PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Mercoledì 26 Maggio 2010

PARTE  2

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Sell-off sui listini: siamo sicuri che sia un ritorno al 2008?
Pubblicato il 26 maggio 2010 | Ora 01:23
Fonte: WSI
Le vendite che si stanno osservando sull'azionario fanno pensare al declino datato settembre 2008, in scia alla bancarotta di Lehman Brothers. Allora il mercato aveva iniziato a scivolare in modo consistente, con il Dow che rapidamente ruppe la soglia di 10 mila punti senza trovare tregua fino all'ultima parte del mese di ottobre, con un bilancio di -2000 punti.
Per quanto si possa essere propensi a fare paragoni tra l'impostazione degli indici di allora con quella odierna, ci sono diversi e cruciali differenze. Tim Hayes, capo investimenti nella societa' di ricerca quantitativa Ned Davis Research ha citato i seguenti ai suoi clienti.
Il contesto di mercato. Diversamente dalla correzione dell'autunno 2008, l'attuale flessione si sta verificando in un mercato ciclicamente bull, toro.
Ampiezza. La cascata di vendite del settembre-ottobre di due anni fa aveva avuto inizio con "un'ampiezza di mercato decisamente negativa".
Il contesto economico. L'autunno 2008 aveva rappresentato "la peggior recessione globale dagli anni '30". Oggi, al contrario, ci troviamo nel "miglior contesto economico dal 2003", stando a quanto spiegato nello studio "Economic timing model" di Ned Davis Research.
Utili. Diversamente dalla "peggior recessione sul fronte degli utili dal 1930" che si e' verificata a fine 2008, al momento ci troviamo nella miglior situazione dal 2006 (stando alla lettura de "Earning Model" di Ned Davis Research)Questi fattori non garantiscono che un declino non ci sara'. Ma, sostiene Hayes, fanno pensare che una caduta dei listini come quella del 2008 "non sembra probabile.
 

 

 

Crisi: Ora l'Europa fara' pagare le tasse alle banche
di Francesca Gerosa
Pubblicato il 26 maggio 2010 02:09 BRUXELLES
Fonte: Milano Finanza
La Commissione europea proporrà oggi una tassa sulle banche europee che dovrebbe finanziare i potenziali salvataggi futuri delle istituzioni finanziarie. La conferma, dopo le indiscrezioni trapelate questa mattina, è arrivata dal presidente della Commissione, Jose Manuel Barroso.
"La Commissione farà domani una comunicazione sui fondi di risoluzione per il settore bancario finanziati dalle banche stesse, al fine di minimizzare il costo per i contribuenti di un intervento ordinario sulle banche insolventi", ha sottolineato Barroso.
Non sono ancora noti i dettagli della proposta ovvero se la tassa debba calcolarsi sugli asset totali ovvero solo sulle liabilities al netto dei depositi e del patrimonio netto. Ma secondo le prime indiscrezioni la tassa potrebbe generare oltre 50 miliardi di euro di entrate all'anno.
In particolare, sarebbero tre le opzioni per la tassa sulle banche che dovrà finanziare i Fondi nazionali di gestione dei fallimenti: imposizione su depositi, asset o profitti; rigida separazione dal bilancio pubblico; ogni perdita dovrà essere sostenuta principalmente da azionisti, detentori di debito subordinato e creditori non assicurati.
La Ue è stata spinta a livello di G20 sull'ipotesi di un prelievo sulle banche per mantenere condizioni di parità tra le istituzioni finanziarie a livello internazionale ma, nonostante l'interesse generale, vi sono disaccordi tra i leader politici sulle modalità di raccolta e erogazione dei fondi.
Oltre la ferma opposizione del Canada, anche all'interno dell'Europa vi sono diverse idee sulla destinazione delle risorse che per alcuni Paesi dovrebbero essere indirizzate a sostegno dei conti pubblici, mentre per altri dovrebbero essere incanalate in soccorso alle banche in difficoltà.
Tassa sulle banche a parte, Barroso oggi ha criticato i leader tedeschi, sostenendo che sarebbe ''ingenuo'' pensare di modificare il Trattato Ue solo nelle aree ritenute importanti dalla Germania e comunque Bruxelles non proporrà alcuna modifica del Trattato. Ferma quindi la presa di posizione del presidente della Commissione europea che ha inoltre espresso dubbi sulla proposta di Berlino di sospendere il diritto di voto ai membri di Eurolandia non virtuosi.
Il riferimento è alla richiesta della cancelliera tedesca, Angela Merkel, di modificare il Trattato Ue per rafforzare i controlli sui bilanci degli stati membri. In questo caso, ha spiegato Barroso, anche altri Paesi chiederebbero modifiche in altre aree. Quanto alla proposta della Merkel di sospendere il diritto di voto dei Paesi della zona euro che non riescono nel tempo a rispettare i propri impegni di bilancio, per Barroso il regolamento attuale delle procedure per deficit eccessivo già prevede questa possibilità.
Il numero uno della Commissione europea non ha risparmiato critiche ai leader politici tedeschi, sostenendo anche che non hanno fatto abbastanza per difendere l'euro e spiegare ai cittadini l'importanza della moneta unica. ''Gli uomini politici devono anche dire che l'economia tedesca andrebbe molto peggio senza l'euro'', ha proseguito, criticando pure la gestione della crisi greca da parte di Berlino e osservando che all'inizio il Governo tedesco ha dato l'impressione di non volere aiutare Atene.
''Vorrei che la leadership tedesca, indipendentemente se al governo o all'opposizione, se a livello nazionale o regionale, difenda la causa dell'Europa'', ha aupicato Barroso, lanciando l'ultima stoccata: ''l'euro non è stata un'invenzione della Grecia, dell'Irlanda o della Spagna: è stato un progetto franco-tedesco''.

 

 

La Borsa di Tokyo chiude in forte ribasso
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in forte ribasso. Il Nikkei ha perso il 3,1% a 9.459,89 punti e il Topix il 2,3% a 859,82 punti. Era dallo scorso 30 novembre che il Nikkei non chiudeva a tali livelli. Ai timori legati alla crisi del debito sovrano in Europa si sono aggiunti oggi quelli relativi all'aumento della tensione tra le due Coree. Secondo l'agenzia stampa Yonhap il leader nordcoreano Kim Jong-Il avrebbe messo l'esercito in stato di allerta. Gli investitori si sono rifugiati nello yen. Il nuovo apprezzamento della valuta giapponese ha mandato a picco gli esportatori. Toyota (JP3633400001) ha perso l'1,8%, Honda (JP3854600008) l'1,5%, Canon (JP3242800005) il 2,7%, Panasonic (JP3866800000) il 2,8% e Sony (JP3435000009) il 5%.
Tra i titoli dei produttori d'acciaio Nippon Steel (JP3381000003) ha perso il 3,5%, Kobe Steel (JP3289800009) il 4,3% e JFE Holdings (JP3386030005) il 3,8%. È ormai certo che le recenti turbolenze sui mercati finanziari avranno un impatto negativo sull'economia globale.
Nel settore petrolifero Inpex (JP3294430008) ha perso il 3,8%. Il prezzo del petrolio è caduto nelle contrattazioni elettroniche al Globex al di sotto di $70.
Redazione Borsainside 08:41

 

 

Petrolio: torna sopra i 70 dollari
mercoledì, 26 maggio 2010 08:59 NEW YORK
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - Il petrolio torna sopra i 70 dollari al barile sull'after-hours di New York, cancellando la maggior parte delle perdite fatte segnare ieri. Il greggio con consegna a luglio guadagna circa il 2% a 70,13 dollari.

