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PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Lunedì 23 Febbraio 2009

PARTE  2

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21 Febbraio 2009 12:54
Banche, Draghi: serve luce su poste dubbie,perdite future
MILANO (Reuters) - Gli istituti di credito italiani hanno retto finora relativamente bene alla crisi internazionale. Ma inevitabilmente i morsi della recessione europea, che crea rischi sia nell'attività tradizionale che in quella nelle economie emergenti, finiranno per avere impatti sui loro bilanci. Per questo "si richiede alle banche di far piena luce sulle poste problematiche presenti nei loro bilanci dall'inizio della crisi" e di dare "una valutazione prospettica realistica e severa delle perdite su crediti che inevitabilmente si produrranno nei prossimi mesi", osserva il governatore di Banca d'Italia, Mario Draghi, nel suo discorso al convegno Aiaf, Assiom, Atic-Forex. Una volta effettuata l'operazione-trasparenza, è in base a questa analisi che gli istituti di credito devono basare le loro politiche di bilancio e di remunerazione degli azionisti, le decisioni di ricapitalizzazione e la remunerazione del management. "Occorre provvedere rafforzando i presidi prudenziali di fronte al deteriorarsi della congiuntura", avverte il governatore, creando al tempo stesso le condizioni per garantire i flussi adeguati di credito. IPOTESI GARANZIA PUBBLICA SU SENIOR TRANCHES NUOVI CREDITI Per l'Italia si potrebbe considerare "l'emissione di garanzie pubbliche sulle senior tranches di insiemi di nuovi crediti: trattenuta sui propri bilanci una parte del rischio, le banche potrebbero più agevolmente collocarli sul mercato", ridando vita a un canale di finanziamento oggi inaridito. Il rafforzamento patrimoniale delle banche, fattore chiave per mantenere un'offerta adeguata di credito preservando criteri sani e prudenti, deve essere pragmatico: le banche devono adottare tutte le misure necessarie e cogliere le opportunità. In quest'ottica, per Draghi, non si esiti a usare i Tremonti bond, freschi di approvazione Ue, se i fondi messi a disposizione sono adeguati, le condizioni ragionevoli e non ci sono ingerenze amministrative nelle scelte imprenditoriali. Inoltre per Draghi è opportuno riconsiderare il trattamento fiscale delle perdite su crediti che in Italia "ha effetti prociclici" al contrario di quanto avviene in altri paesi europei. "Prevediano che (le perdite su crediti) cresceranno considerevolmente nei prossimi mesi" ha aggiunto a braccio il governatore nel corso del suo intervento. Dall'inizio dell'instabilità finanziaria fino al terzo trimestre del 2008, ha ricordato, i maggiori gruppi bancari italiani hanno registrato svalutazioni connesse con la crisi per circa 4,5 miliardi "un ammontare significativo ma inferiore a quello delle principali banche estere". Circa il 2008, i risultati netti, pur riducendosi, sono rimasti comunque positivi e il capitale nel complesso si è mantenuto sopra i minimi regolamentari. Il problema maggiore, ha sottolineato, è stato la carenza di liquidità. Da gennaio c'è stato qualche segno del riavviarsi del mercato delle obbligazioni "ma la ripresa è fragile, esposta a forti incertezze".

 

 

21 Febbraio 2009 14:25
Fmi, Strauss-Kahn sostiene idea degli eurobond
ROMA (Reuters) - Il direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn, ha detto oggi di sostenere l'idea di bond europei per superare la crisi economica, che potrebbe aggravarsi nei prossimi mesi. "Abbiamo un grande attore sulla scena che è l'Unione europea e non c'è ragione per cui essa non debba avere la propria via per finanziarsi. Emettere dei bond è una buona idea", ha detto Strauss-Kahn in una conferenza stampa a Roma. Il direttore dell'Fmi ha aggiunto che se alla Ue fosse dato il potere di emettere titoli, ci sarebbe anche bisogno di definire le risorse necessarie per ripagarli. "Sostengo davvero questa iniziativa", ha detto. "E' una questione che dipende dalla Commissione europea e dalle autorità Ue, ma non vedo ragioni per cui la Ue non possa farlo". Alla stessa conferenza stampa, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, rispondendo alla domanda se stia crescendo il sostegno dei governi europei all'idea dell'eurobond, ha risposto: "Onestamente, sì". Tremonti ha aggiunto che per mettere fine alla crisi, diventa cruciale cancellare e sostituire le regole di bilancio attuali, molte delle quali sono "suicide... e potrebbero essere state scritte da (Osama) bin Laden". Strauss-Kahn ha anche detto di vedere "molti rischi di ribasso" nelle previsioni dell'Fmi per il Pil dell'eurozona nel 2009, ora a -2%. Nuovi rischi a breve termine legati alla crisi potrebbero giungere dai paesi emergenti, ha avvertito il direttore del Fmi, per il quale c'è la necessità al riguardo di una stretta vigilanza nelle prossime settimane.

