PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Sabato 08 e Domenica 09 Maggio 2010

PARTE  2

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..... Sabato 08 Maggio 2010 ..... Domenica 09 Maggio 2010 ..... Lunedì 10 Maggio 2010 .....
 

 

 

 

Crisi: Eurogruppo vara piana salva euro
sabato, 8 maggio 2010 - 7:20
(ANSA)- BRUXELLES, 8 MAG -Il vertice dell'Eurogruppo vara un piano per salvare l'euro e sta per mettere in campo un meccanismo per l'aiuto ai Paesi in difficolta'. Sara' un Consiglio dei ministri delle Finanze dell'Ue a definire le modalita' tecniche del sistema. Confermato il pieno sostegno al governo greco, dando il via libera al versamento della prima tranche di aiuti. Al termine della riunione la Merkel ha detto che la messa a punto del piano salva-Stati e' ''un segnale chiaro e forte agli speculatori''.

 

 

Usa: Chiuse Altre 4 Banche, Da Inizio Anno 68 Fallimenti
sabato, 8 maggio 2010 11:25 WASHINGTON
(AGI) - Washington, 8 mag.- Chiudono i battenti altre quattro banche negli Stati Uniti: in totale da inizio anno sono 68 gli istituti falliti. La piu' grande a dichiarare la bancarotta e' stata la Pacific Bank of California di San Diego con 335,8 milioni di dollari in asset e 291,2 milioni in depositi.

 

 

Banche: Contribuenti.It, Si Fida Soltanto Una Famiglia Su Quattro
sabato, 8 maggio 2010 - 11:38
(ASCA) - Roma, 8 mag - Diminuisce la fiducia dei contribuenti italiani nei confronti delle banche, secondo quanto rileva Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani che con lo Sportello Antiusura monitora costantemente la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema bancario italiano. Dal sondaggio, effettuato su un campione di 1.580 famiglie, risulta nel mese di maggio un calo di fiducia dei contribuenti italiani del 2,6%: soltanto una famiglia su quattro si fida della propria banca. Su 1.580 famiglie, 296 (pari al 18,74%) sono a favore della propria banca, mentre 1.284 (pari a 81,26%) sono contrarie. ''E' il peggior dato registrato nel 2010 - ha sottolineato Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it -. Come per la Grecia, il risultato deve attribuirsi alla mancanza di trasparenza nei bilanci delle banche. Trasparenza significa che tutte le banche devono tirare fuori gli asset tossici dai loro bilanci. La cosa piu' importante e' che si faccia luce sulla qualita' dei bilanci bancari. Argomenti da trattare urgentemente con il ministro Tremonti e con Draghi''.

 

 

