PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Venerdì 12 Marzo 2010

PARTE  2

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La Borsa di Tokyo sale ancora, Nikkei +0,8%
La Borsa di Tokyo ha chiuso anche oggi in rialzo. Il Nikkei ha guadagnato lo 0,8% a 10.751,26 punti ed il Topix lo 0,6% a 936,8 punti. Tra i bancari Mitsubishi UFJ Financial (JP3902900004) ha chiuso in rialzo dell'1,3%, Mizuho Financial Group (JP3885780001) dell'1,1% e Sumitomo Mitsui Financial Group (JP3890350006) dell'1,7%. Vikram Pandit, il numero uno di Citigroup (US1729671016), ha espresso ieri ottimismo sulle prospettive della grande banca statunitense. Secondo Pandit Citigroup sarebbe sulla buona via per tornare ad essere costantemente profittevole.
Tra gli esportatori Toyota (JP3633400001) ha guadagnato lo 0,4%, Honda (JP3854600008) lo 0,9%, Fanuc (JP3802400006) l'1%, Advantest (JP3122400009) lo 0,6% e Canon (JP3242800005) lo 0,2%. Lo yen si è indebolito anche oggi. Secondo quanto riportano diverse fonti la Banca Centrale del Giappone starebbe studiando delle misure per allentare ulteriormente la sua politica monetaria.
Hitachi (JP3788600009) ha guadagnato l'1,9%. Il futuro Presidente di Hitachi ha dichiarato di non aver l'intenzione di effettuare un aggiuntivo aumento di capitale e che il gruppo deve tornare il prossimo esercizio ad ogni costo all'utile.
Redazione Borsainside 07:32

 

 

Summers, Usa vicini a creare occupazione
venerdì, 12 marzo 2010 09:27 NEW YORK
(ANSA) - NEW YORK, 12 MAR - Gli Usa sono molto vicini al punto in cui inizieranno a creare posti di lavoro. Lo ha detto l'advisor della Casa Bianca Lawrence Summers. In febbraio l'economia americana ha perso 36.000 posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione al 9,7%. Dall'inizio della recessione nel dicembre 2007 i posti di lavoro persi sono stati 8,4 milioni. Secondo alcuni analisti l'economia americana potrebbe tornare a creare posti di lavoro gia' in marzo.

 

 

Eurozona: Schauble, Con Fme Prevedere Anche Espulsione Paesi (Ft)
venerdì, 12 marzo 2010 09:28 BERLINO
(ASCA) - Roma, 12 mar - Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble apre all'idea della creazione di un Fondo Monetario Europeo (Fme) ma non lesina i paletti. Schauble interviene nel dibattito con un articolo sul Financial Times, spiegando che il Fondo dovra' intervenire solo ''sotto vincoli molto stretti e solo nei casi che minaccino la stabilita' dell'Eurozona''. Il via libera all'intervento a favore di un paese membro dovrebbe essere presa dall'Eurogruppo dei ministri delle finanze in accordo con la Banca centrale europea, senza la partecipazione del paese oggetto dell'eventuale intervento. Insomma l'Fme dovrebbe agire come ''prestatore di ultima istanza'',funzione preclusa alla Bce, ma anche imporre sanzioni ai paesi che non rispettino la disciplina di bilancio, fino ad arrivare alla ''sospensione'' ed espulsione dall'euro.

 

 

Grecia: scioperi continueranno
venerdì, 12 marzo 2010 - 9:29
(ANSA) - ATENE, 12 MAR - Le proteste contro il piano di austerity varato da Atene 'continueranno', ha detto oggi il leader sindacale Yanni Panagopoulos. Il leader del grande sindacato greco del settore privato ha detto che gli scioperi proseguiranno per ottenere dal governo la revoca dei 'provvedimenti ingiusti, antisociali e contrari allo sviluppo'. Ieri oltre 2 mln di persone hanno incrociato le braccia durante lo sciopero generale. Scontri anarchici-polizia sono avvenuti ai margini delle manifestazioni.

 

 

Fed: stampa, Yellen sara' vicepresidente
venerdì, 12 marzo 2010 - 9:29
(ANSA) - NEW YORK, 12 MAR - Barack Obama scegliera' una donna per sostituire Donald Kohn alla vice presidenza della Fed quando questo lascera' in giugno. Secondo indiscrezioni riportate dalla Reuters, il presidente nominera' Janet Yellen, presidente della Fed di San Francisco, per la vice presidenza della banca centrale. Yellen e' stata presidente del Consiglio degli advisor economici della Casa Bianca sotto il presidente Clinton fra il 1997 e il 1999. La nomina di Yellen dovra' essere approvata dal Senato.

 

 

Premier Giappone,misure contro super yen
venerdì, 12 marzo 2010 09:48 TOKYO
(ANSA) - TOKYO, 12 MAR - Il premier nipponico Yukio Hatoyama ha detto che il governo deve prendere misure per 'raffreddare' il rafforzamento dello yen. A causa di fattori esterni, 'siamo alle prese con uno yen forte che difficilmente possiamo credere rifletta che l'economia e industria giapponese non siano necessariamente solide', ha detto il primo ministro nel corso di una sessione parlamentare. 'Ritengo che si debbano adottare provvedimenti capaci di risolvere la forza dello yen', ha osservato ancora.