 

 

21 Febbraio 2009 17:19 ROMA
Crisi: FMI, ripresa nel 2010 ma solo 'ripulendo' banche
di ANSA
Strauss-Khan, anche a costo di sistema finanziario piu' piccolo
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - Per FMI e BCE occorre abbandonare ogni logica protezionistica e 'ripulire' il sistema finanziario, anche a costo di renderlo 'piu' piccolo'.Un passaggio necessario, sottolineano nel corso della conferenza internazionale dell'Aspen sul capitalismo sostenibile, se si vuole tornare a crescere nel 2010. I piani di sostegno all'economia, spiega il direttore generale del Fondo, Dominique Strauss-Kahn, 'risulteranno infatti inutili se non riusciamo a 'ripulire' le banche'. I modi per farlo possono essere diversi, ha aggiunto, dalla creazione di una bad bank, alla nazionalizzazione degli istituti. Uscire dalla crisi e' possibile anche secondo Lorenzo Bini Smaghi, consigliere della Bce, che pero' rileva come alcuni ostacoli gia' si frappongano nel percorso verso la ripresa. La strada da intraprendere per riportare l'economia mondiale in carreggiata e' quella di 'invertire la tendenza alla competizione, cercando la cooperazione', ha sottolineato. Ma persino oggi, di fronte alle difficolta', alcuni governi fanno resistenza alla necessita' di maggiore cooperazione e all'adozione di regole internazionali, puntando ancora una volta su politiche espansive e su un nuovo protezionismo. Errori reiterati che rischiano 'di allungare i tempi della crisi'. (ANSA).

 

 

21 Febbraio 2009 23:22 NEW YORK
Usa: Obama, deficit sara' dimezzato entro 2013
di ANSA
Risparmiando su guerra in Iraq e tassando i super-ricchi
(ANSA) - NEW YORK, 21 feb - Il presidente Barack Obama si prefigge di dimezzare il colossale deficit americano per la fine del suo mandato. E intende farlo con una manovra economica che risparmia sulla guerra in Iraq e aumenta le tasse ai super-ricchi.Lo indicano fonti dell'amministrazione protette dall'anonimato.Obama usera' la sua prima manovra economica,che verra' presentata la prossima settimana,per abbassare il deficit a 533 mld di dld o il 3% del pil entro la fine del suo mandato,nel 2013. Il deficit ereditato da Obama e' di 1.300 miliardi di dollari, pari al 9,2 per cento del Pil. ''La maggior parte dei risparmi verra' dalla fine della guerra in Iraq, dall'aumento delle tasse per chi guadagna piu' di 250 mila dollari all'anno e da risparmi ottenuti facendo lavorare il governo piu' efficacemente ed eliminando programmi che non funzionano'', ha detto la fonte dell'amministrazione. Obama convochera' lunedi' alla Casa Bianca un vertice di esperti per parlare del budget, illustrera' le sue priorita' al Congresso in un discorso in prima serata teletrasmesso alla Nazione. La presentazione del budget per l'anno fiscale 2010 e' in programma giovedi'. (ANSA).

 

 

22 Febbraio 2009 10:27
Leader europei cercano intesa a vertice Berlino prima di G20
SINGAPORE (Reuters) - I leader europei si incontrano oggi per trovare un'intesa su come affrontare la crisi economica globale, mentre il presidente Usa Barack Obama si appresta a svelare un ambizioso piano per ridurre della metà l'esorbitante deficit entro il 2013. I mercati finanziari hanno toccato nuovi minimi la scorsa settimana nel timore che i governi debbano intervenire per nazionalizzare le banche in difficoltà, di fronte ad investitori che si rifugiano nell'oro e dei titoli del debito pubblico Usa. Le potenze europee si riuniscono a Berlino, decise a dare nuova linfa agli sforzi per superare la crisi e a mostrare che sono capaci di una risposta coordinata alle sfide di portata storica. I leader sono sotto pressione per dare attuazione alle promesse fatte al G20 di novembre a Washington, dove hanno preparato un piano d'azione per combattere il disordine finanziario e prevenire futuri crolli. Da allora, la recessione in Europa e negli Usa non ha fatto che aumentare, costringendo i governi a varare massicci pacchetti di stimoli che hanno rinfocolato i timori di protezionismo. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ospiterà i capi di governo delle principali economie europee per un incontro che sarà focalizzato sulle riforme finanziarie a lungo termine. Il vertice di Berlino punta a costruire un consenso europeo prima del G20 di Londra previsto per il 2 aprile. Negli Usa, intanto, il presidente Barack Obama vuole ridurre il deficit statale della metà entro il 2013, dopo il recente grande aumento di spesa pubblica per fronteggiare la crisi. Obama presenterà questo piano domani alla Casa Bianca durante un vertice sulla responsabilità fiscale e poi in settimana quando la sua amministrazione varerà un documento di programmazione economica sul bilancio dell'anno fiscale 2010.

 

 

22 Febbraio 2009 16:23 BERLINO
Crisi: Merkel, sanzioni a chi non coopera
di ANSA
Ad attuare regole del sistema finanziario decise dai governi
(ANSA) - BERLINO, 22 FEB - Saranno soggetti a sanzioni coloro che non coopereranno ad attuare le misure decide dai governi per combattere la crisi: cosi' la Merkel. Il cancelliere tedesco al termine del vertice di Belino in vista del G20 ha sottolineato che 'tutti i prodotti finanziari e le agenzie di rating devono essere sorvegliati'. Per il premier Gb Brown la priorita' assoluta e' l'occupazione. Per il presidente francese Sarkozy si tratta di 'misure credibili' e il 'G20 di Londra sara' un successo'.

