PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Giovedì 11 Marzo 2010

PARTE  2

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La Borsa di Tokyo torna a salire con gli esportatori ed i bancari
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in rialzo. Il Nikkei ha guadagnato l'1% a 10.664,95 punti ed il Topix lo 0,9% a 930,38 punti. Gli esportatori hanno beneficiato dell'indebolimento dello yen. Toyota (JP3633400001) ha guadagnato lo 0,4%, Honda (JP3854600008) lo 0,8%, Canon (JP3242800005) lo 0,9%, Panasonic (JP3866800000) lo 0,7% e Sony (JP3435000009) l'1,9%. Il rally del settore finanziario a Wall Street ha spinto i bancari. Mitsubishi UFJ Financial (JP3902900004) ha chiuso in rialzo dello 0,9%, Mizuho Financial Group (JP3885780001) dell'1,1% e Sumitomo Mitsui Financial Group (JP3890350006) dello 0,5%.
Shinsei Bank (JP3729000004) ha perso il 3,8%. Secondo quanto riporta il "Financial Times" la banca giapponese starebbe preparando un'emissione di nuovi titoli da ¥75 miliardi.
Tra i titoli delle grandi holdings commerciali Mitsui & Co. (JP3893600001) ha guadagnato il 2,7%, Mitsubishi Corp. (JP3898400001) lo 0,5%, Sumitomo Corp. (JP3404600003) l'1% e Itochu (JP3143600009) il 2,2%. Il prezzo del petrolio ha chiuso ieri a New York al di sopra di quota $82. Secondo delle voci di stampa, inoltre, Vale (BRVALEACNPA3) starebbe cercando di aumentare notevolmente i suoi prezzi per i produttori giapponesi di acciaio. Mitsui controlla il 15% del maggiore azionista del primo produttore al mondo di ferro.
Redazione Borsainside 07:38

 

 

Grecia paralizzata da sciopero generale
giovedì, 11 marzo 2010 09:35 ATENE
(ANSA) - ATENE, 11 MAR - La Grecia e' paralizzata oggi per la seconda volta in poco piu' di una settimana da uno sciopero generale contro il piano di austerita'. Fermi aerei, treni, navi e trasporti urbani, chiuse scuole, ospedali, uffici e banche, niente raccolta dell'immondizia e black-out informativo. Lo sciopero coincide con la fine della missione a Berlino, Parigi e Washington del premier Papandreou il quale ha dichiarato che grazie al suo viaggio l'immagine all'estero del Paese 'e' completamente cambiata'.

 

 

Citigroup: FT, Ad Pandit vede rosa
giovedì, 11 marzo 2010 09:41 NEW YORK
(ANSA) - NEW YORK, 11 MAR - L'amministratore delegato di Citigroup (NYSE: C - notizie) , Vikram Pandit, vede un futuro roseo per la sua banca. E si prepara a descriverlo anche agli investitori durante un incontro in cui mettera' in evidenza come le attivita' di core business possono raggiungere un livello di profitti di 20 mld dlr in pochi anni. Il Financial Times sottolinea che Pandit cerchera' di deviare l'attenzione dalle perdite di Citigroup alle prospettive brillanti per il suo futuro.

 

 

Cina: accelera inflazione
giovedì, 11 marzo 2010 10:08 PECHINO
(ANSA) - PECHINO 11 MAR - L'inflazione e' cresciuta ad un tasso piu' alto del previsto in Cina e fa registrare in febbraio un aumento del 2,7% dei prezzi al consumo. L'accelerazione rispetto a gennaio ha rafforzato i timori di un 'surriscaldamento' dell'economia, al quale hanno contribuito nei mesi scorsi i massicci interventi statali in funzione anti-crisi. Inoltre, il paniere sul quale vengono calcolati i prezzi non comprende il settore immobiliare, nel quale l'inflazione e' cresciuta in febbraio del 10,7%.

 

 

Bce: Priorita' e' Riforma Della Spesa Pubblica
giovedì, 11 marzo 2010 10:14 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 11 mar - La Bce torna a sollecitare gli Stati dell'area euro e mettere in ordine i conti pubblici in quanto ''livelli elevati di disavanzo e debito pubblico esercitano ulteriori pressioni a carico della politica monetaria e minano il Patto di stabilita' e crescita in quanto pilastro fondamentale dell'Unione economica e monetaria''. Nel bollettino mensile la Bce ripete che e' della ''massima importanza che il programma di stabilita' di ciascun paese dell'area dell'euro definisca le strategie di uscita dalle misure di stimolo e le strategie di riequilibrio dei conti pubblici per il prossimo futuro. Cio' richiede interventi risoluti, in particolare da parte delle economie con alti livelli di disavanzo e debito. Tutti i paesi dovranno rispettare gli impegni assunti nel quadro delle procedure per i disavanzi eccessivi''. Il processo di risanamento delle finanze pubbliche dovrebbe iniziare al piu' tardi nel 2011 e spingersi ben oltre il requisito minimo di correzione annua fissato nel Patto di stabilita' e crescita allo 0,5 per cento del PIL. La riforma della spesa va posta in primo piano.