 

 

Giappone: Produzione Febbraio +2,7% Mese +18,5 Anno
venerdì, 12 marzo 2010 09:53 TOKYO
(AGI) - Tokyo, 12 mar. - La produzione industriale giapponese ha registrato a febbraio un incremento del 2,7% mensile, molto oltre le attese del mercato, e del 18,5% su base annua. Lo ha reso noto il ministero dell'Economia. Sono 11 mesi consecutivi che la produzione cresce, il periodo piu' lungo dopo i 12 mesi di rialzi registrati tra il 1996 e il 1997. I settori trainanti sono stati trasporti e chimica.

 

 

12 Marzo 2010 10:04 PECHINO
USA-CINA: NUOVE TENSIONI SU YUAN E DIRITTI UMANI
di ANSA-AGI
Rispondendo a Barack Obama, che ieri ha chiesto un tasso di cambio della moneta piu' orientato al mercato, il vicegovernatore della Banca centrale cinese ha detto che gli Stati Uniti stanno politicizzando la situazione. E sul fronte...
Gli Usa non dovrebbero 'politicizzare' la situazione dello yuan, dice il vicegovernatore della Banca centrale cinese, Su Ning.
Risponde al presidente americano Barack Obama, che ieri ha chiesto un tasso di cambio della moneta cinese piu' orientato al mercato.
Parlando a margine della sessione annuale del parlamento cinese, Su ha ribadito la convinzione di Pechino che un tasso di cambio dello yuan piu' forte non aiuterebbe a ridurre il surplus commerciale della Cina.
Intanto, le tensioni tra Stati Uniti e Cina si riaccendono anche sul fronte della questione dei diritti umani, dopo che il Dipartimento di Stato Usa ha denunciato un "peggioramento" della situazione in Cina e Iran.
Il governo cinese ha reagito accusando a sua volta gli Stati Uniti di usare i diritti umani come "strumento politico per interferire negli affari interni di altri Paesi, diffamare le altre nazioni e perseguire i propri interessi strategici".

 

 

Derivati:Eurozona Punta Dito Contro Cds, La Cima Dell'Iceberg
venerdì, 12 marzo 2010 11:20 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 12 mar - Lettera congiunta di Angela Merkel, cancelliere della Germania, Nicholas Sarkozy, presidente della Francia, Jean-Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo e Nicholas Papandreou, premier greco, sul tema dei derivati non regolamentati (Over-the-counter). Missiva indirizzata al presidente della Commissione Ue, Jose' Manuel Barroso e al presidente di turno della Ue, Jose' Luiz Zapatero, in cui si punta il fucile soprattutto contro i Cds (Credit Default Swaps), cioe' sui quei derivati utilizzati dagli investitori per assicurarsi contro l'insolvenza degli emittenti di obbligazionari. Strumenti che hanno messo in ginocchio la Grecia provocando un deciso aumento dei rendimenti dei titoli di stato di Atene e dunque del costo del finanziamento del debito pubblico ellenico. Si chiede la messa al bando dei Cds ''nudi'' (naked), cioe' quelli che vengono utilizzati senza alcuna relazione con la copertura del rischio di insolvenza. Ad esempio, l'investitore compra il Cds sulla Grecia senza possedere alcun titolo di stato di Atene, quindi la finalita' dell'investimento non e' la copertura del rischio ma solo la speculazione, una sorta di ''dress to kill'', un vestito per uccidere. In realta', se i Cds fossero standardizzati e dunque trattati in Borse regolamentate, non si capisce la ragione di mettere al bando quelli ''nudi',cioe' quelli altamente speculativi. Nelle borse merci di tutto il mondo si trattano ogni giorno derivati (future), su mais, petrolio, rame, caffe, pancetta di maiale, ma gli investitori non compreranno mai effettivamente queste merci, si limitano a speculare sul prezzo e, spesso, non conoscono nemmeno il colore della pianta del caffe'. Una volta regolamentati attraverso la ''clearing house'' (stanza di compensazione), i Cds nudi divengono liquidi e liquidabili per definizione, come i future sulle commodity. Nell'attacco ai Cds si riscontra forse una vena di ''populismo'', si tratta di trovare il colpevole da offrire in pasto all'opinione pubblica? Piu' che un pranzo, al massimo un ''petit dejeneur''. Secondo i dati pubblicati dalla Banca dei regolamenti internazionali, a giugno 2009 il valore del mercato dei derivati Over-the-counter era pari a 605.000 miliardi di dollari. I Cds valgono circa 60 mila miliardi di dollari, una cifra pari all'intero Pil mondiale, ma appena il 10% dell'intero mondo dei detrivati non regolamentati. I 4 leader europei propongono allora di concentrare gli scambi di tutti i derivati nelle Borse con stanze di compensazione centralizzate, che annullino il rischio di controparte. Una strada meno facile della scorciatoia su soli Cds, basti pensare all'obbligo di standardizzare i prodotti, ma decisamente piu' ambiziosa. La regolamentazione globale su tutti derivati dovra' pero' fare i conti non solo con la potente lobby delle banche di investimento, ma soprattutto con Londra e Washington che, proprio sulla deregulation, hanno costruito la fortuna delle loro piazze finanziarie.