Ue al lavoro su meccanismo per fermare crisi "greca"
reuters - sabato, 8 maggio 2010 14:51 BRUXELLES
I rappresentanti europei stanno mettendo a punto oggi i dettagli di un meccanismo di supporto finanziario per impedire che il disordine finanziario in Grecia si diffonda ad altri paesi come Spagna e Portogallo, e che dovrà essere approvato domani dai ministri delle Finanze Ue.
Ieri sera, dopo i colloqui con la Banca Centrale Europea e la Commissione Europea, i capi di Stato e di governo dei 16 paesi della moneta unica hanno detto di essere pronti a intraprendere i passi necessari per proteggere la stabilità dell'area euro.
Intanto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha cancellato un viaggio in Russia per continuare le consultazioni con i partner europei sulla crisi, ha riferito una fonte governativa.
I mercati finanziari stanno colpendo i paesi della zona euro con deficit o debito alto o a bassa crescita economica, minacciando di costringere Portogallo, Spagna e Irlanda a ricorrere, come la Grecia, all'aiuto finanziario.
I leader della zona euro, che sono stati accusati di aumentare le incertezze del mercato con la loro mancanza di iniziativa, hanno concordato di accelerare i tagli di bilancio e di garantire che gli obiettivi sul deficit siano rispettati entro il 2010. L'accordo riguarda anche una rimodulazione più stringente delle regole di budget dell'Unione e l'imposizione di sanzioni più efficaci per chi le viola, con una maggiore attenzione anche ai livelli di debito e al livello di competitività.
Misure che saranno presentate prima della riapertura dei mercati, lunedì prossimo.
I governi euro hanno riconosciuto che bisogna far fronte a una situazione straordinaria, dopo aver dato l'ok all'accordo Ue- Fmi che prevede il prestito da 110 miliardi di euro alla Grecia in tre anni. E hanno ribadito il pieno sostegno alla Bce per la sua azione a sostegno dell'euro zona. La dichiarazione finale del vertice dice che tutte le istituzioni dell'area della moneta unica, compresa la Bce, useranno "il completo ventaglio di misure disponibili per garantire la stabilità della zona euro".
Intanto, ieri, i timori che il prestito di emergenza alla Grecia non sia sufficiente a impedire il default e una più ampia crisi economica ha fatto toccare il minimo di tre mesi alle borse mondiali, nonostante i forti dati dagli Usa sull'aumento dei posti di lavoro.
Il G7 dei ministri finanziari ha discusso della situazione in una conference call, dopo che la Federal Reserve americana ha espresso preoccupazione, e hanno concordato di tenere gli occhi puntati sui mercati.
Sempre ieri, il parlamento tedesco ha approvato il pacchetto di aiuti della Germania alla Grecia -- il maggiore della zona euro -- e lo stesso ha fatto il parlamento olandese. Anche il Consiglio dei ministri italiano ha dato intanto il suo ok.

 

 

Grecia: Merkel, Situazione Seria; Non c'e' Solo Atene
sabato, 8 maggio 2010 16:49 BERLINO
(AGI) - Berlino, 8 mag. - In Europa "la situazione e' seria". Lo ha sottolineato il cancelliere tedesco, Angela Merkel, al termine dell'incontro con il primo ministro canadese, Stephen Harper, precisando che la Grecia non e' l'unico Paese sottoposto a pressioni dei mercati finanziari. "Se si guarda agli spread da venerdi' a giovedi' si vede che non stanno andando bene in diversi Paesi, non solo in uno", ha aggiunto. Merkel ha quindi definito giusta la decisione presa ieri dai leader della zona euro di adottare misure speciali prima della riapertura dei mercati finanziari lunedi' .

 

 

Futuro difficile per la Ue se non cambia, dice rapporto
reuters - di Ilona Wissenbach
L'Unione Europea è a un punto critico della sua esistenza e dovrà fare sforzi per 20 anni per conquistare influenza a meno che non trovi l'unità e una salda leadership. Lo dice un rapporto diffuso oggi ed elaborato da una gruppo di ex uomini di stato, guidati dall'ex premier spagnolo Felipe Gonzales.
Il rapporto di 35 pagine elaborato dal "Reflection Group", un comitato di 12 leader politici ed economici a cui nel dicembre 2007 era stato chiesto di analizzare le sfide che probabilmente la Ue si troverà a dover affrontare nel 2030, arriva alla conclusione che le previsioni per l'Unione non sono rassicuranti.
"L'Europa attualmente è a un punto di svolta della sua storia", dice il documento intitolato "Project Europe 2030".
"Supereremo le sfide che sono davanti a noi soltanto se tutti -- politici, cittadini, datori di lavoro e dipendenti -- saremo capaci di radunarci attorno a un nuovo scopo comune definito dalle necessità dell'epoca attuale".
Concentrandosi sull'impatto della crisi finanziaria ed economica -- che si è verificata poco dopo che il rapporto fu commissionato -- il gruppo dice che la struttura a due terzi dell'Europa, con 16 stati membri che fanno parte dell'euro zona e gli altri che operano su cicli diversi, rende essenziale una gestione economica più stretta.
"Rafforzare la governance economica nella Ue è una urgente necessità se vogliamo evitare gli shock asimmetrici che derivano dalla coesistenza della nostra unione monetaria e del mercato unico con politiche economiche divergenti".
"Le origini della crisi hanno poco a che fare con l'euro, la stabilità e il patto di crescita, ma questi meccanismo non sono stati sufficienti a garantire una convergenza economica durante la crisi".
Il Reflection Group raccomanda una serie di misure che la Ue dovrebbe assumere per rafforzare la propria leadership e migliorare la sua influenza economica, tra cui:
* riformare il funzionamento e la supervisione delle sue istituzioni finanziarie;
* rivedere i propri mercati del lavoro e le politiche pensionistiche;
* elaborare una strategia energetica comune, compreso il nucleare sicuro;
* guidare l'impegno globale contro il cambiamento climatico;
* considerare l'introduzione di una carbon tax europea e rafforzare il mercato unico, compreso il coordinamento fiscale
* aumentare il numero di donne che lavorano, investire nella ricerca e nello sviluppo e adottare politiche sull'immigrazione più aperte.
Il rapporto chiede anche alla Ue di indicare una guida più chiara, piuttosto che mantenere una serie di voci -- il presidente della Commissione Europea, i capo di stato Ue, il presidente del Consiglio Europeo, il presidente del Parlamento Europeo -- per parlare della direzione dell'Unione.
"Soprattutto, la situazione richiede una forte guida politica, una forma di leadership segnata dalla capacità di sostenere un dialogo onesto e fruttuoso con i cittadini e di governare in partnership", conclude il documento.
"Garantire il sostegno dei nostri cittadini sarà vitale, non solo perché l'Unione sopporti l'impatto sociale ed economico della crisi ma anche per dare corso alle riforme strutturali necessarie se l'Europa deve diventare più forte in futuro".