 

 

Francia: deficit aumentato a gennaio
giovedì, 11 marzo 2010 - 10:16
(ANSA) - PARIGI, 11 MAR - Il deficit di bilancio dello stato francese e' aumentato a gennaio toccando quota 9,2 mld di euro, contro gli 8,1 mld di gennaio 2009. E' cresciuto nonostante un aumento delle entrate fiscali definito oggi 'segnale incoraggiante' dal ministro del Bilancio, Eric Woerth. Le spese sono aumentate in modo netto, raggiungendo 27,3 mld di euro, con un rialzo di oltre 5 mld rispetto al gennaio 2009, stando alla cifre pubblicate stamane dal ministero.

 

 

Bce: Crescita Area Euro Moderata e Discontinua
giovedì, 11 marzo 2010 10:20 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 11 mar - La crescita economica nell'area euro procedera' con tassi di espansione moderati e soprattutto in modo discontinuo. E' quanto ripete la Bce nel bollettino mensile di marzo indicando che negli ultimi trimestri l'area dell'euro ha seguitato a beneficiare dei significativi interventi di stimolo macroeconomico e delle misure adottate per ripristinare il funzionamento del sistema bancario, nonche' della ripresa in atto su scala mondiale. La prima stima dell'Eurostat relativa al PIL in termini reali dell'area dell'euro nel quarto trimestre del 2009 indica una crescita dello 0,1 per cento sul periodo precedente, dopo lo 0,4 del terzo trimestre. ''Gli indicatori disponibili suggeriscono che la ripresa economica e' in corso nell'area dell'euro, pur essendo probabilmente destinata a procedere in modo discontinuo''. In particolare incidono vari fattori straordinari, fra i quali le condizioni meteorologiche avverse che hanno colpito determinate regioni dell'area dell'euro nel primo trimestre del 2010. Guardando al futuro, il Consiglio direttivo si attende un tasso di incremento del PIL in termini reali ancora moderato nel 2010, dato il processo di aggiustamento dei bilanci in corso in diversi settori nonche' l'aspettativa che il basso livello di utilizzo della capacita' produttiva freni verosimilmente gli investimenti e che i consumi siano moderati dalle deboli prospettive del mercato del lavoro. Tale valutazione trova riscontro anche nelle proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate in marzo dagli esperti della BCE, che indicano tassi di espansione del PIL in termini reali compresi tra lo 0,4 e l'1,2 per cento nel 2010 e tra lo 0,5 e il 2,5 per cento l'anno seguente. Rispetto all'esercizio dello scorso dicembre, svolto dagli esperti dell'Eurosistema, l'intervallo per il 2010 appare lievemente piu' ristretto, mentre quello per il 2011 e' stato leggermente rivisto al rialzo, per tenere conto del notevole rafforzamento dell'attivita' su scala mondiale.

 

 

Trichet: Bce non contraria a ipotesi Fondo monetario europeo
reuters - giovedì, 11 marzo 2010 - 11:22
La Bce non rigetta in principio l'idea di istituire un nuovo fondo europeo di sostegno finanziario a paesi in crisi, ma ha bisogno di valutare più a fondo la proposta. Lo ha detto ieri sera il presidente Jean-Claude Trichet.
"Il Consiglio direttivo non ha ancora analizzato il progetto, ma a questo livello non siamo contrari all'idea" ha affermato Trichet.
"Dovremo studiare i dettagli della proposta, che non abbiamo ancora ricevuto" ha proseguito. "Capisco l'idea, che è di porre condizioni molti strette per concedere supporto ad uno specifico paese".
L'idea di un nuovo fondo di salvataggio europeo, che potrebbe essere utilizzato per sostenere nazioni in difficoltà finanziaria, ha già ricevuto l'appoggio del cancelliere tedesco Angela Merkel, mentre la Commissione europea si è detta pronta ad avanzare proposte per l'istituzione di tale organismo.
"Aggiungerei che il nome Fondo monetario europeo non mi sembra necessariamente appropriato, visto che si tratta più che altro di supporto finanziario, non monetario" ha detto Trichet.
All'inizio della settimana la proposta aveva tuttavia incassato le critiche del membro tedesco del direttivo Bce Jurgen StarK.

 

 