 

 

Grecia: Francia e Germania Pronte a Salvataggio Da 30 Mld (Kurier)
venerdì, 12 marzo 2010 - 12:00
(ASCA) - Roma, 12 mar - Francia e Germania pronte al salvataggio della Grecia con il consenso della Bce e della Bundesbank. E 'quanto scrive il quotidiano austriaco Kurier. Secondo il giornale, Berlino e Parigi metterebbero sul piatto rispettivamente 20 e 10 miliardi, soldi che serviranno alla Grecia per rifinanziare il proprio debito pubblico. Per il Kurier, le necessita' finanziarie di Atene sono pari a 55 miliardi, ma una volta che i due paesi guida dell'Eurozona si saranno impegnati per 30 miliardi, il resto verra' da un mercato rassicurato proprio dall'intrevento di Berlino e Parigi. L'esecutivo tedesco avrebbe superato anche l'opposizione della Bundesbank, infatti l'insolvenza della Grecia costerebbe alle banche tedesche almeno 30 miliardi di euro.

 

 

Germania: Nel 2010 Oltre 3,5 Mln Di Disoccupati
venerdì, 12 marzo 2010 - 12:08
(ASCA) - Roma, 12 mar - Secondo l'agenzia del lavoro tedesca, nel 2010 la Germania avra' 3.545.000 mila disoccupati rispetto ai 3.423.000 del 2009. Una previsione che contempla una crescita economica piuttosto sostenuta con una variazione annuale del Pil pari a +1,75%, il governo prevede il Pil a +1,4%. Nel caso in cui le cose dovessero andare peggio delle previsioni con un Pil a +1%, allora i disoccupati raggiungerebbero quota 3.640.000. Al contrario con un crescita superiore alla previsioni (Pil a +2,5%), i disoccupati risulterebbero pari a 3.449.000.

 

 

Borse Asia-Pacifico: Chiusura contrastata, male Shanghai
Le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso anche oggi contrastate.
Lo Shanghai Composite ha perso l'1,2% a 3.013,41 punti. Secondo delle voci che sono circolate oggi sul mercato la Cina potrebbe aumentare durante il fine settimana di nuovo il coefficiente delle riserve obbligatorie delle banche. Tra i bancari Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha perso lo 0,8%, China Construction Bank (CN000A0HF1W3) lo 0,9% e Shanghai Pudong Development Bank (CN0009282731) l'1,2%. Nel settore immobiliare China Vanke (CN0008879206) ha chiuso in calo dell'1,5%, Poly Real Estate (CN000A0KE8T0) dell'1,6% e Gemdale (CNE000001790) del 2,9%. Secondo lo "Shanghai Securities News" il Governo cinese potrebbe prendere delle nuove misure per frenare l'aumento dei prezzi dei terreni. Air China (CNE1000001S0) ha perso il 4,1%. La linea area ha annunciato di voler emettere nuovi titoli per circa $950 milioni.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso dello 0,1% a 21.209,74 punti. HSBC (GB0005405286) ha perso lo 0,6%. Goldman Sachs ha declassato il titolo del colosso finanziario da "Buy" a "Neutral". Li & Fung (BMG5485F1445) ha perso l'1,7%. La media mobile delle ultime quattro settimane relativa alle nuove richieste di sussidi alla disoccupazione è salita negli USA ai suoi più alti livelli dallo scorso novembre. L'andamento degli affari di Li & Fung è fortemente legato al consumo negli USA. Li Fung è infatti, tra l'altro, un importante fornitore di Wal-Mart (US9311421039). Sun Hung Kai Properties (HK0016000132) ha guadagnato l'1,4%. La prima impresa immobiliare di Hong Kong ha pubblicato dei dati di bilancio migliori delle attese del mercato. Tra i petroliferi PetroChina (CN0009365379) lo 0,5%, Sinopec (CN0005789556) lo 0,5% e CNOOC (HK0883013259) lo 0,8%. Il prezzo del petrolio si è mantenuto ieri a New York al di sopra di quota $82.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a Sydney ha guadagnato lo 0,1%, il Kospi a Seul lo 0,2% e lo Straits Times a Singapore lo 0,3%. Il Taiex a Taipei ha chiuso invariato.
Redazione Borsainside 12:20

 

 

Usa: Vendite Al Dettaglio Febbraio +0,3%, Sopra Attese
venerdì, 12 marzo 2010 14:39 WASHINGTON
(ASCA-MarketNews) - Washington, 12 mar - Le vendite al dettaglio negli Usa, a febbraio, hanno mostrato un incremento superiore alle attese degli analisti. Secondo quanto rende noto il dipartimento del Commercio Usa, le vendite il mese scorso sono cresciute dello 0,3% su base mensile. Escludendo i veicoli a motore, le venite mostrano un incremento dello 0,8%. Gli analisti si attendevano invece un ribasso dello 0,2%.