 

 

Obama: economia forte per moneta forte
sabato, 8 maggio 2010 - 21:16
(ANSA) - WASHINGTON, 8 MAG - Il presidente degli Usa Barack Obama ha auspicato che l'economia americana possa rafforzarsi, in modo da rafforzare anche il dollaro. Lo ha detto in un'intervista ad una tv russa, nella quale si e' anche detto 'molto preoccupato' per la crisi della Grecia e per le conseguenze che puo' avere sui mercati, sottolineando che la stabilizzazione del Paese e' 'vitale' sia per l'Europa, sia per gli Stati Uniti.

 

 

Crisi Grecia, Ciampi a Stampa: errore fu allargare l'euro
reuters - domenica, 9 maggio 2010 - 10:24
L'ex presidente della Repubblica, ex ministro del Tesoro (NYSE: TSO - notizie) ed ex premier Carlo Azeglio Ciampi, tra i fondatori dell'euro, ha detto oggi che l'attuale crisi debitoria in cui si trova l'Unione europea, scatenata dalla Grecia, si deve in parte al fatto che l'allargamento ad altri Paesi fu fatto con parametri troppo poco severi.
"Paghiamo il fatto che alcuni Paesi, tra cui la Grecia, sono entrati con parametri troppo poco severi", spiega Ciampi in un'intervista alla Stampa, definendo "un errore" l'ampliamento del numero dei Paesi entrati nella moneta unica.
"E' vero che l'istruttoria fu molto severa per il primo gruppo di Paesi candidati, compresi noi italiani, che dovemmo fare una delle manovre più dure della storia dal Dopoguerra per entrare nei requisiti richiesti dal sistema, e che invece al momento dell'allargamento ci fu meno severità: in questo senso non solo la Grecia ma anche altri Paesi era chiaro che entravano firmando una serie di obblighi che dovevano rispettare e di tappe successive che non hanno raggiunto", dice l'ex capo dello Stato.
"Proprio perché molti di noi dovettero affrontare sacrifici importanti, oggi dovremmo chiederci se sarebbe stato meglio non essere di manica larga. La risposta è senz'altro sì: il rigore avrebbe dovuto essere lo stesso per tutti", aggiunge Ciampi. "Sarebbe stato un rischio calcolato se insieme con l'euro fosse andato avanti il rafforzamento della collaborazione e del coordinamento in fatto di politiche economiche. Cosa che purtroppo non è avvenuta, con le conseguenze che vediamo".
Per Ciampi, che oggi parla anche in un colloquio con il Sole 24 Ore, "bisognava intervenire prima. Non si è riusciti nemmeno a creare un coordinamento delle politiche economiche. Ora -- sottolinea -- è giunto il momento di agire. Del resto la creazione della moneta unica ha implicato la rinuncia consapevole degli stati membri a una parte importante della loro sovranità".
Oggi alle 13 si terrà un vertice straordinario della Commissione Ue, seguito da una riunione dell'Ecofin. L'obiettivo è quello di approvare un piano, prima dell'apertura dei mercati domani, per arginare la speculazione che che tiene l'area euro sotto scacco sui mercati finanziari mondiali.
Secondo quanto scritto sui giorrnali oggi, una bozza di piano prevede aiuti ai Paesi in difficoltà attraverso l'emissione di Eurobond, un'ipotesi che non piace molto alla Germania.
"Il sistema -- sostiene Ciampi sulla Stampa -- ha tutti gli strumenti per combattere la speculazione. Tanto per cominciare penso alla Bce, ma anche i governi. E' come se tutto quel che è mancato finora d'improvviso fosse diventato evidente. Anche i meno convinti sanno che l'ingresso nell'euro ha significato per tutti un punto di non ritorno".