 

 

23 Febbraio 2009 08:24 NEW YORK
TESORO USA POTREBBE ACQUISTARE FINO AL 40% CAPITALE CITIGROUP
di SOLE24ORE
Le autorità statunitensi stanno studiando la nazionalizzazione parziale del colosso finanziario. Lo rivela il Wsj nella sua edizione online.
Le autorità Usa stanno studiando la nazionalizzazione parziale di Citigroup. Lo ha scritto il Wall Street Journal nella sua edizione on-line, sostenendo che lo Stato dovrebbe rilevare tra il 25 e il 40% dell'istituto. «È possibile che le trattative falliscano - scrive Wsj - ma il governo potrebbe trovarsi in mano fino al 40% delle azioni ordinarie di Citigroup. I dirigenti della banca sperano che la quota della quale si approprierà lo stato sia attorno al 25%».
Le voci su una nazionalizzazione circolavano già la scorsa settimana sia per Citigroup che per Bank of America, entrambe già ricapitalizzate nei mesi scorsi per circa 45 miliardi di dollari ciascuna. La scorsa settimana le azioni di Citigroup hanno accusato un tonfo del 41% e quelle di Bank of America del 31%. Wall Street Journal ha interpellato il portavoce di Bank of America, che ha dichiarato che l'istituto di Charlotte (Caroline del Nord) non ha intavolato discussioni per un eventuale ingresso nel capitale da parte del governo. «Non vediamo alcuna ragione per tale operazione», ha detto il portavoce di Bank of America al quotidiano. Secondo l'autorevole giornale lo Stato potrebbe trasformare gran parte delle azioni 'preferred', senza diritto di voto, in azioni ordinarie. Tale prospettiva era già circolata in Borsa nei giorni scorsi e aveva fatto precipitare le quotazioni.
Wall Street Journal ha precisato che al momento le discussioni stanno avvenendo tra i responsabili della Fed e le altre autorità di regolamentazione. In un secondo momento il progetto sarà poi presentato all'amministrazione del presidente Barack Obama. Per altro proprio venerdì scorso sia la Casa Bianca che il Tesoro avevano sostenuto un sistema bancario privato. «L'amministrazione continua a credere fermamente che un sistema bancario privato rappresenti la soluzione per sopravvivere», ha detto il presidente.
Uno 007 per controllare il piano di aiuti. Oggi il presidente americano Barack Obama dovrebbe nominare Earl Devaney a capo di una squadra di superispettori del ministero dell'Interno con un compito ben preciso: controllare che i finanziamenti federali decisi dal piano di stimolo vengano regolarmente ed effettivamente spesi, e che sia garantita la assoluta trasparenza di ogni operazione. Devaney è un ex agente dei Servizi Segreti e sarà il responsabile dell'organismo preposto al controllo del corretto utilizzo del piano di stimolo economico da 787 miliardi varato la settimana scorsa dalla Casa Bianca. La decisione vuole essere una sorta di replica alle critiche crescenti che gli arrivano dal fronte repubblicano e che lo accusano di aver dato vita a un piano che, anziché rilanciare l'economia, è destinato al contrario a sprecare un fiume di denaro. Come ispettore generale del ministero dell'Interno, Earl Devaney è stato a capo di indagini che hanno portato a scoprire diversi scandali. Fino al 1991 aveva lavorato nel Secret Service.
La tassa di solidarietà per tagliare il deficit. Obama dovrebbe formalizzare la nuova nomina nel corso di un vertice sulla "Responsabilità fiscale" con Joe Biden, membri del Congresso e altri gruppi. Nel vertice si parlerà della proposta di Obama di introdurre una tassa di solidarietà per i redditi superiori a 250mila dollari annui per ridurre il deficit statale.

 

 

23 Febbraio 2009 08:25
Borsa Tokyo chiude in calo dello 0,5%, ritocca minimi 25 anni
TOKYO (Reuters) La borsa di Tokyo ha terminato in ribasso dello 0,54%, depressa inizialmente dai timori di possibili nazionalizzazioni delle banche americane anche se le perdite iniziali sono state ridotte proprio dall'indiscrezione stampa che Washington potrebbe aumentare la propria partecipazione in Citigroup. L'indice Nikkei ha perso 40,22 punti a 7.376,16, scendendo al livello più basso dal 27 ottobre. Il Topix ha lasciato sul campo lo 0,57% a 735,28 punti, toccando un nuovo minimo record di 25 anni.

 

 

23 Febbraio 2009 08:53
Borse Asia Pacifico, indici rimbalzano dopo Wsj su Citigroup
MILANO (Reuters) - Le borse asiatiche hanno rimbalzato e le quotazioni dell'oro si sono indebolite stamani: gli investitori sono stati incoraggiati a tornare sugli asset rischiosi dopo le indiscrezioni stampa secondo le quali lo stato americano potrebbe arrivare a detenere fino al 40% di Citigroup e non procedere a una completa nazionalizzazione. L'indice regionale MSCI che esclude il Giappone ha rimbalzato dopo aver toccato un minimo degli ultimi tre mesi e, intorno alle 8,30, guadagna circa due punti percentuali sostenuto in particolare dai tecnologici. In grande spolvero HONG KONG, anche se HSBC resta indietro in vista dell'appuntamento con la trimestrale. Bancari e tecnologici danno slancio a SEUL e anche SINGAPORE mette a segno un rialzo di oltre un punto percentuale. Produttori di memorie DRAM come Powership balzano a TAIWAN sulle voci di un piano del governo per il consolidamento del settore. In controtendenza la borsa australiana, zavorrata da Rio Tinto: il gigante dell'industria estrattiva ha sofferto per l'indebolimento dei prezzi dei metalli e per i dubbi sul deal Chinalco. Sul mercato valutario l'euro guadagna l'1,4% contro dollaro e il biglietto verde cede lo 0,5% nei confronti dello yen. L'oro sul mercato spot ritraccia poco sotto i 985 dollari dopo aver toccato i massimi dal marzo 2008 venerdì a 1.005,40 dollari.

