle 8,30, guadagna
circa due punti percentuali sostenuto in particolare dai
tecnologici. In grande spolvero HONG KONG, anche se HSBC
resta indietro in vista dell'appuntamento con la
trimestrale. Bancari e tecnologici danno slancio a SEUL
e anche SINGAPORE mette a segno un rialzo di oltre un
punto percentuale. Produttori di memorie DRAM come
Powership balzano a TAIWAN sulle voci di un piano del
governo per il consolidamento del settore. In
controtendenza la borsa australiana, zavorrata da Rio
Tinto: il gigante dell'industria estrattiva ha sofferto
per l'indebolimento dei prezzi dei metalli e per i dubbi
sul deal Chinalco. Sul mercato valutario l'euro guadagna
l'1,4% contro dollaro e il biglietto verde cede lo 0,5%
nei confronti dello yen. L'oro sul mercato spot
ritraccia poco sotto i 985 dollari dopo aver toccato i
massimi dal marzo 2008 venerdì a 1.005,40 dollari.
23 Febbraio 2009 11:34
PARIGI
Bce: primi segni calo offerta credito in Eurolandia
di ANSA
Trichet, flessione legata a condizioni restrittive
finanziamento
(ANSA) - PARIGI, 23 FEB - Secondo Trichet la Bce ha
mostrato nel corso delle ultime settimane 'i primi segni
di una flessione dell'offerta di credito'. Il presidente
ha precisato che il calo era non solo legato alla
flessione della domanda, ma anche a condizioni di
finanziamento piu' restrittive. 'I flussi netti di
credito nella zona euro sono rimasti positivi, ma la
flessione e' legata al calo della domanda:le aziende
ritardano i loro investimenti e i consumatori rinviano
le richieste di prestiti'. Trichet ha sottolineato che
'vi sono pero' anche segni che indicano come il calo del
credito sia legato a fattori di offerta e a condizioni
di finanziamento piu' restrittive associato al fenomeno
del 'deleveraging' cioe' una riduzione del ricorso
all'indebitamento'. Una generalizzazione di questo
fenomeno attraverso il sistema potrebbe 'indebolire la
ragione di essere dell'intero sistema' ha avvertito il
presidente della Bce che ha poi ribadito la necessita'
che il sistema finanziario 'incoraggi la redditivita' a
medio e lungo termine'' ed eviti invece i comportamenti
che privilegiano il breve termine. 'E' ormai chiaro - ha
detto - che le promesse di guadagni importanti rapidi
sono state spesso legate a errate interpretazione dei
rischi'. Trichet ha anche insistito sulla necessita' di
dotare 'tutte le istituzioni finanziarie importanti'' e
in particolare gli hedge fund e le agenzie di rating, e
'i mercati importanti' come quello dei derivati di una
piu' rigorosa regolamentazione. E si e' detto a favore
di una Bce con maggiori responsabilita' nella
supervisione bancaria europea.(ANSA).
23 Febbraio 2009 12:45
PARIGI
Zona euro, Trichet:
sistema finanziario in grave tensione
PARIGI (Reuters) - Il sistema finanziario della zona
euro sta attraversando una fase di greve tensione e
nelle ultime settimane sono iniziati a diminuire i
flussi netti del credito. Lo dice il presidente della
Banca centrale europea Jean-Claude Trichet, secondo cui
il processo di riduzione del debito deve essere
monitorato con attenzione perché potrebbe mettere a
rischio l'industria bancaria nel suo complesso. "Come
quello delle altre economie industrializzate di tutto il
mondo, il sistema finanziario della zona euro è
sottoposto a grave tensione" spiega a una conferenza sul
tema della vigilanza. "Questo non fa più notizia, ma
quello che è diventato sempre più evidente con
l'intensificarsi della crisi da metà settembre dell'anno
scorso è che la tensioni del settore finanziario si
stanno trasferendo sull'economia reale". Le difficoltà
del settore finanziario stanno deprimendo la ripresa
economica e simultaneamente la recessione mette sotto
pressione il sistema finanziario. "Una situazione più
difficile da affrontare rispetto a quella di una crisi
ampiamente limitata al settore finanziario" osserva il
numero uno Bce. I flussi netti di credito in direzione
della zona euro sono rimasti positivi da un anno e mezzo
a questa parte, "ma nelle ultime settimane abbiamo visto
i primi segnali di riduzione dei flussi di credito". Il
fenomeno va messo in relazione alla tendenza da parte
delle imprese di posticipare gli investimenti e ridurre
la richiesta di finanziamenti. "Si vedono tuttavia
segnali che il calo nei flussi di credito rifletta anche
elementi dal lato dell'offerta e le più rigide
condizioni di finanziamento vadano associate al fenomeno
di 'deleveraging'" dice Trichet. "E' a questo proposito
che dobbiamo guardare con attenzione agli sviluppi: se
un simile comportamento diventasse diffuso all'insieme
del sistema bancario comprometterebbe la stessa ragion
d'essere del sistema nel suo insieme". Dal sistema
finanziario arrivano però anche alcuni segnali positivi,
"fra questi il mercato delle emissioni corporate in cui
il numero delle operazioni è rimasto significativo".
