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Nasdaq:
in 3 anni bruciato oltre il 74%
10
Marzo 2003
14:45
NEW YORK
(di
Gianluca Guerrini)
10 marzo 2000
: euforia sui mercati americani. Il Nasdaq
Composite fa registrare il nuovo massimo storico, chiudendo a 5.048,6 punti.
Sara' la fine di un'ascesa memorabile per l’indice hi-tech, che in poco meno
di un anno e mezzo (dall’
8 ottobre 1998
) aveva messo a segno una crescita del 255%.
Sono passati tre anni da quel giorno, e oggi ci troviamo, come e' noto,
in una situazione del tutto diversa. In un triennio colmo di eventi
macroeconomici e politici senza precedenti, il Nasdaq ha perso oltre il 74% del
suo valore.
Ma come si sono mossi nello stesso periodo gli altri indici
statunitensi? La tabella riporta le variazioni registrate da S&P 500, Nasdaq
Composite, Dow Jones Industrial Average e Russell 2000 nella fase di boom (
8 ottobre 1998
-
10 marzo 2000
) e durante la recessione (dal
10 marzo 2002
ad oggi).
Dai massimi del 2000 ad avere la peggio e’ stato il Nasdaq 100. I 100
titoli tecnologici piu’ capitalizzati trattati sui listini americani sono
stati i piu' volatili, con un calo del 78,5%.
Piu' stabile la old economy del Dow Jones, che pur riportando variazioni
consistenti e’ stato l’indice che ha risentito di meno degli effetti della
bolla hi-tech.
Indici |
Var.
08/10/98 - 10/03/00 |
Var.
10/03/00 - 07/03/03 |
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Nasdaq100 |
+306,34%
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-78,5%
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Nasdaq
Comp, |
+255,76%
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-74,16% |
Dow
Jones |
+28,4%
|
-20,05%
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S&P
500 |
+45,4%
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-40,6% |
Russel
2000 |
+94,6% |
-41,35%
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10
Marzo 2003
14:45
NEW YORK
(di
Gianluca Guerrini)
fonte
Wall Street Italia.com
BUFFETT:
''L'AZIONARIO E' ANCORA POCO
ATTRAENTE''
Warren Buffett continua a limitare gli investimenti sull’azionario.
“Siamo sempre piu’ fiduciosi sugli investimenti finora effettuati -
si legge in una lettera del guru di Omaha agli azionisti di Berkshire
Hathaway -. Molte delle societa' da noi scelte hanno registrato una
crescita degli utili, mentre le valutazioni sono scese. Tuttavia al
momento non abbiano intenzione di aumentare la nostra partecipazione in
queste aziende: sebbene le prospettive siano buone, non riteniamo che i
titoli siano sottovalutati.
"Cio’ vale anche per l’azionario in generale - continua Buffett
-. Nonostante i prezzi siano scesi per tre anni di seguito, cosa che ha
aumentato significativamente l’appeal dei titoli, solo poche aziende
sono interessanti. Sfortunatamente, il malessere attuale potrebbe essere
proporzionale agli eccessi della fine degli anni Novanta.
"L’attuale avversione all’azionario non e' innata. Le azioni
ordinarie ci piacciono, ma solo se possiamo acquistarle a prezzi
attraenti. In 50 dei miei 61 anni di investimenti, mi si sono presentate
delle buone opportunita'. In futuro le occasioni non mancheranno".
03/03/2003 18:30
New York (WSI)
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Iraq,
Bush
fa capire che è questione di giorni
07
Marzo 2003
02:35 NEW YORK
(WSI)
In una conferenza stampa trasmessa dalla Casa Bianca in diretta da tutte
le reti Tv americane (la prima in oltre un anno), il presidente degli Stati
Uniti George Bush ha affermato che nella questione irakena "la diplomazia
e' agli sgoccioli", facendo capire che gli Stati Uniti
"libereranno" l'Iraq con una guerra anche contro il volere e
indipendentemente dai voti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Bush ha detto che e' sua responsabilita' costituzionale, in qualita' di
"comandante in capo", di difendere la sicurezza degli Stati Uniti. E
poiche' Saddam Hussein e' una minaccia, se il dittatore irakeno non
"disarma completamente", come e' stato stabilito dalla risoluzione
1441 dell'Onu, l'America provvedera' da sola a disarmarlo.
Bush ha annunciato che nei prossimi giorni il Consiglio di Sicurezza
verra' chiamato al voto sulla nuova risoluzione presentata da Stati Uniti, Gran
Bretagna e Spagna. "L'Onu dovra' dimostrare di servire a qualcosa e di
avere un significato", ha detto il presidente. "Comunque sia, a quel
punto tutti dovranno scoprire le loro carte, ci sara' un voto, e allora vedremo
le diverse posizioni su Saddam e sull'utilita' del Consiglio di Sicurezza dell'Onu".