 

 

 
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Grecia, Provopoulos: recessione più lunga, ma tassi in discesa
reuters - venerdì, 12 marzo 2010 - 14:40
L'economia greca si contrarrà di un altro 2% quest'anno, molto di più rispetto a quanto attualmente previsto dal governo. Anche se il costo di rifinanziamento del debito scenderà. Lo ha affermato il governatore della banca centrale greca George Provopoulos, in un'interivsta a Reuters.
"Tutti i piani radicali di austerità hanno all'inizio qualche effetto depressivo. È una delle ragioni per cui ci aspettiamo una contrazione dell'attività economica dle 2% quest'anno" ha detto Provopoulos, che è anche membro del direttivo Bce.
Alle prese con l'esplosione del deficit e una massa di debito pubblico da 300 miliardi di euro, la Grecia ha varato un piano di riduzione dei costi e aumento delle imposte che dovrebbe tagliare di quattro punti il disavanzo di bilancio nel 2010, all'8,7% del pil.
Il successo del piano, a detta degli economisti, dipenderà dalla capacità di Atene di realizzarlo fedelmente, salvaguardando allo stesso tempo la pace sociale. Intanto gli impegni presi dal governo greco sono riusciti ad allentare il nervososmo del mercato riguardo la capacità del paese di sostenere il proprio debito e, in parte, a ridurre l'impennata dei costi di finanziamento che la Grecia ha subito.
"Ad ogni modo il piano di risanamento fiscale creerà anche le condizioni per una crescita sostenibile nel futuro, cosa altrimenti impossibile senza un credibile programma di consolidamento".
Il pil greco si è ridotto del 2% nel 2009, facendo segnare la prima recessione dal 1993. La previsione del numero uno della banca centrale contrasta con quella del governo che per ora stima una contrazione solo dello 0,3% quest'anno.
Sul problema dei rendimenti richiesti dal mercato sui governativi greci, con lo spread sul Bund decennale schizzato fino a 400 punti base in gennaio, Provopoulos parla di "questione di tempo".
"È chiaro che siamo passati da un estremo all'altro, visto che negli anni precedenti la crisi gli spread greci erano irrealisticamente bassi" afferma il governatore.
"È certo che prima o poi gli spread si muoveranno al ribasso, ma non posso prevedere in che modo" ha aggiunto.

 

 

Crisi: derivati, Bruxelles al lavoro
venerdì, 12 marzo 2010 - 14:42
(ANSA) - BRUXELLES, 12 MAR - La Commissione Ue ha accolto favorevolmente la lettera a firma Sarkozy-Merkel-Juncker sui credit default swap. I tre chiedono di indagare sul loro uso con l'obiettivo di un giro di vite su tutti i prodotti finanziari derivati. La maggiore attenzione e' rivolta ai 'Cds nudi' sui debiti sovrani, quelli acquistati senza possedere il titolo pubblico a cui si riferiscono, solo per fini speculativi. Uno strumento Sarkozy, Merkel e Juncker chiedono di mettere al bando.

 

 

12 Marzo 2010 15:02 NEW YORK
BANCHE: MINACCIA DI MOODY'S ALLA SPAGNA
di ANSA
L'agenzia lancia un serio avviso al sistema finanziario spagnolo. Via al processo di ristrutturazione o taglio dei rating di buona parte del settore bancario.
L'agenzia di rating Moody's ha lanciato un serio avviso al sistema finanziario spagnolo.
Minaccia di abbassare i rating di buona parte del settore bancario se non si mette in moto al piu' presto un processo di ristrutturazione, riferisce oggi El Mundo.
Sotto la lente di Moody's ci sono soprattutto le mancate fusioni di casse di risparmio, che l'agenzia attribuisce 'al ruolo che hanno giocato i poteri politici'.

 

 