 

 

Regno Unito agirà a sostegno mercati, ma non dell'euro
reuters - domenica, 9 maggio 2010 16:00 LONDRA
Il ministro britannico delle Finanze Alistair Darling ha detto oggi che è importante fare tutto ciò che è possibile per stabilizzare i mercati finanziari, ma che il suo paese non fornirà supporto all'euro.
Secondo alcune fonti diplomatiche, comunque, la Gran Bretagna non farebbe obiezioni sui due meccanismi di gestione della crisi allo studio dei ministri delle Finanze Ue.
Darling è a Bruxelles, dove l'Unione Europea sta discutendo della possibilità di un nuovo meccanismo di stabilizzazione europea per cercare di convincere i mercati che l'euro è una moneta stabile ed evitare la diffusione di altre crisi del debito come quella greca.
"Oggi dobbiamo mostrare di nuovo che agendo insieme possiamo rendere stabile la situazione, non vogliamo mettere in pericolo la ripresa che sta lentamente arrivando. E faremo la nostra parte", ha detto il ministro ai giornalisti.
"Ma quando si tratta di sostenere l'euro, ovviamente ciò riguarda i paesi della zona euro", di cui la Gran Bretagna non fa parte.
Secondo alcune fonti europee, oggi i 27 ministri potrebbero decidere di estendere alla zona euro il meccanismo di aiuto alla bilancia dei pagamenti che esiste già per i paesi che non hanno adottato la moneta unica, e anche adottare una serie di prestiti intergovernativi riservati alla zona euro.
"I britannici non hanno alcun problema sul primo punto. Ritengono di avere un interesse reale ad assicurare la stabilità della zona euro", ha detto una fonte che ha seguito le orime discussioni tra ministri.
"Sul secondo (punto), non sono direttamente interessati e vogliono semplicemente avere dei dettagli sulle eventuali implicazioni indirette".
Una seconda fonte europea ha detto che sui due dossier "Londra non ha problemi".

 

 

Crisi: agenzie rating, addio Far West
domenica, 9 maggio 2010 17:21 ROMA
(ANSA) - ROMA, 9 MAG - Addio Far West per le agenzie di rating: scatta la stretta regolamentare il 7 giugno quando dovranno registrarsi alle autorita' di mercato. La Consob gioca d'anticipo e accende un faro sulla nota di Moody's che giovedi' ha scrollato le borse. In futuro la diffusione dei rapporti dovra' rispettare modalita' tali da ridurre al minimo l'impatto sui mercati e dovra' avvenire a borsa chiusa. L'invito e' giunto anche ad altre societa' che esprimono il 'voto' sulla solvibilita' di Stati e imprese.