Dalla conferenza stampa e' apparso chiaro che Bush ha gia' deciso, senza
tentennamenti, che utilizzera' entro pochi giorni i 250.000 soldati Usa gia'
ammassati in Medio Oriente e scatenera' la guerra per liberare l'Iraq,
provocando un cambio di regime, che rovesci Saddam, anche senza il si' dell'Onu.
"Abbiamo un piano, so che saremo vincitori, cercheremo di
minimizzare le perdite tra i civili, aiuteremo il popolo irakeno con un piano di
invio di cibo, ma faremo quel che sentiamo nostro dovere fare", ha detto
Bush. "Saddam Hussein e' un pericolo per noi americani, ed e' mio dovere
proteggere gli Stati Uniti, l'ho giurato sulla Bibbia il giorno del mio
insediamento".
La conferenza stampa e' stata "messa in scena" alla
perfezione, in termini di domande da parte dei giornalisti e risposte preparate
del presidente, date in modo che il messaggio fosse chiaro. Bush ha fatto
capire, con parole non ambigue, di non tenere in nessun conto ne' le dissidenze
degli alleati europei (Francia e Germania) o della Turchia, ne' il ruolo dell'Onu,
ne' i milioni di cittadini che in tutto il mondo hanno protestato contro un
conflitto.
"La guerra non mi piace, sara' l'ultima risorsa, spero che non ci
sara' una guerra", ha affermato Bush. "Ma la diplomazia e' al suo
stadio finale. E gli Stati Uniti non hanno bisogno dell'approvazione
dell'Onu
per agire". "Il costo del non agire, in questo mondo pericoloso
seguito all'11 settembre, sarebbe molto piu' alto del costo di un'azione
militare".
E' stata la miglior "performance" in assoluto di George Bush
nelle vesti di Presidente. Il capo della Casa Bianca - contrariamente a quanto
verificatosi in precedenti conferenze stampa in "prime time" - e'
apparso lucido, concentrato, prudente, grave nel tono, nelle risposte,
nell'enunciazione delle strategie. Bush era stato "allenato" da vari
giorni di training con un barrage di domande potenziali dagli uomini dello staff
della Casa Bianca.
Nei commenti a caldo gli osservatori politici Usa hanno espresso
l'opinione che tutto cio' sia preludio di un'invasione americana dell'Iraq non
in un arco di settimane, ma di giorni. Massimo 7-10 giorni.
07 Marzo 2003
02:35 NEW YORK
(WSI)
Settimana in forte calo
per le Borse americane
07
Marzo 2003
22:00
New York
(di
Amerco Pietropaolo)
Le tensioni internazionali, il riaccendersi del terrorismo e i dati
macroeconomici deludenti sono i principali fattori che hanno cospirato contro i
listini azionari. Lo scetticismo degli investitori si e’ riflesso nei bassi
volumi di contrattazioni. Questa settimana al New York Stock Exchange in media
si sono scambiate circa 1,24 miliardi di azioni, quasi il 5% in meno rispetto
alla media giornaliera degli ultimi tre mesi.
A scuotere i mercati si sono combinati numerosi elementi. Sul versante
geopolitico, il presidente George Bush ha definitivamente chiarito che e’
arrivato il tempo per decidere sulla questione irachena. Davanti a una platea di
giornalisti, Bush ha affermato che gli Stati Uniti non hanno bisogno
dell'appoggio delle Nazioni Unite per disarmare Saddam Hussein.
I dati sconfortanti sull’occupazione e sull’attivita’
manifatturiera hanno poi confermato il quadro grigio dell’economia Usa emerso
dal Beige Book, la relazione bimestrale della Federal Reserve sulla congiuntura
americana.
Nonostante il panorama generale sia poco incoraggiante, il global
strategist di Morgan Stanley Barton Biggs e' ancora ottimista sulle prospettive
dei mercati, una volta che le tensioni con l’Iraq saranno superate. "Gli
indici azionari continuino a tenere", osserva Biggs. "Basteranno poche
buone notizie per dar luogo ad un rally consistente”.
Di parere diverso e’ invece il finanziere George
Soros. “La
conclusione di una guerra avrebbe l’effetto di rialzare gli indici solo
temporaneamente - commenta il guru -. Altri problemi, sia politici che
economici, interverrebbero a deprimere i mercati”.