 

 

Germania avanti con il divieto di vendite allo scoperto
ANSA mercoledì, 26 maggio 2010 10:03 BERLINO
In Germania ieri è circolato un documento ministeriale (una prima bozza che deve essere valutata dalle associazioni di categoria), che prevede il divieto delle vendite allo scoperto naked per alcuni derivati valutari e per tutte le azioni. Si tratterebbe di un’estensione del blocco del 19 maggio.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, la Commissione europea oggi proporrà una tassa sulle banche europee che dovrebbe finanziare i salvataggi futuri degli istituti finanziari.

 

 

Crac Parmalat: confermati 10 anni a Tanzi
26 maggio 2010 alle ore 10:06 - Il Sole 24 Ore
La Corte di Appello di Milano ha confermato la pena di dieci anni di reclusione inflitta in primo grado a Calisto Tanzi per il crack Parmalat. Oltre a Tanzi, ha condannato a due anni e sei mesi di reclusione Giovanni Bonici e a tre anni di reclusione Luciano Silingardi rispettivamente ex presidente di Parmalat Venezuela e consigliere indipendente del gruppo, imputati a Milano per la vicenda del crac dell'azienda. Silingardi e Bonici erano stati assolti in primo grado. I giudici hanno inoltre confermato la sentenza di assoluzione per i tre funzionari di Bank Of America decisa dal tribunale nel dicembre 2008 e dei consiglieri Enrico Barachini e Paolo Sciumè.
Risarcimento di 105 milioni. Le parti civili costituite nel processo al tribunale di Milano per aggiotaggio su titoli Parmalat riceveranno un risarcimento complessivo di circa 105 milioni di euro. È questa una delle conseguenze della conferma della condanna a 10 anni di carcere per Calisto Tanzi, ex patron di Parmalat, da parte della Corte d'appello di Milano. Tanzi é stato condannato al pagamento del risarcimento in solido con Giovanni Bonici, ex numero uno di Parmalat Venezuela, e all'ex consigliere del gruppo agroalimentare Luciano Silingardi.
Sconcerto e ricorso in Cassazione. Tanzi «è rimasto sconcertato come noi difensori per la pena inflitta che in confronto al reato appare stellare», ha riferito l'avvocato Giampiero Biancolella. «Lo sconcerto nasce dal fatto che da un lato Tanzi ha contribuito alla ricostruzione dei fatti e dall'altro ha messo a disposizione tutti i propri beni», ha aggiunto il legale, sottolineando che «ci aspettavamo una riduzione della pena».
«Ovviamente ricorreremo in Cassazione», ha poi affermato Biancolella. «Prendiamo atto della conferma della condanna - ha spiegato il legale - certamente il frazionamento dei processi (tra Milano e Parma, ndr) ha creato difficoltà nel ricostruire la vicenda». Sul fatto che Tanzi sia stato condannato anche a risarcire a titolo di provvisionale i risparmiatori, per oltre cento milioni di euro, l'avvocato ha detto: «Ciò si inserisce nel filone dei sequestri di beni che Tanzi ha già subito ed è certamente un aspetto censurabile della sentenza».
 

 

 

Baird: la ripresa del mercato immobiliare Usa non e' lontana
BlueTG.it - mercoledì, 26 maggio 2010 10:48 NEW YORK
Come ricordavano stamane gli analisti di UniCredit nella consueta nota mattutina, la casa di brokeraggio americana Robert W. Baird ha migliorato il proprio giudizio sul settore delle società di investimento nel settore immobiliare residenziale a “overweight” (sovrappesare, ndr), spiegando che i fondamentali del settore sono migliorati più rapidamente di quanto previsto.
Secondo il broker la crescita del mercato del lavoro ed il parallelo miglioramento del potere di acquisto dovrebbero iniziare a manifestare i loro effetti sui mercati a maggiore crescita, come New York e Washington, con ovvio beneficio per quelle società d’investimento che hanno puntato su tali piazze.

 

 

Spagna: Zapatero Annuncia Una Nuova Tassa Sui Ricchi
mercoledì, 26 maggio 2010 - 10:59
(ASCA) - Roma, 26 mag - Il premier spagnolo Jose Luis Zapatero ha annunciato l'introduzione di una nuova tassa sui ricchi. ''Il governo e' intenzionato a chiedere ai cittadini che stanno meglio di fare di piu' per il paese'' ha detto Zapatero davanti al parlamento. I dettagli sulla nuova tassa saranno annunciati nelle prossime settimane.

 

 

Ocse: Rivede Al Rialzo Crescita Pil Eurozona 2010 All'1,2%
mercoledì, 26 maggio 2010 10:59 PARIGI
(ASCA) - Roma, 26 mag - L'Ocse rivede al rialzo la crescita dell'economia nell'area euro all'1,2% nel 2010 ma sollecita a rimuovere gli elementi di debolezza che potrebbero far rallentare la ripresa.

 

 

Ocse: Alza Stima Pil Usa 2010 a +3,2%, Ma Tagliare Spesa Per Stimoli
mercoledì, 26 maggio 2010 11:05 PARIGI
(ASCA-AFP) - Parigi, 26 mag - L'Ocse ha alzato le stime sulla crescita del Pil degli Stati Uniti per quest'anno, passando al 3,2%. L'organizzazione internazionale avverte pero' che stanno crescendo anche gli squilibri mondiali e per questo la spesa per incentivi all'economia devonono essere ridotti. Nel novembre scorso, l'Ocse aveva stimato per gli Usa una crescita nel 2010 del 2,5% e del 2,8% nel 2011.

 

 

Ocse: Gurria, Ripresa Accelera Ma l'Occupazione Non Migliora
mercoledì, 26 maggio 2010 - 11:08
(ASCA) - Roma, 26 mag - La ripresa economica sta accelerando ma aumentano anche i rischi e l'occupazione non migliora dopo che negli ultimi due anni i disoccupati nei paesi Ocse sono aumentati a 16 milioni. E' quanto sottolinea il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, presentando le nuove stime sull'economia da parte dell'organizzazione.

 

 

Ocse: ''Molto Preoccupata'' Per Livello Debito Giappone
mercoledì, 26 maggio 2010 11:17 PARIGI
(ASCA-AFP) - Tokyo, 26 mag - L'Ocse e' ''molto preoccupata'' per il livello del debito pubblico del Giappone, arrivato a livelli di guardia. Per l'orghanizzazione internazionale con base a Prigi, il Giappone deve adottare un piano ''credibile'' per ridurre il pacchetto di stimoli all'economia e tagliare il debito pubblico. ''Siamo molto preoccupati per il livello del debito e del deficit'' in Giappone, ha detto Randall Jones, senior economist dell'Ocse per il paese orientale e la Corea del Sud. Decenni di forti stimoli alla spesa e tagli di tasse hanno portato il debito pubblico del Giappone ha diventare il piu' grande tra tutti i paesi industrializzati. L'Ocse avverte che quest'anno potrebbe arrivare al 205% del Pil.