 

 

Crisi: Grecia, telefonata Obama-Merkel
domenica, 9 maggio 2010 17:43 NEW YORK
(ANSA) - NEW YORK, 9 MAG - Il presidente Usa ha discusso telefonicamente con la cancelliera tedesca la situazione economica in Europa. La Casa Bianca precisa che Obama avrebbe ribadito alla Merkel la necessita' di intraprendere passi e azioni risolute per riportare fiducia. Si tratta della seconda telefonata in tre giorni tra i due e durante la conversazione il presidente americano ha ribadito la necessita' di misure 'forti' da parte dell'Unione europea per rassicurare i mercati.

 

 

09 Maggio 2010 19:10 - dal nostro corrispondente Beda Romano - Sole 24 ore
Merkel sconfitta perde la maggioranza al Senato

FRANCOFORTE – Il partito democristiano del cancelliere Angela Merkel ha subito oggi nel Nord-Reno Vestaflia una pesante sconfitta che avrà ripercussioni nazionali in un momento delicatissimo per il futuro dell'Unione europea, alle prese con la crisi debitoria. Il governo tedesco non potrà più godere di una maggioranza al Bundesrat, la Camera dei Länder, e dovrà cercare nuovi compromessi con l'opposizione, rendendo probabilmente meno prevedibile la sua politica.
Secondo le prime proiezioni socialdemocratici e democristiani sono testa a testa, ambedue oscillano intorno al 34,5% dei voti. La Cdu ha perso 10 punti percentuali rispetto alla consultazione di cinque anni fa. Bene sono andati i Verdi, che hanno raddoppiato i voti al 12%. I liberali dell'Fdp sono rimasti pressoché stabili al 6,7%, mentre la sinistra radicale di Die Linke ha raccolto circa il 6% dei suffragi, e ciò le permette di entrare per la prima volta nel parlamento locale.
L'unica certezza in questo momento è che la coalizione uscente Cdu-Fdp, guidata dal 58enne-democristiano Jürgen Rüttgers, non ha più la maggioranza a Düsseldorf. Fin da domani inizieranno le discussioni su un nuovo governo regionale. Le possibilità sono numerose: Spd-Verdi, Cdu-Spd, Spd-Verdi-Linke. I commentatori tedeschi notano questa sera la bassissima partecipazione al voto, probabilmente sotto al 60%.
Più in generale, il voto nel Nord-Reno Vestfalia è una sconfitta personale per la signora Merkel, che al Bundesrat perderà la maggioranza (anche il governo federale è guidato da un'alleanza Cdu-Fdp).
Il cancelliere sarà costretto a compromessi con l'opposizione per far passare il suo programma. Da oggi governare a Berlino è diventato più difficile. Per l'Europa alle prese con la crisi debitoria il segnale è di una Germania politicamente più difficile da decifrare.
Il risultato di questa consultazione ha ragioni locali ma anche nazionali. Non solo Rüttgers è stato travolto da scandali e polemiche, ma anche la crisi greca ha avuto un ruolo. Molti tedeschi sono contrari all'aiuto finanziario alla Grecia deciso dalla signora Merkel e hanno penalizzato la Cdu, come ha ammesso il suo segretario generale Hermann Grohe. Chissà se e quanto questo elemento influenzerà in campo europeo future scelte e decisioni del cancelliere?
In un primo intervento televisivo, il leader socialdemocratico Hannelore Kraft, 48 anni, ha detto che il suo obiettivo è di creare una coalizione con i Verdi, se i numeri lo permetteranno. Emergono però le ipotesi di una coalizione a tre con Die Linke o di una grande coalizione con i democristiani, meno controversa per un elettorato di una grande regione occidentale che guarda con preoccupazione alla sinistra radicale composta in parte anche da ex comunisti.

 

 

Crisi: Ue, piano 600 mld euro con Fmi
domenica, 9 maggio 2010 - 23:14
(ANSA) BRUXELLES, 9 MAG - Il piano di aiuti per i paesi della zona dell'euro in difficolta' ammonterebbe a 600 miliardi di euro.E' l'ultima proposta fatta dalla presidenza spagnola di turno della Ue. Ai 500 miliardi europei, si aggiungerebbero altri 100 miliardi del Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Se accolto dagli Stati membri, il piano di aiuti finanziari sarebbe senza precedenti nella storia dei salvataggi.