Fugnoli: e' tempo di fare una rivoluzione copernicana in portafoglio
BlueTG.it - giovedì, 11 marzo 2010 12:14 MILANO
E’ ora di rovesciare “copernicamente” i pesi nei portafogli e mettere al centro i mercati emergenti al posto di quelli sviluppati, sia in campo azionario sia in campo obbligazionario? Se lo chiede, arrivando a una risposta positiva, Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partner ricordando come “l’idea che gli emergenti possano dare grandi soddisfazioni è vecchia di almeno cinquant’anni, ma fino a dieci anni fa è stata confinata, in Occidente, a ristrette cerchie di investitori dedicati”.
Gli emergenti, prosegue l’esperto, “sono l’investimento concettuale per antonomasia” come internet tra il 1998 e il 2000, o le energie rinnovabili, l’acqua sempre più preziosa, il riciclaggio dei rifiuti, i ricoveri per gli anziani. “Tutte cose degnissime, che al prezzo giusto possono essere effettivamente buoni investimenti e che però vengono puntualmente proposte nel momento sbagliato”.
Sui mercati emergenti meglio dunque essere prudenti, specialmente “in questa fase in cui tutti i giorni esce qualche studio che canta inni agli emergenti”. L’idea nuova che va emergendo è tuttavia che tali paesi siano più interessanti di quelli occidentali non solo perché crescono di più ma perché più sicuri. Dopo la crisi, infatti, “sviluppati hanno disavanzi pubblici che tendono al 10% o, come in America, lo superano”.
Molti emergenti invece “sono vicinissimi al 3% di Maastricht, compresi quasi tutti gli africani. Quanto allo stock di debito, gli emergenti importanti sono tutti sotto il 60% di Maastricht, gli sviluppati sono o saranno tutti molto vicini a 100%, se non sopra, entro un paio d’anni”. In cambio del maggior rischio gli investitori dei paesi occidentali non ricevono né tassi d’interesse maggiori né possono sperare in una rivalutazione delle valute.
Tenere il grosso del portafoglio nei paesi sviluppati “vorrà dunque dire restare strategicamente in un’area a bassa crescita, con tassi reali a breve negativi e tassi nominali a lungo bassi e con la prospettiva di una graduale svalutazione nei confronti del resto del mondo”. La riluttanza di molti investitori verso gli emergenti si spiega con esperienze dolorose di volatilità, conclude Fugnoli, suggerendo quindi di comprare un rischio alla volta.
“Comprando un future sulla borsa si evita il rischio di cambio. E’ però molto interessante, in questa fase, formare un portafoglio di valute locali in depositi, titoli di stato” o “qualsiasi strumento lecito e liquido su cui si riescano a mettere le mani”.

 

 

Le borse della regione Asia-Pacifico chiudono poco mosse
Le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso anche oggi contrastate.
Lo Shanghai Composite ha guadagnato lo 0,1% a 3.051,28 punti. L'inflazione è aumentata in Cina lo scorso mese più di quanto atteso dagli economisti. La notizia ha frenato gli acquisti sul mercato azionario cinese. Shanghai Pudong Development Bank (CN0009282731) ha guadagnato il 2,7%. China Mobile (HK0941009539) ha raggiunto un accordo per acquistare il 20% della banca per CNY 39,8 miliardi. Il colosso della telefonia mobile punta ad espandere il suo business dei pagamenti elettronici. Tra gli altri titoli bancari Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha guadagnato lo 0,4% e Bank of China (CN000A0J3PX9) lo 0,5%. Tra i petroliferi PetroChina (CN0009365379) ha guadagnato lo 0,8% e Sinopec (CN0005789556) il 2,1%. Il prezzo del petrolio ha chiuso ieri a New York al di sopra di quota $82. Nel settore aurifero Shandong Gold Mining (CNE000001FR7) e Zijin Mining (CNE100000502) hanno perso lo 0,9%. Il prezzo dell'oro ha chiuso ieri al NYMEX di nuovo in calo.
Ancora male il settore dell'auto. SAIC Motor (CNE000000TY6) ha perso il 2,9%, FAW Car (CN0009095802) il 3,3% e Chongqing Changan Automobile (CNE000000R36) il 2,9%. La crescita delle vendite di veicoli per passeggeri ha rallentato a febbraio in Cina (+55% contro +116% a gennaio).
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in rialzo dello 0,1% a 21.228,20 punti. I bancari hanno beneficiato del rally registrato ieri dal settore finanziario a Wall Street. HSBC (GB0005405286) ha guadagnato lo 0,3%, Hang Seng Bank (HK0011000095) lo 0,5%, Bank of East Asia (HK0023000190) lo 0,7% e BOC Hong Kong (HK2388011192) lo 0,2%. China Mobile (HK0941009539) ha chiuso in rialzo dell'1,6%. Il colosso della telefonia mobile ha raggiunto un accordo per acquistare il 20% di Shanghai Pudong Development Bank (CN0009282731) per CNY 39,8 miliardi. China Mobile punta a rafforzare la sua posizione nei servizi finanziari wireless. L'aumento dei timori relativi ad una possibile stretta monetaria in Cina ha pesato sul settore immobiliare. Cheung Kong Holdings (HK0001000014) ha perso lo 0,2%, Henderson Land (HK0012000102) l'1,3%, Hang Lung Properties (HK0101000591) lo 0,7% e New World Development (HK0017000149) l'1,1%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a Sydney ha perso lo 0,1%, il Taiex a Taipe lo 0,4% e il Kospi a Seul lo 0,3%. Lo Straits Times a Singapore ha guadagnato lo 0,4%.
Redazione Borsainside 12:22

 

 