 

 

Borse Asia-Pacifico negative, Hong Kong la peggiore
Tutte le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso oggi in forte ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso l'1,9% a 2.622,60 punti. Ai timori legati alla crisi del debito sovrano in Europa si sono aggiunti oggi quelli relativi all'aumento della tensione tra le due Coree. Secondo l'agenzia stampa Yonhap il leader nordcoreano Kim Jong-Il avrebbe messo l'esercito in stato di allerta. La notizia ha pesato anche sul mercato azionario cinese. Tra i bancari Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha chiuso in ribasso dell'1,1%, Bank of China (CN000A0J3PX9) del 2,5%, China Construction Bank (CN000A0HF1W3) del 2,3% e Shanghai Pudong Development Bank (CN0009282731) del 3%. Nel settore immobiliare China Vanke (CN0008879206) ha perso il 3,9%, Poly Real Estate (CN000A0KE8T0) il 4% e Gemdale (CNE000001790) l'1,6%. Secondo delle voci di stampa Shanghai introdurrà il prossimo mese una tassa sugli immobili per un periodo di prova. Tra i petroliferi PetroChina (CN0009365379) ha perso il 2,3% e Sinopec (CN0005789556) il 2,8%. Il prezzo del petrolio è sceso questa mattina nelle contrattazioni elettroniche al Globex al di sotto di $70.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha perso il 3,5% a 18.985,50 punti. Quarantadue dei quarantatre titoli dell'indice della città costiera hanno chiuso in ribasso. Tra i bancari HSBC (GB0005405286) ha perso l'1,9%, Hang Seng Bank (HK0011000095) il 2,3%, Bank of East Asia (HK0023000190) lo 0,7% e BOC Hong Kong (HK2388011192) l'1,2%. Nel settore immobiliare Sun Hung Kai Properties (HK0016000132) ha perso il 4,2%, Cheung Kong Holdings (HK0001000014) il 3,7%, Sino Land (HK0083000502) il 5,2% e Henderson Land (HK0012000102) il 3,9%. Tra gli esportatori Esprit (BMG3122U1457) ha chiuso in calo del 5,5%, Li & Fung (BMG5485F1445) il 2,4% e Foxconn (KYG365501041) del 9,7%. Hongkong & China Gas (HK0003000038) ha beneficiato del suo carattere difensivo ed ha guadagnato lo 0,1%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a Sydney ha perso il 3%, il Taiex a Taipei il 3,2%, il Kospi a Seul il 2,8% e lo Straits Times il 2,4%.
Redazione Borsainside 12:09

 

 

I mercati obbligazionari hanno gia' tagliato il rating delle banche
BlueTG.it - mercoledì, 26 maggio 2010 12:54 NEW YORK
I detentori di obbligazioni societarie non hanno intenzione di attendere che l’agenzia di rating di turno annunci a cose fatte l’ennesimo taglio del rating e per le grandi banche come Goldman Sachs o Bnp Paribas in questi giorni sono dolori.
Torna sull’argomento l’agenzia Bloomberg che già aveva fatto notare come stesse risalendo rapidamente il costo di rifinanziamento per i principali gruppi finanziari mondiali e che oggi sottolinea l’ulteriore ampliamento degli spread sulle emissioni obbligazionarie di istituti bancari, che secondo quanto testimonia l’indice Global Broad Market Financial Index elaborato da Bank of America Merrill Lynch (che comprende solo emittenti con un rating mediamente pari al livello “A1” di Moody’s) sono ormai saliti mediamente a 253 punti base rispetto alle emissioni di titoli di stato di pari durata.
Un sovrarendimento che ormai è molto vicino a quanto richiesto per emittenti con un rating fino a cinque “notch” inferiori (268 punti base, in media). Come dire che gli investitori continuano a prendere le distanze da quei soggetti, come le banche, che potrebbero risentire dell’esposizione al debito dei PIIGS europei avendo investito parte del proprio portafoglio in titoli di stato dell’area europea.

 

 

Roubini, ripresa Ue difficile
mercoledì, 26 maggio 2010 - 13:33
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - Le economia dell'area euro sono davanti a 'serie' difficolta' e c'e' in rischio di una ricaduta. Lo afferma Nouriel Roubini. L'economista della New York University si dice preoccupato per le prospettive del Giappone e ottimista per gli Usa, dove comunque la crescita sara' inferiore al 2% a fine anno. Quanto alla situazione della Grecia, Roubini spiega che i mercati non sono convinti della possibilita' di realizzare l'aggiustamento fiscale necessario.

 

 

 
  Mercoledì 26 Maggio 2010 ..... Mercoledì 26 Maggio 2010 ..... Mercoledì 26 Maggio 2010  
       
..... Giappone - Edizione Tokyo ..... Cina - Edizione Pechino ..... India - Edizione New Delhi .....
 
 

 

Usa: richieste mutui +11,3%
mercoledì, 26 maggio 2010 13:44 NEW YORK
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - Le richieste di mutui ipotecari negli Usa hanno segnato un rialzo dell'11,3% la scorsa settimana. Sono trainate dai tassi di rifinanziamento vicini a minimi record. Lo scrive la Bloomberg citando la Mortage Bankers' Association, secondo cui le richieste di nuovi mutui sono in calo ai minimi dal 1997, ma questo dato negativo e' piu' che bilanciato dal boom (+17%) delle domande di rifinanziamento di prestiti in essere.

 

 

Moody's conferma la tripla A per il debito Stati Uniti
Pubblicato il 26 maggio 2010 14:08 LONDRA
Fonte: WSI
Gli States possono tenersi stretto il loro rating AAA ancora per 12-18 mesi. E' questa la decisione dell'agenzia di rating Moody's. L'outlook resta stabile anche se lo stato delle finanze governitaive si sia indebolito con i costi legati al supporto del sistema economico e finanziario del paese.
In una nota che suona simile a quella degli scorsi mesi, l'agenzia di rating sostiene che il report odierno e' sostenuto dal fatto che gli Usa sono la piu' grande economia al mondo, con un mercato flessibile e un sistema commerciale aperto. Un outlook stabile sta a indicare che Moody's difficilmente mettera' mano al giudizio nei prossimi 12-18 mesi.
Le preoccupazioni sui livelli raggiunti dal debito del paese sono comunque cresciute tanto piu' in un contesto caratterizzato da pressioni sul debito di paesi perfierici dell'Eurozona, cosa che ha portato Ue e Fmi ha mettere a punto un piano anti-crisi da quasi $1000 per nazioni in difficolta' come Grecia, Portogallo e Spagna.
Lo stato delle finanze Usa e' sostanzialmente peggiorato con la crisi del credito, la recessione e le spese governative realizzate per affrontare tutto cio', ha spiegato l'agenzia di rating.
Come ricordato da Cnbc il deficit americano si e' allargato a $1400 miliardi nel 2009, piu' o meno il 10% del Pil. La Casa Bianca ha stimato che per quest'anno la cifra possa raggiungere i $1600 miliardi.
"I ratio del debito rispetto al Pil e ai ricavi si stanno deteriorando bruscamente e dopo questa crisi potrebbero essere ben piu' alti dei ratio di altri paesi con tripla A", ha aggiunto Moody's.I ratio del debito sui ricavi sono piu' che raddoppiati negli ultimi tre anni andando ben oltre il 400%, indicando possibili tensioni per le finanze pubbliche in futuro.
Va detto pero', ha spiegato l'agenzia, che il deterioramento di questi valori e' legato agli acquisti, inclusi quelli nell'azionario, da parte dell'amministrazione Usa. Questo significa che il loro aumento ha meno impatto sul valore netto del paese.
Il rating potrebbe finire sotto pressione se a una crescita ulteriore del debito e dei costi di interesse non corrisponderanno misure idonee a una loro stabilizzazione, ha concluso Moody's.

 

 

Usa: Ordini Beni Durevoli Ad Aprile +2,9%, Oltre Attese
mercoledì, 26 maggio 2010 14:54 WASHINGTON
(ASCA) - Roma, 26 mag - Gli ordinativi di beni durevoli negli Stati Uniti sono aumentati ad aprile del 2,6% segnando l'incremento piu' consistente da gennaio scorso. Il risultato e' uscito superiore alle previsioni degli analisti che si attendevano un incremento dell'1,5%. Il dato, depurato dal comparto difesa, segna un +3,4% mentre al netto dei trasporti il risultato e' negativo per un punto. Dietro l'incremento di aprile, infatti, c'e' un +228% degli ordini di aerei civili.