Trichet osserva tuttavia infine che il 'pricing' delle
transazioni è diventato difficile e gli elevati volumi
dovrebbero in parte compensare le difficoltà di
finanziamento incontrate dalle banche. "Non c'è dubbio
che la situazione nel settore finanziario e
nell'economia reale resta assai difficile" conclude.
23 Febbraio 2009 15:05
NEW YORK
CRISI BANCHE,
NUOVO INTERVENTO DEL GOVERNO
di WSI
Documento congiunto del Dipartimento del Tesoro, Fed,
FDIC. Il governo assicurera' che capitalizzazione,
liquidita' e solvibilita' degli istituti bancari siano
sufficienti per rilanciare la crescita economica. Il
nuovo programma...
Il governo garantira' che le banche abbiano il capitale
e la liquidita' sufficienti per offrire il credito
necessario a rilanciare la crescita economica.
"Per facilitare un recupero deciso e duraturo
dell'economia serve un sistema finanziario forte,
resiliente, pertanto il governo Usa si schiera
fermamente al fianco del sistema bancario durante questo
periodo di difficolta' finanziarie, per assicurare che
sia in grado di svolgere le sue funzioni creditizie
primarie verso aziende e famiglie", si legge nel
comunicato congiunto pubblicato da Dipartimento del
Tesoro Usa, FDIC (Federal Deposit Insurance
Corporation), Ufficio di Controllo Valutario, l'Ufficio
di Supervisione dei Risparmi e il Board della Federal
Reserve.
"Inoltre confermiamo il nostro impegno nel preservare la
solvibilita' degli istituti finanziari piu' importanti a
livello sistemico, affinche' siano in grado di
rispettare i loro impegni", prosegue il comunicato.
Il programma prevede che vengano valutate le necessita’
a livello di capitale dei principali istituti bancari
Usa a fronte delle sempre piu’ difficili condizioni
economiche.
"Se ci dovesse essere il bisogno di un’iniezione di
capitale ulteriore, faremo si che gli istituti abbiano
l’opportunita’ di rivolgersi in prima battuta ai
capitali privati. Altrimenti, l’ammontare di capitale
provvisorio necessario verra’ messo a disposizione dal
governo", dice la nota, precisando che questo non
implica che il cuscinetto di capitale verra’ mantenuto
per sempre.
"Al contrario, e’ pensato per offrire un cuscinetto
contro perdite future maggiori del previsto, dovessero
verificarsi a causa di condizioni economiche piu’
difficili, e per sostenere i prestiti alle persone".
Qualsiasi nuovo capitale sara’ messo a disposizione dal
governo in forma di azioni privilegiate convertibili
vincolanti, che verranno convertite in azioni comuni
solo se ce ne sara’ bisogno, nel tentativo di mantenere
le banche in una posizione liquida stabile e potra’
essere rititrato quando le condizioni finanziarie
saranno migliorate prima che la conversione diventi
obbligatoria.
"Siccome la nostra economia funziona meglio quando gli
istituti finanziari sono gestiti bene nel settore
privato - conclude il comunicato - il programma Capital
Assistance e' pensato per far si che le banche rimangano
in mani private".