Ue: Delors, Senza Politica Economica l'Europa Rischia Il Declino
giovedì, 11 marzo 2010 12:55 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 11 mar - ''Non ho mai creduto che l'Unione politica fosse alle porte. Ne' ho mai chiesto un governo economico. Ma un coordinamento delle politiche economiche, quello si'. E' indispensabile''. Lo ha dichiarato in un'intervista a Repubblica Jacques Delors, ex presidente della Commissione europea, sottolineando che ''il vero tallone d'Achille dell'Europa e' la mancanza di cooperazione e senza cooperazione la Comunita' europea e' destinata al declino''. ''Contrariamente a quello che sostengono certi osservatori anglosassoni un po' prevenuti, ero e sono convinto che si potesse fare l'unione economica e monetaria senza bisogno di avere un'unione politica. All'unione politica non ho mai creduto: le divergenze in politica estera erano troppo importanti, come poi la guerra in Iraq ha dimostrato. Ma la moneta unica non puo' sopravvivere senza un forte coordinamento delle politiche economiche'', ha aggiunto. Secondo Delors, il grande ''business internazionale, soprattutto quello di matrice anglossassone, non ha mai amato l'euro. Era scettico prima, ostile dopo e ancora oggi esiste un rancore degli anglosassoni contro la moneta unica europea. Vergognoso se si pensa ai miliardi che abbiamo perso per salvare il loro sistema''. Delors ha poi spiegato il motivo per cui l'unione economica non sarebbe mai nata: ''E' venuta meno la voglia di collaborare. La maggior parte dei Capi di governo ignora come funziona l'Europa e disprezza il metodo comunitario''.

 

 

 
  Giovedì 11 Marzo 2010 ..... Giovedì 11 Marzo 2010 ..... Giovedì 11 Marzo 2010  
       
..... Cina - Edizione Pechino ..... Giappone - Edizione Tokyo ..... India - Edizione New Delhi .....
 
 

 

Bce: Serviranno 20 Anni Per Riportare Debito/Pil a Livelli Pre-Crisi
giovedì, 11 marzo 2010 13:19 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 11 mar - Nell'Eurozona potrebbero servire venti anni per riportare il rapporto Debito /Pil ai livelli pre-crisi. E' quanto scrive la Bce nel Bollettino di marzo. I 16 membri dell'Euroclub hanno aumentato la spesa pubblica per sostenere le economie, questo aumento delle uscite, a fronte di un calo delle entrate fiscali dovuto alla recessione, ha determinato un deciso aumento del rapporto Debito/Pil dell'Eurozona. Si e' infatti contratto il Pil ed e' salito il debito. Per il 2010 la Commissione europea ha stimato il rapporto Debito/Pil dell'Eurozona all'84%, una percentuale ben superiore a quella del 60% raccomandata, come linea di tendenza, dal trattato dell'Unione Monetaria. Nell'ipotesi di manovre annue di aggiustamento dei conti pubblici pari all'1% del Pil dell'Eurozona, ''il valore di riferimento del 60% nel rapporto debito/pil verrebbe raggiunto nel 2026'' scrive la Bce. Nel caso in cui invece si adottino aggiustamenti dei conti pari all'0,5% del Pil , allora ''il ritorno del rapporto debito/pil ai livelli pre-crisi prenderebbe due decenni'', scrive la Bce. Per questo l'Eurotower spinge per aggiustamenti di bilancio superiori a quelli canonici del Patto di stabilita' (0,5% del Pil all'anno), l'unico modo ''per assicurare un piu' rapido declino del rapporto debito/pil al 60% o sotto questo valore di riferimento''.

 

 

Eurozona: Sarkozy, Merkel e Juncker, Ok Stretta Su Derivati
giovedì, 11 marzo 2010 14:14 PARIGI
(AGI) - Parigi, 11 mar. - La Francia, la Germania e il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker si dicono d'accordo a una stretta sulle operazioni finanziarie speculative basate sull'utilizzo dei derivati. Lo rende l'Eliseo. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, il cancelliere tedesco, Angela Merkel e il premier del Lussemburgo, Jean-Claude Juncker, in un lettera congiunta chiedono all'Ue un'indagine per "prevenire irragionevoli speculazioni" riguardanti i gli strumenti dei Cds, i "credit default swaps".

 

 

Usa: Nuove Richieste Sussidi Disoccupazione -6.000
giovedì, 11 marzo 2010 14:42 WASHINGTON
(ASCA) - Roma, 11 mar - Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 6.000 unita' la scorsa settimana a quota 462.000. Lo ha reso noto il Dipartimento al Lavoro dell'amministrazione Usa. Il risultato e' uscito leggermente peggiore delle previsioni degli analisti che si aspettavano una riduzione di 9mila unita' delle nuove richieste di sussidi.

 

 

Usa: Calo Inatteso Del Deficit Commerciale a Gennaio a 37,3 Mld $
giovedì, 11 marzo 2010 14:49 NEW YORK
(ASCA) - Roma, 11 mar - Calo inatteso del deficit commerciale degli Stati Uniti. A gennaio il saldo e' stato infatti di -37,3 miliardi di dollari rispetto ai -39,9 miliardi di euro registrato a dicembre 2008. Il dato e' uscito in controtendenza rispetto alle previsioni degli analisti che si attendevano un aumento del deficit commerciale a 41,0 miliardi di dollari. La riduzione del passivo deriva da un calo del valore delle importazioni di 3,1 miliardi di dollari (-2,3 miliardi solo per le importazioni di petrolio) a fronte di una flessione di 0,5 milioni delle esportazioni.