12 Marzo 2010 16:18 NEW YORK - di Vittorio Carlini - Sole 24 ore
I manager di Lehman hanno affondato Lehman
Un documento di centinaia di pagine, il primo, che mette a nudo la storia del fallimento di Lehman Brothers. Un "paper" della corte fallimentare che ha investigato sui come e sui perché del crak finanziario che, nel week end del 13-14 settembre, ha fatto tremare l'intero sistema planetario della finanza.
Centinaia di pagine da cui emerge, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, uno spaccato della banca poco edificante. Di quella istituzione il cui ceo Richard Fuld si sentiva orgoglioso anche per la sua abilità nella gestione del rischio. Le cose, però, stavano un po' diversamente.
La manipolazione di bilancio
Nel report viene indicato che i top executive dell'azienda hanno manipolato i bilanci, hanno nascosto informazioni al consiglio d'amministrazione, e gonfiato il valore degli asset tossici immobiliari. Lehman decise di «non seguire corettamente il controllo del rischio in maniera sistematica», anche quando il mercato del credito e quello immobiliare davano segnali di irregolarità.
I mancati controlli
Nel maggio 2008, un vicepresidente di Lehman allertò, scrive sempre il Wall Street Journal, il management delle potenziali irregolarità contabili; un allarme che, secondo l'indagine condotta da Anton Valukas, fu ignorato dal revisore di Lehman Ernst&Young.
Ma come riusciva la banca a far apparire i conti migliori? Sempre secondo il report, bisogna focalizzarsi sul cosiddetto "repo" market, con cui un'azienda vende degli asset in cambio di cash per finanziare la sua operatività a breve. Ebbene, Valukas sottolinea che Lehman, nell'intento di mantenere un merito di credito favorevole, ha gestito un'attività di contabilizzazione interna, chiamata "Repo 50", per portare fuori bilancio circa 50 miliardi di asset. Con questa mossa Lehman, ad occhi esterni, appariva meno oberata di debito e con libri contabili migliori. In una ordinaria transazione "repo", Lehman avrebbe realizzato il cash con la vendita degli asset, obbligandosi simultaneamente a riaquistarli in pochi giorni. L'operazione avrebbe dovuto essere contabilizzata come un finanziamento, e gli asset avrebbero dovuto rimanere iscritti a bilancio. Ma attraverso "repo 50" così non è stato.
E non è finita qui. Con il "repo 105 trensaction", sempre secondo l'inchiesta, Leham raggiunse lo stesso risultato, seppure attraverso una strada diversa. Solo perché gli asset interessati alla transazione rappresentavano il 105%, o anche di più, del cash ricevuto le norme contabili gli permettevano di trattarli come "vendite" e non come "finanziamento". Risultato? Gli asset in questione sparivano dal bilancio di Lehman, si riduceva l'ammontare del debito e gli investitori plaudivano all'efficienza dell'istituto finanziario.
La speculazione esterna
Ma non è solo l'attività interna. Ci sono stati anche, secondo l'analisi presieduta da Valukas, interventi esterni che hanno dato le "giuste" spinte alla banca per cadere. Diverse investment banking, tra cui Jp Morgan, hanno infatti richiesto garanzie e modificato gli accordi con Lehman, tanto da ridurre la sua liquidità e spingerla, così, verso la bancarotta. Insomma, se le indicazioni in arrivo dall'America saranno confermate e provate ancora una volta, a distanza di anni dal caso Enron, potremo dire che...nulla è cambiato.
 

 

 

12 Marzo 2010 16:21 NEW YORK
JP MORGAN E CITI DIETRO AL COLLASSO LEHMAN
di WSI
L'accusa e' di quelle pesanti: chiedendo garanzie e cambiando gli accordi in corso, i due istituti ridussero la liquidita' della banca, contribuendo in maniera decisiva alla piu' memorabile bancarotta della storia.
Le banche d'affari JP Morgan Chase e Citigroup hanno contribuito in maniera decisiva al fallimento di Lehman Brothers, il cui collasso due anni fa getto' nel panico il mondo della finanza, e lo avrebbero fatto chiedendo debito collaterale e modificando gli accordi in corso, tanto da ridurre la liquidita' dell'istituto.
E' quanto emerge da uno studio di centinaia di pagine del tribunale fallimentare che riporta il risultato delle indagini sulla maggiore bancarotta della storia della finanza e che fa tornare a Wall Street l'incubo dello scandalo Enron.
"Le richieste di debito collaterale da parte dei creditori di Lehman hanno avuto un impatto diretto sulla liquidita' dello stesso istituto", afferma in un documento consegnato ieri al tribunale federale di Manhattan Anton Valukas, incaricato di occuparsi delle indagini sulla bancarotta. "La liquidita' disponibile della banca e' uno dei fattori fondamentali per capire i motivi del fallimento di Lehman".
Stando sempre alle indagini, l'ex amministratore delegato di Lehman, Richard Fuld, l'ex direttore finanziario Erin Callan, l'ex vice presidente esecutivo Ian Lowitt e l'ex managing director Christopher O’Meara avrebbero affondato la banca, prendendo decisioni dannose e facendo dichiarazioni incongruenti sulle finanze dell'istituto. Fuld, 63 anni, e' stato "come minimo negligente in modo grossolano", secondo Valukas.
La banca d'affari di New York, che secondo il rapporto ha "ripetutamente ecceduto i limiti e i controlli interni sui livelli di rischio", e' collassata nel settembre del 2008 con $639 miliardi di asset.
Valukas, dello studio legale newyorkese Jenner & Block, e' stato scelto a gennaio 2009 dal tribunale fallimentare della circoscrizione meridionale di New York per esaminare e trovare i motivi del collasso di Lehman Brothers.