07 Marzo 2003
22:00
NEW YORK
(di
Amerco Pietropaolo)
BUSH: ULTIMATUM DI 48
ORE A SADDAM HUSSEIN
Il presidente degli Stati Uniti George Bush ha fissato un ultimatum di
48 ore, imponendo che Saddam Hussein lasci l'Iraq, per evitare una
guerra.
Riferendosi al dittatore irakeno, Bush ha detto: "E' un pericolo, e
sara' rimosso. Il compito spetta a me, come comandante in capo".
"Il Consiglio di Sicurezza dell' Onu non e' stato all'altezza del
suo compito - ha detto Bush - ma noi lo saremo".
Secondo la rete televisiva NBC, l'amministrazione americana ha alzato il
livello di allarme anti-terrorismo, da "elevato" ad
"alto" (arancione), proprio mentre andava in onda il discorso
di Bush in televisione.
L'operazione di mobilitazione militare contro l'Iraq ha avuto il nome
"Liberty Shield", o "Scudo della liberta'".
Tra le informazioni reperite a caldo sibito dopo l'appello televisivo
alla nazione, fonti della Casa Bianca hanno fatto sapere che secondo la
Cia, l'Fbi e altre agenzie dell'intelligence come la National Security
Agency (Nsa) "c'e' in queste ore la quasi certezza di un attacco
terroristico in grande scala, o sul suolo americano o all'estero".
18
Marzo 2003
2:10
New york (WSI)
BUSH ORDINA
L'ATTACCO E L'INVASIONE DELL'IRAQ
Il Presidente Usa George Bush in un discorso televisivo alla nazione ha
annunciato che le forze della "coalizione" hanno cominciato a
bombardare obiettivi irakeni a Baghdad, con lo specifico scopo di
colpire Saddam Hussein.
Missili Cruise, circa quaranta, sono stati lanciati da navi americane
che stazionano nelle acque del Golfo Persico, un'ora e mezzo dopo la
scadenza dell'ultimatum fissato da Bush per le
2:00
ora italiana.
In un breve discorso dallo studio ovale della Casa Bianca il Presidente
ha spiegato che si tratta della primissima fase di quella che potrebbe
essere una lunga campagna militare, "molto piu' lunga di cio' che
alcuni si aspettano", ha spiegato.
Si e' trattato quindi di un attacco molto limitato, certamente non
indicativo della potenza di fuoco americana. Le truppe di terra Usa, non
si sono mosse.
Bush ha detto che sono stati colpiti "targets di importanza
militare allo scopo di minare la capacita' di Saddam Hussein di
resistere alla guerra".
Un portavoce del Pentagono ha confermato che sono stati lanciati missili
Cruise su target definiti "leadership", con l'obiettivo di
"decapitare" Saddam prima dell'avvio pianificato della guerra
vera e propria.
"Non sara' una campagna militare dalle mezze misure - ha detto Bush
in tono grave nel suo discorso Tv - e non ci sara' altro esito alla
fine, che la nostra vittoria".

20 Marzo
2003 04:15
New
York (WSI)
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Ma le Borse non hanno
paura
19
Marzo 2003
13:50
NEW YORK
(WSI)
Non è stata la prospettiva della guerra, ma il tormentone
dell’incertezza, che ha depresso le Borse, gli indici della produzione
industriale, gli investimenti e la spesa per il consumo di beni durevoli. Ed è
stato lo stesso tormentone che ha fatto salire il prezzo del petrolio e delle
materie prime con gravi danni per l’economia mondiale e, in particolare, per
quella europea, colpita anche dal rialzo dell’euro sul dollaro, causa non
secondaria di un ulteriore danno alle esportazioni.
Lunedì, quando si è avuto l’annuncio che la guerra stava per
scattare, tutte le Borse del mondo occidentale sono salite, con una punta di 4,5
a Wall Street. Il dollaro ha recuperato sull’euro e lo yen, e il petrolio ha
cominciato a scendere. La quotazione del greggio lunedì era di 34 dollari negli
Usa che ancora risentono della domanda anomala del periodo di freddo
eccezionale, ma a Londra era già ridimensionata a 29,84 dollari.
Ieri il barile è calato a 26,3. Sono scesi anche i prezzi del
caffè,
del cacao, dello zucchero, della soia, di cui s’era fatta incetta in
precedenza. E dopo gli aumenti medi del 2,1 per cento del lunedì, a seguito
dell’ultimatum di Bush, le Borse asiatiche hanno registrato martedì nuovi
consistenti rialzi, con un balzo record del 4,3 per cento in Corea del Sud e
Taiwan. In particolare, sul mercato di Taipei, crescono le quotazioni delle
compagnie produttrici di microelettronica: segno che si prevede una ripresa
dell’high-tech. Ieri in Europa le Borse hanno mostrato una relativa calma,
comprensibile dopo il precedente rialzo. Parigi ha subìto un ribasso e si
comprende il perché.