 

 

Cina: Cesif, Dopo Crisi Crescita Economica Gia' Ripartita
giovedì, 11 marzo 2010 - 14:51
(ASCA) - Roma, 11 mar - Nonostante il leggero calo subito negli ultimi mesi del 2008 e nel primo trimestre del 2009, da aprile in poi l'economia Cinese si e' ripresa, la fiducia dei consumatori e' ritornata velocemente e la crescita e' ripartita. E' quanto emerge dal primo rapporto annuale della Fondazione Italia-Cina, presieduta da Cesare Romiti, sul paese asiatico, che evidenzia come la contrazione degli investimenti esteri prevista per il 2010 sembra essere inferiore alle aspettative. Secondo la Fondazione, quindi, il 2010 sara' un'altra annata positiva per la Cina, con rischi limitati. L'economia cinese continuera' a crescere rapidamente per tutto il 2010 ad un ritmo di circa l'8-10%. Segnali positivi anche sul fronte dei consumi che hanno mostrato una ripresa particolarmente positiva e, secondo il Rapporto, continueranno a crescere ad un ritmo piu' elevato del PIL. La principale fonte di crescita dell'economia cinese rimangono gli investimenti, finanziati in larga parte dal risparmio interno, mentre i consumi rappresentano solo circa il 36% del PIL rispetto al 71% degli USA. Tuttavia, con le esportazioni in affanno sulla scia della crisi finanziaria, il governo sta dedicando maggiore attenzione ai consumi interni come motore per una crescita economica sostenibile. I consumi sono trainati dalla crescita esplosiva della classe medio-bassa (redditi annuI tra i 4.000 ed i 12.000 dollari), che vedra' una crescita dagli attuali 100-200 milioni a 500-600 milioni di persone entro il 2020. Dal 2010 in avanti, si prevede invece che il principale driver della domanda sara' la crescita della classe medio-alta (redditi annui superiori a 12.000 dollari), destinata ad espandersi dagli attuali 10 milioni a 70-100 milioni circa nello stesso periodo - una popolazione di dimensioni pari ad un paese quale la Germania.

 

 

Cina: Romiti, e' Motore Economia Globale. Diventera' 1* Potenza Al Mondo
giovedì, 11 marzo 2010 - 14:59
(ASCA) - Roma, 11 mar - ''La Cina sta diventando e diventera' il piu' grande mercato del mondo ed entro breve tempo diventera' la prima potenza economica al mondo. Oggi e' seconda dopo gli Stati Uniti''. Il Presidente della Fondazione Italia-Cina, Cesare Romiti, non ha dubbi sulle potenzialita' economiche del paese asiatico e, presentando il primo rapporto annuale sulla Cina, spiega che ''non solo ha dimostrato di crescere nel 2009 piu' o meno in linea con la crescita media degli ultimi trent'anni di riforma, ma ha anche evidenziato la sua funzione di motore imprescindibile dell'economia globale, contribuendo in maniera sostanziale alla sua crescita in un momento di contrazione delle economie sviluppate''. Nella prefazione alla ricerca, poi, Romiti sottolinea come ''la Cina ha evidenziato la sua capacita' di rispondere alla crisi in maniera rapida, efficace e vigorosa, con un piano di stimolo senza precedenti (4 mila miliardi di yuan renminbi; 586 miliardi di dollari, circa il 14% del PIL cinese), che ha consentito di far ripartire l'economia gia' dal secondo trimestre del 2009 nonostante il forte calo delle esportazioni dovuto ad un crollo della domanda nei suoi principali mercati''. Le ultime proiezioni del Fondo Monetario Internazionale - ricorda Romiti - ''stimano una crescita del 10% nel 2010 e del 9,7% nel 2011, rispetto ad una crescita delle economie avanzate rispettivamente del 2,1% e del 2,4% ed una crescita globale nei prossimi due anni del 3,9% e del 4,3%. La Cina superera' il Giappone nel corso del 2010 e diventera' la seconda economia del mondo. Il Paese ha grandi margini di crescita in quanto si classifica 127* per reddito pro capite con 2,940 dollari USA, un sedicesimo circa rispetto agli Stati Uniti''.