23 Febbraio 2009 16:29
Usa, principali banche ben capitalizzate, sostegno da
autorità
WASHINGTON (Reuters) - Le principali banche Usa hanno
capitale in eccesso sufficiente da essere considerate
ben patrimonializzate ma il governo ha varato un
programma di sostegno per consentire che questi istituti
abbiano risorse adeguate per svolgere il ruolo critico
nel sistema finanziario su base costante. E' quanto si
legge in un comunicato emesso dal Tesoro, dalla Fed e da
altre authority bancarie e assicurative. Nel documento
il governo ribadisce che assicurerà che le banche
abbiano capitale e liquidità di cui hanno bisogno per
risollevare l'economia. Tuttavia l'invito è di
rivolgersi prima a istituti privati e solo in seconda
battuta al governo per raccogliere più capitale. Il 10
febbraio scorso è stato annunciato il 'Capital
Assistance Program' per assicurare che le banche sia
adeguatamente patrimonializzate, ricorda la nota. Il
programma partirà il 25 febbraio e i bisogni
patrimoniali delle banche saranno valutati in un
contesto economico più difficile. L'eventuale
partecipazione del governo al capitale delle banche sarà
sotto forma di azioni privilegiate convertibili che
saranno convertite in ordinarie solo se necessario a
preservare un'adeguata patrimonializzazione. Allo stesso
modo, qualora le condizioni economiche generali
migliorassero, le azioni privilegiate potrebbero essere
ritirate prima del termine per la conversione
obbligatoria.
23 Febbraio 2009 16:34
Borse Europa girano in rosso su auto e tech, bene Citi e
BofA
MILANO (Reuters) - E' una giornata fortemente
influenzata dalle notizie di oltreoceano quella che vede
le borse europee muoversi deboli al traino delle banche,
ma zavorrate dai tecnologici. Dopo una mattina
prevalentemente positiva, gli indici sono girati in
negativo sulle orme di Wall Street nonostante
l'ottimismo risvegliato nella notte dalla notizia del
Wall Street Journal sul possibile acquisto da parte del
governo americano di una quota del 40% in CITIGROUP.
L'indiscrezione stampa aveva alleviato i timori di una
completa nazionalizzazione che avevano fatto precipitare
venerdì scorso il titolo dell'istituto stesso e di BANK
OF AMERICA. Non riescono a mantenere l'indice positivo
neanche i guadagni consistenti di ROYAL BANK OF SCOTLAND
a +14% e NATIXIS a +9%, mentre sono i titoli auto e i
tecnologici a registrare le perdite più forti. Intorno
alle 16,20 il FTSEurofirst 300 cede lo 0,4% mentre, tra
i singoli listini, l'inglese Ftse 100 perde lo 0,45%, il
tedesco Dax l'1,3 e il francese Cac 40 lo 0,33%. Tra i
titoli in evidenza: * Protagoniste di oggi restano le
banche, con il titolo CITIGROUP quotato a Francoforte in
rialzo dell'11% - dopo essere salito in mattinata di
oltre il 21% -, mentre l'istituto vola a Wall Street di
oltre il 7,6%. Bene anche BANK OF AMERICA che sale a
Francoforte di oltre il 31% e a New York del 7,3%. *
Sempre sul fronte dei bancari RBS continua la sua corsa,
salendo nel pomeriggio di oltre il 14% sulle attese di
una ristrutturazione che comporterebbe la creazione di
una divisione dove far confluire gli attivi non
strategici. * Bene anche la francese NATIXIS che
guadagna oltre il 9% dopo l'annuncio del ministro
dell'economia francese Christine Lagarde di aiuti di
stato per altri 2,5-5 miliardi di euro ai suoi azionisti
di maggioranza Banque Populaire e Groupe Caisse d'Epargne.
