La Borsa di Tokyo chiude di nuovo in netto calo
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi anche in netto calo. Il
Nikkei ha perso il 2,2% a 10.235,76 punti e il Topix
l'1,7% a 920,43 punti. Sul mercato azionario giapponese
ha pesato il nuovo aumento dei timori relativi alla
crisi del debito sovrano in Europa. Tra gli esportatori
Honda (JP3854600008) ha chiuso in ribasso dello 0,9%,
Canon (JP3242800005) dell'1,7%, Panasonic (JP3866800000)
dell'1,4% e Sony (JP3435000009) del 4,5%. Lo yen ha
continuato oggi ad apprezzarsi sia rispetto all'euro che
al dollaro.
Tra i titoli dei produttori di macchine industriali
Komatsu (JP3304200003) ha perso il 2,2%, Kubota
(JP3266400005) il 2,6% e Hitachi Construction Machinery
(JP3787000003) il 3,3%. Gli ordini di macchinari sono
aumentati in Giappone a marzo del 5,4%. Gli economisti
avevano atteso un aumento del 6,3%.
Il calo dei prezzi delle materie prime ha penalizzato i
titoli delle grandi holdings commerciali. Mitsui & Co.
(JP3893600001) ha perso il 3,6%, Mitsubishi Corp.
(JP3898400001) il 3,4% e Sumitomo Corp. (JP3404600003)
il 2,7%. Il prezzo del petrolio ha perso venerdì scorso
a New York quasi il 4%, quello del rame il 3%.
Nippon Telegraph and Telephone (JP3735400008) ha
guadagnato il 3,5%. Il principale operatore telefonico
del Giappone ha annunciato che cancellerà entro due anni
251 milioni di azioni proprie detenute come riserva
patrimoniale.
Redazione Borsainside 08:33
Petrolio soffre timori crisi globale: -2% a 70
dollari
17 maggio 2010 09:33 NEW YORK
Fonte: TELEBORSA
Continuano a cadere le quotazioni del petrolio, sui
persistenti timori di un allargamento della crisi
europea, che potrebbe riflettersi sull'intensità e sul
timing della ripresa economica mondiale.
La domanda di greggio ne risentirebbe pesantemente,
riflettendosi sui prezzi del crude, dati anche gli
elevati livelli delle scorte.
Il contratto di giugno sul light crude stamattina
scambia a 70,12 dollari al barile, in ribasso di oltre
il 2% rispetto allo scorso venerdì.
Fmi, alcuni paesi possono attendere 2011 per
correzioni
reuters - lunedì, 17 maggio 2010 - 9:37
Non tutti in paesi devono ricorrere a una stretta sui
bilanci pubblici quest'anno, per non mettere a rischio
la ripresa economica.
A dirlo è il direttore del Dipartimento affari fiscali
del Fondo Monetario Internazionale, Carlo Cottarelli,
secondo cui i paesi più grandi, in particolare, possono
permettersi di aspettare il 2011.
"Alcuni paesi dovranno intervenire e stanno già
intervenendo, anche in Europa, già quest'anno. Non credo
ci sia necessità che tutti si mettano a stringere la
politica fiscale quest'anno, molti di questi paesi, i
più grossi in particolare, potranno stringere nel 2011.
Un'azione troppo forte nel 2010 potrebbe portare un
rallentamento dell'economia", ha detto a margine di un
convegno.
A una domanda sulla posizione italiana, Cottarelli ha
ribadito che l'Italia è messa "relativamente meglio" dal
punto di vista del deficit ma ha "comunque necessità di
affrontare correzioni nel medio-lungo termine che
riguardano la spesa sanitaria (...) e, anche se meno di
altri, le pensioni".
Borse Asia-Pacifico
negative, Shanghai collassa
Tutte le borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso
oggi in forte ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso il 5,1% a 2.559,93 punti.