 

 

23 Febbraio 2009 11:34 PARIGI
Bce: primi segni calo offerta credito in Eurolandia
di ANSA
Trichet, flessione legata a condizioni restrittive finanziamento
(ANSA) - PARIGI, 23 FEB - Secondo Trichet la Bce ha mostrato nel corso delle ultime settimane 'i primi segni di una flessione dell'offerta di credito'. Il presidente ha precisato che il calo era non solo legato alla flessione della domanda, ma anche a condizioni di finanziamento piu' restrittive. 'I flussi netti di credito nella zona euro sono rimasti positivi, ma la flessione e' legata al calo della domanda:le aziende ritardano i loro investimenti e i consumatori rinviano le richieste di prestiti'. Trichet ha sottolineato che 'vi sono pero' anche segni che indicano come il calo del credito sia legato a fattori di offerta e a condizioni di finanziamento piu' restrittive associato al fenomeno del 'deleveraging' cioe' una riduzione del ricorso all'indebitamento'. Una generalizzazione di questo fenomeno attraverso il sistema potrebbe 'indebolire la ragione di essere dell'intero sistema' ha avvertito il presidente della Bce che ha poi ribadito la necessita' che il sistema finanziario 'incoraggi la redditivita' a medio e lungo termine'' ed eviti invece i comportamenti che privilegiano il breve termine. 'E' ormai chiaro - ha detto - che le promesse di guadagni importanti rapidi sono state spesso legate a errate interpretazione dei rischi'. Trichet ha anche insistito sulla necessita' di dotare 'tutte le istituzioni finanziarie importanti'' e in particolare gli hedge fund e le agenzie di rating, e 'i mercati importanti' come quello dei derivati di una piu' rigorosa regolamentazione. E si e' detto a favore di una Bce con maggiori responsabilita' nella supervisione bancaria europea.(ANSA).

 

 

23 Febbraio 2009 12:45 PARIGI
Zona euro, Trichet: sistema finanziario in grave tensione
PARIGI (Reuters) - Il sistema finanziario della zona euro sta attraversando una fase di greve tensione e nelle ultime settimane sono iniziati a diminuire i flussi netti del credito. Lo dice il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet, secondo cui il processo di riduzione del debito deve essere monitorato con attenzione perché potrebbe mettere a rischio l'industria bancaria nel suo complesso. "Come quello delle altre economie industrializzate di tutto il mondo, il sistema finanziario della zona euro è sottoposto a grave tensione" spiega a una conferenza sul tema della vigilanza. "Questo non fa più notizia, ma quello che è diventato sempre più evidente con l'intensificarsi della crisi da metà settembre dell'anno scorso è che la tensioni del settore finanziario si stanno trasferendo sull'economia reale". Le difficoltà del settore finanziario stanno deprimendo la ripresa economica e simultaneamente la recessione mette sotto pressione il sistema finanziario. "Una situazione più difficile da affrontare rispetto a quella di una crisi ampiamente limitata al settore finanziario" osserva il numero uno Bce. I flussi netti di credito in direzione della zona euro sono rimasti positivi da un anno e mezzo a questa parte, "ma nelle ultime settimane abbiamo visto i primi segnali di riduzione dei flussi di credito". Il fenomeno va messo in relazione alla tendenza da parte delle imprese di posticipare gli investimenti e ridurre la richiesta di finanziamenti. "Si vedono tuttavia segnali che il calo nei flussi di credito rifletta anche elementi dal lato dell'offerta e le più rigide condizioni di finanziamento vadano associate al fenomeno di 'deleveraging'" dice Trichet. "E' a questo proposito che dobbiamo guardare con attenzione agli sviluppi: se un simile comportamento diventasse diffuso all'insieme del sistema bancario comprometterebbe la stessa ragion d'essere del sistema nel suo insieme". Dal sistema finanziario arrivano però anche alcuni segnali positivi, "fra questi il mercato delle emissioni corporate in cui il numero delle operazioni è rimasto significativo". Trichet osserva tuttavia infine che il 'pricing' delle transazioni è diventato difficile e gli elevati volumi dovrebbero in parte compensare le difficoltà di finanziamento incontrate dalle banche. "Non c'è dubbio che la situazione nel settore finanziario e nell'economia reale resta assai difficile" conclude.

 

 

23 Febbraio 2009 15:05 NEW YORK
CRISI BANCHE, NUOVO INTERVENTO DEL GOVERNO
di WSI
Documento congiunto del Dipartimento del Tesoro, Fed, FDIC. Il governo assicurera' che capitalizzazione, liquidita' e solvibilita' degli istituti bancari siano sufficienti per rilanciare la crescita economica. Il nuovo programma...
Il governo garantira' che le banche abbiano il capitale e la liquidita' sufficienti per offrire il credito necessario a rilanciare la crescita economica.
"Per facilitare un recupero deciso e duraturo dell'economia serve un sistema finanziario forte, resiliente, pertanto il governo Usa si schiera fermamente al fianco del sistema bancario durante questo periodo di difficolta' finanziarie, per assicurare che sia in grado di svolgere le sue funzioni creditizie primarie verso aziende e famiglie", si legge nel comunicato congiunto pubblicato da Dipartimento del Tesoro Usa, FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation), Ufficio di Controllo Valutario, l'Ufficio di Supervisione dei Risparmi e il Board della Federal Reserve.
"Inoltre confermiamo il nostro impegno nel preservare la solvibilita' degli istituti finanziari piu' importanti a livello sistemico, affinche' siano in grado di rispettare i loro impegni", prosegue il comunicato.
Il programma prevede che vengano valutate le necessita’ a livello di capitale dei principali istituti bancari Usa a fronte delle sempre piu’ difficili condizioni economiche.
"Se ci dovesse essere il bisogno di un’iniezione di capitale ulteriore, faremo si che gli istituti abbiano l’opportunita’ di rivolgersi in prima battuta ai capitali privati. Altrimenti, l’ammontare di capitale provvisorio necessario verra’ messo a disposizione dal governo", dice la nota, precisando che questo non implica che il cuscinetto di capitale verra’ mantenuto per sempre.
"Al contrario, e’ pensato per offrire un cuscinetto contro perdite future maggiori del previsto, dovessero verificarsi a causa di condizioni economiche piu’ difficili, e per sostenere i prestiti alle persone".
Qualsiasi nuovo capitale sara’ messo a disposizione dal governo in forma di azioni privilegiate convertibili vincolanti, che verranno convertite in azioni comuni solo se ce ne sara’ bisogno, nel tentativo di mantenere le banche in una posizione liquida stabile e potra’ essere rititrato quando le condizioni finanziarie saranno migliorate prima che la conversione diventi obbligatoria.
"Siccome la nostra economia funziona meglio quando gli istituti finanziari sono gestiti bene nel settore privato - conclude il comunicato - il programma Capital Assistance e' pensato per far si che le banche rimangano in mani private".