Nel complesso lo scenario che emerge da questi primi dati è quello di
una guerra breve, cui corrisponderà un periodo economico positivo. E la
valutazione positiva appare particolarmente accentuata in Asia, ove s’addensa
la maggior parte della popolazione islamica: l’azione militare contro l’Iraq
appare come un fattore stabilizzante, in relazione anche alla questione della
Corea del Nord.
Niente a che vedere con gli scenari economici sconvolgenti col petrolio
alle stelle, dipinti a iosa sino alla scorsa settimana, da antimamericani
desiderosi di farsi male.
Il Foglio
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lunedì
24 marzo 2003 |
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martedì
25 marzo 2003 |
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I
MERCATI SI INTERROGANO SULLA DURATA DELLA GUERRA
Contrariamente a quanto avvenne durante la prima seduta
dell’operazione Desert Storm, quando i mercati reagirono alle
operazioni militari americani con il segno piu’, Wall Street rivela un
andamento al ribasso nel giorno dell’attacco Usa all’Iraq.
Il Dow Jones arriva a cedere quasi 100 punti, mentre il Nasdaq si
allontana dalla soglia psicologica dei 1.400 punti.
A trascinare al ribasso i mercati e’ lo scenario di maggior
incertezza. Il primo tentativo di eliminare Saddam Hussein e' fallito e
il Presidente Bush ha avvertito che la guerra potrebbe essere “molto
piu’ lunga di cio’ che alcuni si aspettano”. Un conflitto che tra
l’altro continua a non beneficiare dell’approvazione di molti stati.
Lo stesso ispettore Onu Blix ha accusato l’America di essere andata in
Guerra troppo presto. E Putin ha ribadito che l’attacco non e’
giustificato.
Gli investitori si concentrano piu’ sulle notizie provenienti dal
fronte internazionale che su quelle relative allo scenario economico.
Nessun effetto hanno infatti avuto sui mercati gli indicatori in linea
con le stime relativi ai sussidi di disoccupazione e al Superindice . Da
segnalare tuttavia che il Superindice ha registrato il primo calo dallo
scorso settembre.
Sul fronte delle operazioni militari, e’ stata immediata la reazione
dell’Iraq, che ha risposto prontamente al primo attacco Usa lanciando
missili sul Kuwait . Esattamente sono stati lanciati cinque scud .
L’incognita che innervosisce gli investitori e’ la stessa che ha
impedito ai mercati nei giorni scorsi di proseguire nel rally pre-guerra
dei giorni scorsi. La guerra sara’ lampo oppure si trascinera’ nel
tempo?
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giovedì
27 marzo 2003 |
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venerdì
28 marzo 2003 |
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Mercati
azionari: quando
morirà l'orso ?
25
Marzo 2003 16:45 NEW YORK (di *Dieter
Bohlens)
La fine dell’attuale fase di mercato orso dovrebbe avere come punto di
partenza il calo dei livelli di volatilita’ dei corsi dei titoli. Questo
perche' gli investitori istituzionali hanno costruito ingenti posizioni coperte
sul fronte del comparto equity che non possono facilmente essere chiuse senza
perdite considerevoli. Solo nel momento in cui il controllo del rischio
comincera’ a calare gli istituzionali potranno incrementare la dimensione dei
portafogli azionari.
Rally come quelli della scorsa settimana, seguiti da correzioni del
calibro di quella di ieri, sono dettati principalmente dall’attivita’ degli
hedge fund e non possono essere considerati in alcun modo il segnale della
costruzione di un fondo e dell'inizio di un trend al rialzo.
Nella sola giornata di lunedi' 24, l’indice Wilshire 5000 ha perso una
capitalizzazione di mercato pari a $339,5 miliardi. Il DAX tedesco ha sofferto
la perdita piu’ consistente dal
14 settembre 2001
. Cio' indica che e’ ancora troppo presto per
incrementare le posizioni sui portafogli azionari.
I mercati necessitano di una lunga fase laterale prima di poter
imboccare la strada dei rialzi. La mancanza prolungata di guadagni in conto
capitale dovrebbe avvantaggiare i titoli con un elevato dividendo. Al contrario,
il comparto tecnologico potrebbe continuare a soffrire, deprimendo ulteriormente
gli indici azionari internazionali.
Nel frattempo agli investitori non rimane altro che tentare operazioni
di breve termine.
*Dieter Bohlens e' capo analista della trading room della sede centrale
della Hamburgische Landesbank di Amburgo (Germania)
25
Marzo 2003 16:45 NEW YORK (di *Dieter
Bohlens)
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