 

 

Forex, dollaro allunga contro euro dopo dati Usa beni durevoli
reuters - mercoledì, 26 maggio 2010 15:48 NEW YORK
Il dollaro estende i guadagni contro l'euro sulla scia dei dati sugli ordini Usa dei beni durevoli per il mese di aprile, in crescita oltre le attese.
La moneta unica prosegue la discesa già registrata negli scambi europei ma si mantiene sopra i minimi dei quattro anni toccati ieri grazie al rimbalzo dei mercati azionari. Il sentiment sulla valuta rimane, comunque, incerto.
L'euro ha risentito anche della debole domanda registrata nell'asta tedesca sui titolo del debito a cinque anni.
Le preoccupazioni circa condizioni più severe di finanziamento in dollari per le banche europee, con tassi interbancari sul dollaro a tre mesi ai nuovi massimi dei dieci mesi, hanno inoltre pesato sull'euro.
Alle 15,25 circa l'euro scendeva dello 0,93% sul dollaro a 1,2257 dollari.

 

 

Usa: Balzo Vendite Delle Nuove Case, Ad Aprile +14,8%
mercoledì, 26 maggio 2010 16:37 WASHINGTON
(ASCA) - Roma, 26 mag - Balzo delle vendite di nuove case negli Stati Uniti. Un dato sorprendentemente positivo e ben superiore alle stime del mercato. Ad aprile le vendite sono aumentate del 14,8% rispetto al mese precedente anche se a spingere le operazioni di vendita immobiliare e' stata la scadenza dei benefici fiscali che sono terminati a fine aprile.

 

 

Crisi: Bundesbank, Ripresa Economica In Germania Ha Accelerato
mercoledì, 26 maggio 2010 17:41 FRANCOFORTE
(ASCA-AFP) - Francoforte, 26 mag - La ripresa economica in Germania ha accelerato negli ultimi mesi. Lo ha sottolineato la Bundesbank alimentando le ipotesi su una prossima revisione al rialzo delle stime sull'andamento del pil della piu' grande economia europea. Nel suo rapporto mensile, la banca centrale tedesca spiega che dopo l'inverno difficile la crescita riprendera' ad un ritmo accelerato e che la produzione industriale, in particolare, ''accentuera' sostanzialmente il trend''. Sono solo, ma ''gli esportatori tedeschi beneficiano anche dei recenti cambiamenti del livello dei cambi'' dopo il forte deprezzamento dell'euro. La Bundesbank attualmente prevede una crescita del Pil tedesco dell'1,6% quest'anno e dell'1,2% nel 2011 ma molti economisti gia' ipotizzano una crescita superiore a due punti gia' nel 2010.

 

 

Berlusconi: "Manovra non tradizionale, perche' e' una crisi senza precedenti"
Pubblicato il 26 maggio 2010 18:43 ROMA
Fonte: APCOM
La manovra varata dal Governo "non è un tradizionale aggiustamento dei conti", perchè a non essere tradizionale è la situazione economica, a causa di una "crisi provocata dalla speculazione e diversa da tutte le precedenti". Così il premier Silvio Berlusconi ha descritto la manovra approvata ieri dal Consiglio dei ministri, nella conferenza stampa con Giulio Tremonti a Palazzo Chigi.
Nessuno scontro nel Governo e men che meno con il ministro Giulio Tremonti, che va anzi ringraziato. In questi giorni di collaborazione, anche con il sottosegretario Gianni Letta, "non c'è mai stato un momento in cui la dialettica, che è logico che ci sia, sia salita di tono", dice il premier che aggiunge: "Non c'è mai stato uno scontro nel Governo". Berlusconi ricorda che nella manovra si è voluto "limitare gli sprechi della politica", anche con la "riduzione degli stipendi per ministri e parlamentari" ed è stato fatto un "ragionamento sulla tracciabilità delle nostre spese", tema sul quale "vorrei precisare di aver considerato "essere giustificabile" un tetto di 5 mila di euro per i pagamenti cash.
Con questa manovra "l'Italia è in mani sicure. Il governo è fatto da una squadra di persone responsabili, che hanno ormai messo insieme un modo di lavorare efficace, che tiene, e che anche in una situazione che impone sacrifici risponde responsabilmente. Sono soddisfatto da come tutti si sono comportati". Infine, un "grazie a Giulio, il suo è un mestiere difficile, dire sì è facile, dire no è molto più difficile e lui, per ragioni di rigore, è costretto a dire una sfilza di no".
La crisi attuale, ha sottolineato Berlusconi, "non è provocata dalla bolla immobiliare come nel 2008-2009", crisi che "il Governo ha saputo superare con risultati riconosciuti da tutti". Oggi c'è una "situazione senza precedenti che riguarda tutti i paesi europei che hanno vissuto sopra le loro possibilità".
Le critiche arrivate sono dunque "lontane dalla realtà". In questo quadro, "la migliore ricetta è la riduzione della spesa pubblica e la riduzione della presenza dello Stato nell'economia, questo è l'obiettivo da raggiungere", visto che "lo Stato intermedia più del 50% della ricchezza prodotta, un costo on più sostenibile". Tanto più che una spesa pubblica "così capillare è soggetta a pessime gestioni oltre che a malversazioni".
Del quadro attuale, ha sostenuto però Berlusconi, "portano la responsabilità sia i governi consociativi del passato, sia il governo della sinistra che ha attribuito alle Regioni un potere di spesa sulla Sanità sganciato da ogni vincolo di responsabilità". Una riforma "approvata con 4 voti di scarto e rivelatasi dissennata, che ha fatto esplodere la spesa sanitaria, soprattutto in molte Regioni del centro sud".
La manovra varata ieri dal governo si basa sulla "riduzione della spesa pubblica e sulla lotta all'evasione fiscale, non abbiamo aumentato le tasse, anzi il nostro obiettivo resta quello di ridurle". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa con Giulio Tremonti. Il premier ha assicurato che la manovra è fatta di "provvedimenti equilibrati e inevitabili". "Equilibrati - ha detto - perché si chiede di più a chi ha evaso di più, e inevitabili perché l'Italia come tutti i Paesi europei ha vissuto al di sopra delle sue possibilità".
"Lo scopo della manovra, che è di 24 miliardi in due anni, è quello di portare il rapporto deficit-Pil "dall'attuale 5% al 2,7% nel 2012". Lo ha spiegato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi. Il premier ha spiegato che in Italia "è cresciuta in maniera incontrollata la spesa sociale" che è "diventata assistenziale". "Questo sistema irresponsabile - ha osservato - ha funzionato finchè si poteva fare la svalutazione della moneta e aumentare le tasse. Ora con la moneta unica questi due strumenti sono diventati inservibili".
"Con la manovra chiediamo un atto di responsabiità ai dipendenti pubblici, i loro redditi sono aumentati rispetto a quelli privati" e quindi a loro "spetta una responsabilità particolare per risanare lo Stato". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi parlando in conferenza stampa a Palazzo Chigi, spiegando che negli ultimi dieci anni i redditi dei dipendenti pubblici sono aumentati del "42,5%", a fronte del 24% dei privati.
Il Cavaliere ha poi ricordato che la responsabilità richiesta agli statali è dovuta anche dal fatto che possano contare sulla "garanzia del posto del lavoro e non rischiano di andare in cassa integrazione o di veder ridotto lo stipendio". "I dipendenti pubblici non rischiano di andare in cassa integrazione e sono tutelati dal posto pubblico", ha sottolineato il premier, ricordando che negli altri Paesi Ue, dalla Francia alla Germania, le cifre della manovra sono state superiori a quelle italiane: "Il nostro aggiustamento è stato minore perché abbiamo operato bene per due anni".
Occorre ora, ha detto Berlusconi, "tagliare le spese eccessive", ma in ogni caso l'Italia può contare su un "sistema pensionistico stabile", una "sanità per tutti nonostante gli sprechi", "ammortizzatori sociali estesi anche agli autonomi" e un "tasso di disoccupazione più basso" di quello di altri paesi.
"Sono un inguaribile ottimista, e convinto che ce la faremo, e ce la faremo bene, anche questa volta". E' il messaggio che Silvio Berlusconi vuole inviare agli italiani, nella conferenza stampa a palazzo Chigi per presentare la manovra varata ieri dal Governo. "Una manovra discussa e condivisa", afferma Berlusconi, anche con le parti sociali, "imprenditori e lavoratori", "perchè non c'è diversità di obiettivi, come non dovrebbe esserci con l'opposizione. A questo proposito ringrazio il presidente Napolitano per l'esortazione al senso di responsabilità, che facciamo nostra, perchè siamo tutti nella stessa barca".
La manovra varata dal Governo contiene "sacrifici indispensabili", ma sacrifici necessari "per difendere la nostra moneta". Solo difendendo l'euro "si difendono i salari e le pensioni degli italiani, le imprese e i risparmi delle famiglie". Lo ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi per presentare la manovra approvata ieri dal Cdm. "Salvare l'euro significa salvare il benessere dell'Italia, il futuro di 60 milioni di italiani e di 5 milioni di imprese", ha aggiunto Berlusconi.