Era dal 4 maggio dello scorso anno che il listino cinese
non chiudeva a tali livelli. Il mercato teme che la
crisi del debito sovrano in Europa e le recenti misure
lanciate dal Governo cinese per evitare che si crei una
bolla speculativa sul mercato immobiliare possano avere
un impatto negativo sull'economia. Tra i bancari
Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha perso il
3,1%, Bank of China (CN000A0J3PX9), il 3,2% e Bank of
Beijing (CNE100000734) il 4,1%. Nel settore immobiliare
China Vanke (CN0008879206) ha chiuso in calo del 5,3%,
Poly Real Estate (CN000A0KE8T0) del 7,3% e Gemdale
(CNE000001790) dell'8,4%. Durante il fine settimana il
Premier cinese Wen Jiabao ha dichiarato che la Cina deve
evitare che i prezzi degli immobili aumentino
eccessivamente. Wen ha segnalato in questo modo che la
battaglia di Pechino contro la speculazione non è ancora
terminata.
Tra i minerari Aluminum Corporation of China
(CNE1000001T8) ha perso il 5,6% e Jiangxi Copper
(CN0009070615) il 6,3%. Il prezzo del rame ha perso oggi
a Shanghai il 4,4%.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha perso il 2,1% a 19.715,20
punti. I titoli delle imprese che sono particolarmente
esposte in Europa hanno sofferto anche oggi. Esprit
(BMG3122U1457) ha perso il 7,7%. La catena
d'abbigliamento casual genera l'85% del suo giro
d'affari nel Vecchio Continente. HSBC (GB0005405286), la
prima banca europea per capitalizzazione di borsa, ha
perso il 2,3%. Foxconn (KYG365501041) ha chiuso in calo
dell'8,2%. J.P. Morgan ha declassato il titolo del primo
produttore al mondo di cellulari su contratto da "Neutral"
ad "Underweight". Tra i petroliferi PetroChina
(CN0009365379) ha perso il 3%, Sinopec (CN0005789556) il
2,5% e CNOOC (HK0883013259) il 2%. Il prezzo del
petrolio è caduto questo mattina nelle contrattazioni
elettroniche al Globex al di sotto di $70.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha perso il 3,1%, il Taiex a Taipei 2,2% e il
Kospi a Seul il 2,6%. Lo Straits Times a Singapore perde
al momento lo 0,7%.
Redazione Borsainside 11:18
Usa: il NY Empire State
Index crolla a 19.1 da 31.9
17 maggio 2010 14:31 NEW YORK - WSI
Nel mese di maggio l’indice che monitora l’andamento
dell’attivita’ manifatturiera nell’area di New York ha
registrato una flessione a 19.1 punti contro un
incremento che il mese prima aveva fatto toccare quota
31.86.
Il dato si e’ attestato a livelli inferiori alle
aspettative che erano per un valore pari a +30.
Reazione nervosa dei futures a stelle e strisce al
deludente Empire State Index da poco diffuso. Il
derivato sul Nasdaq, che prima della diffusione del dato
macro si manteneva in lieve rialzo, mostra ora una
minusvalenza dello 0,35% a 1.903. Scivola nel segno meno
anche quello sull'S&P500, che lima lo 0,18% a quota
1.133. L'indice Empire State di maggio è infatti
scivolato a 19,1 punti dai precedenti 31,86 punti,
contro le attese degli analisti che lo volevano in
leggero calo ma a quota 30.
Per quanto il dato sia peggiore delle stime, alcuni
operatori sottolineano come si trovi comunque a livelli
superiori a quelli osservati in piena crisi. Anche
perche', per esempio, gli occupati sono cresciuti nel
periodo considerato per il quinto mese consecutivo e ai
massimi del 2004 (a 22.37 da 20.25). "Il settore
manifatturiero continua ad andare bene", ha riferito a
Bloomberg Eric Green, capo economista di TD Securities
con sede a New York. "La Corporate America ha
sotto-investito nella crescita dei capitali cosi' ora ci
troviamo in un periodo adatto a gettare le basi per una
crescita davvero solida per quanto riguarda attrezzature
e spese in software da parte delle aziende, fattore che
sosterra' il comparto".