* In controtendenza, non si placano le vendite su UBS
che continua a toccare minimi storici dalla sua
quotazione nella forma attuale. Il titolo cede oltre il
7,45% a 10,18 franchi svizzeri, colpito dall'assalto
alla segretezza delle banche svizzere lanciata dagli
Stati Uniti e minacciata questo fine settimana anche dai
leader del G20. * Non si allentano i timori per
l'esposizione di KBC in Europa dell'Est, spingendo il
titolo in caduta del 6,2%, mentre il pessimismo che
pervade il mercato non aiuta a dissipare le ombre. * Il
colosso chimico-farmaceutico belga SOLVAY cede oltre il
6%, scendendo ai minimi dall'ottobre 1997 sulla scia dei
risultati deludenti di giovedì scorso. * L'assicuratore
svizzero SWISS LIFE è in rialzo di oltre il 9%, con gli
investitori ancora in vena di premiare gli inaspettati
risultati di venerdì scorso che hanno alleviato le paure
su un possibile aumento di capitale. * ACCIONA svolta in
deciso ribasso, perdendo dopo l'apertura di Wall Street
oltre il 9% a 76,45 euro, dopo la conclusione
dell'accordo con ENEL per l'acquisizione per 11,1
miliardi della partecipazione del 25,01% posseduta in
Endesa, a sua volta in rialzo dello 0,25%. Sul sito
www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano
23 Febbraio 2009 17:47
WASHINGTON
Usa, Obama: da
mercoledì oltre 15 miliardi in aiuti agli Stati
WASHINGTON (Reuters) - Il presidente degli Stati Uniti
Barack Obama ha detto oggi che una parte del denaro del
pacchetto di stimolo, da 787 miliardi di dollari, nel
giro di due giorni, verrà destinato ai vari Stati del
Paese per aiutarli a pagare il programma sanitario
Medicaid. "Mercoledì prossimo la nostra amministrazione
inizierà a distribuire oltre 15 miliardi di dollari in
assistenza federale nell'ambito del piano di rilancio
per aiutarvi a pagare i costi del programma Medicaid",
ha spiegato Obama ai governatori dei vari Stati. Obama
ha detto anche che ha affidato al suo vice, Joe Biden,
il compito di monitorare l'attuazione del pacchetto di
stimolo, per garantire che il denaro venga erogato
rapidamente e speso in modo assennato. Il presidente
inoltre ha nominato Earl Devaney, che ha ricoperto a
lungo l'incarico di ispettore generale, a garante dei
fondi per assicurare che non si verifichino sprechi.
23 Febbraio 2009 17:59
Fiat, Moody's taglia rating a 'BA1', livello junk
NEW YORK (Reuters) - Moody's Investors Service comunica
di aver corretto al ribasso il giudizio sul merito di
credito di Fiat, portando la valutazione sul lungo
termine da 'Baa3' a 'Ba1' con un outlook negativo. A
conclusione del processo di revisione del rating
iniziato a metà gennaio, la valutazione sul breve
termine viene intanto declassata a "not prime" rispetto
al precedente "prime-3". "Il downgrade riflette il
significativo 'free cash flow' negativo dell'anno
fiscale 2008 che porta a un concreto deterioramento
della flessibilità finanziaria e un peggioramento del
debito netto industriale a 6,3 da 5,9 miliardi di euro"
spiega in una nota dell'agenzia Falk Frey, senior vice
president Moody's e analista responsabile per il settore
auto europeo. Per l'indebitamento del Lingotto si tratta
del primo livello corrispondente al cosiddetto 'junk'.
Sia per Fitch sia per Standard & Poor's l'emittente può
invece ancora sul livello più basso della categoria 'investment
grade' - quello di 'BBB-'. A fine gennaio entrambe le
agenzie hanno però posto il rating sotto osservazione
negativa. A parere di Moody's la situazione dei mercati
resterà difficile nel 2009, con un prevedibile marcato
calo dei volumi e limitate prospettive di significativa
ripresa nel 2010. Su questo sfondo, spiega ancora
l'agenzia, la redditività operativa e la generazione di
'cash flow' dovrebbero rimanere molto deboli nel breve
termine. I tempi del recupero dei parametri del credito
su valori 'investment grade' potrebbero di conseguenza
essere più lunghi di quanto coerente con il livello di
rating, senza ipotizzarne un peggioramento. "L'outlook
negativo anticipa inoltre una grave contrazione di
mercati chiave di Fiat e la sfida cui i vertici dovranno
far fronte per adattare adeguatamente la produzione alla
domanda ridotta. Secondo le stime Moody's la domanda di
auto e veicoli commerciali leggeri dovrebbe calare di
circa 20% nei primi tre mesi del 2009" conclude la nota.
Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in
italiano
|
WALL
STREET: I FUTURES
ACCELERANO, PIENO SUPPORTO DEL GOVERNO ALLE BANCHE
23 Febbraio 2009 14:59 NEW
YORK - di WSI ______________________________________________
Documento congiunto del
Dipartimento del Tesoro, della Fed, della FDIC e di
altri istituti per ripristinare la serenita' tra gli
investitori. Schizzano al rialzo i finanziari: Citi
+20%, BofA +15%.
A mezz’ora dall’apertura delle borse i contratti sugli
indici Usa sono in rialzo (vedi quotazioni a fondo
pagina) il che lascia prevedere un avvio di settimana
positivo per l’azionario. A determinare il tono positivo
in mattinata sono state le notizie secondo cui il
governo americano non effettuera’ la totale
nazionalizzazione delle banche in difficolta’ come
invece era stato lasciato intendere da alcuni esponenti
del Senato lo scorso venerdi’.