 

 

23 Febbraio 2009 16:29
Usa, principali banche ben capitalizzate, sostegno da autorità
WASHINGTON (Reuters) - Le principali banche Usa hanno capitale in eccesso sufficiente da essere considerate ben patrimonializzate ma il governo ha varato un programma di sostegno per consentire che questi istituti abbiano risorse adeguate per svolgere il ruolo critico nel sistema finanziario su base costante. E' quanto si legge in un comunicato emesso dal Tesoro, dalla Fed e da altre authority bancarie e assicurative. Nel documento il governo ribadisce che assicurerà che le banche abbiano capitale e liquidità di cui hanno bisogno per risollevare l'economia. Tuttavia l'invito è di rivolgersi prima a istituti privati e solo in seconda battuta al governo per raccogliere più capitale. Il 10 febbraio scorso è stato annunciato il 'Capital Assistance Program' per assicurare che le banche sia adeguatamente patrimonializzate, ricorda la nota. Il programma partirà il 25 febbraio e i bisogni patrimoniali delle banche saranno valutati in un contesto economico più difficile. L'eventuale partecipazione del governo al capitale delle banche sarà sotto forma di azioni privilegiate convertibili che saranno convertite in ordinarie solo se necessario a preservare un'adeguata patrimonializzazione. Allo stesso modo, qualora le condizioni economiche generali migliorassero, le azioni privilegiate potrebbero essere ritirate prima del termine per la conversione obbligatoria.

 

 

23 Febbraio 2009 16:34
Borse Europa girano in rosso su auto e tech, bene Citi e BofA
MILANO (Reuters) - E' una giornata fortemente influenzata dalle notizie di oltreoceano quella che vede le borse europee muoversi deboli al traino delle banche, ma zavorrate dai tecnologici. Dopo una mattina prevalentemente positiva, gli indici sono girati in negativo sulle orme di Wall Street nonostante l'ottimismo risvegliato nella notte dalla notizia del Wall Street Journal sul possibile acquisto da parte del governo americano di una quota del 40% in CITIGROUP. L'indiscrezione stampa aveva alleviato i timori di una completa nazionalizzazione che avevano fatto precipitare venerdì scorso il titolo dell'istituto stesso e di BANK OF AMERICA. Non riescono a mantenere l'indice positivo neanche i guadagni consistenti di ROYAL BANK OF SCOTLAND a +14% e NATIXIS a +9%, mentre sono i titoli auto e i tecnologici a registrare le perdite più forti. Intorno alle 16,20 il FTSEurofirst 300 cede lo 0,4% mentre, tra i singoli listini, l'inglese Ftse 100 perde lo 0,45%, il tedesco Dax l'1,3 e il francese Cac 40 lo 0,33%. Tra i titoli in evidenza: * Protagoniste di oggi restano le banche, con il titolo CITIGROUP quotato a Francoforte in rialzo dell'11% - dopo essere salito in mattinata di oltre il 21% -, mentre l'istituto vola a Wall Street di oltre il 7,6%. Bene anche BANK OF AMERICA che sale a Francoforte di oltre il 31% e a New York del 7,3%. * Sempre sul fronte dei bancari RBS continua la sua corsa, salendo nel pomeriggio di oltre il 14% sulle attese di una ristrutturazione che comporterebbe la creazione di una divisione dove far confluire gli attivi non strategici. * Bene anche la francese NATIXIS che guadagna oltre il 9% dopo l'annuncio del ministro dell'economia francese Christine Lagarde di aiuti di stato per altri 2,5-5 miliardi di euro ai suoi azionisti di maggioranza Banque Populaire e Groupe Caisse d'Epargne. * In controtendenza, non si placano le vendite su UBS che continua a toccare minimi storici dalla sua quotazione nella forma attuale. Il titolo cede oltre il 7,45% a 10,18 franchi svizzeri, colpito dall'assalto alla segretezza delle banche svizzere lanciata dagli Stati Uniti e minacciata questo fine settimana anche dai leader del G20. * Non si allentano i timori per l'esposizione di KBC in Europa dell'Est, spingendo il titolo in caduta del 6,2%, mentre il pessimismo che pervade il mercato non aiuta a dissipare le ombre. * Il colosso chimico-farmaceutico belga SOLVAY cede oltre il 6%, scendendo ai minimi dall'ottobre 1997 sulla scia dei risultati deludenti di giovedì scorso. * L'assicuratore svizzero SWISS LIFE è in rialzo di oltre il 9%, con gli investitori ancora in vena di premiare gli inaspettati risultati di venerdì scorso che hanno alleviato le paure su un possibile aumento di capitale. * ACCIONA svolta in deciso ribasso, perdendo dopo l'apertura di Wall Street oltre il 9% a 76,45 euro, dopo la conclusione dell'accordo con ENEL per l'acquisizione per 11,1 miliardi della partecipazione del 25,01% posseduta in Endesa, a sua volta in rialzo dello 0,25%. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano

 

 

23 Febbraio 2009 17:47 WASHINGTON
Usa, Obama: da mercoledì oltre 15 miliardi in aiuti agli Stati
WASHINGTON (Reuters) - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto oggi che una parte del denaro del pacchetto di stimolo, da 787 miliardi di dollari, nel giro di due giorni, verrà destinato ai vari Stati del Paese per aiutarli a pagare il programma sanitario Medicaid. "Mercoledì prossimo la nostra amministrazione inizierà a distribuire oltre 15 miliardi di dollari in assistenza federale nell'ambito del piano di rilancio per aiutarvi a pagare i costi del programma Medicaid", ha spiegato Obama ai governatori dei vari Stati. Obama ha detto anche che ha affidato al suo vice, Joe Biden, il compito di monitorare l'attuazione del pacchetto di stimolo, per garantire che il denaro venga erogato rapidamente e speso in modo assennato. Il presidente inoltre ha nominato Earl Devaney, che ha ricoperto a lungo l'incarico di ispettore generale, a garante dei fondi per assicurare che non si verifichino sprechi.

 

 

23 Febbraio 2009 17:59
Fiat, Moody's taglia rating a 'BA1', livello junk
NEW YORK (Reuters) - Moody's Investors Service comunica di aver corretto al ribasso il giudizio sul merito di credito di Fiat, portando la valutazione sul lungo termine da 'Baa3' a 'Ba1' con un outlook negativo. A conclusione del processo di revisione del rating iniziato a metà gennaio, la valutazione sul breve termine viene intanto declassata a "not prime" rispetto al precedente "prime-3". "Il downgrade riflette il significativo 'free cash flow' negativo dell'anno fiscale 2008 che porta a un concreto deterioramento della flessibilità finanziaria e un peggioramento del debito netto industriale a 6,3 da 5,9 miliardi di euro" spiega in una nota dell'agenzia Falk Frey, senior vice president Moody's e analista responsabile per il settore auto europeo. Per l'indebitamento del Lingotto si tratta del primo livello corrispondente al cosiddetto 'junk'. Sia per Fitch sia per Standard & Poor's l'emittente può invece ancora sul livello più basso della categoria 'investment grade' - quello di 'BBB-'. A fine gennaio entrambe le agenzie hanno però posto il rating sotto osservazione negativa. A parere di Moody's la situazione dei mercati resterà difficile nel 2009, con un prevedibile marcato calo dei volumi e limitate prospettive di significativa ripresa nel 2010. Su questo sfondo, spiega ancora l'agenzia, la redditività operativa e la generazione di 'cash flow' dovrebbero rimanere molto deboli nel breve termine. I tempi del recupero dei parametri del credito su valori 'investment grade' potrebbero di conseguenza essere più lunghi di quanto coerente con il livello di rating, senza ipotizzarne un peggioramento. "L'outlook negativo anticipa inoltre una grave contrazione di mercati chiave di Fiat e la sfida cui i vertici dovranno far fronte per adattare adeguatamente la produzione alla domanda ridotta. Secondo le stime Moody's la domanda di auto e veicoli commerciali leggeri dovrebbe calare di circa 20% nei primi tre mesi del 2009" conclude la nota. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano



 

 

 

 

WALL STREET: I FUTURES ACCELERANO, PIENO SUPPORTO DEL GOVERNO ALLE BANCHE

23 Febbraio 2009 14:59 NEW YORK - di WSI
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Documento congiunto del Dipartimento del Tesoro, della Fed, della FDIC e di altri istituti per ripristinare la serenita' tra gli investitori. Schizzano al rialzo i finanziari: Citi +20%, BofA +15%.
A mezz’ora dall’apertura delle borse i contratti sugli indici Usa sono in rialzo (vedi quotazioni a fondo pagina) il che lascia prevedere un avvio di settimana positivo per l’azionario. A determinare il tono positivo in mattinata sono state le notizie secondo cui il governo americano non effettuera’ la totale nazionalizzazione delle banche in difficolta’ come invece era stato lasciato intendere da alcuni esponenti del Senato lo scorso venerdi’.
I futures hanno accelerato al rialzo negli ultimi minuti subito dopo la diffusione di un comunicato congiunto da parte del Dipartimento del Tesoro, Del Board della Federal Reserve, della FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation), dell’Ufficio di Controllo Valutario e dell'Office of Thrift Supervision, in cui si legge il pieno supporto al sistema bancario per garantirne le funzione principali. Il governo assicurera’ che le banhce avranno capitale e liquidita’ sufficienti a fornire i prestiti necessari per ripristinare la crescita economica.
Da quanto si legge da un articolo apparso in mattinata sul Wall Street Journal, Washington rilevera’ una quota compresa tra il 25% e il 40% di Citigroup (che non verra’ dunque interamente nazionalizzata); Kenneth Lewis, CEO di Bank of America, ha invece diffuso una nota ai dipendenti, durante il weekend, che ha placato i timori di un intervento significativo del governo sulla banca.
In Europa, Royal Bank of Scotland ha annunciato la separazione, un po’ nello stile di Citigroup, in due divisioni, una delle quali sara’ esclusivamente formata dagli asset che saranno venduti, mentre in Giappone il gruppo SFCG ha ceduto alla crisi dichiarando bancarotta. Per Marc Pado, strategist di Cantor Fitzgerald, il problema resta nel settore finanziario, mentre in tutti gli altri comparti la situazione appare "meno disastrata di quanto temono in molti".
Sugli altri mercati, nel comparto energetico avanza il greggio. I futures con consegna aprile segnano un rialzo di $0.13 a $40.16 al barile. Sul valutario, in ribasso l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.2810. Scende l’oro a $988.30 l’oncia (-$13.90). Arretrano i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e' salito al 2.85%.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull'indice S&P500 e’ in rialzo di 8.50 punti (+1.10%) a 778.00.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 segna +11.25 punti (+0.96%) a 1183.00.
Il contratto sull'indice Dow Jones guadagna 66 punti (+0.90%) a 7418.00