Fondi hedge, la Ue prova
a varare il "passaporto" per i prodotti esteri
BlueTG.it - lunedì, 17 maggio 2010 15:15 BRUXELLES
I gestori dei grandi fondi hedge americani sembrano
preoccupati per l’ipotesi che la Commissione Ue possa
approvare entro la serata odierna norme più stringenti
per i fondi hedge non europei distribuiti nel vecchio
continente in termini di trasparenza, in cambio del
cosiddetto “passaporto” per i mercati finanziari della
Ue-27. In discussione resta se concedere
un’autorizzazione unica o se richiedere la registrazione
dei fondi in ciascuno dei mercati in cui intende
operare.
Regole che, indipendentemente dalla versione che verrà
approvata, hanno finora incontrato l’ostilità tanto
dell’amministrazione Obama quanto della Gran Bretagna,
preoccupate del possibile danno in termini di business
per i rispettivi operatori e piazze finanziarie.
Gm: Dopo Tre Anni Torna All'Utile Nel 1* Trim.
Per 900 Mln $
lunedì, 17 maggio 2010 15:19 DETROIT
(ASCA) - Roma, 17 mag - Dopo tre anni General Motors
(NYSE: GM - notizie) torna all'utile netto. La casa
automobilistica americana ha chiuso infatti il primo
trimestre con un risultato di circa 900 milioni di
dollari. I ricavi si sono attestati a 31,5 miliardi di
dollari, l'Ebit a 1,7 miliardi di dollari e l'utile
operativo a 1,2 miliardi di dollari. L'eps e' stato pari
a 1,66 dollari per azione.
Usa: Cina Aumenta
Acquisti Di Titoli Di Stato. Prima Volta Da 7 Mesi
lunedì, 17 maggio 2010 16:54 PECHINO
(ASCA) - Roma, 18 mag - La Cina torna a comprare titoli
del debito pubblico statunitense dopo 7 mesi. E' quanto
emerge dai dati diffusi dal Tesoro Usa. A marzo la Cina
ha un portafoglio di ''Treasury'' pari a 895 miliardi di
dollari in crescita di 17,7 miliardi. E' il primo
aumento dall'ottobre 2009. Gli acquisti hanno riguardato
Treasury Notes (fino a 10 anni) e Treasury Bond (oltre
10 anni) per 18,7 miliardi, mentre le vendite hanno
interessato Treasuty Bills (fino a 12 mesi) per 1
miliardo. Pechino e' tornata anche a comprare titoli
emessi da agenzia governative e semi-governative, gli
acquisti netti sono stati pari a 397 milioni, non
accadeva dal giugno 2008.
Crisi: Juncker,
Preoccupato Da Rapida Caduta Dell'Euro
lunedì, 17 maggio 2010 - 17:02
(ASCA-MarketNews) - Bruxelles, 18 mag - Euro ancora un
rapida caduta, stamattina ha segnato un minimo di 1,2232
sul dollaro per poi risalire fino a 1,2414, al momento
e' scambiato a 1,2341. La scorso lunedi' sulla scia del
mega-piano da 750 miliardi di euro per sostenere
l'Eurozona, la moneta unica aveva toccato un picco
giornaliero di 1,3094. La tenuta del cambio resta
oggetto di preoccupazione sia per la Bce e sia per
l'Eurogruppo, riunitosi oggi a Bruxelles. ''Non sono
preoccupato dagli attuali tassi di cambio dell'euro,
quanto piuttosto dalla rapida della caduta'' della
moneta unica, ha detto il presidente dell'Eurogruppo,
Jean-Cluade Juncker.
GB, nuovo governo
preannuncia tagli a spesa pubblica
reuters - lunedì, 17 maggio 2010 - 17:27
La nuova coalizione al governo in Gran Bretagna
descriverà lunedì prossimo il suo piano di tagli da sei
miliardi di sterline (circa sette miliardi di euro) per
l'anno in corso, prima della presentazione del suo primo
piano finanziario previsto per il 22 giugno, secondo
quanto annunciato oggi dal nuovo ministro per le Finanze
George Osborne.