 

 

11 Marzo 2010 16:25 NEW YORK
IMMOBILIARE USA: QUALCHE SPIRAGLIO, PIGNORAMENTI IN CALO
di WSI
Nel mese di febbraio registrato un ribasso del 2.3%. Crescita +6% su base annuale, rialzo comunque piu' contenuto dal gennaio 2006. Arizona e Florida gli stati in maggiore difficolta'. Migliora la situazione a New York.
Pignoramenti in calo a febbraio, ma su base annuale le persone che hanno rischiato di perdere la propria casa sono aumentate. In base ai numeri foriti dalla californiana RealtyTrac, il calo nel mese scorso rispetto a gennaio e' stato del 2.3% contro un +6% rispetto a 12 mesi prima. In quest'ultimo caso pero' la performance e' la piu' contenuta dal gennaio 2006, quando l'istituto ha iniziato questo tipo di rilevazione. In pratica, avvisi di sequesto hanno riguardato 308.524 abitazioni o un proprietario di casa ogni 418.
Il Nevada si aggiudica la maglia nera per il 38esimo mese consecutivo con il piu' alto tasso di pignoramenti. Li' una persona ogni 102 ha ricevuto un avviso di sfratto. Seguono Arizona e Florida (il rapporto e' a uno ogni 163).
Il maggior numero di avvertimenti invece ha riguardato i possessori di casa in California (ben 68.562) ma comunque in calo del 15% rispetto a un anno prima. Seconda in classifica la Florida (54.032, in crescita del 16%) e Michigan (20.028, +59%). Anche in New Jersey il dato e' cresciuto (+14% a3.750) cosi' come in Connecticut (+3.3% a 2294). Giu' invece a New York (-20% a 3.237)

 

 

Usa: Obama, Cina Deve Rendere Piu' Flessibile Tasso Di Cambio Yuan
giovedì, 11 marzo 2010 17:33 WASHINGTON
(ASCA-Afp) - Washington, 11 mar - Il presidente Usa, Barack Obama, esorta Pechino ad abbracciare una politica flessibile del tasso di cambio dello yuan. Nel corso degli ultimi anni, la Cina e' passata dal cambio fisso rispetto al dollaro (currency peg) ad una politica ''amministrata'' dei cambi, che tollera una flessibilita' minima dello yuan rispetto al dollaro. Scelta poi abbandondata allo scoppio della recessione, quando la svalutazione del biglietto verde ha ricondotto Pechino a riagganciare la propria moneta alla valuta Usa per mantenere la competitivita' delle proprie esportazioni. Oggi Obama ha spiegato che ''i paesi con forti surplus commerciali devono spingere i consumi e la domanda domestica. Come ho gia' detto, il passaggio della Cina a una politica del cambio piu' orientata al mercato sarebbe un contributo essenziale per ridurre gli squilibri globali''. Finora Pechino ha rispedito queste proposte al mittente rifiutando la prospettiva di una rivalutazione dello yuan. L'unica concessione arrivata da Pechino e' stata, nei giorni scorsi, l'impegno a riprendere la politica del ''cambio amministrato''.

 

 

Le borse europee chiudono in ribasso, vendite sulle commodities
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi in leggero calo. Il FTSE 100 a Londra ha perso lo 0,4%, il DAX a Francoforte lo 0,1%, il CAC40 a Parigi lo 0,4%, lo SMI a Zurigo lo 0,3% e il FTSE MIB a Milano lo 0,4%. Verso la fine delle contrattazioni le borse del Vecchio Continente hanno potuto ridurre le loro perdite grazie alla ripresa di Wall Street.
L'inflazione è cresciuta lo scorso mese in Cina più di quanto atteso dagli economisti. La notizia ha fatto aumentare i timori del mercato relativi ad una possibile stretta monetaria nel paese asiatico, uno dei principali motori dell'economia globale.
Tra i minerari Anglo American (GB00B1XZS820) ha perso l'1,2%, BHP Billiton (GB0000566504) il 2,1%, Rio Tinto (GB0007188757) l'1,6% e Xstrata (GB0031411001) l'1,6%. I prezzi dei metalli di base sono calati oggi a Londra.
ArcelorMittal (LU0323134006) ha perso l'1,7%. ING ha tagliato oggi il suo rating sul titolo del primo produttore al mondo d'acciaio a "Hold".
BP (GB0007980591) ha perso lo 0,2%. L'impresa petrolifera britannica ha annunciato che acquisterà per $7 miliardi gli assets di Devon Energy (US25179M1036) al di fuori degli USA.
Dopo i guadagni delle scorse sedute nel settore bancario sono scattate oggi delle prese di beneficio. Barclays (GB0031348658) ha perso l'1,2%, HSBC (GB0005405286) l'1,6%, BNP Paribas (FR0000131104) l'1%, Société Générale (FR0000130809) l'1,8%, Intesa Sanpaolo (IT0000072618) l'1,4% e Banco Santander (ES0113900J37) l'1,4%.
Bene il settore dell'auto. Volkswagen (DE0007664005) ha guadagnato il 7,7%. Le vendite del gruppo di Wolfsburg sono cresciute nei primi due mesi del 2010 del 26,7%. Volkswagen ha fatto in questo modo decisamente meglio della maggior parte delle rivali. BMW (DE0005190003) ha chiuso in rialzo dell'1,3%. Gli utili di BMW sono calati lo scorso anno meno di quanto temuto dal mercato. Tra gli altri titoli del settore Daimler (DE0007100000) ha guadagnato lo 0,2%, Fiat (IT0001976403) l'1,9%, Peugeot (FR0000121501) lo 0,5% e Renault (FR0000131906) lo 0,5%.
Lagardère (FR0000130213) ha perso a Parigi il 7,3%. Il gruppo francese dei media ha pubblicato dei deboli dati di bilancio ed indicato di non attendersi per quest'anno un significativo miglioramento del mercato pubblicitario.
K+S (DE0007162000) ha perso il 2,7%. L'Ebit del primo produttore europeo di fertilizzanti a base di potassio è calato lo scorso anno dell'82% a €238 milioni. K+S ha tagliato inoltre il suo dividendo da €2,40 a €0,20 per azione.
Lufthansa (DE0008232125) ha chiuso in calo dell'1,4%. La linea aerea tedesca si attende per quest'anno solo una lenta ripresa dei suoi affari.
Pirelli (IT0000072725) ha guadagnato a Milano l'1,5%. Mediobanca ha alzato oggi il suo rating sul titolo da "Neutral" ad "Outperform".
Redazione Borsainside 18:30