I futures hanno accelerato al rialzo negli ultimi minuti
subito dopo la diffusione di un comunicato congiunto da
parte del Dipartimento del Tesoro, Del Board della
Federal Reserve, della FDIC (Federal Deposit Insurance
Corporation), dell’Ufficio di Controllo Valutario e
dell'Office of Thrift Supervision, in cui si legge il
pieno supporto al sistema bancario per garantirne le
funzione principali. Il governo assicurera’ che le
banhce avranno capitale e liquidita’ sufficienti a
fornire i prestiti necessari per ripristinare la
crescita economica.
Da quanto si legge da un articolo apparso in mattinata
sul Wall Street Journal, Washington rilevera’ una quota
compresa tra il 25% e il 40% di Citigroup (che non
verra’ dunque interamente nazionalizzata); Kenneth
Lewis, CEO di Bank of America, ha invece diffuso una
nota ai dipendenti, durante il weekend, che ha placato i
timori di un intervento significativo del governo sulla
banca.
In Europa, Royal Bank of Scotland ha annunciato la
separazione, un po’ nello stile di Citigroup, in due
divisioni, una delle quali sara’ esclusivamente formata
dagli asset che saranno venduti, mentre in Giappone il
gruppo SFCG ha ceduto alla crisi dichiarando bancarotta.
Per Marc Pado, strategist di Cantor Fitzgerald, il
problema resta nel settore finanziario, mentre in tutti
gli altri comparti la situazione appare "meno disastrata
di quanto temono in molti".
Sugli altri mercati, nel comparto energetico avanza il
greggio. I futures con consegna aprile segnano un rialzo
di $0.13 a $40.16 al barile. Sul valutario, in ribasso
l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.2810. Scende
l’oro a $988.30 l’oncia (-$13.90). Arretrano i Titoli di
Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e'
salito al 2.85%.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 e’ in rialzo di 8.50 punti (+1.10%) a
778.00.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 segna +11.25 punti
(+0.96%) a 1183.00.
Il contratto sull'indice Dow Jones guadagna 66 punti
(+0.90%) a 7418.00
WALL
STREET: IN RIALZO,
GUIDANO I FINANZIARI
23 Febbraio 2009 15:35 NEW
YORK - di WSI ______________________________________________
Settore bancario in
progresso, spinto dalle ultime mosse del governo. Nuovo
tentativo di Washington per riportare la serenita' tra
gli operatori. Bene Citi e BofA. Ritraccia l'oro, giu' i
bond.
Avvio di settimana in rialzo per gli indici americani. A
determinare il tono positivo in mattinata sono state le
notizie secondo cui il governo americano non effettuera’
la totale nazionalizzazione delle banche in difficolta’
come invece era stato lasciato intendere da alcuni
esponenti del Senato lo scorso venerdi’, ma potrebbe
comunque rilevare alcune quote degli istituti.
A portare una ventata di ottimismo e’ stato anche il
documento congiunto del Dipartimento del Tesoro, del
Board della Federal Reserve, della FDIC (Federal Deposit
Insurance Corporation), e di altri istituti di controllo
(Office of the Comptroller of the Currency e Office of
Thrift Supervision), in cui si legge il pieno supporto
al sistema bancario per garantirne le funzione
principali. Il governo assicurera’ che le banche avranno
capitale e liquidita’ sufficienti a fornire i prestiti
necessari per ripristinare la crescita economica.
Da quanto si legge da un articolo apparso in mattinata
sul Wall Street Journal, Washington rilevera’ una quota
compresa tra il 25% e il 40% di Citigroup (che non
verra’ dunque interamente nazionalizzata); Kenneth
Lewis, CEO di Bank of America, ha invece diffuso una
nota ai dipendenti, durante il weekend, che ha placato i
timori di un intervento significativo del governo sulla
banca. Nei minuti iniziali i due titoli avanzano
rispettivamente del 15% e del 10%.
In Europa, Royal Bank of Scotland ha annunciato la
separazione, un po’ nello stile di Citigroup, in due
divisioni, una delle quali sara’ esclusivamente formata
dagli asset che saranno venduti, mentre in Giappone il
gruppo SFCG ha ceduto alla crisi dichiarando bancarotta.