 

 

Borse europee: Chiusura positiva, svetta Parigi
I principali listini azionari europei sono oggi rimbalzati. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato il 2%, il DAX a Francoforte l'1,6%, il FTSE MIB a Milano il 2,2%, il CAC40 il 2,3% e lo SMI a Zurigo l'1,3%. Una parte del mercato crede che le recenti perdite siano state eccessive. Le borse del Vecchio Continente hanno beneficiato oggi inoltre delle notizie positive arrivate d'oltreoceano. Gli ordini di beni durevoli e le vendite di nuove case sono aumentate lo scorso mese negli USA decisamente più di quanto atteso dagli economisti.
Tra i bancari, che ieri erano stati sommersi da una pioggia di vendite, Barclays (GB0031348658) ha guadagnato il 4,7%, Deutsche Bank (DE0005140008) l'1,3%, Crédit Agricole (FR0000045072) il 2,8%, UniCredit (IT0000064854) l'1,9% e UBS (CH0024899483) l'1,2%. Lloyds Banking Group (GB0008706128) e Royal Bank of Scotland (GB0006764012) hanno guadagnato rispettivamente il 6,7% e il 5,6%. Credit Suisse ha promosso i titoli delle due rivali britanniche ad "Outperform".
Tra i minerari Anglo American (GB00B1XZS820) ha guadagnato il 5,1%, BHP Billiton (GB0000566504) il 5,3% Rio Tinto (GB0007188757) il 7,3% e Xstrata (GB0031411001) il 5,7%. I metalli di base si sono apprezzati oggi a Londra. Secondo delle voci di stampa, inoltre, il Governo australiano potrebbe cambiare i suoi piani relativi alla tassa sugli utili delle imprese minerarie.
Tra i petroliferi BP (GB0007980591) ha chiuso in rialzo dell'1,4%, Eni (IT0003132476) del 2,1% e Total (FR0000120271) dell'1,5%. Il prezzo del petrolio è risalito nel pomeriggio a New York al di sopra di $70.
Portugal Telecom (PTPTC0AM0009) ha guadagnato il 6%. Telefónica (ES0178430E18) non esclude un'offerta ostile per la rivale portoghese.
ENEL (IT0003128367) ha guadagnato il 2,4%. HSBC ha alzato il suo rating sul titolo del gruppo italiano da "Neutral" ad "Overweight".
Vivendi (FR0000127771) ha chiuso in rialzo del 3,9%. Barclays ha avviato la copertura sul titolo del conglomerato francese con "Overweight".
Burberry (GB0031743007) ha guadagnato il 7,6%. La casa di moda di lusso ha aumentato lo scorso esercizio il suo utile prima delle tasse più di quanto atteso dagli analisti. Swatch (CH0012255151) ha guadagnato il 6,2%. Secondo il CEO dell'impresa svizzera le vendite del gruppo avrebbero registrato nei primi tre mesi del 2010 una forte crescita. Tra gli altri titoli del settore del lusso Bulgari (IT0001119087) ha guadagnato il 5,2%, LVMH (FR0000121014) il 3,5%, PPR (FR0000121485) il 4,8% e Richemont (CH0012731458) il 5,6%.
Redazione Borsainside 18:48

 

 

Borsa di Mosca: Dalle stalle alle stelle
Dopo il crollo di ieri le principali borse dell'Europa dell'Est hanno registrato oggi una forte ripresa.
L'indice RTS ha guadagnato a Mosca il 6,4% a 1.305,25 punti. Per il listino russo si è trattato della migliore seduta da più di dieci mesi. I volumi di scambio sono scesi rispetto a ieri e sono nella media. Il miglioramento del clima a Wall Street e la forte ripresa dei prezzi delle materie prime hanno spinto gli investitori a tornare a puntare sulla Russia. Il rublo ha registrato oggi rispetto al dollaro il suo più forte apprezzamento dallo scorso 11 gennaio. Tra i titoli dell'indice russo Gazprom (RU0007661625) ha guadagnato il 6,6%, Raspadskaya (RU000A0B90N8) il 16,1%, FGC UES (RU000A0JPNN9) il 14,1%, Sberbank (RU0009029540) il 6,4% e RusHydro (RU000A0JPKH7) il 7,7%.
Il BUX a Budapest ha guadagnato l'1% a 20.875,76 punti. I bancari hanno recuperato una buona parte del terreno perso ieri. FHB (HU0000078175) ha guadagnato il 3,9% e OTP Bank (HU0000061726) il 2,7%. MOL (HU0000068952) ha chiuso in calo del 3,6%. Il titolo dell'impresa petrolchimica avrà in futuro un peso minore negli indici MSCI. Tra gli altri titoli dell'indice ungherese Gedeon Richter (HU0000067624) ha guadagnato il 2,8% e Magyar Telekom (HU0000016522) il 2,3%.
Il PX a Praga ha guadagnato il 3,5% a 1.135,00 punti. Tra i bancari Erste Group Bank (AT0000652011) ha chiuso in rialzo del 3,6% e Komercni Banka (CZ0008019106) del 5,2%. CETV (BMG200452024) è esploso del 19,2%. Il titolo dell'operatore televisivo verrà introdotto nell'indice MSCI Global Standard. Tra gli altri titoli del PX NWR (NL0006282204) ha guadagnato il 3,9%, Unipetrol (CZ0009091500) il 5,2% e Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300) l'1,2%.
Il WIG a Varsavia ha guadagnato il 3,7% a 40.550,33 punti. Tra i bancari PKO Bank Polski (PLPKO0000016) ha chiuso in rialzo del 6,6%, Bank Pekao (PLPEKAO00016) del 2,1%, BZW Bank (PLBZ00000044) del 4,9% e BRE Bank (PLBRE0000012) dell'11,5%. Tra i titoli dei produttori di materie prime KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) ha guadagnato il 3,7%, PKN Orlen (PLPKN0000018) il 2,7% e Lotos (PLLOTOS00025) il 5,2%.
Redazione Borsainside 20:06

 

 