 

 

S&P, debito paesi europa aumentera'
giovedì, 11 marzo 2010 19:29 LONDRA
(ANSA) - ROMA, 11 MAR - Le emissioni di titoli a medio e lungo termine dei Paesi europei schizzeranno al massimo storico di 1.446 miliardi di euro nel 2010. Questo per finanziare le misure di stimolo varate per la ripresa economica, secondo le stime di Standard & Poor's. Si tratta di un incremento di 52 miliardi di euro rispetto alla somma di 1.394 miliardi segnata nel 2009, ha precisato l'agenzia di rating in un comunicato.

 

 

Le borse dell'Europa dell'Est chiudono poco mosse
Le principali borse dell'Europa dell'Est hanno chiuso oggi poco mosse.
L'indice RTS ha guadagnato a Mosca lo 0,2% a 1.504,04 punti. I volumi di scambio sono scesi ulteriormente ma sono stati ancora al di sopra della media. Il mercato azionario russo è stato sostenuto dalla solidità del prezzo del petrolio. Le quotazioni dell'oro nero hanno sfiorato ieri a New York un nuovo massimo annuale. Tra i titoli del listino russo Sberbank (RU0009029540) ha guadagnato lo 0,3%, Rosneft (RU000A0J2Q06) lo 0,7%, Norilsk Nickel (RU0007288411) lo 0,9% e RusHydro (RU000A0JPKH7) lo 0,9%. Gazprom (RU0007661625) e LUKoil (RU0009024277) hanno perso rispettivamente l'1,7% e l'1,5%.
Il BUX a Budapest ha guadagnato lo 0,1% a 22.863,24 punti. Dopo il balzo di ieri MOL (HU0000068952) ha perso oggi lo 0,8%. Le altre blue chips ungheresi hanno chiuso in leggero rialzo. OTP Bank (HU0000061726) ha guadagnato lo 0,3%, Gedeon Richter (HU0000067624) lo 0,5% e Magyar Telekom (HU0000016522) lo 0,4%.
Il PX a Praga ha perso meno dello 0,1% a 1.176,9 punti. I titoli di maggior peso del listino ceco hanno chiuso contrastati. Erste Group Bank (AT0000652011) ha perso l'1% e Telefónica O2 C.R. (CZ0009093209) l'1,1%. Komercni Banka (CZ0008019106) ha guadagnato l'1,3% e Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300) lo 0,7%.
Il WIG a Varsavia ha guadagnato meno dello 0,1% a 41.004,33 punti. Anche nella capitale polacca non c'è stata oggi una chiara tendenza. Al mercato sono mancati semplicementi dei catalizzatori. Tra i bancari Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha guadagnato lo 0,4%. BRE Bank (PLBRE0000012) ha perso l'1,4% e PKO Bank Polski (PLPKO0000016) lo 0,9%. BZW Bank (PLBZ00000044) ha chiuso invariato. KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) ha perso lo 0,6%. Il prezzo del rame ha chiuso oggi a Londra in calo. Lotos (PLLOTOS00025) ha guadagnato lo 0,7%. L'impresa petrolchimica ha annunciato di aver tagliato lo scorso anno i suoi costi più del previsto.
Redazione Borsainside 20:06

 

 

Borse dell'America Latina: San Paolo frena, sale Città del Messico
Le borse dell'America Latina hanno chiuso ieri contrastate.
Il Bovespa a San Paolo ha perso lo 0,1% a 69.884,61 punti. Il forte aumento dell'inflazione in Cina ha fatto scattare delle prese di beneficio tra i minerari. Gerdau (BRGGBRACNPR8) e Vale (BRVALEACNPA3) hanno perso entrambi lo 0,8%. I prezzi al consumo sono cresciuti lo scorso mese in Cina del 2,7%. Gli economisti avevano atteso in media una crescita del 2,5%. La notizia ha fatto crescere i timori del mercato relativi ad una possibile stretta monetaria nel paese asiatico, uno dei principali motori della congiuntura globale. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha guadagnato lo 0,1%. Il prezzo del petrolio è salito ieri leggermente a New York. Nel settore della distribuzione Lojas Americanas (BRLAMEACNPR6) ha guadagnato l'1,3%. Le vendite al dettaglio sono aumentate a gennaio in Brasile del 2,7%. Si è trattato del più forte incremento dal 2010.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in rialzo dello 0,3% a 32.602,94 punti. Tra le blue chips messicane América Móvil (MXP001691213) ha guadagnato lo 0,7%. Cemex (MXP225611567) l'1,5% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) lo 0,7%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires e l'IBVC a Caracas hanno chiuso invariati, l'IGBC a Bogotà e l'IPSA a Santiago del Cile hanno guadagnato lo 0,1%, il General a Lima ha perso lo 0,4%.
Redazione Borsainside 00:43