 

 

WALL STREET: IN RIALZO, GUIDANO I FINANZIARI

23 Febbraio 2009 15:35 NEW YORK - di WSI
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Settore bancario in progresso, spinto dalle ultime mosse del governo. Nuovo tentativo di Washington per riportare la serenita' tra gli operatori. Bene Citi e BofA. Ritraccia l'oro, giu' i bond.
Avvio di settimana in rialzo per gli indici americani. A determinare il tono positivo in mattinata sono state le notizie secondo cui il governo americano non effettuera’ la totale nazionalizzazione delle banche in difficolta’ come invece era stato lasciato intendere da alcuni esponenti del Senato lo scorso venerdi’, ma potrebbe comunque rilevare alcune quote degli istituti.
A portare una ventata di ottimismo e’ stato anche il documento congiunto del Dipartimento del Tesoro, del Board della Federal Reserve, della FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation), e di altri istituti di controllo (Office of the Comptroller of the Currency e Office of Thrift Supervision), in cui si legge il pieno supporto al sistema bancario per garantirne le funzione principali. Il governo assicurera’ che le banche avranno capitale e liquidita’ sufficienti a fornire i prestiti necessari per ripristinare la crescita economica.
Da quanto si legge da un articolo apparso in mattinata sul Wall Street Journal, Washington rilevera’ una quota compresa tra il 25% e il 40% di Citigroup (che non verra’ dunque interamente nazionalizzata); Kenneth Lewis, CEO di Bank of America, ha invece diffuso una nota ai dipendenti, durante il weekend, che ha placato i timori di un intervento significativo del governo sulla banca. Nei minuti iniziali i due titoli avanzano rispettivamente del 15% e del 10%.
In Europa, Royal Bank of Scotland ha annunciato la separazione, un po’ nello stile di Citigroup, in due divisioni, una delle quali sara’ esclusivamente formata dagli asset che saranno venduti, mentre in Giappone il gruppo SFCG ha ceduto alla crisi dichiarando bancarotta. Per Marc Pado, strategist di Cantor Fitzgerald, il problema resta nel settore finanziario, mentre in tutti gli altri comparti la situazione appare "meno disastrata di quanto temono in molti".
Sugli altri mercati, nel comparto energetico avanza il greggio. I futures con consegna aprile segnano un rialzo di $0.90 a $40.93 al barile. Sul valutario, in ribasso l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.27820. Scende l’oro a $984.00 l’oncia (-$18.20). Arretrano i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e' salito al 2.839%.

 

 

WALL STREET: INVERTE ROTTA, DOW AI MINIMI DI 11 ANNI

23 Febbraio 2009 19:40 NEW YORK - di WSI
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Rompe i supporti anche l'S&P500. Il sell-off sulle azioni hi-tech cancella i rialzi iniziali innescati dal rally dei finanziari. Pesanti Hewlett-Packard, Apple e Google; giu' anche i titoli industriali. Non bastano le ultime mosse del governo.
Dopo essere partiti al rialzo, sulle notizie di nuovi interventi del governo a supporto del settore bancario, i listini americani hanno virato in rosso appesantiti dal calo dei titoli tecnologici e del settore industriale. Il Dow Jones e' scivolato ai minimi dal 1997, l'indice S&P500 ha rotto il supporto dei minimi dello scorso 20 novembre. La banca Morgan Stanley ha annunciato che il deterioramento economico erodera’ gli utili delle aziede hi-tech sulla scia della ridotta spesa capitale.
Hewlett-Packard, Apple, Intel e Google segnano ribassi superiori ai 3 punti percentuali; tra i componenti dell'indice industriale male la conglomerata industriale General Electric (-5%), il colosso dell'alluminio Alcoa e il gigante dei macchinari per le costruzioni Caterpillar.
"Gli investitori ancora non sono sicuri, sentono che gran parte dei problemi sia ancora da risolvere" ha affermato Mike Ryan, analista di UBS Financial Services. "La principale preoccupazione resta incentrata sulla durata della recessione".
A guidare al rialzo il mercato nei minuti iniziali di contrattazione erano state le notizie secondo cui il governo americano non effettuera’ la totale nazionalizzazione delle banche in difficolta’ come invece era stato lasciato intendere da alcuni esponenti del Senato lo scorso venerdi’, ma potrebbe comunque rilevare alcune quote degli istituti.
A portare una ventata di ottimismo era stato anche il documento congiunto del Dipartimento del Tesoro, del Board della Federal Reserve, della FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation), e di altri istituti di controllo (Office of the Comptroller of the Currency e Office of Thrift Supervision), in cui si legge il pieno supporto al sistema bancario per garantirne le funzione principali. Il governo assicurera’ che le banche avranno capitale e liquidita’ sufficienti a fornire i prestiti necessari per ripristinare la crescita economica.
Da quanto si apprende da un articolo apparso sul Wall Street Journal, Washington rilevera’ una quota compresa tra il 25% e il 40% di Citigroup (che non verra’ dunque interamente nazionalizzata); Kenneth Lewis, CEO di Bank of America, ha invece diffuso una nota ai dipendenti, durante il weekend, che ha placato i timori di un intervento significativo del governo sulla banca. Al momento i due titoli avanzano rispettivamente dell'8% e del 5%.
Tra gli altri titoli, tonfo del gruppo assicurativo Humana (-23%) che accusa la nuova proposta del governo per un aumento dei costi per le societa' che sovvenzionano la copertura di assistenza sanitaria degli anziani. Nel comparto automobilistico, Ford ha trovato un accordo con i sindacati sul nuovo contratto di lavoro collettivo. Il titolo sale del 10% circa, General Motors guadagna il 4.5%.