Per Marc Pado, strategist di Cantor Fitzgerald, il
problema resta nel settore finanziario, mentre in tutti
gli altri comparti la situazione appare "meno disastrata
di quanto temono in molti".
Sugli altri mercati, nel comparto energetico avanza il
greggio. I futures con consegna aprile segnano un rialzo
di $0.90 a $40.93 al barile. Sul valutario, in ribasso
l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.27820. Scende
l’oro a $984.00 l’oncia (-$18.20). Arretrano i Titoli di
Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e'
salito al 2.839%.
WALL
STREET: INVERTE ROTTA,
DOW AI MINIMI DI 11 ANNI
23 Febbraio 2009 19:40 NEW
YORK - di WSI ______________________________________________
Rompe i supporti anche
l'S&P500. Il sell-off sulle azioni hi-tech cancella i
rialzi iniziali innescati dal rally dei finanziari.
Pesanti Hewlett-Packard, Apple e Google; giu' anche i
titoli industriali. Non bastano le ultime mosse del
governo.
Dopo essere partiti al rialzo, sulle notizie di nuovi
interventi del governo a supporto del settore bancario,
i listini americani hanno virato in rosso appesantiti
dal calo dei titoli tecnologici e del settore
industriale. Il Dow Jones e' scivolato ai minimi dal
1997, l'indice S&P500 ha rotto il supporto dei minimi
dello scorso 20 novembre. La banca Morgan Stanley ha
annunciato che il deterioramento economico erodera’ gli
utili delle aziede hi-tech sulla scia della ridotta
spesa capitale.
Hewlett-Packard, Apple, Intel e Google segnano ribassi
superiori ai 3 punti percentuali; tra i componenti
dell'indice industriale male la conglomerata industriale
General Electric (-5%), il colosso dell'alluminio Alcoa
e il gigante dei macchinari per le costruzioni
Caterpillar.
"Gli investitori ancora non sono sicuri, sentono che
gran parte dei problemi sia ancora da risolvere" ha
affermato Mike Ryan, analista di UBS Financial Services.
"La principale preoccupazione resta incentrata sulla
durata della recessione".
A guidare al rialzo il mercato nei minuti iniziali di
contrattazione erano state le notizie secondo cui il
governo americano non effettuera’ la totale
nazionalizzazione delle banche in difficolta’ come
invece era stato lasciato intendere da alcuni esponenti
del Senato lo scorso venerdi’, ma potrebbe comunque
rilevare alcune quote degli istituti.
A portare una ventata di ottimismo era stato anche il
documento congiunto del Dipartimento del Tesoro, del
Board della Federal Reserve, della FDIC (Federal Deposit
Insurance Corporation), e di altri istituti di controllo
(Office of the Comptroller of the Currency e Office of
Thrift Supervision), in cui si legge il pieno supporto
al sistema bancario per garantirne le funzione
principali. Il governo assicurera’ che le banche avranno
capitale e liquidita’ sufficienti a fornire i prestiti
necessari per ripristinare la crescita economica.
Da quanto si apprende da un articolo apparso sul Wall
Street Journal, Washington rilevera’ una quota compresa
tra il 25% e il 40% di Citigroup (che non verra’ dunque
interamente nazionalizzata); Kenneth Lewis, CEO di Bank
of America, ha invece diffuso una nota ai dipendenti,
durante il weekend, che ha placato i timori di un
intervento significativo del governo sulla banca. Al
momento i due titoli avanzano rispettivamente dell'8% e
del 5%.
Tra gli altri titoli, tonfo del gruppo assicurativo
Humana (-23%) che accusa la nuova proposta del governo
per un aumento dei costi per le societa' che
sovvenzionano la copertura di assistenza sanitaria degli
anziani. Nel comparto automobilistico, Ford ha trovato
un accordo con i sindacati sul nuovo contratto di lavoro
collettivo. Il titolo sale del 10% circa, General Motors
guadagna il 4.5%.
WALL
STREET: WALL ST: RITORNO
AL '97
23 Febbraio 2009 22:05 NEW
YORK - di WSI ______________________________________________
Le nuove mosse del governo
sul settore bancario non bastano, c'e' paura tra gli
investitori. Dow Jones e S&P500 ai minimi di oltre 11
anni. Sell-off su titoli hi-tech ed industriali.
Resistono Citi e BofA.