 

 

 
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WALL STREET: POSITIVA, MA REGNA ANCORA LA CAUTELA

11 Marzo 2010 22:00 NEW YORK - WSI
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Investitori sempre esitanti: i dati macro non fanno nulla per giustificare un'estensione del rally. Denaro sull'hi-tech. Decima seduta di guadagni di fila per i finanziari. Citi e AIG allungano i rialzi. Euro vicino a $1.37. S&P sui massimi di 17 mesi.
I listini azionari statunitensi riescono a chiudere sopra la parita' in una seduta in cui gli scambi sono comunque avvenuti in un range ristretto: e' la quarta seduta consecutiva che il mercato non riesce a prendere una direzione ben precisa.

Il Dow ha guadagnato lo 0.42% a 10611.84 punti, il Nasdaq lo 0.4% a quota 2368.46, mentre l'S&P 500 lo 0.4% in area 1150.24, un rialzo che ha permesso all'indice allargato di chiudere sui livelli piu' alti degli ultimi 17 mesi. Sul paniere delle blue chip, dove circa il 50% delle azioni ha chiuso in rialzo, si mettono in luce IBM e Travelers, mentre Johnson & Johnson chiude schiacciata in fondo al listino.

Tra i settori i finanziari (+0.9%) chiudono in positivo per la decima seduta consecutiva, con Citigroup e AIG che riescono ad allungare la serie di rialzi che va avanti da qualche seduta. A favorire il gruppo sono le previsioni di uno stallo della riforma del sistema finanziario, dopo che le trattative per un accordo bipartisan sono saltate. All'interno del comparto tecnologico ben comprati Amazon (+2%), Microsoft (+0.6%) e Google (+0.6%)

I tentennamenti di oggi si spiegano con il rincaro inatteso dei prezzi in Cina che ha controbilanciato le notizie positive giunte dal fronte delle banche, mentre i dati economici usa diffusi in mattinata sono difficili da intepretare come positivi o negativi.

La Cina ha annunciato che il tasso di inflazione e' salito del 2.7% in febbraio dall'1.5% del mese precedente, sui massimi di 16 mesi. Il rincaro dei prezzi potrebbe convincere la Cina ad adottare presto una politica monetaria piu' abbottonata. Si teme che un rialzo dei tassi in Cina, una delle economie in piu' rapida crescita al mondo, possa compromettere la ripresa mondiale.

I listini hanno oscillato intorno alla parita' da quando il Dipartimento del Lavoro ha annunciato le cifre relative alle domande di sussidio di disoccupazione, che ha mostrato un calo, di intensita' inferiore pero' a quello che il mercato si aspettava.

Gli operatori non sono rimasti particolarmente impressionati, anche se il report ha dato in effetti segnali, seppur timidi, di un miglioramento del mercato del lavoro: sembra infatti avvicinarsi il momento in cui le aziende interromperanno la serie di tagli al personale.

Ma gli investitori hanno bisogno di ben altre informazioni in ambito macro prima di poter fare acquisti con decisione e allungare il rally che va avanti da piu' di un anno. Rimanendo all'interno della sfera economica, in gennaio il disavanzo bilancia commerciale si e' ristretto, grazie ad una forte diminuzione delle importazioni di auto e petrolio. Le esportazioni sono calate dello 0.3%.

Citigroup (+5%) ha annunciato i termini della collocazione di titoli privilegiati, che e' consistita in 80 milioni di asset da $2 miliardi ad un rendimento di 8.5%, meno dell'8.875 che i trader si aspettavano. Questo significa che la domanda e' stata molto piu' alta del previsto. Inoltre, secondo il Financial Times, se gli asset di Citicorp crescono di circa il 5% l'anno, come alcuni dirigenti si aspettano che succeda, la divisione potrebbe guadagnare circa $20 miliardi entro la fine del 2012, un netto incremento rispetto ai livelli attuali.

In ambito di M&A, fari puntati su Devon Energy (+3%), che ha venduto gli asset brasiliani, nel golfo del Messico e nell'Azerbaijan a BP per $7 miliardi e ha comprato i progetti petroliferi di BP in Canada per $500 milioni.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio chiudono in cauto rialzo. I futures con consegna aprile guadagnano $0.12 attestandosi a quota $82.21 al barile. Sul valutario la moneta unica si attesta a quota $1.3678 (+0.15% circa). L'oro avanza di un marginale $0.1 in area $1108.20 l’oncia. Invariati i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.7200% sui livelli della chiusura di ieri.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

 

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