 

 

 
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09 Maggio 2010 23:50 BRUXELLES

EUROPA: UN FONDO DA $1 TRILIONE. LA BCE INTERVIENE COMPRANDO BOND, IN AIUTO ANCHE LA FED
di WSI

Show di forza con un salvataggio kolossal da 750 miliardi di euro per bloccare la speculazione. Borse asiatiche, futures Usa ed euro su, ma non troppo. Fed e altre banche intervengono con swap in dollari. Bce compra eurobond (violando il trattato UE).

I 27 ministri delle finanze UE (16 stati membri + 11 esterni) hanno annunciato un pacchetto di salvataggio kolossal "all'americana" di circa 750 miliardi di euro, pari circa a $1 trilione (1000 miliardi di dollari) che dovrebbe essere sufficiente per bloccare almeno nel breve termine la speculazione anti-euro, prevenire il panico da collasso e fermare il diffondersi del contagio dalla Grecia agli altri paesi PIIGS.
Dopo un meeting ad alta tensione durato oltre 14 ore, l'Europa ha deciso di mettere a disposizione (con quali soldi non e' chiaro, visto che sono tutti indebitati) 440 miliardi di euro in linee di credito o garanzie, 60 miliardi di altri prestiti direttamente dal bilancio UE mentre il Fondo Monetario Internazionale dovrebbe mettere sul piatto ulteriori 250 miliardi, in forma di prestiti disponibili per i paesi in difficolta'.
Inoltre - in aperta violazione del Trattato di Maastricht sui e' fondata l'Europa, cioe' in violazione del principio che considera proibiti i prestiti dalla BCE agli stati membri - la BCE si impegna ad acquistare bond sia emessi dagli stati europei sia dalle aziende dell'area euro, per iniettare liquidita' nel sistema e stablizzarlo di fronte agli attacchi della sepculazione. Infine la Fed e altre grandi banche centrali promettono di intervenire sul mercato con swap sul dollaro e la riapertura di linee di credito di emergenza.

Appena circolate le prime indiscrezioni, verso le 22:45 di domenica, l'euro e' partito al rialzo sui mercati forex, in forte recupero: +1,30% sopra quota 1.29 (vedi eur/usd in tempo reale), per poi pero' assestarsi su valori inferiori. I future S&P500 sono saliti S&P 500 2.3% a Tokyo, mentre quelli sul Dow Jones mostravano un rialzo dell'1.9%. L'indice MSCI Asia Pacific e' salito per la prima volta dopo sei giorni di ribassi, ma solo +0.4%. A Tokyo l'indice Nikkei 225 era in rialzo a meta' seduta +1.3% a quota 10499.

In parallelo al pacchetto di prestiti da 750 miliardi di euro approvato dai ministri UE, la Banca centrale europea ha annunciato che interverra' sui mercati del debito pubblici e privati, cioe' dei bond dell'area euro (Securities Markets Program) con una mossa senza precedenti per assicurare la liquidita' e profondita' necessaria a questi mercati che sono diventati "disfunzionali", senza peraltro intaccare le politiche fiscali e di bilancio dei singoli paesi. Cio' ha il preciso intento di bloccare la speculazione che con il filone dei debiti sovrani sta minacciando di disintegrare l'euro rendendo "disfunzionali" i mercati dei bond.