 

 

WALL STREET: WALL ST: RITORNO AL '97

23 Febbraio 2009 22:05 NEW YORK - di WSI
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Le nuove mosse del governo sul settore bancario non bastano, c'e' paura tra gli investitori. Dow Jones e S&P500 ai minimi di oltre 11 anni. Sell-off su titoli hi-tech ed industriali. Resistono Citi e BofA.
Dopo essere partiti al rialzo, sulle notizie di nuovi interventi del governo a supporto del settore bancario, i listini americani hanno virato in rosso per poi chiudere in netto ribasso, appesantiti dal calo dei titoli tecnologici e del settore industriale. Il Dow Jones e' scivolato ai peggiori livelli dal 1997, per chiudere con una perdita giornaliera del 3.40% a 7115; l'indice S&P500 ha rotto il supporto dei minimi dello scorso 20 novembre ed e’ piombato al di sotto della peggior livello di chiusura di 12 anni (dicembre '96), lasciando sul terreno il 3.47% a 743. Infine il listino tecnologico Nasdaq e’ arretrato del 3.71% a 1387.
La banca Morgan Stanley ha annunciato che il deterioramento economico erodera’ gli utili delle aziede hi-tech sulla scia della ridotta spesa capitale. Le mosse della nuova amministrazione (programma di stimolo economico e piano finanziario) non sono state in grado di rassicurare gli investitori che continuano ad evidenziare una sempre maggiore avversione al rischio, preoccupati dalle condizioni e dalle prospettive economiche.
Hewlett-Packard, Apple, Intel, Microsoft e Google hanno segnato ribassi medi intorno ai 5 punti percentuali; tra i componenti dell'indice industriale, pesanti vendite sulla conglomerata industriale General Electric (-5.8%), sul colosso dell'alluminio Alcoa e sul gigante dei macchinari per le costruzioni Caterpillar.
"Il sentiment sul mercato resta debole e negativo" ha affermato Fritz Meyer, senior market strategist di Invesco Aim. "Gli investitori ancora non sono sicuri, sentono che gran parte dei problemi sia ancora da risolvere" ha aggiunto Mike Ryan, analista di UBS Financial Services. "La principale preoccupazione resta incentrata sulla durata della recessione".
A guidare al rialzo il mercato nei minuti iniziali erano state le notizie secondo cui il governo americano non effettuera’ la totale nazionalizzazione delle banche in difficolta’ come invece era stato lasciato intendere da alcuni esponenti del Senato la scorsa settimana, ma potrebbe comunque rilevare alcune quote degli istituti. Nei prossimi giorni saranno effettuati dei cosiddetti "stress test" che valuteranno l’abilita’ degli istituti finanziari a reggere ad un inasprimento della crisi in atto.
Prima dell’apertura delle borse era stato diffuso un documento congiunto del Dipartimento del Tesoro, del Board della Federal Reserve, della FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation), e di altri istituti di controllo (Office of the Comptroller of the Currency e Office of Thrift Supervision), che ha confermato il pieno supporto del governo al sistema bancario per garantirne le principali funzione. Washington si impegnera’ pertanto a far si’ che le banche avranno capitale e liquidita’ sufficienti a fornire i prestiti necessari per ripristinare la crescita economica.
Tra i singoli titoli del comparto, bene Citigroup e Bank of America, rimbalzati dopo le perdite dei giorni scorsi. Citi ha guadagnato il 9.70% sulla notizia che il governo americano rilevera’ una quota compresa tra il 25% e il 40% dell’istituto (che non verra’ dunque interamente nazionalizzato); BofA e’ invece avanzato del 3.17% (con un picco intraday del 18%) dopo che il CEO Kenneth Lewis, ha diffuso una nota che ha placato i timori di un intervento significativo del governo sulla banca.
Tra gli altri titoli, tonfo del gruppo assicurativo Humana (-23%) che accusa la nuova proposta del governo per un aumento dei costi per le societa' che sovvenzionano la copertura dell'assistenza sanitaria degli anziani. Nel comparto automobilistico, Ford ha trovato un accordo con i sindacati sul nuovo contratto di lavoro collettivo. Il titolo e' avanzato di quasi il 10%, General Motors ha guadagna l'1.13%.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico ha continuato a cedere terreno il petrolio. I futures con consegna aprile hanno ceduto $1.59 a $38.44 al barile. Sul valutario, in ribasso l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.2967. Ha ritracciato dai recenti massimo l'oro, sceso a quota $995 (-$7.20). In lieve ribasso anche i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e' salito al 2.7770% dal 2.7720%.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 
 

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