Osborne, presentando un nuovo osservatorio fiscale
voluto dal governo conservatore-liberaldemocratico per
fronteggiare il grave deficit inglese, ha detto che la
maggior parte dei risparmi del 2010 sarà utilizzati per
ridurre il debito, e solo una parte sarà utilizzata a
supporto del mercato del lavoro.
"La riduzione del deficit e la continuità nel perseguire
la ripresa economica sono le questioni più urgenti per
il paese", ha detto ai reporter Osborne.
Il debito inglese, stimato in circa 163 miliardi di
sterline, si aggira intorno al 12% del Pil, un livello
simile a quello che ha portato la Grecia alla crisi.
Secondo i laburisti però una politica di tagli alla
spesa pubblica potrebbe mettere un freno alla debole
ripresa economica del paese.
Crisi: Rendimento Titoli
Di Stato Grecia Torna Sopra 8%. Stabile Italia
lunedì, 17 maggio 2010 17:28 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 17 mag - Mercato dei titoli di Stato
dell'Eurozona abbastanza stabile nella giornata odierna,
ad eccezione della Grecia, il rendimento titoli di Stato
decennali di Atene e' tornato sopra l'8%. Stabili i Btp
(Parigi: FR0000033607 - notizie) italiani fermi al 3,91%
con un spread sul Bund decennale tedesco invariato a 104
punti base.
Crisi: Euro a Minimo 4
Anni. Odore Di Deflazione. Cina Punta Sugli Usa
lunedì, 17 maggio 2010 18:38 ROMA
(ASCA) - Roma, 17 mag - L'euro a ridosso di quota 1,23
sul dollaro. La moneta unica stamattina e' scesa ai
minimi dei 4 anni a 1,2232. Sul mercato il prossimo
target ribassista, dopo quello gia' raggiunto a quota
1,23, viene visto a 1,20. Il mega-piano Ue-Bce-Fmi da
750 miliardi di euro per sostenere l'Eurozona ha calmato
la bufera sul mercato dei titoli di Stato, anche se oggi
il rendimento dei titoli decennali della Grecia e'
risalito sopra l'8%. Nessun effetto sul tasso di cambio
euro/dollaro peraltro ancora dominato dal cross
euro/yen, segno di una chiusura delle residue posizioni
di carry trade alimentate dai tassi zero sulla moneta
giapponese. Da lunedi' scorso, giorno dell'annuncio del
mega-piano, l'euro e' sceso sullo yen da un picco
giornaliero di 122,29 all'attuale 113,06, pari a una
svalutazione del 7,5%. Euro/dollaro e' invece sceso da
1,3094 all'attuale 1,2288, pari a un svalutazione del
6,88%. Oggi riunione dell'Eurogruppo, con il presidente
Jean-Claude Juncker che si e' detto preoccupato ''dal
rapido deprezzamento della moneta unica''. In termini di
Parita' di Poteri d'acquisto, la moneta unica viene
considerata sopravvalutata di circa il 10-15%. La
svalutazione dell'euro, considerando anche il calo dei
prezzi delle materie prime, potrebbe favorire la
competitivita' dell'export l'export dell'Eurozona, in
particolare dei paesi guida del manifatturiero, quali
Germania e Italia. Non a caso dalla Bce non e' arrivato
alcun deciso monito contro l'eccessiva volatilita' dei
cambi, moniti che non erano mancati quando l'euro
saliva. Sullo sfondo resta il problema dell'architettura
dell'Euro, fondata su parita' fisse dei paesi
partecipanti, una sorta di riedizione del Gold Standard
(GOLS.OB - notizie) degli anni 30. Conseguentemente gli
squilibri di bilancio pubblico e quelli della bilancia
dei pagamenti dei paesi membri possono essere compensati
solo con manovre deflattive, essendo impossibili le
svalutazioni competitive. Cosi' il mercato inizia a
scontare uno scenario di deflazione nell'Eurozona a cui
potrebbero contribuire le manovre fiscali restittive di
contenimento del debito. Si prospetta un ampliamento del
gap di crescita economica rispetto agli Usa. Non a caso,
la Cina e' tornata compratrice netta di titoli di stato
del Tesoro Usa, a marzo il portafoglio di Pechino e'
cresciuto di 17,7 miliardi a quota a 895 miliardi di
dollari. E' il primo aumento dall'ottobre 2009.