 

 

12 Marzo 2010 16:35 NEW YORK - di Andrea Franceschi - Sole 24 ore
Il continuo incontro scontro tra politica e giustizia, a New York

Scandali sessuali, conflitti di interesse, inchieste giudiziarie, corto circuiti politica-magistratura. Gli ingredienti sono noti non solo in America. Siamo a New York dove, nei prossimi mesi, si voterà per eleggere il governatore dello stato. In questa corsa, le storie dei corridori si intrecciano più volte e talvolta si ripetono.
Due anni fa l'ex procuratore distrettuale Elliot Spitzer si dimette dalla carica di governatore dello stato di New York, conquistata alla fine del 2006. Travolto da un'inchiesta che lo vedeva coinvolto un giro di prostituzione, Spitzer lascia, con il consueto corredo, molto americano, di pubbliche scuse a famiglia ed elettori. Lo rimpiazza il suo vice, David Patterson, primo afro-americano alla guida dello stato di New York. Ma, come accaduto per il suo predecessore, anche la carriera di Patterson subisce un duro colpo a causa delle inchieste giudiziarie su di lui e sul suo stretto collaboratore David Johnson, accusato di violenze domestiche dalla sua compagna. Lui si proclama innocente e rifiuta di dimettersi. Ma la sua credibilità è ormai duramente minata. Per i big del partito democratico è incandidabile e così, il mese scorso, annuncia il suo ritiro dalle primarie.
Senza questa marcia indietro, Patterson avrebbe dovuto confrontarsi con Andrew Cuomo. Cioè il procuratore distrettuale che indaga su di lui. Così come Elliot Spitzer, predecessore di Patterson, anche Cuomo vuole fare il salto dalla carriera: da magistrato a politico ed è uno dei nomi di punta del Partito democratico. Ma Cuomo, nella duplice veste di candidato e magistrato, si trova anche in conflitto di interessi. Per questo Cuomo ha deciso di affidare l'inchiesta all'ex giudice Judith Kaye.

 

 

Londra perde trono, NY in vetta finanza
venerdì, 12 marzo 2010 - 17:48
(ANSA)- NEW YORK, 12 mar -Londra perde il titolo esclusivo di capitale mondiale della finanza e per la prima volta e' costretta a condividere il trono con New York.I timori di una stretta delle regole e le nuove tasse penalizzano la capitale inglese che, nell'indice dei centri finanziari globali stilato da Z/Yen per la City of London Corporation, perde 14 punti e scende a quota 775, a pari merito con la Grande mela, seconda nel settembre 2009.Le citta' asiatiche riporta il Financial Times continuano la loro corsa.

 

 

12 Marzo 2010 17:58 LONDRA - dal nostro corrispondente Leonardo Maisano - Sole 24 ore
Brown difende la City ma con Sarkozy apre a un'intesa sugli hedge fund

Londra – Una breve chiacchierata con il presidente francese Nicolas Sarkozy ha aiutato Gordon Brown a chiarirsi le idee. Ci riferiamo alle nuove norme allo studio a Bruxelles che dovranno regolare il mercato degli hedge fund di cui Londra è capitale europea e in alcuni settori anche mondiale. Il premier inglese è infatti "fiducioso" che nel volgere di pochi giorni «si troverà una soluzione soddisfacente per tutti». Fino ad ora Londra era stata piuttosto pessimista e soprattutto piuttosto preoccupata per restrizioni che rischiano di compromettere la leadership britannica. Un punto che Sarkozy ha sollevato ieri nella breve conferenza stampa seguita all'incontro con Brown in Downing Street. «La soluzione dovrà tenere conto delle esigenze di trasparenza, ma questo non dovrà danneggiare la posizione della City londinese».
Circa l'80% dei manager di hedge fund che operano in Europa sono nel miglio quadrato nonostante la recente "fuga" verso la Svizzera dove la fiscalità è molto più morbida di quella che Londra è stata costretta ad adottare per far fronte al credit crunch.
L'industria degli hedge fund teme che il gran parlare del debito greco e del ruolo che la specualzione avrebbe avuto – ruolo pressocché inesistente secondo gli operatori finanziari britannici del settore – possano spingere Bruxelles a restare su posizioni di rigidità. Il faccia a faccia Brown-Sarkozy non ha risolto tutti i punti di dissidio – soprattutto quello relativo al riconoscimento della licenza ad operare da parte delle autorità finanziarie locali in Europa – ma pare aver spianato la strada a un'intesa che i ministri finanziari potrebbero ratificare la prossima settimana.

 

 