Sempre con l'obiettivo di fermare la speculazione che dopo la crisi della Grecia ha preso di mira altri paesi europeri, con un altro passo straordinario parallelo che conferma l'eccezionalita' del coordinamento globale dovuta all'estrema gravita' della situazione, la Federal Reserve ha riaperto stanotte le linee di credito verso l'Europa che erano state chiuse lo scorso febbraio esaurita l'urgenza dell'altro maxi-salvataggio, cioe' quello da $750 miliardi approvato da Tesoro Usa e Fed a fine 2008. L'obiettivo e' di sifonare dollari in Europa, visto che nel mondo c'e' un'altra domanda di valuta americane e nessuno vuole euro, con l'aiuto di molte altre banche centrali tra cui Bank of Canada, Bank of England, la stessa BCE e la Banca nazionale Svizzera (la Banca del Giappone partecipera' in un secondo momento). "Questa azione e' stata intrapresa in risposta al riemergere di stress sui mercati finanziari in Europa", dice la Fed, "e per evitare che le tensioni si propaghino ad altri mercati".

Con questo piano l'Europa si gioca quindi il futuro cercando di approntare i mezzi per fermare almeno momentaneamente la speculazione ed evitare la disintegrazione dell'euro. Vedremo lunedi' come reagiranno le borse europee ed entro qualche settimana se l'obettivo di salvare l'euro sara' stato raggiunto.

Le difficolta' e gli ostacoli che hanno portato al varo di tali misure eccezionali, da guerra finanziaria nucleare, si erano avvertite all'inizio della riunione fiume di stanotte tra i 27 ministri dell'Ecofin, con una prima grave spaccatura quando Londra ha annunciato che non apporterà la propria garanzia al fondo d'urgenza al quale si lavora a livello europeo per aiutare i Paesi in difficoltà. Anche la Germania ha creato un serio problema sul fondo "salva euro": per Berlino la questione stava nelle "garanzie dei prestiti" che non solo la Commissione ma anche i singoli Stati dell'Eurozona dovrebbero fornire ai paesi in difficoltà, secondo il progetto dell'esecutivo Barroso.

La moneta europea ha perso la scorsa settimana il 4.5% e il 15.0% da novembre nei confronti del dollaro, scivolando venerdi' 7 maggio ai minimi di 14 mesi. I titoli di Stato e i CDS (credit default swaps), delle nazioni col debito piu' esplosivo, i PIIGS, con in testa l'Italia, erano venerdi' ai massimi storici per la drammaticita' della crisi. Le borse europee sono calate la scorsa settimana ai minimi degli ultimi 18 mesi, con l'indice Stoxx Europe 600 in calo -8.8%. La Borsa di Milano ha perso il doppio, con un crollo di -16.42% negli ultimi 6 mesi.
Per i 27 ministri finanziari della UE, riuniti nell'Ecofin, e' stata una corsa contro il tempo. Un pacchetto di misure serie e credibili per rassicurare i mercati doveva essere approvato prima dell'apertura delle borse orientali in Australia, Nuova Zelanda e Tokyo.

Il presidente Usa Barack Obama, terrorizzato dall'inazione politica europea che sta provocando danni collaterali pesantissimi anche a Wall Street (il crollo intraday di -9.2% giovedi' scorso e' da "cod-red" - codice rosso - per la Casa Bianca) domenica pomeriggio ha chiamato per la seconda volta in tre giorni la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Sarkozy, per discutere la situazione (tra l'altro e' molto indicativo che la Merkel sia stata sconfitta proprio oggi alle elezioni locali tedesche). Il portavoce della Casa Bianca Bill Burton precisa che Obama avrebbe ribadito ai due maggiori leader europei la necessita' di intraprendere passi e azioni risolute e "forti" per riportare fiducia e rassicurare i mercati. Il presidente francese Sarkozy e la Merkel si sono sentiti a loro volta al telefono, "constatando il loro completo accordo" sulle misure che saranno annunciate a Bruxelles.
La posizione della Gran Bretagna - che non fa parte della zona dell'euro - rischia di ostacolare il meccanismo di prestiti garantiti. Per la decisione non è richiesta l'unanimità, ma solo la maggioranza qualificata. A quanto si è appreso, al vertice dell'Eurogruppo di venerdì scorso, il presidente francese Nicolas Sarkozy ed altri leader avevano sottolineato la necessità di andare avanti comunque, anche senza avere il sì di tutti e 27 gli Stati membri Ecofin.

 

 

 
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