Usa: Private Equity In Crisi, Ridanno i Soldi Indietro
mercoledì, 26 maggio 2010 - 20:30
(AGI) - New York, 26 mag. - Le societa' di private equity americane stanno restituendo i soldi agli investitori a causa della totale mancanza di affari nell'ultimo periodo. Lo scrive il Wall Street Journal, precisando che alcune societa' con fondi specializzati non sanno dove mettere i propri capitali, perche' non riescono a trovare operazioni interessanti in cui investire. In particolare e' stato riscontrato uno squilibrio tra offerta e domanda nel mercato immobiliare commerciale

 

 

Mercati instabili: ma davvero la Cina sta per vendere i suoi eurobond?
Pubblicato il 26 maggio 2010 21:51 PECHINO
Fonte: WSI
La Cina sta per cominciare a inondare il mercato il suo maxi-portafoglio di $630 miliardi di bond di stati dell'eurozona. L'indiscrezione, la voce, l'ipotesi, ha cominciato a circolare sui mercati. E sono proprio questi scenari che contribuiscono in questi giorni a rendere vulnerabile il mercato azionario. Come e' accaduto ieri con il ribasso nella fase finale di contrattazioni a Wall Street. Il Financial Times online scrive che uno dei piu' forti poteri finanziari di Pechino, il China's State Administration of Foreign Exchange, cioe' l'agenzia cinese che gestisce le riserve in valuta del paese, ha "espresso preoccupazioni circa propria esposizione" nei confronti dei paesi PIIGS.
Come e' ovvio con il colosso asiatico che - con discrezione, in apparente cooperazione e di certo sotto l'occhio attento dell'amministrazione Obama - stava muovendo negli ultimi sei mesi i suoi investimenti in valuta dagli asset denominati in dollari (il 50% del debito esterno Usa e' in mano ai cinesi) questo sarebbe un cambiamento strategico/finanziario notevole. "L'anno scorso i cinesi stavano cercando ridurre la proprioa esposizione sugli assets in dollari comprando bond in euro, e la possibile recente mossa sarebbe un completo ribaltamento di quella strategia", scrive il FT.
Un diplomatico di Pechino, secondo Bloomberg, ha messo in evidenza che "le fluttuazioni dell'euro avranno un impatto sulle decisioni della Cina, anche se questo e' solo un elemento" in qualsiasi decisione che permettera' alla moneta cinese di rivalutarsi. Bloomberg cita le parole di He Yafei, uno dei viceministri degli esteri della Cina. In ogni caso, che l'articolo di un quotidiano inglese, non supportato per ora da conferme ufficiali delle autorita' di Pechino o dal controbalore di vendite effettive di eurobond sul mercato, sia stato tra le cause del passaggio in rosso degli indici a Wall Street nell'ultima fase della seduta di mercoledi', diciamo che va notato molta attentamente, e noi di WSI lo abbiamo fatto, senza forzare la mano ma riportando i fatti, per i nostri numerosi lettori che gestisco miliardi in euro e in dollari.

 

 

Ue: banche paghino fondi antifallimento
mercoledì, 26 maggio 2010 - 21:52
(ANSA) - BRUXELLES, 26 MAG - Le banche dovranno pagare per la costituzione di fondi anti-fallimento nazionali. Lo chiede la Commissione Europea. In questo modo si potra' evitare che in futuro, in caso di insolvenza, siano i contribuenti a dover saldare il conto. 'I prelievi a carico delle banche - si legge in una nota di Bruxelles - potrebbero essere concepiti in modo da incentivare comportamenti appropriati a mitigare il rischio di insolvenza'.

 

 

Borse dell'America Latina: San Paolo +1,2%, Città del Messico +2,3%
La maggior parte delle borse dell'America Latina ha chiuso ieri in rialzo.
Il Bovespa a San Paolo ha guadagnato l'1,7% a 60.190,36 punti. La lista dei rialzi è stata guidata dal settore delle telecomunicazioni. Vivo (BRVIVOACNOR1) ha guadagnato il 7,6%. Telefónica (ES0178430E18) non esclude un'offerta ostile per Portugal Telecom (PTPTC0AM0009) se quest'ultima non dovesse cederle la sua partecipazione nella joint venture brasiliana. TIM Participacoes (BRTCSLACNPR7) ha guadagnato il 2,6%. J.P. Morgan ha alzato il suo rating sul titolo dell'operatore di telefonia mobile da "Neutral" ad "Overweight".
Cosan (BRCSANACNOR6) ha guadagnato il 6%. Il primo produttore al mondo di zucchero ha aumentato i ricavi nel suo quarto trimestre fiscale dell'87%.
Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha chiuso in rialzo dell'1,9%. Il prezzo del petrolio ha guadagnato ieri a New York il 4%.
Vale (BRVALEACNPA3) ha perso l'1,5% nonostante l'aumento dei prezzi dei metalli di base.   
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in rialzo del 2,3% a 31.328,49 punti. Gli ordini di beni durevoli e le vendite di nuove case sono aumentate lo scorso mese negli USA, il principale partner commerciale del Messico, decisamente più di quanto atteso dagli economisti. Tra i titoli principali dell'IPC América Móvil (MXP001691213) ha guadagnato lo 0,9%, Cemex (MXP225611567) il 4,9%, Grupo Mexico (MXP370841019) il 4,1% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) il 4%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano l'IPSA a Santiago del Cile ha guadagnato l'1,6%, il Colcap a Bogotà il 2,4% e il General a Lima lo 0,6% L'IBVC a Caracas e il Merval a Buenos Aires hanno perso rispettivamente lo 0,3% e il 3%.
Redazione Borsainside 01:03


 

 

 
  Mercoledì 26 Maggio 2010 ..... Mercoledì 26 Maggio 2010 ..... Mercoledì 26 Maggio 2010  
       
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ASIA - Edizione Hong Kong
  USA - Edizione New York   EUROPA - Edizione Bruxelles .....
 

 

 

WALL STREET: futures intonati per un buon rialzo, grazie alla tripla AAA

Pubblicato il 26 maggio 2010 | Ora 14:01 - WSI
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A un'ora e mezzo dall'avvio delle contrattazioni i futures Usa viaggiano in territorio positivo, (vedi quotazioni a fondo pagina), il che lascia prevedere un avvio con il segno piu' per la borsa americana.

Gli operatori sembrano inseguire dunque i rimbalzi in atto nelle piazze del Vecchio Continente, all'indomani di una seduta che a Wall Street e' stata di acquisti concentrati sul finale della seduta e che hanno permesso al Dow (arrivato a perdere oltre 250 punti e lasciandone sul terreno alla fine solo 22) di riportarsi sopra la soglia psicologica dei 10000 punti.

Effetto positivo dalla notitizia che l'agenzia di rating Moody's ha confermato il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine degli Stati Uniti nonostante le casse governative si siano indebolite per aver sostenuto il sistema finanziario ed economico in generale.

Per quanto permangano gli ormai consueti timori sul debito dell'Eurozona, i trader a Wall Street prenderanno spunto dall'agenda macro per prender posizione. Alle 14:30 ora italiana e' atteso il dato di aprile sugli ordini di beni durevoli, un'or e mezzo dopo sara' la volta delle vendite di nuove case (sempre ad aprile). Risultati, questi, che dovrebbero confermare la ripresa in atto dell'economia aamericana. Alle 16:30 verranno rese note le scorte settimanali di petrolio.

Di crescita ha reso conto anche l'Ocse nel suo rapporto di primavera "Economic outlook". Pur alzando le stime sulla crescita dell'economia globale - che per quest'anno dovrebbe attestarsi al 4.75% - l'organizzazione internazionale ha lanciato un avvertimento sulla crisi del debito, in particolare nell'Eurozona.