Borse europee: Chiusura contrastata, bene i bancari, male i farmaceutici
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi poco mossi. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato lo 0,2%, il DAX a Francoforte lo 0,3% e il FTSE MIB a Milano lo 0,1%. Il CAC40 a Parigi ha perso meno dello 0,1%, lo SMI a Zurigo lo 0,2%. L'indice Michigan relativo alla fiducia dei consumatori statunitensi è calato a sorpresa questo mese. La notizia ha pesato sulle borse del Vecchio Continente nel tardo pomeriggio.
I bancari hanno beneficiato delle indicazioni arrivati ieri da Citigroup (US1729671016). Barclays (GB0031348658) ha guadagnato il 2,4%, Royal Bank of Scotland (GB0006764012) il 5%, Commerzbank (DE0008032004) il 2,9%, Crédit Agricole (FR0000045072) lo 0,8%, Société Générale (FR0000130809) lo 0,6% e Intesa Sanpaolo (IT0000072618) l'1,4%. Vikram Pandit, il numero uno di Citigroup, ha espresso ieri ottimismo sulle prospettive della grande banca statunitense. Secondo Pandit Citigroup sarebbe sulla buona via per tornare ad essere costantemente profittevole.
Roche (CH0012032048) ha perso il 3%. Gli studi sull'efficacia del farmaco Avastin nel trattatamento del cancro alla prostata non hanno raggiunto il loro obiettivo primario. Sulla scia di Roche AstraZeneca (GB0009895292) ha perso lo 0,4%, GlaxoSmithKline (GB0009252882) lo 0,6%, Novartis (CH0012005267) lo 0,5% e Sanofi-Aventis (FR0000120578) lo 0,5%.
Carrefour (FR0000120172) ha perso il 3%. Credit Suisse ha tagliato il suo rating sul titolo del colosso della distribuzione da "Neutral" a "Underperform".
Dopo il rally di ieri Volkswagen (DE0007664005) ha guadagnato un ulteriore 1,9%. Nomura ha alzato oggi il suo target price per le azioni privilegiate del colosso dell'auto a €89.
Eni (IT0003132476) ha perso l'1,9%. Il gruppo petrolifero italiano ha tagliato gli obiettivi di crescita della sua produzione di idrocarburi.
BSkyB (GB0001411924) ha chiuso in rialzo del 5%. Secondo delle voci che sono circolate oggi nelle sale trading a Londra News Corp. (US65248E1047) potrebbe fare un'offerta per il resto del capitale del principale network commerciale britannico.
Yara (NO0010208051) ha guadagnato il 6,6%. Il primo produttore al mondo di fertilizzanti ha annunciato che non alzerà la sua offerta per la rivale statunitense Terra Industries (US8809151033).
Redazione Borsainside 18:39

 

 

Borse dell'Europa dell'Est: Chiusura positiva, Mosca +2%
Tutte le principali borse dell'Europa dell'Est hanno chiuso oggi in rialzo.
L'indice RTS ha guadagnato a Mosca il 2% a 1.534,68 punti. I volumi di scambio sono scesi rispetto a ieri e sono stati nella media. Il mercato azionario russo ha beneficiato della positiva apertura di Wall Street e della solidità del prezzo del petrolio. Le quotazioni dell'oro nero sono salite nel pomeriggio a New York temporaneamente al di sopra di quota $83. Tra i titoli del listino russo Sberbank (RU0009029540) ha guadagnato il 2,7%, Rosneft (RU000A0J2Q06) l'1,5%, Gazprom (RU0007661625) l'1,5%, Norilsk Nickel (RU0007288411) l'1,4% e RusHydro (RU000A0JPKH7) il 5,4%.
Il BUX a Budapest ha guadagnato l'1,5% a 23.210,19 punti. Tutte le blue chips ungheresi hanno chiuso in rialzo. OTP Bank (HU0000061726) ha guadagnato il 2,4%, MOL (HU0000068952) l'1,5%, Gedeon Richter (HU0000067624) l'1% e Magyar Telekom (HU0000016522) l'1%.
Il PX a Praga ha guadagnato l'1% a 1.189,0 punti. Erste Group Bank (AT0000652011) ha guadagnato il 3,4%. Royal Bank of Scotland ha promosso oggi il titolo della banca austriaca da "Hold" a "Buy". Tra gli altri titoli di maggior peso del listino ceco Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300) ha guadagnato lo 0,3% e Telefónica O2 C.R. (CZ0009093209) lo 0,7%. Komercni Banka (CZ0008019106) ha perso lo 0,3%.
Il WIG a Varsavia ha guadagnato lo 0,6% a 41.253,60 punti. PKO Bank Polski (PLPKO0000016) ha chiuso in rialzo dello 0,8%. Il CEO della prima banca polacca si attende per il 2009 un utile netto di KPN 2,2 - 2,4 miliardi. Tra gli altri titoli bancari BRE Bank (PLBRE0000012) ha guadagnato l'1,5% e BZW Bank (PLBZ00000044) l'1,3%. Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha perso lo 0,1%. KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) ha chiuso anche oggi in calo. Il titolo del primo produttore europeo di rame ha perso lo 0,4%.
Redazione Borsainside 20:09

 

 

Le borse dell'America Latina chiudono contrastate
Le borse dell'America Latina hanno chiuso ieri contrastate.
Il Bovespa a San Paolo ha perso lo 0,8% a 69.341,38 punti. Gli investitori temono che la Banca Centrale del Brasile alzerà la prossima settimana i suoi tassi d'interesse. A pesare sul mercato azionario brasiliano è stato inoltre oggi l'inatteso calo dell'indice Michigan sulla fiducia dei consumatori statunitensi. Tra i bancari Itau Unibanco (BRITAUACNPR3) ha chiuso in ribasso dell'1,6%, Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) dell'1% e Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) dello 0,9%. JBS (BRJBSSACNOR8) ha perso il 3,9%. Il primo produttore di carne dell'America Latina ha annunciato un aumento di capitale. Lojas Americanas (BRLAMEACNPR6) ha guadagnato l'1,7%. La prima catena discount del Brasile ha aumentato nel quarto trimestre il suo utile del 56%. Vale (BRVALEACNPA3) ha perso lo 0,6%. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha guadagnato lo 0,1%.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dello 0,1% a 32.578,05 punti. Tra le blue chips messicane América Móvil (MXP001691213) ha perso lo 0,4% e Grupo Mexico (MXP370841019) il 2,4%. Cemex (MXP225611567) ha guadagnato lo 0,4% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) l'1,1%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha guadagnato l'1,2%, l'IGBC a Bogotà lo 0,1%, l'IPSA a Santiago del Cile lo 0,2% e il General a Lima lo 0,6%. L'IBVC a Caracas ha perso l'1%.
Redazione Borsainside 00:31