Dopo essere partiti al rialzo, sulle notizie di nuovi
interventi del governo a supporto del settore bancario,
i listini americani hanno virato in rosso per poi
chiudere in netto ribasso, appesantiti dal calo dei
titoli tecnologici e del settore industriale. Il Dow
Jones e' scivolato ai peggiori livelli dal 1997, per
chiudere con una perdita giornaliera del 3.40% a 7115;
l'indice S&P500 ha rotto il supporto dei minimi dello
scorso 20 novembre ed e’ piombato al di sotto della
peggior livello di chiusura di 12 anni (dicembre '96),
lasciando sul terreno il 3.47% a 743. Infine il listino
tecnologico Nasdaq e’ arretrato del 3.71% a 1387.
La banca Morgan Stanley ha annunciato che il
deterioramento economico erodera’ gli utili delle aziede
hi-tech sulla scia della ridotta spesa capitale. Le
mosse della nuova amministrazione (programma di stimolo
economico e piano finanziario) non sono state in grado
di rassicurare gli investitori che continuano ad
evidenziare una sempre maggiore avversione al rischio,
preoccupati dalle condizioni e dalle prospettive
economiche.
Hewlett-Packard, Apple, Intel, Microsoft e Google hanno
segnato ribassi medi intorno ai 5 punti percentuali; tra
i componenti dell'indice industriale, pesanti vendite
sulla conglomerata industriale General Electric (-5.8%),
sul colosso dell'alluminio Alcoa e sul gigante dei
macchinari per le costruzioni Caterpillar.
"Il sentiment sul mercato resta debole e negativo" ha
affermato Fritz Meyer, senior market strategist di
Invesco Aim. "Gli investitori ancora non sono sicuri,
sentono che gran parte dei problemi sia ancora da
risolvere" ha aggiunto Mike Ryan, analista di UBS
Financial Services. "La principale preoccupazione resta
incentrata sulla durata della recessione".
A guidare al rialzo il mercato nei minuti iniziali erano
state le notizie secondo cui il governo americano non
effettuera’ la totale nazionalizzazione delle banche in
difficolta’ come invece era stato lasciato intendere da
alcuni esponenti del Senato la scorsa settimana, ma
potrebbe comunque rilevare alcune quote degli istituti.
Nei prossimi giorni saranno effettuati dei cosiddetti
"stress test" che valuteranno l’abilita’ degli istituti
finanziari a reggere ad un inasprimento della crisi in
atto.
Prima dell’apertura delle borse era stato diffuso un
documento congiunto del Dipartimento del Tesoro, del
Board della Federal Reserve, della FDIC (Federal Deposit
Insurance Corporation), e di altri istituti di controllo
(Office of the Comptroller of the Currency e Office of
Thrift Supervision), che ha confermato il pieno supporto
del governo al sistema bancario per garantirne le
principali funzione. Washington si impegnera’ pertanto a
far si’ che le banche avranno capitale e liquidita’
sufficienti a fornire i prestiti necessari per
ripristinare la crescita economica.
Tra i singoli titoli del comparto, bene Citigroup e Bank
of America, rimbalzati dopo le perdite dei giorni
scorsi. Citi ha guadagnato il 9.70% sulla notizia che il
governo americano rilevera’ una quota compresa tra il
25% e il 40% dell’istituto (che non verra’ dunque
interamente nazionalizzato); BofA e’ invece avanzato del
3.17% (con un picco intraday del 18%) dopo che il CEO
Kenneth Lewis, ha diffuso una nota che ha placato i
timori di un intervento significativo del governo sulla
banca.
Tra gli altri titoli, tonfo del gruppo assicurativo
Humana (-23%) che accusa la nuova proposta del governo
per un aumento dei costi per le societa' che
sovvenzionano la copertura dell'assistenza sanitaria
degli anziani. Nel comparto automobilistico, Ford ha
trovato un accordo con i sindacati sul nuovo contratto
di lavoro collettivo. Il titolo e' avanzato di quasi il
10%, General Motors ha guadagna l'1.13%.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico ha
continuato a cedere terreno il petrolio. I futures con
consegna aprile hanno ceduto $1.59 a $38.44 al barile.
Sul valutario, in ribasso l’euro nei confronti del
dollaro a quota 1.2967. Ha ritracciato dai recenti
massimo l'oro, sceso a quota $995 (-$7.20). In lieve
ribasso anche i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul
Treasury a 10 anni e' salito al 2.7770% dal 2.7720%.
|