Le borse europee chiudono
poco mosse
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi
contrastati. Il DAX a Francoforte e il FTSE MIB a Milano
hanno guadagnato lo 0,2%, il CAC40 a Parigi ha perso lo
0,5%, il FTSE 100 a Londra e lo SMI a Zurigo hanno
chiuso invariati. Sul mercato continua ad esserci un
elevato nervosismo a causa della crisi del debito
sovrano. L'euro è caduto oggi ai suoi più bassi livelli
da quattro anni prima di registrare una moderata
ripresa.
Nel settore bancario Barclays (GB0031348658) ha perso
l'1,8%, Royal Bank of Scotland (GB0006764012) l'1,1%,
BNP Paribas (FR0000131104) lo 0,4%, Crédit Agricole
(FR0000045072) l'1,3%, Banco Santander (ES0113900J37) lo
0,9% e UBS (CH0024899483) lo 0,2%.
Tra i minerari BHP Billiton (GB0000566504) ha perso
l'1%, Kazakhmys (GB00B0HZPV38) il 2,8%, Rio Tinto
(GB0007188757) il 3% e Xstrata (GB0031411001) il 2,1%.
Il prezzo del rame ha perso oggi a Londra il 6,5%. Si è
trattato del più forte declino dal gennaio del 2009.
BP (GB0007980591) ha perso lo 0,1%. Il gruppo britannico
ha annunciato che il nuovo sistema impiegato per
bloccare la falla nel Golfo del Messico sta funzionando.
Royal Dutch Shell (GB00B03MLX29) ha guadagnato lo 0,3%.
J.P. Morgan ha alzato il suo rating sul titolo
dell'impresa petrolifera da "Neutral" ad "Overweight".
Man Group (GB00B16BRD58) ha perso l'8,9%. Il primo
fornitore al mondo di hedge funds ha annunciato che
acquisterà GLG Partners (US37929X1072) per $1,6
miliardi.
Fiat (IT0001976403) ha perso il 3%. Le immatricolazioni
dell'azienda italiana sono calate lo scorso mese del
27,3%.
Banco Popolare (IT0004231566) ha guadagnato il 7,6%. La
banca italiana ha generato nel primo trimestre di
quest'anno un utile netto di €77,1 milioni. Gli analisti
avevano atteso in media €45,8 milioni.
Infineon (DE0006231004) ha guadagnato lo 0,9%. Secondo
delle voci di stampa l'impresa tedesca potrebbe cedere
la sua unità dei chip per la telefonia mobile ad Intel
(US4581401001).
Telefónica (ES0178430E18) ha guadagnato l'1,5%.
Citigroup ha alzato il suo rating sul titolo del gruppo
telefonico spagnolo a "Buy".
Redazione Borsainside 18:44
Grecia,Strauss-Kahn,crisi
non si allarga
lunedì, 17 maggio 2010 - 19:36
(ANSA) - ROMA, 17 MAG - La crisi greca non si estendera'ad
altri paesi di Eurolandia: lo pensa il direttore
generale del Fondo Monetario Internazionale
Strauss-Kahn.'La crisi attuale riguarda solo la Grecia'
ha detto il numero uno dell'Fmi in una intervista a
Euronews ripresa da Bloomberg. 'Mi aspetto che gli
europei facciano tesoro di questa crisi per riformare le
istituzioni europee -ha aggiunto-.Intorno alla moneta
unica non e' stato creato un ambiente economico che
renda l'euro funzionante durante una crisi'.
Borse dell'Europa
dell'Est: Sale solo Varsavia
Quasi tutte le principali borse dell'Europa dell'Est
hanno chiuso oggi in ribasso.