L'Ocse ha lanciato l'allarme anche sulla crescita impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch'essa rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale. In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell' Ocse, quest'anno, dovrebbero far registrare una crescita del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso.

L'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo ha però aggiunto che gli squilibri mondiali, tra le cause della crisi economica in atto, potrebbero ripresentarsi ancora.

''La crescita e' in atto nell'area Ocse - si legge nel rapporto dell'organizzazione con base a Parigi - con differenti velocita' nelle diverse regioni del mondo e a un ritmo maggiore rispetto a quanto previsto nel precedente rapporto''. Ma ''i rischi per la ripresa globale potrebbero essere piu' alti ora a causa della velocita' e della magnitudine degli apporti di capitale nei paesi emergenti e l'instabilita' dei mercati del debito sovrani''.

Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha difeso il ruolo delle banche centrali dall'ingerenza della politica. Il governatore della Federal Reserve non ha fornito spunti sull'andamento dell'economia globale o sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero' ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale e' tenere sotto controllo l'inflazione. A questo proposito ha definito rischioso cambiare il target al 2%.

Continua il viaggio del Tesoro Usa Timothy Geithner. Arrivato in Europa ha invocato un "approcio globale attentamente studiato" lasciando intendere di non aver ben visto le mosse unilaterali della Germania.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con consegna luglio segnano un +$2.04 attestandosi a quota $70.79 al barile (+2.97%%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2319 (-0.21%). L'oro ha segnato un +$15.20 attestandosi a $1213.20. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.24% dal 3.17% di ieri.

Alle 14:00 (le 8:00 ora di New York) il contratto future sull'indice S&P500 avanza di 9.10 punti (+0.85%) a quota 1082.10

Il contratto sull'indice Nasdaq 100 segna un rialzo di 15.25 punti (+0.84%) a quota 1830.75.

Il contratto sull'indice Dow Jones scambia in salita di 73 punti (+0.73%) a quota 10098.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

WALL STREET: la ripartenza L'economia americana va

Pubblicato il 26 maggio 2010 | Ora 15:00 - WSI
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Partenza positiva per Wall Street, dove gli operatori tentano di costruire posizioni continuando cosi' quanto osservato ieri sul finale della seduta, quando gli indici hanno di fatto recuperato gran parte delle flessioni della giornata. Il rimblazo dai minimi di ieri (Dow Jones sotto quota 10000 e S&P 500 ai minimi dell'anno) ammonta a circa +3.5% con la crescita degli indici in apertura oggi.

Dopo mezz'ora di contrattazione il Dow avanza dello 1.02% a 10146, il Nasdaq sale dell'1.78% a 2250 mentre l'S&P 500 segna +1.30% a 1088.

A portare ottimismo ha contribuito il dato sugli ordini di beni durevoli, ad aprile in rialzo del 2.9% (piu' delle attese).

Effetto positivo, inoltre, lo ha avuto anche la notitizia che l'agenzia di rating Moody's ha confermato il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine degli Stati Uniti nonostante le casse governative si siano indebolite per aver sostenuto il sistema finanziario ed economico in generale.

Gli operatori sembrano inseguire dunque i rimbalzi in atto nelle piazze del Vecchio Continente, all'indomani di una seduta che a Wall Street e' stata di acquisti concentrati sul finale della seduta e che hanno permesso al Dow (arrivato a perdere oltre 250 punti e lasciandone sul terreno alla fine solo 22) di riportarsi sopra la soglia psicologica dei 10000 punti.

Per quanto permangano gli ormai consueti timori sul debito dell'Eurozona, i trader a Wall Street inseguono le buone notizie che dimostrano come l'economia Usa sia in espansione. Dopo gli ordini di beni durevoli, alle 16:00 sara' la volta delle vendite di nuove case (sempre ad aprile). Alle 16:30 verranno rese note le scorte settimanali di petrolio.

Di crescita ha reso conto anche l'Ocse nel suo rapporto di primavera "Economic outlook". Pur alzando le stime sulla crescita dell'economia globale - che per quest'anno dovrebbe attestarsi al 4.75% - l'organizzazione internazionale ha lanciato un avvertimento sulla crisi del debito, in particolare nell'Eurozona.

L'Ocse ha lanciato l'allarme anche sulla crescita impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch'essa rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale. In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell' Ocse, quest'anno, dovrebbero far registrare una crescita del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso.

L'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo ha però aggiunto che gli squilibri mondiali, tra le cause della crisi economica in atto, potrebbero ripresentarsi ancora.

''La crescita e' in atto nell'area Ocse - si legge nel rapporto dell'organizzazione con base a Parigi - con differenti velocita' nelle diverse regioni del mondo e a un ritmo maggiore rispetto a quanto previsto nel precedente rapporto''. Ma ''i rischi per la ripresa globale potrebbero essere piu' alti ora a causa della velocita' e della magnitudine degli apporti di capitale nei paesi emergenti e l'instabilita' dei mercati del debito sovrani''.

Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha difeso il ruolo delle banche centrali dall'ingerenza della politica. Il governatore della Federal Reserve non ha fornito spunti sull'andamento dell'economia globale o sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero' ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale e' tenere sotto controllo l'inflazione. A questo proposito ha definito rischioso cambiare il target al 2%.

Continua il viaggio del Tesoro Usa Timothy Geithner. Arrivato in Europa ha invocato un "approcio globale attentamente studiato" lasciando intendere di non aver ben visto le mosse unilaterali della Germania.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con consegna luglio segnano un +$1.34 attestandosi a quota $70.09 al barile (+1.95%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2277 (-0.53%). L'oro ha segnato un +$12.80 attestandosi a $1210.80. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.2090% dal 3.17% di ieri.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

WALL STREET: dimentica l'Europa (ma soltanto per qualche ora)

Pubblicato il 26 maggio 2010 | Ora 20:45 - WSI
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Wall Street prosegue sulla via del rialzo all'insegna delle ricoperture. Ci si sta allontanando pero' dai massimi di giornata toccati dopo un'ora e mezzo di contrattazioni. Il mercato ha subito un improvviso calo, dovuto a un'andata di sell, che ha quasi azzerato gli indici nel giro di 4-5 minuti, dopo che e' al New York Stock Exchange e' circolato un rumor su un ulteriore downgrade del debito della Spagna alla fine della giornata. Ma la voce si e' rivelata falsa e i buy sono rifluiti in borsa. Cio' dimostra pero' quanto sia volatile e prono alle brutte notizie un mercato azionario nevoso come quello di questi giorni. A poco piu' di un'ora dalla fine delle contrattazioni i 3 indici principali della Borsa Usa hanno limato quasi completamente, di nuovo, tutti i guadagni.

I volumi sono la dimostrazione della buona impostazione che sembra essere tornata sul mercato. Al Nyse gli scambi sono superiori alla media giornaliera registrata recentemente. I titoli in progresso sono 2657 contro i 308 in calo per un rapporto 8.6 a 1. Sono 22 i titoli che hanno toccato i massimi di 52 settimane mentre 13 sono le azioni che sono scivolate sui minimi di quasi un anno. Sul listino tecnologico Nasdaq il rapporto di titoli in salita con quelli in discesa e' di 5.7 a 1.

Intanto trader e osservatori si domandano quanto questo rinnovato trend rialzista possa durare. Secondo Christian Blaabjerg, analista di Saxo Bank, le paure sulla ripresa globale sono eccessive e una doppia recessione e' da escludere. Al massimo, e soprattutto per l'Europa, la crescita sara' piu' contenuta, perche' frenata da "massimi problemi sul fronte del debito".