 

 

 
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WALL STREET: NERVOSA I CONSUMI NON CONVINCONO

12 Marzo 2010 22:00 NEW YORK - WSI
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Settimana interlocutoria per i listini. Amex, Home Depot e Merck sui piani alti. Pfizer, Travelers, AIG e Citi tra i peggiori. Si guarda alla prossima riunione Fed: qualcosa potrebbe cambiare nel comunicato. Commodity giu'. Dow +0.12%, Nasdaq -0.03%.
I listini azionari cadono vittima di qualche presa di profitto nell'ultima seduta di una settimana interlocutoria, che ha visto comunque l'S&P 500 toccare ieri i massimi di 17 mesi. Il Dow, che ha oscillato tra il territorio negativo e positivo per tutta la giornata, ha chiuso in progresso dello 0.12% a 10624.62. Il Nasdaq e' arretrato di un marginale 0.03% a 2367.66 punti, mentre l'indice allargato ha lasciato sul campo lo 0.02% in area 1149.99.

Gli investitori hanno digerito una dose di dati macro che hanno evidenziato una situazione incerta per quanto riguarda l'andamento dei consumi contrastanti. Le vendite al dettaglio sono inaspettatamente cresciute il mese scorso, con gli americani che hanno sfidato la neve per andare a fare shopping, ma la fiducia dei consumatori, a sorpresa, e' diminuita.

Tra le blue chip si mettono in bella mostra American Express (+1.6%), Home Depot (+1%) e Merck (+0.75%), mentre Pfizer (-1.2%) e Travelers (-0.9%) figurano in fondo al paniere del Dow. La lettera si e' abbattuta anche su Disney e Boeing.

Pesa inoltre il ritracciamento dei finanziari che venivano da dieci sedute positive consecutive: penalizzate da qualche presa di beneficio dopo i forti rialzi dei giorni scorsi, le azioni della banca Citigroup e del gruppo assicurativo AIG chiudono in ribasso del 5% e 2.9% rispettivamente.

Il governo ha reso noto in mattinata che le vendite al dettaglio hanno registrato una variazione positiva dello 0.3% in febbraio, nonostante il calo dei ricavi derivanti dal settore automobilistico e il maltempo che si e' abbattuto sulla costa orientale degli Stati Uniti. Esclusa la compente delle auto, le cifre hanno fatto un balzo dello 0.8%.

Nel frattempo l'indice fornito da Reuters e dall'Universita' del Michigan sulla fiducia dei consumatori e' calato a quota 72.5 a meta' marzo dal 73.6 della fine di febbraio. In questo caso gli economisti si aspettavano in media un aumento in area 74.

Le scorte di magazzino sono rimaste invariate in gennaio dopo aver subito un calo rivisto dello 0.3% in dicembre. Le stime erano per un incremento dello 0.1% nel primo mese dell'anno.

La prossima settimana a polarizzare l'attenzione degli investitori sara' l'incontro della Fed, che dovrebbe offrire qualche segnale sulle modalita' dell'exit strategy e sui tempi e intensita' di una eventuale stretta monetaria. Il mercato e' ansioso di sapere se nel comunicato della Banca Centrale sara' ancora presente la frase "per un periodo prolungato".

In ambito di conti fiscali, tra le catene di abbigliamento, guadagna il 4.2% Aeropostale grazie a conti e prospettive positive per il futuro. Le indicazioni sul primo trimestre riviste al rialzo spingono all'insu' anche il gruppo di fertilizzanti Potash (+7.1%). Volano al +13.6% i titoli della societa' petrolifera texana ATP Oil & Gas nel giorno della trimestrale. La conglomerata industriale United Technologies cede lo 0.7% dopo aver confermato l'outlook sui profitti del 2010.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio, arrivate a toccare quota $83, si sgonfiano nella seconda parte di seduta. I futures con consegna aprile cedono 87 centesimi, pari al -1%, attestandosi a quota $81.24 al barile. L'Agenzia internazionale dell'energia ha migliorato le stime sulla domanda. Sul valutario la moneta unica viaggia a quota $1.3756 (+0.56%). L'oro perde i guadagni della mattinata fermandosi in area $1101.70 l’oncia, perdendo $6.50 (-0.6%). In progresso i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.71 (-10 punti base).

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

 

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