L'indice RTS ha perso a Mosca l'1,3% a 1.422,72 punti. I
volumi di scambio sono aumentati rispetto a venerdì
scorso ma sono rimasti al di sotto della media. Sul
mercato azionario russo ha pesato il calo dei prezzi
delle materie prime. Il prezzo del rame ha registrato
oggi a Londra il suo più forte declino dal gennaio del
2009. Il prezzo del petrolio è sceso a New York al di
sotto di $70. Tra i titoli del listino russo Sberbank
(RU0009029540) ha perso lo 0,4%, Rosneft (RU000A0J2Q06)
il 2,7%, LUKoil (RU0009024277) il 3% e Norilsk Nickel
(RU0007288411) il 4,9%.
Il BUX a Budapest ha perso lo 0,4% a 23.100,05 punti.
MOL (HU0000068952) ha perso sulla scia del prezzo del
petrolio il 2,3%. Seduta negativa anche per Gedeon
Richter (HU0000067624): -0,2% a HUF 42.400. Magyar
Telekom (HU0000016522) ha guadagnato il 2%, OTP Bank
(HU0000061726) ha chiuso invariato.
Il PX a Praga ha perso lo 0,1% a 1.193,10 punti. I
titoli di maggior peso del listino ceco hanno chiuso
contrastati. Erste Group Bank (AT0000652011) ha perso
l'1,5%, Komercni Banka (CZ0008019106) ha guadagnato
l'1,3% e Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300) lo
0,5%. Telefónica O2 C.R. (CZ0009093209) ha chiuso
stabile.
Il WIG a Varsavia ha guadagnato lo 0,5% a 41.282,57
punti. PKO Bank Polski (PLPKO0000016) ha chiuso in
rialzo del 2,5%. La prima banca polacca ha aumentato nel
primo trimestre di quest'anno il suo utile del 33% a KPN
720 milioni. Gli analisti avevano atteso in media KPN
690 milioni. Sulla scia di PKO Bank Polski Bank Pekao
(PLPEKAO00016) ha guadagnato lo 0,1%, BZW Bank
(PLBZ00000044) l'1,2% e BRE Bank (PLBRE0000012) lo 0,3%.
Il calo del prezzo del rame ha pesato su KGHM Polska
Miedz (PLKGHM000017). Il titolo del primo produttore
europeo del metallo rosso ha chiuso in ribasso
dell'1,2%.
Redazione Borsainside 20:39
Le borse di San Paolo e
Città del Messico chiudono per la terza seduta di fila
in calo
Quasi tutte le borse dell'America Latina hanno chiuso
ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso lo 0,9% a 62.866,26
punti. Sul mercato azionario brasiliano ha pesato il
forte calo dei prezzi delle materie prime. Vale
(BRVALEACNPA3) ha chiuso in ribasso dell'1,8%. Il prezzo
del rame ha perso ieri a New York più del 6%. Tra i
titoli dei produttori d'acciaio Companhia Siderúrgica
Nacional (BRCSNAACNOR6) ha perso il 3,6%, Gerdau
(BRGGBRACNPR8) il 2,7% e Usiminas (BRUSIMACNPA6) il 4%.
Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha perso lo 0,8%. Il
prezzo del petrolio è sceso ieri temporaneamente al di
sotto di quota $70. TAM SA (BRTAMMACNOR5) ha perso il
5%. La prima linea aere brasiliana ha chiuso il primo
trimestre in rosso di BRL 54,5 milioni. Ancora bene il
settore delle telecomunicazioni. Vivo (BRVIVOACNOR1) ha
guadagnato lo 0,6% e TIM Participacoes (BRTCSLACNPR7) lo
0,4%.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dello
0,7% a 31.580,63 punti. Tra le blue chips messicane
América Móvil (MXP001691213) ha perso lo 0,3%, Cemex
(MXP225611567) lo 0,1%, Grupo Mexico (MXP370841019) il
3,9% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) l'1,6%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il
Merval a Buenos Aires ha perso l'1,3% e il General a
Lima il 2%. L'IPSA a Santiago del Cile ha guadagnato lo
0,4%. Le borse di Bogotà e Caracas sono rimaste ieri
ferme.
Redazione Borsainside 00:22
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