Tecnicamente sara' importante il superamento della media mobile a 10 giorni dopo che quella a 200 giorni e' stata appena superata. Finche' questo scenario non si realizzera', la fase rimane ribassista.

Nel frattempo, la Sec ha unanimamente votato per la proposta di regole che permettrebbero alla Consob americana di ricevere con piu' tempestivita' informazioni sugli scambi high-frequency in modo tale da poter meglio controllare il mercato. La mossa e' volta a rispondere al tonfo di 1000 punti (-9.2%) registrato dal Dow Jones il 6 maggio, seduta che fini' con una flessione di 348 punti.

A portare ottimismo hanno contribuito alcuni dati macro, testimonianza che l'economia Usa e' sulla via della ripresa. Prima il dato sugli ordini di beni durevoli, ad aprile in rialzo del 2.9% (piu' delle attese). Poi quello sulla vendita di nuove case: il mese scorso e' stato boom grazie agli incentivi.

Effetto positivo, inoltre, lo ha avuto anche la notitizia che l'agenzia di rating Moody's ha confermato il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine degli Stati Uniti nonostante le casse governative si siano indebolite per aver sostenuto il sistema finanziario ed economico in generale.

Altro fattore incoraggiante e' arrivato dall'Ocse con il suo rapporto di primavera "Economic outlook". Pur alzando le stime sulla crescita dell'economia globale - che per quest'anno dovrebbe attestarsi al 4.75% - l'organizzazione internazionale ha pero' lanciato un avvertimento sulla crisi del debito, in particolare nell'Eurozona.

L'Ocse ha lanciato l'allarme anche sulla crescita impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch'essa rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale. In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell' Ocse, quest'anno, dovrebbero far registrare una crescita del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso.

Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha difeso il ruolo delle banche centrali dall'ingerenza della politica. Il governatore della Federal Reserve non ha fornito spunti sull'andamento dell'economia globale o sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero' ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale e' tenere sotto controllo l'inflazione. A questo proposito ha definito rischioso cambiare il target al 2%.

Continua il viaggio del Tesoro Usa Timothy Geithner. Arrivato in Europa ha invocato un "approcio globale attentamente studiato" lasciando intendere di non aver ben visto le mosse unilaterali della Germania.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con consegna luglio segnano un +$2 attestandosi a quota $70.75 al barile (+2.91%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2212 (-1.07%). L'oro ha segnato un +$14.60 attestandosi a $1212.60. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.22% dal 3.17% di ieri.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

WALL STREET: lezione di realismo, il rialzo si sgonfia. Dow Jones verso minimi dell'anno sotto 10000

Pubblicato il 26 maggio 2010 | Ora 22:00 - WSI
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Wall Street ha chiuso in rosso, dopo un sell-off improvviso nell'ultima ora, come spesso succede di recente. Il Dow Jones Industrial Average ha perso 69 punti, cioe' -0.7%, a 9974, per la prima volta da febbraio sotto quota 10000. Il benchamrk S&P 500 ha perso 6 punti, cioe' -0.6%, a 1068, e il Nasdaq e' arretato di 15 punti, -0.7%, a 2196 (tra i motivi del forte ribasso sul finale, leggere articolo di WSI sui bond europei della Cina).

Gli indici Usa avevano lasciato capire ai piu' sofisticati broker che sarebbe stato meglio non fidarsi del rialzo in Europa e infatti dopo la chiusura delle borse europee Dow Jones, S&P500 e Nasdaq si sono allontanati dai massimi di giornata toccati dopo un'ora e mezzo di contrattazioni.

Nel momento di massimo ottimismo il rialzo e' stato +1.80% per il Nasdaq e + 1.30% per l'S&P500. L'alibi per il rimbalzo l'aveva dato il mix di fattori positivi di breve (per ingenui, o meglio per chi non ha capito che il mercato e' assolutamente tecnico e non puo' essere preso alla leggera perche' tutto e' cambiato): ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sopra le stime, conferma del rating AAA sul debito Usa da parte di Moody's, boom immobiliare nel mese di aprile (drogato dall'ultimo mese di incentivi governativi per l'acquisto della prima casa), buone previsioni Ocse sulla crescita economica globale per il 2010. L'euro a 1.2273 in quel momento e la crisi europea dei debiti sovrani dei paesi PIIGS sembravano poter essere, per un po', fuori del focus. Ma restavano chiaramente sottotraccia.

Il mercato e' stato colpito dal primo improvviso calo (quasi una "prova" di quello "vero" sul finale di seduta) con un'ondata anomala di sell che ha quasi azzerato gli indici nel giro di 4-5 minuti dopo che al New York Stock Exchange e' circolato un rumor su un ulteriore downgrade del debito in Spagna. La voce si e' rivelata non fondata e i buy sono rifluiti quasi subito sulla borsa Usa. Cio' ha dato pero' la misura di quanto volatile e prono alle brutte notizie sia il mercato azionario americano in questi giorni. A poco piu' di un'ora dalla fine delle contrattazioni, poi, i 3 principali indici Usa hanno limato quasi completamente, di nuovo, i guadagni. E nell'ultima mezz'ora sono passati decisamente in rosso, chiudendo malamente poco sopra i minimi di giornata. Il che non prelude bene per la seduta di giovedi.

A meta' giornata trader e stock strategist delle maggiori banche di New York si domandavano quanto l'apparente rinnovato trend rialzista della mattina, alimentato dal miglioramento del sentiment sull'Europa, potesse durare. Secondo Christian Blaabjerg per esempio, analista di Saxo Bank, le paure sulla ripresa globale sono comunque eccessive e una doppia recessione e' da escludere. Al massimo, e soprattutto per l'Europa, la crescita sara' piu' contenuta, perche' frenata da "massimi problemi sul fronte del debito". Tecnicamente sara' importante il superamento della media mobile a 10 giorni dopo che quella a 200 giorni e' stata appena superata. Finche' questo scenario non si realizzera', la fase rimane ribassista.

A portare ottimismo su Wall Street avevano contribuito alcuni dati macro, testimonianza che l'economia Usa e' sulla via della ripresa. Prima il dato sugli ordini di beni durevoli, ad aprile in rialzo del 2.9% (piu' delle attese). Poi quello sulla vendita di nuove case: il mese scorso e' stato boom grazie agli incentivi.

Effetto positivo, inoltre, lo ha avuto anche la notitizia che l'agenzia di rating Moody's ha confermato il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine degli Stati Uniti nonostante le casse governative si siano indebolite per aver sostenuto il sistema finanziario ed economico in generale.
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Altro fattore incoraggiante e' arrivato dall'Ocse con il suo rapporto di primavera "Economic outlook". Pur alzando le stime sulla crescita dell'economia globale - che per quest'anno dovrebbe attestarsi al 4.75% - l'organizzazione internazionale ha pero' lanciato un avvertimento sulla crisi del debito, in particolare nell'Eurozona.

L'Ocse ha lanciato l'allarme anche sulla crescita impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch'essa rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale. In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell' Ocse, quest'anno, dovrebbero far registrare una crescita del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso. Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha difeso il ruolo delle banche centrali dall'ingerenza della politica. Il governatore della Federal Reserve non ha fornito spunti sull'andamento dell'economia globale o sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero' ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale e' tenere sotto controllo l'inflazione. A questo proposito ha definito rischioso cambiare il target al 2%.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con consegna luglio segnano un +$2 attestandosi a quota $70.75 al barile (+2.91%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2212 (-1.07%). L'oro ha segnato un +$14.60 attestandosi a $1212.60. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.22% dal 3.17% di ieri.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

 

 

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